Home Magazine 13enne con raro tumore alla schiena operata dai medici del Rizzoli

13enne con raro tumore alla schiena operata dai medici del Rizzoli

È stato eseguito con successo dai medici dell’Ospedale Rizzoli – sezione di Bagheria (Palermo) l’intervento di asportazione di un tumore primitivo, un sarcoma di Ewing, in una paziente in età pediatrica. Proprio nella giornata di oggi, venerdì 8 marzo, Anna (nome di fantasia) compie 14 anni e ieri lei e la sua famiglia hanno ricevuto la bella notizia che l’intervento è andato molto bene.

Anna è stata visitata la prima volta all’età di 11 anni dal dottor Angelo Toscano, dirigente medico dell’Ortopedia generale del Rizzoli-Sicilia di Bagheria, diretto dal dottor Giovanni Pignatti: “Accusava dolore al nervo sciatico, ma un tipo di dolore particolare che mi ha subito insospettito – ricorda Toscano. – Dopo esami di approfondimento presso la Radiologia di Villa Santa Teresa le abbiamo infatti diagnosticato un raro e aggressivo tumore primitivo dell’osso che al Rizzoli conosciamo bene, il sarcoma di Ewing, in una vertebra lombare. Da lì è iniziato il percorso di cura”.
Anna si è sottoposta subito a cicli di chemioterapia presso l’ARNAS Ospedale Civico di Palermo con il dottor Paolo D’Angelo, direttore dell’Oncoematologia pediatrica, ai quali ha risposto bene. Gli esami post trattamento chemioterapico mostravano un netto miglioramento; dopo qualche tempo però durante una visita di controllo è emersa una recidiva.
Dopo gli opportuni trattamenti pre-intervento, venerdì 9 febbraio l’équipe del Dipartimento Rizzoli-Sicilia, composta per la circostanza dal direttore della Chirurgia Vertebrale del Rizzoli di Bologna Alessandro Gasbarrini, dal dottor Angelo Toscano e dal dottor Fabrizio Perna dell’Ortopedia generale della sede di Bagheria, dal direttore dell’Anestesia e terapia intensiva Jacopo Frugiuele e da tutto il personale di sala operatoria, ha eseguito l’asportazione del tumore.

I dischi tra le vertebre, rimossi insieme alla vertebra malata, sono stati sostituiti dai chirurghi con una protesi in carbonio modulare affinché fosse possibile eseguire poi un ciclo di radioterapia. “La protesi modulare è come una serie di mattoncini, si assembla fino ad ottenere la misura adeguata a ripristinare in questo caso la corretta lordosi, cioè riproducendo la curva ideale che assomigli il più possibile alla curva nativa della colonna vertebrale”, spiega il dottor Toscano.
È la prima volta che eseguiamo al Rizzoli-Sicilia l’asportazione di un tumore primitivo dell’osso in una paziente in età pediatrica – sottolinea il dottor Gasbarrini. – L’intervento si è svolto alla perfezione, al Rizzoli le vertebrectomie che eseguiamo per tumori aggressivi come il sarcoma di Ewing, cordomi, condrosarcomi, osteosarcomi, tumori a cellule giganti, osteoblastomi sono tutte personalizzate. In rapporto all’estensione del tumore infatti noi chirurghi dobbiamo capire quanta parte di osso ed eventualmente tessuti resecare, pianificando inoltre la protesi con la quale poi andremo a sostituire quanto asportato. In questo caso la protesi in carbonio era la scelta più adeguata per permettere ad Anna di completare il suo percorso di cura”.

Il Rizzoli da sempre è punto di riferimento per bambini e giovani con problemi ortopedici complessi e oncologici. Il primo intervento su tumore delle ossa in Istituto fu fatto esattamente cento anni fa, nel 1924, quando questa malattia estremamente aggressiva era pressoché sconosciuta – spiega il direttore generale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna Anselmo Campagna. – Sono oltre 50mila i pazienti che abbiamo seguito in ambito oncologico e avere la possibilità di farlo anche a Bagheria è per noi un grande risultato. Poter curare le persone con le metodiche cliniche e chirurgiche più all’avanguardia sviluppate grazie alla ricerca, è tra le nostre principali missioni come IRCCS, il nostro profilo di ospedale scientifico di riferimento per l’ortopedia. Per i pazienti siciliani, grazie all’accordo tra le Regioni Emilia-Romagna e Siciliana, si aggiunge la possibilità di farlo vicino al luogo di residenza, e questo significa molto anche per la vita delle famiglie soprattutto quando si tratta di patologie che necessitano lunghi periodi di cura o numerosi controlli”.

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