Mancano ancora diversi mesi all’Eurovision Song Contest ed è già polemica. A novembre l’EBU (Unione Europea di Radiodiffusione) aveva rimandato a oggi la votazione per la partecipazione di Israele alla prossima edizione dell’Eurovision, che si terrà a Vienna dal 12 al 16 maggio. Molti paesi ne avevano chiesto l’esclusione a causa del conflitto a Gaza e oggi è arrivato il verdetto: “Questo voto significa che tutti i membri dell’EBU che desiderano partecipare all’Eurovision Song Contest 2026 e accettano di rispettare le nuove regole sono idonei a prendervi parte. Ai partecipanti in rappresentanza dei membri dell’EBU è stato chiesto di votare a scrutinio segreto per stabilire se fossero sufficientemente soddisfatti delle nuove misure e garanzie annunciate il mese scorso, senza dover votare sulla partecipazione all’evento dell’anno prossimo”, si legge nella nota. Di fatto è stato bloccato il voto diretto dando la possibilità a Israele di partecipare al contest canoro.
Questo ha creato una spaccatura, con l’ufficiale ritiro di Spagna, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia, che nei mesi scorsi avevano affermato la volontà di boicottare l’evento, insieme all’Islanda, nel caso non fossero stati presi provvedimenti contro Israele. A maggio l’Eurovision Song Contest non verrà trasmesso dalle televisioni pubbliche dei tre paesi.
L’EBU ha fatto sapere che “I membri dell’EBU mostrano un chiaro sostegno alle riforme volte a rafforzare la fiducia e a proteggere la neutralità dell’Eurovision Song Contest, consentendo a tutti i membri di partecipare”, e che la lista ufficiale dei paesi partecipanti verrà annunciata entro Natale.
Alfonso Morales, Segretario Generale della tv pubblica spagnola, ha dichiarato: “Vorremmo esprimere i nostri seri dubbi sulla partecipazione dell’emittente israeliana Kan all’Eurovision 2026. La situazione a Gaza, nonostante il cessate il fuoco e l’approvazione del processo di pace, e l’uso del concorso da parte di Israele per scopi politici, rendono sempre più difficile mantenere l’Eurovision come evento culturale neutrale”.
Anche l’emittente olandese Avrotros ha espresso la propria perplessità: “Dopo aver soppesato tutte le prospettive, Avrotros ha concluso che, nelle attuali circostanze, la partecipazione non può essere conciliata con i valori pubblici che sono fondamentali per la nostra organizzazione”.
Dello stesso parere anche l’emittente pubblica irlandese: “A seguito dell’Assemblea generale invernale dell’Ebu tenutasi oggi a Ginevra, in cui è stata confermata la partecipazione di Israele all’Eurovision Song Contest 2026, la posizione di Rte rimane invariata. Rte non parteciperà all’Eurovision Song Contest 2026, né trasmetterà la competizione. Rte ritiene che la partecipazione dell’Irlanda sia inaccettabile, data la spaventosa perdita di vite umane a Gaza e la crisi umanitaria che continua a mettere a rischio la vita di così tanti civili. Rte è profondamente preoccupata per l’uccisione mirata di giornalisti a Gaza durante il conflitto e per il continuo diniego di accesso al territorio ai giornalisti internazionali”.
Ora anche Belgio, Svezia e Finlandia stanno prendendo in considerazione l’idea di ritirarsi dal contest canoro, mentre la Germania si era schierata dalla parte della partecipazione di Israele.











