Home Magazine Giorni di vinile 15 luglio 1989: concerto dei Pink Floyd a Venezia

15 luglio 1989: concerto dei Pink Floyd a Venezia

(Foto di copertina ‘Facebook musicforopenminds’)

Indimenticabile, sotto molti punti di vista, il mega concerto che la storica rock band inglese tenne nella città lagunare più amata al mondo. Un live che sollevò un… mare… di polemiche, per questioni ambientali, artistiche, di sicurezza, di degrado,…

Se si pensa che il vice sindaco Cesare De Piccoli diede il consenso al concerto appena un’ora prima del suo inizio, è ben spiegata la situazione in cui tutta la preparazione all’evento si è svolta. Una sorta di tira e molla tra amministrazione, associazioni ambientaliste e culturali, politica,…

Tornando all’esibizione, parliamo di numeri, quelli che danno la dimensione colossale della serata che si è svolto su un palco galleggiante anziché su uno alto 24 metri che si era pensato di allestire sull’isola della Giudecca, con vista su Piazza San Marco.

Presenti almeno 200 mila persone provenienti da ogni dove (il concerto era per altro gratuito), a trasmetterlo in mondovisione, la Rai che contò su circa 100 milioni di spettatori. Il costo dell’evento fu a carico della Rai per un miliardo di lire, la restante parte (alcune centinaia di milioni di lire) fu messa dagli stessi Pink Floyd. A proposito, nella formazione dei musicisti il grande assente fu Roger Waters che aveva già lasciato la band, con l’intenzione di scioglierla (ricordo che a fondarla furono lui e Syd Barrett), quindi presenti David Gilmor, Nick Mason e Richard Wright.

Per motivi di salvaguardia del patrimonio artistico, il Comune di Venezia impose al volume della musica, il limite di 60 decibel (per non danneggiare i mosaici bizantini della grande Basilica, si è detto).

Invece per motivi tecnici, legati alla trasmissione via satellite, il concerto subì notevoli tagli nelle performance. Intanto lo spettacolo poté durare solo 90 minuti, alcune canzoni furono tagliate o addirittura eliminate. Da 23 che erano, solo 14 furono quelle suonate.

Questo il commento di David Gilmor, a fine concerto, che spiega più di tante parole:

«Lo spettacolo di Venezia è stato molto divertente, ma molto teso e snervante. Avevamo una durata specifica dello spettacolo da fare; la trasmissione via satellite ci ha obbligato ad avere un programma assolutamente preciso. Avevamo l’elenco delle canzoni e le avevamo accorciate, cosa che non avevamo mai fatto prima. Avevo un grande orologio digitale rosso sul pavimento di fronte a me e l’ora di inizio di ogni canzone scritta su un pezzo di carta. Se ci stavamo avvicinando all’ora di inizio della canzone successiva dovevo solo chiudere quella che stavamo suonando. Ci siamo divertiti molto, ma le autorità cittadine che avevano accettato di fornire i servizi di sicurezza, i servizi igienici e il cibo hanno completamente rinnegato tutto quello che dovevano fare e poi hanno cercato di incolpare noi di tutti i problemi successivi

Patrizia Santini

 

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