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Buon Compleanno Paola Turci

Spegne oggi, 12 settembre, 55 candeline e ho l’impressione che né fisicamente, né emotivamente invidi il tempo passato.

Prima però di tornare su quel tracciato, dedichiamoci al suo presente. Paola Turci infatti è stata una delle protagoniste dello spettacolo tv “Una storia da cantare” condotto da Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero, in onda nel settembre dello scorso anno (2019) e replicato il 29 agosto scorso. L’obbiettivo era quello di celebrare gli artisti che hanno fatto la storia della musica italiana. E tra questi naturalmente non poteva mancare, lei, la nostra festeggiata di oggi.

Scorrendo le sue note biografiche, volutamente mi sono segnata gli anni di uscita dei dischi, dei concerti, delle partecipazioni, delle collaborazioni, etc.. alla ricerca di un periodo vuoto, di una sua assenza dalle scene. Al contrario, dal suo esordio ad oggi c’è una sua presenza costante nel panorama musicale italiano, con al massimo un paio di anni di silenzio tra una produzione e l’altra. Pausa fisiologica e naturale per tanti artisti. Nonostante questo è come se nel suo percorso si fosse immessa una frattura, una separazione, un prima e un dopo. E credo di non sbagliarmi se addebito questa strana sensazione, al grave incidente di cui è rimasta vittima nel 1993. Una sorta di spartiacque, un prima più spensierato, un dopo più consapevole.

Era la notte di ferragosto di quell’anno quando, alla guida della sua auto, stava percorrendo la Salerno-Reggio Calabria nei pressi di Torano, in provincia di Cosenza.  Come lei stessa oggi si sofferma a ricordare, distratta dal cellulare, ha perso il controllo del mezzo e ad una velocità di 120 km l’ora si è schiantata contro il guardrail. Per un soffio si è salvata la vita, ma le ferite profonde riportate, l’hanno segnata anche nell’anima. Quella al volto, la più visibile, una cicatrice rimasta dopo i 100 punti di sutura, il pericolo di perdere un occhio, tutto questo per anni nascosto al pubblico da una cascata di capelli ad hoc, inquadrature studiate, il viso poco illuminato. Un mistero silenzioso che la seguiva. Poi finalmente anni fa il desiderio di superare definitivamente paure e difficoltà dovute al trauma. E’ così che Paola Turci, è tornata a trasformarsi in una farfalla, uscendo dal bozzolo, più bella e solare di prima.

Lo ha fatto lentamente, attraverso alcuni determinanti step. Uno di questi riguardante il lavoro. Nel 2002 infatti l’artista ha deciso di lasciare l’universo delle major, delle grandi etichette discografiche, per vivere la realtà della musica indipendente, da cantautrice. Il primo prodotto è l’album “Questa parte di mondo” che le permette di far risaltare pienamente una dimensione artistica inedita e di largo respiro. Come leggo e riporto:

“Il primo singolo, Mani giunte, diviene un successo nella versione duettata con gli Articolo 31 per il loro album “Domani Smetto” e intitolata “Fuck You

Poi il grande ritorno al Festival di Sanremo dopo un assenza durata ben 16 anni. Di nuovo sul palco nel 2017

Diciamo che io ce l’ho messa sempre tutta per esserci – mi ha raccontato nel corso di un’intervista telefonica –  e ho fatto questo sforzo con me stessa di voler essere appieno per il mio pubblico, per le persone che mi hanno sempre voluta bene, che mi hanno seguita, compresa, che hanno avuto la pazienza di aspettarmi, che mi hanno rispettata nonostante e per i miei limiti, le mie difficoltà, le mie paure che oggi ho superato. Insomma, è una grande gioia soprattutto, vissuta oggi, vissuta adesso, quindi consapevole

Che emozione è stata?

