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Sant’Orsola di Bologna: i levrieri salvati da maltrattamenti si prendono cura dei bambini ricoverati

Dalle corse del Regno Unito e dell’Irlanda alle corsie dei reparti pediatrici, dalle battute di caccia in Spagna alle stanze dei piccoli pazienti. Il progetto “Pet Co-therapy” porta i levrieri salvati dai maltrattamenti all’interno dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna con l’obiettivo di sostenere, attraverso i cosiddetti “interventi assistiti con animali”, il benessere di tutti i bambini e degli stessi cani. La nuova iniziativa, nata grazie alla collaborazione tra IRCCS e l’associazione FANEP (Famiglie Neurologia Pediatrica) e al fondamentale sostegno della Fondazione Elisabetta Franchi Onlus e Bologna FC 1909, è stata inaugurata ufficialmente con una visita all’IRCCS della stilista e imprenditrice e una delegazione del Club rossoblù, composta dall’Amministratore Delegato Claudio Fenucci accompagnato dai calciatori Lorenzo De Silvestri, Charalampos Lykogiannis, Federico Ravaglia e Riccardo Orsolini.

Il progetto parte già con un respiro biennale: otto levrieri (accompagnati dai relativi conduttori/proprietari volontari) incontreranno i bambini ricoverati presso le Unità Operative di Neurologia Pediatrica, Pediatria d’Urgenza e Pediatria Specialistica del Sant’Orsola. Gli interventi ospitati nei reparti prevedono interventi di tipo educativo pensati per motivare i piccoli pazienti, aumentarne l’autostima e stimolarne la comunicazione verbale e le interazioni sociali.
Nasce dall’esperienza ultradecennale dell’associazione FANEP nell’ambito degli interventi assistiti con animali. Genericamente indicati con il termine di “Pet Therapy”, gli interventi assistiti con gli animali comprendono una vasta gamma di progetti finalizzati a migliorare la salute e il benessere delle persone con l’ausilio di animali da compagnia. “Gli animali domestici possono svolgere anche un importante ruolo di mediatori nei processi terapeutico-riabilitativi ed educativi – si legge infatti nelle linee guida nazionali del Ministero della Sanitàil loro impiego, in ambito terapeutico, non solo ha avuto una notevole diffusione ma, uscito dall’empirismo iniziale, sta seguendo sempre più un approccio scientifico”.

Il progetto in questione si definisce più propriamente Pet Co-Therapy: “Parliamo di co-terapia per evidenziare l’approccio alle medicine integrate che si affiancano alle medicine tradizionali – spiega la Dottoressa Simona Simone di FANEP – cioè non si sostituiscono né si oppongono ad esse ma ne sostengono i percorsi naturali di miglioramento della salute”.
Nello specifico, il progetto si propone di favorire l’integrazione all’interno dell’ambiente ospedaliero, costruire occasioni di contatti significativi con l’ambiente per migliorare la “compliance”, ossia l’adesione e la partecipazione del paziente al percorso di cura, la creazione di momenti lucidi ed espressivi per migliorare la qualità di vita e di degenza, l’elaborazione di un’esperienza emotiva condivisa e la creazione di interventi educativi nell’ambito delle difficoltà relazionali e del disagio emotivo.

Dopo anni di impegno siamo riusciti ad arrivare nelle corsie raccogliendo l’entusiasmo e la gioia di tantissimi bambini e delle loro famiglie. – dichiara Emilio Franzoni, Presidente di FANEP – In questo clima di benessere vogliamo coinvolgere anche il personale sanitario che abbiamo visto condividere questa esperienza con noi. Ringraziamo come associazione tutti coloro che si sono adoperati per sostenere il progetto: dall’azienda Ospedaliera, all’imprenditrice e stilista Elisabetta Franchi e il Bologna FC. Durante la visita all’IRCCS tutti hanno mostrato un grande interesse e coinvolgimento per il sorriso dei bambini e la docilità dei cani”.

Gli amici a quattro zampe coinvolti nel progetto sono prevalentemente levrieri salvati dall’Irlanda e dalla Spagna, dove vengono utilizzati in corse, competizioni e nella caccia a vista. In questi paesi non esiste una legge che li tuteli da maltrattamenti, abbandoni e uccisioni. I Galgo e i Greyhound sono cani particolarmente docili, collaboranti, affabili, dalla fine intelligenza emotiva e estremamente sensibili all’altro ma soprattutto delicatissimi coi bambini più fragili.
Il progetto coinvolge un gruppo di cani adottati perfettamente empatici, integrati nelle famiglie e nella vita sociale da anni che si sono rivelati particolarmente adatti a svolgere queste attività. Qualche esempio: Cesare è un greyhound “scartato” da cucciolo dai trainer irlandesi perché fisicamente inadatto a gareggiare in pista. Cloeìver invece è un greyhound che ha gareggiato nelle competizioni in Irlanda che ha rischiato di essere abbattuto perché incapace di vincere altre gare. Marengo è un galgo sfruttato nella caccia a vista in Spagna per diversi anni poi abbandonato in pessime condizioni.

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