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Cinque nomadi, accusati di decine di furti, arrestati dai Carabinieri: si fingevano operatori sanitari e Forze dell’Ordine

Dalle false informazioni stradali, alla tecnica dell’abbraccio, fino a fingersi operatori sanitari che dovevano somministrare il vaccino o appartenenti alle Forze dell’Ordine, per mettere a segno i loro colpi, ai danni soprattutto delle categorie più deboli della popolazione.

È questa l’accusa nei confronti di cinque persone, tre uomini e due donne, residenti in campi nomadi del Modenese e del Reggiano, finite in manette nell’ambito dell’indagine denominata “Mercurio”. All’alba di oggi, venerdì 26 novembre, i Carabinieri della Compagnia di Carpi, dopo mesi di indagini serrate, grazie all’analisi di tabulati telefonici e di ore di filmati di videosorveglianza, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena, su richiesta della Procura.

Le cinque persone arrestate sono indagate per decine di furti aggravati dalla minorata difesa o dall’essersi spacciati per pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio.
I reati contestati riguardano episodi avvenuti tra l’agosto 2019 e il dicembre 2020 nei comuni modenesi di Carpi, Campogalliano, Soliera, Finale Emilia, Concordia sulla Secchia, San Prospero, Modena e in quello reggiano di San Martino in Rio. (fotografia di repertorio)

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