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Adele sbotta durante un concerto per un commento omofobo di uno spettatore

Durante la sua residency a Las Vegas, Adele ha rimproverato uno spettatore per un commento omofobo. E’ successo al suo ultimo concerto al Colosseum del Caesars Palace, quello del primo giugno, data che coincide con l’inizio del Pride Month, nell’ambito del suo show “Weekends With Adele”.

La star si era ritagliata un momento per parlare con il pubblico, quando è stata interrotta da uno spettatore che ha urlato “Pride sucks”, ovvero “il Pride fa schifo”. La cantante britannica ha prontamente risposto: “Cosa? Sei venuto al mio spettacolo a dire il Pride fa schifo? Sei stupido, ca**o? Non essere ridicolo. Non renderti così ridicolo, ca**o. Se non hai niente di carino da dire, stai zitto, va bene?”.

Adele aveva dedicato una parte dello spettacolo alla comunità LGBTQ+ per celebrare l’inizio del Pride Month, il mese dell’orgoglio che si celebra dal 1970 dopo la rivolta di Stonewall, a New York. La star è stata interrotta proprio durante la sua dedica e ha messo subito le cose in chiaro.

La residency a Las Vegas ha avuto inizio a novembre 2022 e, a gennaio di quest’anno, la star ha annunciato un serie di concerti a Monaco di Baviera, che si terranno il 2, 3, 9, 10, 14, 16, 23, 24, 30 e 31 agosto 2024.

Per l’addio al celibato si veste da Gesù con tanto di croce: multato dalla Polizia Locale

Un addio al celibato piuttosto salato, costato al futuro sposo 200 euro di multa. E’ accaduto a Jesolo, nel Veneziano, nella serata di sabato scorso, 1° giugno: un ragazzo, futuro sposo, si è travestito da Gesù con tunica bianca e, per le vie della città, ha inscenato una sorta di via Crucis, trascinando sulle spalle una grande croce di legno.

La scena non è però passata inosservata: nella zona di Piazza Marina, a traffico limitato, affollata di cittadini e turisti, alcuni passanti hanno allertato la Polizia Locale che è intervenuta e ha multato il futuro sposo. La vicenda viene riportata da Il Gazzettino.

Quella che voleva essere una goliardata, è stata giudicata, secondo le norme del regolamento di Polizia Urbana, irriverente e blasfema, con tanto di multa al giovane che risiede a Zenson di Piave, nel Trevigiano, e di sequestro della croce di legno. (fotografia di repertorio)

La Nazionale italiana di calcio femminile torna in campo contro la Norvegia

La Nazionale italiana di calcio femminile torna in campo contro la Norvegia per proseguire il cammino verso la qualificazione agli Europei del 2025.

Dopo lo 0-0 in terra norvegese, martedì 4 giugno si giocherà a Ferrara e per questa importante sfida prosegue la vendita dei tagliandi

Ascolta l’intervista a LAURA GIULIANI, portiere della Nazionale italiana:

 

Ascolta l’intervista a LISA BOATTIN, difensore della nazionale italiana:

 

Nel terzo match di qualificazione a EURO 2025, la Azzurre hanno conquistato un buon punto, con la partita all’Ullevaal Stadion, di Oslo, terminata 0-0 contro la Norvegia. Ora alla nostra Nazionale servirà un’altra ottima prestazione e il tifo del pubblico per poter portare a casa la vittoria nel secondo incontro contro le scandinave, che si terrà martedì 4 giugno, alle 18.15, allo stadio Paolo Mazza di Ferrara.

Si ringrazia la FIGC e Niccolò Gaetani del team Comunicazione & Ufficio Stampa FIGC

Andrea Cipolli è il nuovo allenatore del Real Forte Querceta

Andrea Cipolli è il nuovo allenatore del Real Forte Querceta. Tecnico di comprovata esperienza in Eccellenza e Promozione, con quattro campionati vinti alle spalle, Cipolli arriva a Forte dei Marmi investito della fiducia della società bianconerazzurra. “Una panchina importante come quella del Real Forte Querceta mi rende orgoglioso e allo stesso tempo molto responsabilizzato – ha detto – perché ho tanta voglia di rilanciarmi e di mettermi in gioco, e farlo con una società così importante mi rende davvero motivato”

Si ferma per aiutare un’automobilista in difficoltà: 24enne muore travolto da una vettura

Era sceso dalla vettura per soccorrere un’automobilista in difficoltà che era andata a sbattere contro il guardrail, dopo avere travolto un istrice. Ma, sceso dall’auto, è stato investito e ucciso.

