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Buon Compleanno Sting

Inizierei semplicemente con un “Che dire?”.. Sting è un artista talmente conosciuto, preparato, curioso, trasversale, oltre che uomo affascinante e accogliente, che aggiungere altro a tutto ciò che in tutti i suoi anni di carriera è già stato divulgato, è davvero difficile. Non dimentichiamo infatti che Sting non è solo un cantautore polistrumentista, ma sono svariate le sue performance anche in qualità di attore.

Però le imprese e le sfide sono sempre allettanti, perciò eccomi a festeggiare i suoi primi 68 anni. E lo farei partendo dal vertice di una piramide quanto mai colma di elementi.

Ad impegnare attualmente l’ex Police è il “My Songs Tour”, viaggio mondiale che vuole sostenere l’uscita del suo 13esimo album omonimo pubblicato il 24 maggio scorso (2019) e che può definirsi a pieno titolo, una raccolta dei suoi brani più popolari, rivisitati e o reincisi. A questo proposito ha voluto spiegari nel corso di una intervista “La mia voce è cambiata, il mio approccio è cambiato, sono cambiate le tecniche di registrazione”

L’idea di comporre, di mettere insieme “My Songs”, come lui stesso ha raccontato, è nata dopo una richiesta di partecipazione al Capodanno dello scorso anno a Times Square in quel di New York. In quell’occasione propose la bellissima “Brand new day

La canzone che ha 20 anni sulle spalle è schizzata subito in cima alle classifiche, dimostrando quanto potenziale ancora abbia il suo archivio musicale. Di qui la voglia di intraprendere nuovamente la strada con tutti gli accorgimenti più innovativi.

Tanto è vero che, per esempio “If you love somebody set them free” è diventata più ‘ballabile’

Ma tornando al suo “My Songs Tour” , partito il 28 maggio scorso da Parigi, si concluderà il 2 settembre del prossimo anno, nel 2020, perciò. Ma il viaggio ha previsto una battuta di arresto, dopo il concerto a Taos nel New Mexico il 2 settembre per riprendere nel 2020 con un residency di 16 date dal 22 maggio al 2 settembre al Caesars Palace di Las Vegas.

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Pubblicato da Sting su Lunedì 29 aprile 2019

 

La bella notizia è che dopo i due concerti italiani (il 29 luglio al Lucca Summer Festival e il 30 a Padova) lo stesso Sting ha comunicato di aver aggiunto una ulteriore data in Italia. Sarà infatti al Mediolanum Forum di Assago di Milano il 29 ottobre prossimo.

Il fatto che sia partito col nuovo tour appena due giorni dopo aver concluso quello con il cantante giamaicano Shaggy: “Il progetto di ‘44/876’ – ha raccontato Sting – è stato bello e interessante per entrambi. Un grande scambio, io ho portato un po’ di serenità nella sua musica, lui un po’ di divertimento nella mia”

Il singolo apripista di quell’album è stato “Dont’ make me wait” uscito a marzo 2019

Torniamo ora sulle sue.. tracce.

Come è noto Sting è nato in una periferia di Newcastle upon Tyne in Inghilterra a nord di York. Una città che un tempo era conosciuta per i suoi cantieri navali e per l’esportazione di carbone ed è situata sulle rive appunto del fiume Tyne. Una realtà industriale che purtroppo ha vissuto una grave crisi che ha costretto molte aziende alla chiusura. Ho specificato tutto questo perché Sting ha scritto e creato un musical “The last ship” proprio pensando alla sua città natale. Musical che arriverà per la prima volta proprio nella sua Newcastle upon Tyne il prossimo anno. Ma la storia di “The last ship” prende l’avvio nel 2013 con la pubblicazione dell’album omonimo che era già strutturato per un musical. L’opera infatti era stata costruita come un concept album che raccontava la storia di alcuni operai di un cantiere navale nell’Inghilterra ai tempi del Primo Ministro Margareth Thatcher, che decidono di costruire l’ultima nave per evitare la cessazione dell’attività del cantiere.

Anche questo tassello contribuisce a descrivere la personalità del nostro festeggiato, che, mai stanco (fortuna nostra) continua ad amare sperimentazioni e contaminazioni.

Come tutti sapranno, nonostante abbia residenze un po’ ovunque, sembra che la sua preferita in questi ultimi anni sia quella toscana. In Italia avrebbe trovato il “terreno” fertile per sviluppare sia la sua passione per i prodotti vitivinicoli che, naturalmente quelli artistici. Vive a villa “Plagio” a Figline Valdarno e nel 2002, dopo aver acquistato altri terreni confinanti alla sua tenuta, è diventato il proprietario praticamente di una collina intera tra il Chianti e il Valdarno.

Dopo aver letto pagine e pagine della sua biografia che ricordano premi, onorificenze, matrimoni e figli, io vorrei sottolineare alcuni passaggi, come quello del suo primo album da solista, uscito nell’85 “The dream of the blue turtles” che comprendeva lo stupendo ‘If you love somebody set them free” e che ha aperto inconsapevolmente allora, una strada fertile e rigogliosa per l’artista britannico appassionato di calcio (tifoso del Newcastle, ma simpatizzante della Fiorentina) e di scacchi (per raccogliere fondi per la Rainforest Foundation, in giugno del 2000 ha giocato in una simultanea su cinque scacchiere contro il campione Garri Kasparov negli studi televisivi della ABC a New York. Secondo Kasparov, Sting è un ‘giocatore che si impegna’).

Ed infine… vi siete mai chiesti come mai Sting abbia questo nome, visto che all’anagrafe si chiama Gordon Matthew Thomas Summer? Sembra che a rifilargli il soprannome ‘sting’ (pungiglione) sia stato uno dei componenti la band dei Phoenix Jazzmen con cui suonava agli inizi di carriera giovanissimo. Il motivo era l’abitudine per il nostro Gordon di indossare magliette a strisce nere e gialle che richiamavano un’ape. E’ così che divenne prima Stinger (colui che punge), poi abbreviato, Sting (pungiglione). E da allora fu Sting per tutti, anche per i suoi familiari.

Concludo proprio mettendo l’accento sull’impegno sociale di Sting. Verso la fine degli anni ottanta, Sting ha sostenuto numerosi movimenti ambientalisti e umanitari partecipando ad eventi musicali di sensibilizzazione a livello mondiale.

E a proposito di ‘memories’, vi ripropongo l’ascolto di un suo grande classico

Patrizia Santini

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