E’ stata un’emozione forte, come ritornare in un luogo dove si è stati, ma non si è stati coscienti di quello che è successo. Ecco, io Sanremo l’ho sempre vissuto così, un po’ persa, un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie. Questa volta invece è stato un Festival, per me, di grande consapevolezza, determinazione. Avevo un disco che era autobiografico, ma che raccontava di questa rinascita, se posso definirla tale, questa nuova vita. E quindi è stato bellissimo. E’ stato il Festival di Sanremo più bello e intenso per me. Peraltro con una nota anche personale, perché ho perso mio papà tre anni fa e l’anno scorso l’ho sentito veramente vicino a me e probabilmente lui mi ha dato, il centro di me stessa, diciamo. Una serenità e concentrazione che non avevo mai avuto. Era molto simpatico e soprattutto ‘artista’ nell’accezione fanciullesca del termine. Lui era un bambino e si divertiva. Lui si è prestato a fare quella foto, a mettersi le mani davanti per fare il gioco puro dei bimbi, il cucù, facendo vedere soltanto gli occhi.. cioè.. mi seguiva, io gli dicevo cosa fare e lui mi seguiva, era leggero, era allegro. Era all’inizio della sua malattia perciò cominciava ad essere più accogliente nei riguardi della vita”

Un dopo Sanremo brillante che ha trasferito nel suo  “Secondo Cuore Tour”, a circuito teatrale. Un successo che ha voluto rivivere l’anno seguente, nel 2018, quando il “Secondo Cuore Tour” questa volta ha attraversato le piazze italiane, a cominciare dalla provincia di Siracusa il 6 maggio. E nell’attesa di partire, ecco come aveva descritto il suo stato d’animo

“E’ la voglia del rimettersi in gioco e questo crea molta emozione e molta curiosità. La voglia di suonare c’è sempre. Non vedo l’ora, perché comunque mi è mancata. Ho speso la mia vita per la maggior parte del tempo sul palco, perciò io ho bisogno di stare sul palco. Ecco, quindi sarà un concerto che si farà da solo, sarà pieno di allegria, di canzoni che si ha voglia di cantare. Sarà un motivo per stare insieme e divertirci”

Nel corso di questi live l’artista ha riproposto molti dei suoi cavalli di battaglia, come quello che, si può dire, è stato il successo di consolidamento della sua notorietà. Uscito nel 1989 ha vinto a Sanremo nella categoria ‘Emergenti’ e il Premio della Critica. “Bambini”

Ma c’è stato spazio anche per i successi più recenti, come quello uscito nel 2000 estratto dall’album “Mi basta il Paradiso”, “Questione di Sguardi” cover di This Kiss di Faith Hill

E anche lo scorso anno (2019) la Turci non ci ha fatto sentire la sua mancanza, tornando in quel di Sanremo, da dove ha proposto un altro brano di grande spessore, “L’ultimo Ostacolo”

Mentre l’anno precedente (2018)  aveva partecipato nella serata dedicata ai duetti, con Noemi per interpretare la bellissima “Non smettere mai di cercarmi”

Il 15 marzo 2019 invece è uscito “Viva da Morire”, il suo nuovo album che contiene appunto “L’ultimo ostacolo”, il brano presentato al Festival di Sanremo, e scritto dal rapper Pula+

Alla realizzazione dell’album hanno collaborato molti artisti importanti, da Shade con cui duetta nel brano “Le olimpiadi tutti i giorni”, a Nek, a Federica Abbate, Giulia Anania, Andrea Bonomo, Davide Simonetta, Gianluigi Fazio e molti altri.

Sul titolo del nuovo album Paola ha detto: Viva da morire” è ispirato alla frase che Luca Chiaravalli, produttore e anima di questo disco, ha esclamato nel suo letto d’ospedale, al risveglio da un ennesimo intervento. Racconta di esistenze come le nostre, che a un certo punto hanno avuto un incidente, un imprevisto, un inciampo e ci stavano sfuggendo via, ma poi le abbiamo riprese. Dunque del miracolo che oggi siamo”.

Infine, ma non da ultimo, ricordo la sua amicizia per Radio Bruno. A seguire la sua ultima visita nei nostri studi

Patrizia Santini

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