Ha perso la vita così il 24enne Giacomo Olivieri nella notte tra sabato e ieri, domenica 2 giugno, intorno alle 2.00, sulla tangenziale Modena-Sassuolo, all’altezza dell’uscita di Baggiovara. Come riportato dalla stampa locale, il giovane stava tornando a casa, a Casinalbo, dopo aver preso parte alla festa di matrimonio di una coppia di amici che si è svolta a Cortile di Carpi, e ha accostato per scendere e dare una mano alla ragazza a liberare la strada dai frammenti dell’auto incidentata.

In quel momento sopraggiungeva però un’altra vettura al volante della quale si trovava una ragazza di 34 anni che non avrebbe visto il 24enne, travolgendolo in pieno. Sul posto è giunto il personale sanitario del 118 ma per Giacomo Olivieri non c’era più nulla da fare. Ad eseguire i rilievi la Polizia Stradale che dovrà ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. (fotografia dal profilo Instagram di Giacomo Olivieri)

Maxi incidente al casello autostradale: tre morti e sei feriti

Un tragico incidente stradale è accaduto nella tarda mattinata di ieri, domenica 3 giugno, al casello autostradale sull’A12, vicino a Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno. Coinvolte tre auto, pesantissimo il bilancio: tre morti e 6 persone rimaste ferite.

Le vittime sono marito e moglie tedeschi di 61 e 68 anni, entrambi di Ausburg, a bordo di una Honda, e un ragazzo fiorentino di 21 anni, Marco Acciai, che si trovava su una Fiat 500, fermo al casello.
In base a una prima ricostruzione, come riportato dalla stampa locale, potrebbe essere stato un malore del conducente tedesco, alla guida della Honda, ad aver provocato l’incidente. L’auto arrivando a forte velocità sul gruppo di mezzi in coda alla barriera della A12, ha innescato un effetto domino che ha finito per distruggere anche parte del casello stesso.

Coinvolte altre tre auto, una Hyundai Tucson con targa lituana, una Tiguan con targa austriaca e una Ford Cmax svizzera. Le persone ferite sono tutti in codice verde. Tra di loro una donna di 29 anni, una di 63, due fratellini di tre e sei anni e la madre di 35, trasportati all’ospedale di Livorno, oltre al casellante, un 44enne di Cecina.

Serie C: Carrarese in finale playoff, se la vedrà col Vicenza

La Carrarese è in finale per un posto in Serie B: i marmiferi hanno pareggiato 2-2 a Benevento nella semifinale di ritorno dei Playoff di C, dopo il successo all’andata per 1-0.

Nella gara giocata in terra sannita hanno segnato al 18′ Lanini e la 35′ Talia per i padroni i casa e invece al 20′ Finotto e al 66′ Schiavi per gli apuani.

La squadra di mister Calabro se la vedrà ora in finale contro il Vicenza, gara di andata il 5 giugno alle ore 21 in terra veneta, ritorno a Carrara domenica 9 alle ore 17:30.

Venezia promosso in Serie A

Venezia

Il Venezia è promosso in Serie A al termine dei playoff. Dopo lo 0-0 della finale d’andata allo “Zini”, gli arancioneroverdi di Paolo Vanoli, terzi nella regular season, vincono 1-0 il ritorno contro la Cremonese al “Penzo” grazie a una rete dello specialista Christian Gytkjær

La Fiorentina chiude la stagione vincendo a Bergamo

Si chiude qui il campionato e la stagione della Fiorentina. I viola vincono l’ultima gara dell’anno grazie ad una doppietta di Andrea Belotti e ad un gol di Nico Gonzalez. Succede tutto nel primo tempo con l’Atalanta che era riuscita a recuperare in due occasioni i gigliati. A decidere il match la rete allo scadere della prima frazione di gioco del Gallo. Nel secondo tempo una grande occasione per i viola con Duncan e due dell’Atalanta che prima colpisce la traversa con Pasalic e poi sfiora il pareggio nel finale con Scamacca. Per fermare l’attaccante azzurro decisivo il giovane Martinelli.

