Dalla prima allerta Coronavirus, praticamente dall’8 marzo, giorno in cui anche su Parma è scattata la Zona Rossa con tutte le relative restrizioni e normative, anche le Forze dell’Ordine non si sono risparmiate. Un’attività la loro, insieme a quella dei sanitari, tra le più esposte al contagio oltre che alle reazioni impreviste dei cittadini, costretti a vivere una quotidianità anomala, in ‘cattività’ come mi verrebbe da dire. E in questa emergenza, forse più che in altri contesti o periodi, la loro figura si è trasformata, soprattutto nella percezione delle persone, dei cittadini, che, le divise, hanno iniziato a cercarle, a desiderarle, a voler un contatto più prossimo con loro, familiare, per protezione, per cercare risposte, per esprimere un bisogno. Quindi da sentinelle del territorio, sono diventate, le Forze dell’ordine, veri Angeli del territorio.
Lo dimostra anche la testimonianza del Commissario Capo della Polizia di Stato di Parma e Portavoce del Questore di Parma, Federico Mastorci
“Diciamo che dal punto di vista operativo, dei controlli su strada, è stato necessario sin da subito riorganizzare anche il modo di controllare il territorio. C’è stata una prima fase in cui la Polizia di Stato ha fatto da ‘ricettore’, ha proprio ricevuto un numero elevatissimo di chiamate di cittadini spaesati. Mediamente riceviamo un centinaio di chiamate al giorno di regola, nei primi giorni dell’emergenza siamo arrivati a rispondere sino a 500 telefonate e sempre di cittadini spaventati o comunque da rassicurare, aiutare e ancor più informare. E’ stata una fase di assestamento, poi abbiamo applicato in maniera sempre più rigorosa quelle che sono le regole da far rispettare e le sanzioni da contestare a coloro che troviamo a girare su strada liberamente senza uno dei motivi previsti dalla legge”
Comandante, anche la vostra vita privata sta risentendo di una mole di lavoro sicuramente oltre la normalità, non so, di orari impraticabili, di lunghe assenze,..
“L’impegno della Polizia di Stato e quindi anche il mio, in questo periodo è particolarmente e indiscutibilmente intenso, come comandante, come dirigente di una squadra della Squadra Volante, ho sentito e sento tutt’ora, la responsabilità di essere presente il più possibile per i miei uomini che stanno su strada e che da vicino affrontano il contenimento virus. L’impegno è massimo, ma per un interesse Superiore, in questo caso per la salute e la sicurezza mirata alla salute, io e soprattutto i miei uomini, come abbiamo giurato all’inizio della nostra professione, continuiamo ad operare su strada, vicino ai cittadini”
Ho sentito alcune testimonianze di medici o infermieri, alcuni esplicitamente hanno usato il termine ‘paura’, la paura di un ignoto, a voi capita di provarla difronte a questa drammatica emergenza sanitaria, considerando appunto che il nemico non è possibile vederlo, è impalpabile e può essere ovunque?
“La paura è un sentimento umano e noi come poliziotti siamo esseri umani, con una divisa, ma sempre umani e proviamo sentimenti come tutti gli altri. Anche noi quindi proviamo il sentimento della paura, ma cerchiamo di trasformare questa emozione in strumento utile a spingerci ad adottare sul campo tutte quelle strategie e quelle tecniche, per fare in modo di contenere al massimo il pericolo del contagio, anche perché, come diceva lei, noi su strada siamo a diretto contatto con i cittadini. Per farle un esempio, è capitato di denunciare e sanzionare dei cittadini positivi al covid-19, quindi in casi come questo, il contatto è decisamente ravvicinato”
Qualche richiesta curiosa o assurda che vi è stata rivolta?
“Ci sono stati alcuni cittadini che ci hanno chiesto se erano autorizzato o no a spostarsi da una provincia all’altra per raggiungere la fidanzata. Da un lato ci hanno fatto sorridere, richieste del genere, dall’altro ci hanno fatto immedesimare nella complessità della situazione e pur non permettendo lo spostamento perché non previsto dalla legge, abbiamo cercato di comprendere queste situazioni”
Ricorda qualche episodio particolare?
“Si, quello di un cittadino che arrivava verso Parma da Reggio Emilia perché, a suo dire, le scontistiche nei supermercati erano migliori. Ovviamente non è un motivo contemplato dalle norme di contenimento previste dal Governo”
Infine, Comandante, c’è un aspetto, che sembrerebbe quasi inedito, forse amplificato dalla situazione emergenziale. Questa vicinanza del cittadino alle Forze dell’Ordine, questo desiderio di sentirsi protetti da voi, una sorta di ‘affetto’ che forse mai era stato espresso così esplicitamente, o sbaglio?
“Noi qui a usiamo anche Facebook, pagina della Questura di Parma e anche attraverso questo mezzo abbiamo raccolto centinaia e centinaia di testimonianza di vicinanza da parte dei cittadini. Ricordo alcuni piccoli casi che mi sono stati riportati anche dai miei uomini, di cittadini che durante i nostri famosi e ricorrenti posti di blocco si avvicinavano per portarci chi un detergente per le mani, chi una mascherina, pizzerie che hanno inteso dimostrare la loro vicinanza portando delle pizze presso la nostra sala operativa dove rispondono i miei uomini al 113. Diciamo che una grande fetta di cittadini la sentiamo davvero vicino a noi, ai miei uomini e questo è sicuramente linfa vitale per il nostro lavoro. Per noi, ripeto, avere al nostro fianco i cittadini, le persone oneste che sono sicuramente la maggior parte, è è molto importante”
Patrizia Santini