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Madre e figlia uccise a colpi di fucile: il marito e patrigno ha confessato

Un copione che purtroppo continua tragicamente a ripetersi quello andato in scena nella mattinata di ieri, lunedì 13 giugno, in un’abitazione nelle campagne di Cavazzona di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena: un uomo che non accetta la separazione dalla moglie e così impugna un’arma, un fucile a canne mozze con matricola abrasa in questo caso, e uccide la moglie di 47 anni, Gabriela Trandafir, e la figlia 22enne di lei, Renata Alexandra.

L’uomo, un pensionato 69enne, è stato arrestato dai Carabinieri: nel lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto ha ammesso di avere prima sparato alla ragazza, poi di avere rivolto l’arma verso la moglie 47enne, uccidendole entrambe.
L’allarme è stato dato intorno alle 12.15: come riporta l’Ansa, a chiamare i Carabinieri sarebbe stato lo stesso 69enne dal telefono del bar in cui si era recato dopo il duplice omicidio. Intanto la richiesta d’aiuto era partita anche da alcuni residenti che avevano sentito le urla e i colpi di arma da fuoco.

Nella giornata di oggi, martedì 14 giugno, era calendarizzata la prima udienza davanti al Giudice Civile per la separazione tra i coniugi. Sempre oggi si sarebbe dovuta svolgere l’udienza camerale davanti al GIP del Tribunale di Modena per la discussione dell’opposizione della donna alla decisione di archiviare la denuncia che lei stessa aveva presentato contro il marito per maltrattamenti in famiglia.

I rapporti tra i due erano molto tesi: la 47enne aveva presentato querele nei confronti del coniuge, dapprima per maltrattamenti in famiglia e successivamente per atti persecutori, appropriazione indebita e furto. L’uomo, a sua volta, aveva sporto denuncia nei confronti delle due vittime per maltrattamenti in famiglia e lesioni volontarie nei confronti del coniuge. Il procedimento per maltrattamenti in famiglia, originato dalla denuncia della donna, era stato definito con richiesta di archiviazione. Chiesta l’archiviazione anche per la denuncia per stalking che Gabriela Trandafir aveva presentato, sostenendo che l’uomo aveva installato un gps sulla sua auto per controllarla.

F.B.

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