EMPOLI FC | “Si è girato Niang! La nostra è la salvezza più bellA”

L’orologio segna le 22:39 di domenica 26 Maggio 2024, il cronometro del direttore di gara Signor Massa di Imperia invece segnala che siamo dentro al terzo dei cinque minuti di recupero di un Empoli-Roma destinato ad entrare nella storia: è la combinazione temporale perfetta per il tiro di Mbaye Niang che, scagliato con potenza e con la palla a filo d’erba, oltrepassa le sagome del difensore Mancini e del portiere Svilar gonfiando la rete della porta giallorossa e facendo sobbalzare un popolo intero.

Se ci avessero detto in anticipo che avremmo vissuto un finale di questo tipo, dopo una stagione così tribolata e sofferta, densa di insidie e di episodi sempre o quasi contrari, non ci avremmo creduto; avremmo pensato certamente che questa trama sarebbe stata scritturata con troppa perfezione: immaginate, il gol vittoria, anzi il gol salvezza, a centoventi secondi dal baratro, e per giunta in pieno recupero. Roba che si vede soltanto nei film: in uno in particolare, di genere calcistico tra l’altro, con Aristoteles protagonista in campo e Lino Banfi in panchina. A proposito quel film compie quarant’anni esatti: era il 1984, e per l’appunto seguì anche l’invasione di campo con sciarpe, trombette e bandiere.

Non per essere faziosi, ma la salvezza dell’Empoli è sicuramente la più bella.

Vuoi mettere quella silenziosa del Genoa, inserito nel lotto delle squadre a difesa della massima serie, scappata via troppo presto per poter sentire il morso della lotta salvezza. No dai, il Genoa quest’anno non ci ha neanche dovuto pensare, spettatore da fuori, arbitro leale negli scontri diretti: giustiziere con il Sassuolo, deciso con il Cagliari.

Vuoi mettere con quella del Lecce: arrivata in un sabato sera per causa d’altri, con quarant’otto ore di anticipo rispetto allo scontro diretto con l’Udinese che, se giocata insieme alle altre, forse sarebbe stata tutt’altra roba. Sicuramente non avrebbe “rizzato” tutto quel baccano, sicuramente sarebbe stato tutto più equilibrato. Ma la festa del Lecce è durata una domenica intera e mezzo lunedì, quasi spenta per lo 0-2 arrendevole subito tra le mura amiche.

E allora vuoi mettere con quella del Cagliari? No, non faccio a cambio con i sardi. Loro bravi a non mollare mai, nel fortino del “Gigi Riva” e nelle due vittorie corsare di Empoli ed in quella decisiva in casa del derelitto Sassuolo. Ma l’ultima, anzi nell’ultima di Claudio Ranieri, è come se l’entusiasmo si fosse sopito di fronte ad un rigore dato contro al tredicesimo di un lungo quanto ingiustificato recupero.

E non faccio a cambio, ci mancherebbe, nemmeno con la salvezza dell’Udinese: piovuta quasi dal cielo con i tre punti finali in una partita di attesa e preghiera, nel dentro o fuori in casa del Frosinone. Certo decisiva, sommata ai tre punti “pacco regalo” di Lecce, e al punticino “buono sconto” con l’Empoli sette giorni dopo.

Mi tengo stretto la salvezza azzurra, arrivata con ventinove gol all’attivo e ventuno partite su trentotto senza segnare, in una stagione piena zeppa di infortuni, con tre allenatori e una “marea” di episodi contro. Il rigore dato e poi tolto con l’Udinese, il gol annullato per due millimetri in casa del Torino, la seconda rete della Lazio con la maglia di Baldanzi che si allunga di un metro, l’espulsione di un calciatore del Cagliari cancellata dopo un’accurata ricerca di una spintarella di Walukiewicz, il gol dell’Inter convalidato nonostante il fuorigioco di Thuram, la rete annullata a Lecce per un tocco di Caprile fuori dall’area di rigore di cui ancor’oggi non vi è certezza e il gol ai salentini, nella stessa partita, convalidato nonostante la maglia di Luperto si sia stirata di mezzo metro; e poi il gol regolarissimo annullato a Maleh in quell’orribile Udinese-Empoli, in cui si è visto volare subito un cartellino giallo ad un nostro calciatore (Grassi era in diffida!) dopo cento secondi di gioco e senza neanche un contatto fisico con l’avversario. Udine, dove si è dovuti poi assistere alle quasi intimidazioni di un arbitro ad un nostro calciatore nel tunnel degli spogliatoi, per finire a quel recupero che è parso un po’ troppo allungato.

