Home Magazine Giorni di vinile 17 ottobre 1967, a New York la prima del musical “Hair”

17 ottobre 1967, a New York la prima del musical “Hair”

Il palcoscenico fu quello di un teatrino off-Brodway e a distanza di 52 anni il musical rock non smette di affascinare attraverso le rappresentazioni che continuano ad essere messe in scena un po’ ovunque. Ad esempio nel 1968 è andata in scena una produzione tedesca a Monaco di Baviera con Donna Summer e Liz Mitchell, nel ’69 ci fu quella australiana e quella inglese, ma ci fu anche quella italiana. Era il 1970 e ad ospitare la prima edizione nostrana il Teatro Sstina. Sul palco tra i protagonisti anche Loredana Bertè, Renato Zero e Teo Teocoli. Navigando nel web ho trovato questa interessante testimonianza. A raccontare l’esperienza italiana di uno dei musical più famosi al mondo, Edoardo Nevola, attore, cantante, compositore e doppiatore che fu scelto per il cast. “Avevo due ruoli di cui uno era nientemeno che il protagonista, cantavo e recitavo, mai stato tanto felice. Il regista Victor Spinetti collaborava con i Beatles, un personaggio straordinario. Peccato non avere una testimonianza video”

Il musical, scritto da James Rado e Gerome Ragni

e musicato da Galt McDermot, è diventato presto il manifesto di tutta una generazione, quella hippie (o ‘hippy’. Sono valide entrambe le scritture, n.d.r.) che professava il pacifismo e la libertà sessuale, tanto che furono proprio questi punti cardine della storia a creare le maggiori controversie sul ‘mercato’.

I due attori autori, Rado e Ragni, si conobbero nel ’64 e nel ’65 cominciarono la stesura del musical i cui personaggi principali si sono dimostrati essere fortemente autobiografici. Il binomio di autori spiegò anche perché la scelta cadde sulla parola ‘Hair’. Ad ispirarli un quadro così intitolato, esposto al Whitney Museum of american Artdi New York. Una tela in cui erano semplicemente raffigurati un pettine e alcune ciocche di capelli.

Anche Galt Mac Dermot, il compositore canadese della colonna sonora, (indimenticabile susseguirsi di brani coinvolgenti, appassionati, ribelli), ad offrire una curiosità: “Lavoravamo indipendentemente. Io preferisco così. Loro mi consegnavano il materiale ed io lo mettevo in musica

Tra i primi pezzi ad essere completati anche quello cosiddetto title track, “Hair”

Acquarius” invece fu dapprima composto come pezzo sperimentale per poi essere trasformato in quella che è la forma a noi da sempre nota

Dopo il successo planetario ottenuto come opera teatrale, nel 1979 Milos Forman firmò la versione cinematografica. Curioso sapere che già nel 1973 la regia della trasposizione cinematografica era stata offerta ad un altro grande regista, George Lucas, che però rifiutò perché prossimo alle riprese di “American Graffiti”.

E per concludere torniamo alla versione teatrale con questa performance più recente. Risale al 2009 in occasione dei Tony Awards, premio annuale che celebra proprio i conseguimenti raggiunti nel Broadway theatre da opere teatrali o musical.

Patrizia Santini

Questa invece la scena indimenticabile

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