Home Magazine Giorni di vinile 10 gennaio 2016, ci lascia David Bowie, il Duca Bianco, icona internazionale

10 gennaio 2016, ci lascia David Bowie, il Duca Bianco, icona internazionale

Se fossimo al tavolino di un bar parlando di lui si potrebbe dire ‘Che cosa strana, particolare, il giorno della sua nascita e il giorno della sua morte sono avvenute a distanza di appena due giorni’. Nato infatti l’8 gennaio 1947, è scomparso il 10 gennaio 2016 a 69 anni.

Come non accade per tanti altri artisti scomparsi e ugualmente di un valore indiscutibile, di David Bowie ogni anno, dal giorno della sua scomparsa, viene presentata qualche iniziativa in suo ricordo e questo 2020 non è da meno, infatti proprio oggi (e la notizia è stata ufficializzata lo scorso 8 gennaio, data di quello che sarebbe stato il suo compleanno) uscirà la biografia a fumetti “Bowie-Stardust, Rayguns & Moonage Daydreams”  edito da Panini Comics. Si tratta di una biografia a fumetti, illustrata da Michael e Laura Allred, con la sceneggiatura di Steve Horton e formata da 160 pagine a colori. Infatti la Parlophone Records ha annunciato l’uscita di due nuove pubblicazioni.

La prima è un Ep intitolato “Is it any wonder?”, conterrà sei tracce tra inediti e rarità dell’artista britannico che usciranno settimanalmente dal 17 gennaio in poi. La tracklist non è stata ancora rivelata ma la copertina si. La seconda è l’album “ChangesNowBowie” e includerà nove brani (fra i quali “The man who sold the world”), per la maggior parte acustici, registrati nel 1996 a New York durante le prove per il concerto di David Bowie al Madison Square Garden.

Il disco, su CD e LP, sarà pubblicato il 18 aprile in occasione del prossimo Record Store Day e sarà disponibile solo un numero limitato di copie. La copertina del disco presenta un ritratto di Bowie in bianco e nero scattato dal fotografo Albert Watson a New York nel 1996.

A me piace molto conoscere le emozioni delle persone, in questo contesto legate ai propri idoli musicali, e per Bowie ho raccolto tutte quelle di Nicoletta Donin, costumista cinematografica che da anni nutre una vera passione per il Duca Bianco e ovunque ci sia qualche evento che lo ricorda, lei c’è:

David Bowie è stato “troppo” per poterlo descrivere in poche righe – mi scrive Nicoletta –  Per me è stato un “eroe”, è riuscito a sopravvivere ai suoi periodi più bui (ma bui veramente!) mantenendo però sempre una capacità creativa incredibile, una scintilla che è sempre rimasta accesa, fino all’ultimo! Cantante, musicista, compositore, sperimentatore, inarrestabile lavoratore, curioso di tutto, divoratore di libri, amante del Giappone, benefattore per tanti (senza mai vantarsene pubblicamente peraltro!), amante dell’arte (grande collezionista e lui stesso pittore), amante del cinema (attore in diversi film e in teatro), mimo (alla corte di Lindsay Kemp), ballerino (nei suoi vari video e concerti dal vivo), e in più di una BELLEZZA SCONCERTANTE! (penso sia stato l’uomo più fotografato al mondo!). Aggiungo poi che, per il lavoro che svolgo (mi occupo di costumi in ambito cinematografico, TV, teatro, Spot) non posso rimanere insensibile di fronte ai suoi fantastici look, sempre diversi e sempre perfetti: non ha mai seguito le mode, semmai le ha suggerite, anticipate, (l’unica cosa che non gli ho mai perdonato è stata a volte l’uso dei calzini bianchi!!). Personalmente mi ha dato la forza di avere più fiducia in me stessa e il coraggio di affrontare le difficoltà, così come lui fece in gioventù quando non riusciva a sfondare nonostante i diversi tentativi, ma anche nei suoi ultimi mesi di vita quando comunque, nonostante la grave malattia, quella scintilla di cui sopra, rimase prepotentemente accesa. Un faro dunque, anzi una Stella, una BLACKSTAR (titolo del suo ultimo lavoro) che brilla lassù nello spazio. ‘Thank you STARMAN’ ”

Nicoletta è una vera estimatrice di David Bowie, come lei stessa ha specificato, un faro nella sua vita, ma non solo nella sua. Anche in quella degli oltre 2milioni di visitatori, Nicoletta compresa, di “DAVID BOWIE IS”  l’esposizione itinerante a lui dedicata che, inaugurata nel 2013 al Victoria & Albert Museum di Londra (città natale dell’artista) ha viaggiato per cinque anni in lungo e in largo per il mondo, fermandosi in 12 città diverse, l’ultima New York nel luglio 2018. In Italia ha fatto tappa a Bologna dal 14 luglio al 13 novembre 2016.

Per chi purtroppo non fosse riuscito a vederla, proprio lo scorso anno, in questa data, ricordando la sua nascita, ha preso vita una nuova app in realtà virtuale che permetterà di rivivere l’intera mostra e interagire con l’artista. E a proposito di Nicoletta Donin che ha fatto riferimento alla straordinaria creatività stilistica del Duca Bianco, attraverso rendering 3D grazie alla app ci si muoverà anche tra i suoi costumi. Insomma una vera chicca da non perdere.

Sempre in suo onore, il 15 febbraio dello scorso anno (2019) è uscito in edizione rimasterizzata il cofanetto “Loving the Alien (1983-1988)” che contiene i tre dischi che Bowie ha pubblicato negli anni ’80 e due nuovi live.

Riavvolgendo il nastro dei ricordi, ricordo che Bowie è scomparso dopo aver lottato contro un tumore al fegato per 18 mesi. Il suo produttore Tony Visconti raccontò che pochissime persone erano state messe al corrente della malattia e molte delle persone che lavorarono a suo stretto contatto nel corso della registrazione dell’ultimo album “Blackstar” uscito l’8 gennaio 2016, non erano a conoscenza del suo stato di salute. Il singolo omonimo però uscì il 19 novembre dell’anno precedente (2015) mentre il secondo estratto fu ‘Lazarus’, di cui tanto si parlò perché fu accompagnato da un video che fu trasmesso tre giorni prima della sua morte

Fu sempre Visconti infatti ad affermare che gran parte dei testi dell’album facevano riferimento alla malattia dell’artista e alla possibilità di una sua morte prossima. Si pensò ad una sorta di testamento spirituale

«Ha sempre fatto quello che voleva. E voleva farlo a modo suo, e voleva farlo al meglio. La sua morte non è stata diversa dalla sua vita: un’opera d’arte. Ha fatto Blackstar per noi, è stato il suo regalo di addio. Sapevo da un anno che sarebbe andata così. Non ero preparato, però. È stato un uomo straordinario, pieno di amore e di vita” Tony Visconti

Innumerevoli le testimonianze di affetto e di dolore per la sua perdita arrivarono da ogni parte del mondo, tanti gli eventi anche spontanei per ricordarlo, pure nell’immediatezza della morte. Infatti il 31 marzo 2016, a soli tre mesi dalla sua morte, la Carnegie Hall di New York divenne il luogo simbolo di un tributo alla sua memoria da parte di tanti artisti e fu tale il successo e la richiesta di partecipazione che gli organizzatori dovettero aggiungere anche la data seguente, il 1° aprile.

Tutto il ricavato delle vendite di ‘Blackstar’ avvenute nel mese del fatidico gennaio 2016 fu devoluto interamente alla ricerca contro il cancro.

‘Thank you STARMAN’!

Patrizia Santini

 

 

 

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