Home Magazine Giorni di vinile 12 Settembre 2020, oggi Barry White avrebbe compiuto 76 anni

12 Settembre 2020, oggi Barry White avrebbe compiuto 76 anni

.. e invece ci lasciò a 59 anni, il 4 luglio 2003.

Nacque a Galveston in Texas, ma visse la maggior parte della sua vita in California dove sua madre si trasferì portando con sé Barry e il fratello minore Darryl che rimarrà ucciso in una lotta tra gang nel quartiere malfamato in cui andarono a vivere. Watts infatti era una delle zone a sud di Los Angeles dove la criminalità era elevatissima. E anche lui cadde nella spirale della violenza tanto da finire in carcere per alcuni mesi con l’accusa di furto di pneumatici da alcune Cadillac. L’esperienza della prigione gli cambiò la vita e appena se la lasciò alle spalle, decise di dedicarsi a quella che da quando aveva 11 anni, era la sua passione, la musica.

Erano i primi anni ’60 quando, come tanti, entrò a far parte di gruppi come gli Atlantics e i Five Du_Tones

Barry White, una voce inconfondibile che ha attraversato molte sonorità, dal soul al pop al Rythm&Blues. Indimenticabile. A questo proposito senza attendere oltre vi invito alla visione e all’ascolto di uno dei suoi successi internazionali

Forse non tutti sanno però che Barry Eugene Carter non iniziò la sua carriera né come Barry White, né come cantante, bensì come polistrumentista, arrangiatore e produttore.

Suo il successo ad esempio di Viola Wills, nel 1979

E ricoprì questi ruoli sino al 1969 grazie all’incontro illuminante che avvenne l’anno prima, nel 1968 con il trio vocale femminile Love Unlimited. Accadde tutto per gradi. Prima la richiesta di collaborare insieme, poi due anni di preparazione, di prove, quindi nel 1971 un altro incontro fortunato, questa volta con il capo della UNI Records, Russ Regan. L’anno dopo uscì l’album  “From A Girl’s Point of View We Give to You… Love Unlimited” che ottenne molto successo

Fu sulla scia di questo successo discografico che Barry White sposò Glodean James, del trio femminile con cui si era instaurata una proficua e soddisfacente sinergia. Tanto che durante la preparazione di alcuni ‘provini’ da sottoporre alla casa discografica, fu lo stesso Russ Regan a suggerire a Barry di passare dall’altra parte della ‘barricata’, di interpretare quindi i suoi pezzi. E così fu.

Intanto nel 1974 pubblicò uno spettacolare singolo con la Love Unlimited Orchestra, “Love’s Theme”. Da subito un nuovo grande successo

Ed è prorpio tra la metà degli anni ’70 e gli anni ’80 che offre al mondo i pezzi più celebri, quelli storici, gli evergreen, come si dice, per sempre nella mente e nel cuore, come “Can’t get enough”

Oppure come “Just the Way You Are”

Tanti i tasselli preziosi che costellarono la sua carriera, purtroppo non lunga come avrebbe meritato di essere a causa di una morte precoce. Uno di questi,  il concerto al Central Park di New York con Luciano Pavarotti. Quello fu il secondo evento musicale nella storia, seguito in mondovisione da più di un miliardo di persone

Non gli mancò l’esperienza come doppiatore e nel suo palmares anche la partecipazione ad una serie tv, “Ally McBeal”, l’avvocatessa, in cui interpretò se stesso

Nel 1999 invece sugli scaffali delle librerie sbarcò l’autobiografia intitolata “Barry White: Love Unlimited”, un titolo che suona come un ‘anello’, chiude due cerchi, quello professionale e quello sentimentale, quello professionale legato al trio vocale femminile e quello personale considerando che nel gruppo è presente sua moglie. Inoltre un terzo punto di vista, Love Unlimited, come Amore senza limiti.

Il grande artista, dalla corporatura imponente (causa anche della sua ipertensione), qualche anno dopo si ammalò. Era il 2002. Nell’autunno di quell’anno subì un blocco renale a cui nel 2003 seguì un ictus che lo obbligò a lasciare la musica. Ma un altro blocco renale lo colpì sempre in quell’anno mentre era ricoverato al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles e gli fu fatale. Era il 4 luglio.

Il suo corpo, sempre possente (era arrivato a pesare quasi 160 chili) fu cremato e le ceneri sparse in mare dall’amico Michael Jackson.

Patrizia Santini

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