Ma tutto questo faceva parte di una trama del destino, del destino di un gruppo che nei momenti drammatici delle scene si è aggrappato a qualcosa che potesse rappresentare l’ancora di salvataggio, quel qualcosa da cui ripartire.

Così è successo che in un pomeriggio di settembre, con zero gol fatti e zero punti dopo cinque partite, il gol-vittoria di Baldanzi alla Salernitana è apparso come l’improvvisa fiammata di un fuoco sepolto dalle ceneri, quello di Gyasi nel derby di Firenze una liberazione, e quello di Kovalenko a Napoli “l’arcobaleno” dopo una lunga tempesta.

Invece è proprio da lì che sono iniziati nuovi guai, con il vento che ha spezzato nuovamente le vele di un’imbarcazione tirata su a fatica da “nonno” Aurelio e dal suo staff, tra infortuni ed episodi avversi che hanno ancora una volta rimesso tutto in discussione.

Mettersi in discussione: ecco questo devono aver pensato a Monteboro, in quei giorni di pioggia e vento freddo di metà gennaio. Con l’esperienza di chi già ha vissuto momenti come questi, e con la forza di chi ha coraggio da vendere, il club ha inseguito il sogno puntando su un gruppo ed uno spogliatoio solido e unito, rinforzandolo con tre innesti in un mix di muscoli (Cerri), attaccamento alla maglia (Zurkowski), scommessa (Goglichidze) e voglia di riprendersi il palcoscenico (Niang), e affidandolo al gladiatore Davide Nicola, uomo con capacità infinite di leggere dentro alle difficoltà straordinarie opportunità.

L’Empoli è apparso come quel ciclista costretto a rincorrere il “gruppone” con sempre meno chilometri a disposizione, in un finale tra curve e salite. Quel ciclista si è alzato sui pedali e curva dopo curva si è ritrovato nuovamente “vivo”, dentro alla lotta.

La caduta con il Cagliari e le tre successive sconfitte consecutive, non hanno scalfito le convinzioni, piuttosto hanno contribuito a far amalgamare ulteriormente il gruppo di lavoro finendo poi per compattare tutto l’ambiente in un tutt’uno di trascinante forza e passione.

Nell’ultimo mese la città, e tutto il comprensorio, si è strinta attorno alla propria squadra, questa volta come in poche altre occasioni di “spallettiana” e “sarriana” memoria, o forse di più eguagliando nei contenuti quel drammatico spareggio dell’8 giugno 2012.

Ecco, appunto, il 26 maggio è una nuova data che si iscrive ufficialmente nella storia epocale dell’Empoli, in quella “pagina-sommario” dove a grandi linee si inseriscono solo le date, lasciando al gioco della memoria poetici ricordi. Il 26 maggio ora è in buona compagnia, tra un 14 settembre che ha segnato la prima storica e vittoriosa partita in Serie A (1986), un 17 maggio che segnò la prima storica ed incredibile salvezza nella massima serie (1987), ed un 8 giugno di cui non serve neanche rammentare altro.

Sorrido di fronte a commenti sarcastici sul perché tanto entusiasmo per un diciassettesimo posto che non fa alzare al cielo coppe e trofei, senza medaglie al collo ed iscrizioni all’albo d’oro. Perché in realtà c’è anche altro oltre all’immaginario collettivo di un palco allestito a festa, in quest’epoca piena di apparenze in cui il secondo è già un perdente a prescindere, ed è rappresentato da quel senso di appartenenza alla città e al territorio, dalla gioia di poter condividere il successo di un gruppo che ti rappresenta davvero, nel profondo del suo significato.

Tanto che la nostra gioia e la nostra festa continua ancora e, probabilmente, durerà tutta l’estate, certamente con i soliti toni pacati, proprio come quel contadino che brinda con un rosso tra le mani per l’ultimo raccolto, osservando quella terra con gli occhi lucidi di orgoglio e pensando già a come far meglio e più di prima.

