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Burnout: secondo l’Oms lo stress da lavoro è ufficialmente una sindrome

L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha riconosciuto il burnout, lo stress da lavoro o disoccupazione, come una sindrome. Inizialmente era stata inserita nella classificazione mondiale delle malattie, ma in seguito è stato classificato come fenomeno occupazionale, definendola “una sindrome concettualizzata come conseguenza di stress cronico sul posto di lavoro non gestito con successo”.

L’agenzia dell’Onu ha fornito delle linee guida e delle direttive per diagnosticarla, ad esempio si può soffrire di burnout se si è stanchi o spossati, si hanno sensazioni di negatività e diminuzione dell’efficacia professionale. Il primo psicologo che si occupò della sindrome fu Herbert Freudenberger, parlandone come un problema che affliggeva figure professionali a contatto con persone che vivono stati di disagio o sofferenza, come medici e infermieri. Ora si è riconosciuto che chiunque può soffrire di burnout.

Un sondaggio volto negli Stati Uniti da Gallup indica che un impiegato su quattro soffrirebbe di stress da lavoro, ma l’Oms specifica che, prima di diagnosticare questa sindrome, è necessario escludere altri disturbi. Inoltre la sindrome si riferisce soltanto a fenomeni riguardanti il contesto lavorativo e non va applicato agli altri ambiti della vita del paziente.

Non solo burnout nel nuovo elenco, Icd-11, che entrerà in vigore da gennaio 2022 che conterrà 55.000 patologie descritte e catalogate a livello internazionale. Tra tutte le patologie spicca la dipendenza da videogiochi: questo disturbo è caratterizzato da è caratterizzato da una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti legati ai videogame, online o offline, che includono il “mancato controllo sul gioco”, “una priorità sempre crescente data al gaming rispetto ad altri interessi e attività quotidiane” e “un’intensificazione delle attività di gaming nonostante le conseguenze negative”.

Per ridurre lo stress sarebbe necessario trascorrere 20 minuti al giorno a contatto con la natura, secondo quanto riportato dallo studio dell’Università del Michigan. Infatti una passeggiata nel verde ridurrebbe la produzione di cortisolo, il principale ormone dello stress.

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