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Renato Zero, venerdì il nuovo album “Zero il Folle”

Nelle canzoni di “Zero il Folle”, il suo nuovo disco di inediti, Renato Zero ribadisce la sua voglia di essere fuori dagli schemi, di stupire, di essere se stesso alla faccia delle convenzioni sociali: “Folle è chi sogna, chi è libero, chi provoca, chi cambia. Piume di struzzo e paillettes mi hanno tolto dal grigiore di mio padre, che voleva fare il tenore, ma non lo è mai diventato. Io ho un difetto: sono sempre stato avanti di 30 anni. E penso a Lindsay Kemp, Paolo Poli, Mozart, Lady Gaga. Penso a Gesù: oggi sarebbe tale e quale ad allora. Ci si nasce stravaganti, genio e sregolatezza“.

Renato Zero (all’anagrafe Renato Fiacchini, sessantanove anni compiuti lunedì scorso) ha presentato “Zero il Folle”, il suo nuovo lavoro registrato a Londra nel quale hanno suonato gli ex Dire Straits Alan Clark e Phil Palmer, Trevor Horn (che è anche il produttore dell’album), Ash Soan, Luis Jardim.

L’album, che sarà pubblicato venerdì 4 ottobre, affronta le tematiche tipiche del nostro tempo: l’ambiente, l’alienazione da nuove tecnologie, la morte, la crisi delle nascite e la fuga dei cervelli, l’aborto, Dio e la fede.

Per l’occasione Zero offre anche una lucida riflessione su se stesso: “Devo ringraziare il pubblico per avermi permesso di non allontanarmi dalla mia passione e devo festeggiare “Zero” per avermi strappato dalla noia a 15 anni, per avermi infuso il desiderio di cambiare vita. La nostra, quella di Renato e di “Zero”, è stata una convivenza contrastata. “Zero” ad un certo punto era diventato troppo invadente, l’ho dovuto rimettere a posto. Ormai dormiamo nello stesso letto e usiamo lo stesso rasoio. Ma è un bene che ci siano conflitti dentro di noi. Essere appagati sarebbe un vivere monocorde e insignificante. Io, peccatore eccellente, non mi aspetto grandi cose dal piano superiore”.

Il 1 novembre partirà da Roma il tour nei palasport che vanta già 13 “tutto esaurito”: “Sarà uno spettacolo d’arte varia. Come potrebbe essere diversamente per Zero il folle?

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