Anche per questo la nostra è la salvezza più bella: “si è girato Niang!”, dedicato a chi non ha mai smesso di combattere, dedicato a noi…

Fonte: gabrieleguastella.it

 

Adele sbotta durante un concerto per un commento omofobo di uno spettatore

Durante la sua residency a Las Vegas, Adele ha rimproverato uno spettatore per un commento omofobo. E’ successo al suo ultimo concerto al Colosseum del Caesars Palace, quello del primo giugno, data che coincide con l’inizio del Pride Month, nell’ambito del suo show “Weekends With Adele”.

La star si era ritagliata un momento per parlare con il pubblico, quando è stata interrotta da uno spettatore che ha urlato “Pride sucks”, ovvero “il Pride fa schifo”. La cantante britannica ha prontamente risposto: “Cosa? Sei venuto al mio spettacolo a dire il Pride fa schifo? Sei stupido, ca**o? Non essere ridicolo. Non renderti così ridicolo, ca**o. Se non hai niente di carino da dire, stai zitto, va bene?”.

Adele aveva dedicato una parte dello spettacolo alla comunità LGBTQ+ per celebrare l’inizio del Pride Month, il mese dell’orgoglio che si celebra dal 1970 dopo la rivolta di Stonewall, a New York. La star è stata interrotta proprio durante la sua dedica e ha messo subito le cose in chiaro.

La residency a Las Vegas ha avuto inizio a novembre 2022 e, a gennaio di quest’anno, la star ha annunciato un serie di concerti a Monaco di Baviera, che si terranno il 2, 3, 9, 10, 14, 16, 23, 24, 30 e 31 agosto 2024.

Per l’addio al celibato si veste da Gesù con tanto di croce: multato dalla Polizia Locale

Un addio al celibato piuttosto salato, costato al futuro sposo 200 euro di multa. E’ accaduto a Jesolo, nel Veneziano, nella serata di sabato scorso, 1° giugno: un ragazzo, futuro sposo, si è travestito da Gesù con tunica bianca e, per le vie della città, ha inscenato una sorta di via Crucis, trascinando sulle spalle una grande croce di legno.

La scena non è però passata inosservata: nella zona di Piazza Marina, a traffico limitato, affollata di cittadini e turisti, alcuni passanti hanno allertato la Polizia Locale che è intervenuta e ha multato il futuro sposo. La vicenda viene riportata da Il Gazzettino.

Quella che voleva essere una goliardata, è stata giudicata, secondo le norme del regolamento di Polizia Urbana, irriverente e blasfema, con tanto di multa al giovane che risiede a Zenson di Piave, nel Trevigiano, e di sequestro della croce di legno. (fotografia di repertorio)

La Nazionale italiana di calcio femminile torna in campo contro la Norvegia

La Nazionale italiana di calcio femminile torna in campo contro la Norvegia per proseguire il cammino verso la qualificazione agli Europei del 2025.

Dopo lo 0-0 in terra norvegese, martedì 4 giugno si giocherà a Ferrara e per questa importante sfida prosegue la vendita dei tagliandi

Ascolta l’intervista a LAURA GIULIANI, portiere della Nazionale italiana:

 

Ascolta l’intervista a LISA BOATTIN, difensore della nazionale italiana:

 

Nel terzo match di qualificazione a EURO 2025, la Azzurre hanno conquistato un buon punto, con la partita all’Ullevaal Stadion, di Oslo, terminata 0-0 contro la Norvegia. Ora alla nostra Nazionale servirà un’altra ottima prestazione e il tifo del pubblico per poter portare a casa la vittoria nel secondo incontro contro le scandinave, che si terrà martedì 4 giugno, alle 18.15, allo stadio Paolo Mazza di Ferrara.

Si ringrazia la FIGC e Niccolò Gaetani del team Comunicazione & Ufficio Stampa FIGC

Andrea Cipolli è il nuovo allenatore del Real Forte Querceta

Andrea Cipolli è il nuovo allenatore del Real Forte Querceta. Tecnico di comprovata esperienza in Eccellenza e Promozione, con quattro campionati vinti alle spalle, Cipolli arriva a Forte dei Marmi investito della fiducia della società bianconerazzurra. “Una panchina importante come quella del Real Forte Querceta mi rende orgoglioso e allo stesso tempo molto responsabilizzato – ha detto – perché ho tanta voglia di rilanciarmi e di mettermi in gioco, e farlo con una società così importante mi rende davvero motivato”

Si ferma per aiutare un’automobilista in difficoltà: 24enne muore travolto da una vettura

Era sceso dalla vettura per soccorrere un’automobilista in difficoltà che era andata a sbattere contro il guardrail, dopo avere travolto un istrice. Ma, sceso dall’auto, è stato investito e ucciso.

