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GIORNI DI VINILE: 6 agosto 1994, la morte di Domenico Modugno

(Foto di copertina da www.riviera24.it)

E’ accaduto nella sua casa di Lampedusa a causa di un infarto. Aveva 66 anni, appena 66 anni. Ad ospitare la sua salma, il Cimitero Flaminio di Roma.

Difficile, decidere di ricordarlo scrivendo di lui, perché in Domenico Modugno davvero “C’è tutto un mondo intorno, Che gira ogni giorno e che fermare non potrai” come cantavano i Matia Bazar. E come abilmente ed emozionalmente è stato raccontato nella fiction tv a lui dedicata “Volare – La grande storia di Domenico Modugnoe magistralmente interpretata da Giuseppe Fiorello. Era il 2013

Spesso, quando ci si trova di fronte a questipersonaggioni’ la sensazione è che la maggior parte delle persone conoscano quasi alla perfezione tutta quella parte di vita che inizia con la ‘celebrità’. Ma molto spesso resta quasi inedito tutto il loro percorso prima di raggiungerla.

Anche per Domenico Modugno, il Mr. Volare che tutto il mondo ha conosciuto, apprezzato e amato, ha attraversato mille peripezie e svolto molti lavori (sempre nell’ambito però dello spettacolo) prima di individuare una strada ed imboccarla.

L’indimenticabile artista pugliese non solo è stato il cantante che sappiamo, ma anche cantautore, chitarrista, attore, regista e non si è fatto neppure mancare per un certo periodo l’attività politica.

Sicuramente è uno dei padri della musica italiana che mantiene tutt’ora un primato, quello di aver mantenuto la prima posizione nella classifica americana di Billboard per ben 13 settimane consecutive grazie al suo “Volare”, che poi, in effetti il 45 giri si intitolava “Nel blu dipinto di Blu”, ma qui siamo già nel 1958, all’alba della vittoria al Festival di Sanremo in coppia con Johnny Dorelli

Prima però di arrivare a questo successo mondiale, di cui parleremo tra poco, tanta acqua è corsa sotto i ponti. Ad iniziare dal fatto che Modugno esordì prima come attore. Infatti il suo primo passo fu proprio in quella direzione vincendo un concorso per attori dilettanti. Questo gli consentì di iscriversi al famoso Centro Sperimentale di Cinematografia, vincendo anche una borsa di studio da 50 mila lire al mese. E fu proprio in quelle aule che conobbe un’altra aspirante attrice, Franca Gandolfi che poi sposò il 26 giugno 1955.

La sua prima prova d’attore fu nel film ‘I pompieri di Viggiù’ nel 1949,che aveva come protagonista Totò

Nella sua carriera recitò in 38 film per il cinema e 7 per la televisione, nonché in 13 spettacoli teatrali (in cui riusciva benissimo a coniugare sia l’arte del canto che quella attoriale), oltre a condurre diversi programmi televisivi. Proprio a questo proposito, nella primavera del 1984 condusse sulle reti Mediaset (allora Fininvest) il quiz “La luna nel pozzo” ma il 12 giugno, durante le prove di una puntata, Modugno fu gravemente colpito da un ictus che ne interruppe per svariati anni la carriera.

Ad aprirgli in modo imprevisto il mondo della musica il ruolo di genitore che interpretò nel 1952, “Carica eroica”, in cui doveva addormentare il proprio figlio. Scelse di farlo cantandogli Ninna Nanna, una canzone popolare del suo paese. Fu talmente azzeccata che fu chiamato a presentarla all’interno di un programma televisivo e convinse l’allora direttore del secondo canale Rai, Fulvio Palmieri, a fargli condurre una trasmissione musicale in 4 puntate.

E il suo successo interpretando “Ninna Nanna” non si concluse lì, perché attirò addirittura l’attenzione di Frank Sinatra, in Italia perché ospite di un programma radiofonico. Era il 1953

Ma bisogna attendere il 1964 per l’uscita di altre canzoni che trovarono fortuna solo in un secondo momento, come “Vecchio Frak” che non solo passò inosservata, ma fu colpita anche dalla censura a causa di un verso finale: “Ad un attimo d’amore che mai più tornerà” divenne “Ad un abito da sposa primo e ultimo suo amor

Ma ad attenderlo anche un altro problema. Non gli era permesso firmare come autore le sue canzoni perché era necessario, per la SIAE, ricorrere a chi era già iscritto all’albo come trascrittore. Modugno non aveva le caratteristiche richieste: non sapeva scrivere la musica e suonava a orecchio. Ero, insomma, un melodista”, commentò lui stesso raccontando quel periodo, che però si risolse in breve tempo, “molto presto riuscii a modificare la situazione – ha raccontato – si riunì appositamente per me una commissione che, dopo aver esaminato il caso, decise che il Sig. Modugno poteva tranquillamente depositare le sue opere pur non sapendo scrivere la musica”

Forse non tutti sanno che anche sul celebre “Volare” ancora aleggia un certo mistero visto che sia Domenico Modugno che Franco Migliacci col quale compose il pezzo, raccontarono versioni diverse sul come nacque. Ognuno di loro, in qualche modo, se ne appropriava. Di certo, come lo stesso Mr Volare disse, una cosa è certa, “la musica è mia”. La canzone fu tradotta il 13 lingue ed ebbe, come sappiamo un successo strepitoso che è riuscito ad arrivare ai giorni nostri, inalterato. E pensare che dalla loro non ebbero neppure la critica, nonostante si pensasse che fosse un pezzo innovativo. Forse troppo, tanto che un mitico maestro d’orchestra, Gorni Kramer, affermò: “Ma che pazzia è questa canzone? Non ha stile, non esiste!”

Eppure fu proprio grazie a “Nel blu dipinto di blu” che sbarcò negli Stati Uniti. Lui la raccontò così, come leggo e riporto

In una stazione radio del Michigan o dell’Indiana, chi si ricorda, arrivò un signore con il disco mio e lo mandò in onda: il giorno dopo si ebbero duemila telefonate di gente che voleva risentirlo. Lo rimandò in onda: il giorno appresso altre duemila telefonate. L’exploit di Volare nacque così.

Il vero exploit americano seguì alla sua partecipazione ad uno dei talk più conosciuti negli Stati Uniti, l’Ed Sullivan Show. E da lì fu Successo Mondiale!

Patrizia Santini

 

 

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