Home Magazine Giorni di vinile 14 Luglio 1982, esce il film “THE WALL”

14 Luglio 1982, esce il film “THE WALL”

Una pellicola che racchiude davvero una mole enorme di significati, con un’altra ulteriore mole di citazioni e rimandi. Un film ‘concept’, come lo era stato l’album, pubblicato il 30 novembre 1979 e  da cui è nato poi il film, con uno straordinario ed alienato Bob Geldof come protagonista.

Andando per ordine e grado, il film fu proiettato fuori concorso, in anteprima,  al 35° Festival di Cannes. Fu un evento nell’evento perché, come la cronaca ha riportato, per poter proiettare il film adeguatamente anche sotto l’aspetto acustico, arrivarono sulla Croisette due camion carichi di equipaggiamento che venne scaricato al vecchio Palais. Il suono fu tale che dal soffitto della grande sala caddero calcinacci, schegge sottili di vernice che si posarono sui vestiti degli ospiti, tra cui anche Steven Spielberg.

Nelle sale cinematografiche arrivò invece il 14 luglio 1982 con una premiere a Londra, all’Empire. Oltre ai Pink Floyd (assente Richard Wright che era già uscito dalla band) molte star del mondo della musica e dello spettacolo. Non mancò ovviamente di esserci Bob Geldof, il protagonista nella fase adulta del film. Sì perché la storia inizia proprio dalle gesta e dalla vita decisamente difficile di un bambino

Come su detto, il film racchiude tanto, tanto pensiero, tante intenzioni, tanta musica. Prima però di parlarne, andiamo alla trama, di per sé decisamente impegnativa, che leggo e riporto testualmente dal web:

In una stanza d’albergo a Los Angeles, Pink, famosa rockstar con problemi di droga, sta guardando in tv un vecchio film di guerra, grazie al quale rivive i momenti più significativi della sua tragica esistenza: il padre morto nella seconda guerra mondiale quand’egli era ancora in fasce, il crudele maestro di scuola, la madre iperprotettiva, la moglie infedele e le stupide groupies che darebbero l’anima per stare con lui.

Tutti questi avvenimenti non hanno fatto altro che erigere intorno a Pink un muro psicologico che lo protegge dalle altre persone, ma che col passare del tempo lo soffoca. Pink, dopo avere portato con sé in albergo una groupie e avere distrutto la stanza, pone l’ultimo mattone nel muro, chiudendosi del tutto nella sua follia. Le persone che organizzano il tour lo trovano in condizioni disumane e, dopo averlo rimesso in sesto, lo trascinano a un concerto che sembra una parata nazista.

Qui Pink marcia, seguito da agguerriti skinheads, sulle altre persone, raggiungendo il culmine della pazzia; poi, stanco di questa allucinante situazione, si auto sottopone a un processo, in cui tutti i personaggi significativi della sua vita, rappresentati come grottesche creature, l’accusano delle sue infamie.

Alla fine il giudice Verme impone a Pink di distruggere il muro, riesponendolo così al mondo reale”

Ecco, solo ora, conoscendo la storia del film, si può discutere delle intenzioni che hanno spinto Roger Waters (storico co fondatore della band e ideatore delle tematiche di alcuni degli album più famosi del gruppo, da cui uscì nel 1985, e che nella seconda metà degli ’70 ha sempre più, preso in mano le redini della band, divenendone  il leader, oltre che principale autore) a trasportare su pellicola quel  senso di alienazione e disorientamento che sentiva dentro di sé. Sentimenti che nascevano da un suo modo di relazionarsi col pubblico: “Quei concerti enormi – disse – si fanno penso per amore del successo. Quando una band o una persona divengono degli idoli, può avere a che fare col successo che quella persona manifesta, ma non più necessariamente con la qualità del lavoro che produce

Per lui era un problema, una difficoltà emotiva pensare al successo non legato per forza al lavoro del gruppo.

Il film si è sviluppato quasi interamente sulle tracce dell’album, anche se molte di queste sono state rivisitate e altre inserite ex novo, come “When the Tigers Broke Free” che in seguito fu inserita come ‘bonus track’ dell’album che uscì l’anno seguente (1983) intitolato ‘The Final Cut’

Tra i pezzi remixati anche la celebre “Another Brick in the Wall

Bob Geldof invece interpretò, sia in senso attoriale che come interprete musicale di grande effetto, il brano “In The Flesh”. Un video decisamente duro, dai colori forti, dalle voci tonanti, imperativo,.. ma niente di diverso dal resto del film, fotografia fortemente voluta dal produttore Alan Parker che ne divenne il regista, dopo un avvio a più mani

Forse non tutti sanno che il film subì dei divieti, infatti negli Stati Uniti fu vietato ai minori di 17 anni,  in Inghilterra di 15 non accompagnati da adulto e in Italia di 14 anni solo se accompagnati da un adulto.

Si stima che il film abbia guadagnato solo nel suo primo anno di vita ben 22 milioni di dollari oltre ad aver vinto due British Academy Awards, l’equivalente inglese dei Premi Oscar.

Ma “The Wall” continua a macinare passioni e interesse tanto che Rogers Waters, sì sempre lui, eccezionale evergreen, tra il 2010 e il 2013 ha portato in tour “The Wall” in versione integrale nel senso che sono stati inseriti sia “Last Few Bricks” che “What Shall We Do Now”, esclusi dall’album. Water e i suoi 11 musicisti si sono esibiti davanti ad almeno 4 milioni e mezzo di persone nel corso del lungo tour.

Patrizia Santini

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