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Nirvana: chiusa la causa per la copertina di “Nevermind”

Si è conclusa la causa intentata da Spencer Elden, che sosteneva che l’immagine di se stesso sulla copertina dell’album “Nevermind” dei Nirvana fosse pedopornografia. La foto di copertina, che mostra Spencer a soli quattro mesi e nudo, all’epoca ha fruttato ai sui genitori 200 dollari, ma solo negli ultimi anni il trentenne ha intentato causa contro i membri della band.

Causa che è stata respinta due volte, la prima nel 2022, quando il giudice aveva dichiarato che violava il termine di prescrizione decennale (scattato ai 18 anni d’età). Nel 2023, la decisione di una corte di appello aveva ribaltato la decisione del giudice e aveva permesso di proseguire con la causa fino a oggi. Nell’ultima sentenza, il giudice M. Olguin ha scritto: “Né la posa, né il punto focale, né l’ambientazione, né il contesto generale suggeriscono che la copertina dell’album mostri comportamenti sessualmente espliciti. Questa immagine. un’immagine che è molto simile a una foto di famiglia di un bambino nudo che fa il bagno, è chiaramente insufficiente a supportare l’accertamento di pornografia infantile”. E ha concluso: “La nudità deve essere associata ad altre circostanze che rendono la rappresentazione visiva lasciva o sessualmente provocante”.

“Nevermind” è uscito nel 1991, al suo interno si trovano pezzi entrati nella storia della musica come “Smells Like Teen Spirit” e “Come as You Are”. Il disco ha raggiunto la posizione più alta nella Billboard 200 nel gennaio 1992 ed è rimasto in classifica per 554 settimane. Negli anni, Elden ha più volte sfruttato la fama della sua presenza sulla copertina, ricreando l’immagine e firmando copie, arrivando anche ad ottenere benefici economici.

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