Ha perso la vita così il 24enne Giacomo Olivieri nella notte tra sabato e ieri, domenica 2 giugno, intorno alle 2.00, sulla tangenziale Modena-Sassuolo, all’altezza dell’uscita di Baggiovara. Come riportato dalla stampa locale, il giovane stava tornando a casa, a Casinalbo, dopo aver preso parte alla festa di matrimonio di una coppia di amici che si è svolta a Cortile di Carpi, e ha accostato per scendere e dare una mano alla ragazza a liberare la strada dai frammenti dell’auto incidentata.

In quel momento sopraggiungeva però un’altra vettura al volante della quale si trovava una ragazza di 34 anni che non avrebbe visto il 24enne, travolgendolo in pieno. Sul posto è giunto il personale sanitario del 118 ma per Giacomo Olivieri non c’era più nulla da fare. Ad eseguire i rilievi la Polizia Stradale che dovrà ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. (fotografia dal profilo Instagram di Giacomo Olivieri)

Maxi incidente al casello autostradale: tre morti e sei feriti

Un tragico incidente stradale è accaduto nella tarda mattinata di ieri, domenica 3 giugno, al casello autostradale sull’A12, vicino a Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno. Coinvolte tre auto, pesantissimo il bilancio: tre morti e 6 persone rimaste ferite.

Le vittime sono marito e moglie tedeschi di 61 e 68 anni, entrambi di Ausburg, a bordo di una Honda, e un ragazzo fiorentino di 21 anni, Marco Acciai, che si trovava su una Fiat 500, fermo al casello.
In base a una prima ricostruzione, come riportato dalla stampa locale, potrebbe essere stato un malore del conducente tedesco, alla guida della Honda, ad aver provocato l’incidente. L’auto arrivando a forte velocità sul gruppo di mezzi in coda alla barriera della A12, ha innescato un effetto domino che ha finito per distruggere anche parte del casello stesso.

Coinvolte altre tre auto, una Hyundai Tucson con targa lituana, una Tiguan con targa austriaca e una Ford Cmax svizzera. Le persone ferite sono tutti in codice verde. Tra di loro una donna di 29 anni, una di 63, due fratellini di tre e sei anni e la madre di 35, trasportati all’ospedale di Livorno, oltre al casellante, un 44enne di Cecina.

Serie C: Carrarese in finale playoff, se la vedrà col Vicenza

La Carrarese è in finale per un posto in Serie B: i marmiferi hanno pareggiato 2-2 a Benevento nella semifinale di ritorno dei Playoff di C, dopo il successo all’andata per 1-0.

Nella gara giocata in terra sannita hanno segnato al 18′ Lanini e la 35′ Talia per i padroni i casa e invece al 20′ Finotto e al 66′ Schiavi per gli apuani.

La squadra di mister Calabro se la vedrà ora in finale contro il Vicenza, gara di andata il 5 giugno alle ore 21 in terra veneta, ritorno a Carrara domenica 9 alle ore 17:30.

Venezia promosso in Serie A

Venezia

Il Venezia è promosso in Serie A al termine dei playoff. Dopo lo 0-0 della finale d’andata allo “Zini”, gli arancioneroverdi di Paolo Vanoli, terzi nella regular season, vincono 1-0 il ritorno contro la Cremonese al “Penzo” grazie a una rete dello specialista Christian Gytkjær

La Fiorentina chiude la stagione vincendo a Bergamo

Si chiude qui il campionato e la stagione della Fiorentina. I viola vincono l’ultima gara dell’anno grazie ad una doppietta di Andrea Belotti e ad un gol di Nico Gonzalez. Succede tutto nel primo tempo con l’Atalanta che era riuscita a recuperare in due occasioni i gigliati. A decidere il match la rete allo scadere della prima frazione di gioco del Gallo. Nel secondo tempo una grande occasione per i viola con Duncan e due dell’Atalanta che prima colpisce la traversa con Pasalic e poi sfiora il pareggio nel finale con Scamacca. Per fermare l’attaccante azzurro decisivo il giovane Martinelli.

