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Fip, la soluzione per i gatti è vicina

La Fip, peritonite infettiva felina, è l’incubo di chi ama i gatti perché la mortalità di questa malattia virale e molto infettiva, è altissima, arrivando al 96% dei casi sintomatici.
E questo perché in Italia non esiste un farmaco specifico autorizzato, cioè il veterinario ha le mani legate e non può prescrivere alcun medicinale efficace per contrastare questa patologia, situazione che porta a scegliere altre strade per procurarselo nel disperato tentativo di salvare il proprio amato animale. La soluzione sarebbe però vicina, come spiegato nella conferenza stampa di martedì 20 maggio svoltasi alla Camera dei Deputati durante la quale è stato dato un annuncio molto importante per le tante famiglie che in Italia hanno uno o più gatti e per le numerose associazioni animaliste: dopo l’interrogazione presentata dall’Intergruppo per i Diritti degli Animali al Ministero della Salute, il Sottosegretario, On. Marcello Gemmato, con delega alla salute animale, ha dichiarato di aver già interessato l’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, e la Direzione generale competente del Ministero della Salute per consentire la distribuzione anche a uso veterinario del farmaco salva vita Remdesivir, oggi autorizzato al solo uso umano e dispensato all’interno degli ospedali.

Sottosegretario Gemmato che cosa significa questo? In quali tempi il farmaco sarà disponibile in Italia e potrà essere prescritto dai veterinari italiani?
“Il tema mi sta particolarmente a cuore non solo perché si tratta di una mia delega specifica, quella della salute animale, ma anche perché sono proprietario di un gatto, Francesco, che potrebbe, speriamo ovviamente di no, dover fare i conti con questa terribile malattia. Oggi non esiste un farmaco o un vaccino che in ambito veterinario possa curare i gatti, contrastando la Fip. Esiste però il Remdesivir a uso umano che si è rivelato assolutamente efficace nella cura di questa patologia.
La burocrazia, importante poiché tutela i cittadini, dal momento che si parla di farmaci, pone nell’esclusività del canale distributivo ospedaliero questo farmaco e solo per uso umano, per curare il Covid. Il nostro obiettivo è cambiare le cose: abbiamo interessato l’Aifa e la Direzione competente del Ministero di cui sono Sottosegretario per ottenere che il farmaco possa essere frazionato in maniera adeguata ed essere utilizzato per uso veterinario.
Veniamo al nodo dei tempi: sono una persona realista, non mi abbandono a facili promesse, garantisco però che ci stiamo lavorando (sono in costante contatto con il Direttore Scientifico dell’Aifa).
Esiste un regolamento europeo che stabilisce come ad agosto 2026 questo farmaco potrà essere utilizzato per curare la Fip. Ma noi ci stiamo battendo affinché l’orizzonte, rispetto a questi 13 mesi che ancora mancano, si accorci, dal momento che in gioco c’è la vita dei nostri piccoli amici”.

Il fatto di non avere a disposizione un farmaco specifico per curare questa malattia molto grave per i nostri amici felini, ha alimentato una sorta di mercato nero con prezzi alle stelle. Oltre al Remdesivir si parla di un farmaco, il Gs-441524, derivato dal Remdesivir, di produzione cinese. Ma quali sono i rischi?
“Esiste un mercato illegale al quale, purtroppo in maniera disperata si rivolgono le persone con gatti che si ammalano di Fip. Ma i rischi sono tanti: si tratta di un canale non sicuro perché non sappiamo cosa venga realmente somministrato ai felini, tra l’altro a fronte di costi elevatissimi. Non sappiamo che cosa ci sia al loro interno e come siano state conservate e frazionate le sostanze che li compongono. Su internet si trova di tutto e i prodotti senza la tracciatura sulla qualità di buona fabbricazione dei farmaci sono pericolosi”.

Si sta pensando di autorizzare anche il Gs-441524?
“Si tratta di una sostanza che in Europa è stata autorizzata soltanto in Inghilterra, aspetto questo che ci induce ad adottare un atteggiamo prudenziale, seguendo la strada del Remdesivir e non quella del Gs-441524. Ciò nell’ottica di un doppio obiettivo: sia per garantire la sicurezza dei nostri gatti, sia per evitare il rischio di intraprendere un percorso più lungo. È più facile e veloce spostare l’utilizzo del Remdesivir dall’uso umano a quello veterinario.
Arrivare a rendere disponibile il Remdesivir anche per i felini è una questione molto importante, nella piena consapevolezza di come in tantissime famiglie italiane gli animali d’affezione siano ormai diventati membri a tutti gli effetti. Pensiamo ad esempio a quanto sia importante il conforto e l’amicizia di un gatto o di un cane per le persone anziane, per le quali l’animale è di fatto paragonabile a una persona di famiglia.
Pensare che il gatto possa andare incontro a morte certa in caso di Fip solo per l’impossibilità di somministrare un farmaco che esiste e funziona, ma il cui utilizzo è bloccato dalla burocrazia, non è ammissibile. Per questo ci stiamo impegnando in maniera puntuale per venire a capo di questo problema”.

Federica Boccaletti

Sottosegretario Marcello Gemmato con il gatto Francesco

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