EMPOLI FC | “Si è girato Niang! La nostra è la salvezza più bellA”

L’orologio segna le 22:39 di domenica 26 Maggio 2024, il cronometro del direttore di gara Signor Massa di Imperia invece segnala che siamo dentro al terzo dei cinque minuti di recupero di un Empoli-Roma destinato ad entrare nella storia: è la combinazione temporale perfetta per il tiro di Mbaye Niang che, scagliato con potenza e con la palla a filo d’erba, oltrepassa le sagome del difensore Mancini e del portiere Svilar gonfiando la rete della porta giallorossa e facendo sobbalzare un popolo intero.

Se ci avessero detto in anticipo che avremmo vissuto un finale di questo tipo, dopo una stagione così tribolata e sofferta, densa di insidie e di episodi sempre o quasi contrari, non ci avremmo creduto; avremmo pensato certamente che questa trama sarebbe stata scritturata con troppa perfezione: immaginate, il gol vittoria, anzi il gol salvezza, a centoventi secondi dal baratro, e per giunta in pieno recupero. Roba che si vede soltanto nei film: in uno in particolare, di genere calcistico tra l’altro, con Aristoteles protagonista in campo e Lino Banfi in panchina. A proposito quel film compie quarant’anni esatti: era il 1984, e per l’appunto seguì anche l’invasione di campo con sciarpe, trombette e bandiere.

Non per essere faziosi, ma la salvezza dell’Empoli è sicuramente la più bella.

Vuoi mettere quella silenziosa del Genoa, inserito nel lotto delle squadre a difesa della massima serie, scappata via troppo presto per poter sentire il morso della lotta salvezza. No dai, il Genoa quest’anno non ci ha neanche dovuto pensare, spettatore da fuori, arbitro leale negli scontri diretti: giustiziere con il Sassuolo, deciso con il Cagliari.

Vuoi mettere con quella del Lecce: arrivata in un sabato sera per causa d’altri, con quarant’otto ore di anticipo rispetto allo scontro diretto con l’Udinese che, se giocata insieme alle altre, forse sarebbe stata tutt’altra roba. Sicuramente non avrebbe “rizzato” tutto quel baccano, sicuramente sarebbe stato tutto più equilibrato. Ma la festa del Lecce è durata una domenica intera e mezzo lunedì, quasi spenta per lo 0-2 arrendevole subito tra le mura amiche.

E allora vuoi mettere con quella del Cagliari? No, non faccio a cambio con i sardi. Loro bravi a non mollare mai, nel fortino del “Gigi Riva” e nelle due vittorie corsare di Empoli ed in quella decisiva in casa del derelitto Sassuolo. Ma l’ultima, anzi nell’ultima di Claudio Ranieri, è come se l’entusiasmo si fosse sopito di fronte ad un rigore dato contro al tredicesimo di un lungo quanto ingiustificato recupero.

E non faccio a cambio, ci mancherebbe, nemmeno con la salvezza dell’Udinese: piovuta quasi dal cielo con i tre punti finali in una partita di attesa e preghiera, nel dentro o fuori in casa del Frosinone. Certo decisiva, sommata ai tre punti “pacco regalo” di Lecce, e al punticino “buono sconto” con l’Empoli sette giorni dopo.

Mi tengo stretto la salvezza azzurra, arrivata con ventinove gol all’attivo e ventuno partite su trentotto senza segnare, in una stagione piena zeppa di infortuni, con tre allenatori e una “marea” di episodi contro. Il rigore dato e poi tolto con l’Udinese, il gol annullato per due millimetri in casa del Torino, la seconda rete della Lazio con la maglia di Baldanzi che si allunga di un metro, l’espulsione di un calciatore del Cagliari cancellata dopo un’accurata ricerca di una spintarella di Walukiewicz, il gol dell’Inter convalidato nonostante il fuorigioco di Thuram, la rete annullata a Lecce per un tocco di Caprile fuori dall’area di rigore di cui ancor’oggi non vi è certezza e il gol ai salentini, nella stessa partita, convalidato nonostante la maglia di Luperto si sia stirata di mezzo metro; e poi il gol regolarissimo annullato a Maleh in quell’orribile Udinese-Empoli, in cui si è visto volare subito un cartellino giallo ad un nostro calciatore (Grassi era in diffida!) dopo cento secondi di gioco e senza neanche un contatto fisico con l’avversario. Udine, dove si è dovuti poi assistere alle quasi intimidazioni di un arbitro ad un nostro calciatore nel tunnel degli spogliatoi, per finire a quel recupero che è parso un po’ troppo allungato.

Ma tutto questo faceva parte di una trama del destino, del destino di un gruppo che nei momenti drammatici delle scene si è aggrappato a qualcosa che potesse rappresentare l’ancora di salvataggio, quel qualcosa da cui ripartire.

Così è successo che in un pomeriggio di settembre, con zero gol fatti e zero punti dopo cinque partite, il gol-vittoria di Baldanzi alla Salernitana è apparso come l’improvvisa fiammata di un fuoco sepolto dalle ceneri, quello di Gyasi nel derby di Firenze una liberazione, e quello di Kovalenko a Napoli “l’arcobaleno” dopo una lunga tempesta.

Invece è proprio da lì che sono iniziati nuovi guai, con il vento che ha spezzato nuovamente le vele di un’imbarcazione tirata su a fatica da “nonno” Aurelio e dal suo staff, tra infortuni ed episodi avversi che hanno ancora una volta rimesso tutto in discussione.

Mettersi in discussione: ecco questo devono aver pensato a Monteboro, in quei giorni di pioggia e vento freddo di metà gennaio. Con l’esperienza di chi già ha vissuto momenti come questi, e con la forza di chi ha coraggio da vendere, il club ha inseguito il sogno puntando su un gruppo ed uno spogliatoio solido e unito, rinforzandolo con tre innesti in un mix di muscoli (Cerri), attaccamento alla maglia (Zurkowski), scommessa (Goglichidze) e voglia di riprendersi il palcoscenico (Niang), e affidandolo al gladiatore Davide Nicola, uomo con capacità infinite di leggere dentro alle difficoltà straordinarie opportunità.

L’Empoli è apparso come quel ciclista costretto a rincorrere il “gruppone” con sempre meno chilometri a disposizione, in un finale tra curve e salite. Quel ciclista si è alzato sui pedali e curva dopo curva si è ritrovato nuovamente “vivo”, dentro alla lotta.

La caduta con il Cagliari e le tre successive sconfitte consecutive, non hanno scalfito le convinzioni, piuttosto hanno contribuito a far amalgamare ulteriormente il gruppo di lavoro finendo poi per compattare tutto l’ambiente in un tutt’uno di trascinante forza e passione.

Nell’ultimo mese la città, e tutto il comprensorio, si è strinta attorno alla propria squadra, questa volta come in poche altre occasioni di “spallettiana” e “sarriana” memoria, o forse di più eguagliando nei contenuti quel drammatico spareggio dell’8 giugno 2012.

Ecco, appunto, il 26 maggio è una nuova data che si iscrive ufficialmente nella storia epocale dell’Empoli, in quella “pagina-sommario” dove a grandi linee si inseriscono solo le date, lasciando al gioco della memoria poetici ricordi. Il 26 maggio ora è in buona compagnia, tra un 14 settembre che ha segnato la prima storica e vittoriosa partita in Serie A (1986), un 17 maggio che segnò la prima storica ed incredibile salvezza nella massima serie (1987), ed un 8 giugno di cui non serve neanche rammentare altro.

Sorrido di fronte a commenti sarcastici sul perché tanto entusiasmo per un diciassettesimo posto che non fa alzare al cielo coppe e trofei, senza medaglie al collo ed iscrizioni all’albo d’oro. Perché in realtà c’è anche altro oltre all’immaginario collettivo di un palco allestito a festa, in quest’epoca piena di apparenze in cui il secondo è già un perdente a prescindere, ed è rappresentato da quel senso di appartenenza alla città e al territorio, dalla gioia di poter condividere il successo di un gruppo che ti rappresenta davvero, nel profondo del suo significato.

Tanto che la nostra gioia e la nostra festa continua ancora e, probabilmente, durerà tutta l’estate, certamente con i soliti toni pacati, proprio come quel contadino che brinda con un rosso tra le mani per l’ultimo raccolto, osservando quella terra con gli occhi lucidi di orgoglio e pensando già a come far meglio e più di prima.

Anche per questo la nostra è la salvezza più bella: “si è girato Niang!”, dedicato a chi non ha mai smesso di combattere, dedicato a noi…

Fonte: gabrieleguastella.it

 

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