Home Magazine Giorni di vinile 24 novembre 1991, ci lascia Freddie Mercury

24 novembre 1991, ci lascia Freddie Mercury

28 anni il mondo della musica perde indiscutibilmente uno dei suoi artisti più leggendari

“«…Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell’HIV e di aver contratto l’AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano. Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa terribile malattia…»

E’ con questo comunicato ufficiale consegnato alla stampa convocata nella sua casa di Earl Court in Inghilterra che il 22 novembre 1991 confermò i timori che da tempo circolavano sul suo conto, circa una presunta malattia.

L’artista amato in tutto il mondo morì due giorni dopo alle 18.48 a soli 45 anni. A causare il decesso una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all’AIDS. Il duo corpo fu cremato ma ancora il luogo in cui riposa è nel mistero più totale. Lo stesso Mercury espresse il desiderio di essere sepolto in un luogo sconosciuto. Dopo tanto clamore, tanta vita, aveva scelto per sé la pace assoluta anche nel contesto terreno, fisico.

E mentre lo scorso anno, il 29 novembre, come ricorderete, uscì l’applauditissimo Biopic “Bohemian Rhapsody”, quest’anno, due sono stati gli eventi straordinario promossi per ricordarlo a 28 anni dalla sua scomparsa.

Il 21 giugno scorso infatti, dopo essere rimasto celato per più di 30 anni, ha visto alla luce su Youtube la versione inedita di “Time” che nell’86 Freddie registrò per l’omonimo musical di Dave Clark e scritta dallo stesso Mercury insieme a John Christie.

On line il titolo scelto è “Time Waits for No One”. Pe realizzare il video è stata recuperata la voce dell’indimenticabile Freddie sulle note di un pianoforte e le immagini estrapolate dalla sua esibizione in teatro.

Ma non è certo finita qui, perché per tutti coloro che hanno amato e amano i Queen, adorandone il loro front man, l’11 ottobre scorso la Universal Music ha prodotto e immesso sul mercato un cofanetto davvero prezioso intitolato “Never Boring” con, praticamente, tutta la storia musicale di Freddie. 3 CD in cui sono inserite ben 32 tracce, un Blu-Ray, un DVD con interviste e video, un libro fotografico arricchito da citazioni dello stesso artista e introdotto da Rami Malek, il mitico interprete di Mercury nel film “Bohemian Rhapsody”

 

Colgo l’occasione per un breve excursus  sulla storia dei Queen.

La band si costituì, grazie proprio a Freddy Mercury, come molti ricorderanno nel 1970 sulle ceneri di altre due band inglesi.

Due sono gli aspetti che si ricordano maggiormente di Mercury, sopra tutti gli altri. Il primo riguarda la sua caratteristica vocale e il secondo il suo essere un formidabile animale da palcoscenico.

A proposito di timbrica ed estensione vocale, Mercury pur possedendo qualità da baritono, riusciva a cantare attraverso ogni altra sfumatura, passando per quelle tenorili fino ad arrivare ad uno splendido falsetto. A questo proposito anche la celebre soprano Montserrat Caballé con cui nell’88 interpretò con Freddy Mercury l’indimenticata “Barcelona” disse di lui dopo la sua morte

La sua tecnica era impressionante. Non aveva alcun problema di tempo, cantava con un senso del ritmo incisivo, scivolando da un registro all’altro senza alcuno sforzo. Aveva grande musicalità. Era sempre in grado di trovare il timbro giusto, la giusta sfumatura espressiva per ogni parola”

Per quanto riguarda il suo essere totalmente padrone della scena, è uan qualità che gli è stata ampiamente riconosciuta sia dal pubblico che dalla critica tanto da considerarlo uno dei migliori frontman nella storia della musica. Capacità straordinaria la sua di entrare in massima empatia col pubblico, di ‘divorare’ il palcoscenico che viveva in tutta la sua estensione senza mai risparmiarsi, il suo piacersi e quindi il piacere nell’esibirsi erano tutti elementi importanti che concorrevano all’alchimia dei live. Come è accaduto nel corso dei 20 minuti magnifici in cui i Queen si esibirono il 13 luglio 1985 al Live Aid allo stadio Wembley di Londra, davanti a72mila persone e quasi 2 miliardi di telespettatori. Quel ‘tempo’, disse la critica, consegnò “alla storia i Queen e fecero di Freddie Mercury una leggenda”; sia la stampa, sia i 72 000 spettatori di Wembley, sia gli artisti, considerarono la loro interpretazione una delle migliori di tutti i tempi; Mercury costruì in questa esibizione “il mito di insuperabile frontman”.

Creatività oggi si direbbe a 360 gradi per Freddy Mercury che, oltre ad essere un ottimo atleta, arrivava alla costituzione dei Queen con alle spalle studi artisti (studiò arte e design grafico) e anche un’esperienza nel settore della moda (nel ’66 circa creò una linea di abbigliamento). Tutto questo e anche il sostegno dei compagni di viaggio, gli permisero di scegliere il nome che li avrebbe rappresentati per sempre “Queen”

«Anni fa pensai al nome Queen…- raccontò – È solamente un nome, ma è molto regale e suona sfarzoso. È un nome forte, molto universale e immediato. Aveva un sacco di potenziale visivo ed era aperto a ogni tipo di interpretazione. Ero certamente consapevole delle connotazioni gay, ma quella era soltanto una delle sue facce.»

Questo nel 1970, nel 1972 invece progetto il logo dei “Queen”, basandosi sullo stemma reale del Regno Unito, e includendo nello stesso i segni zodiacali dei quattro componenti della band: La Vergine, il suo segno zodiacale, il Cancro a cui appartiene il chitarrista Brian May, il Leone che rappresenta sia il batterista Roger Taylor sia il bassista John Deacon.

La sua ultima apparizione in pubblico fu per il video di “These Are the Days of Our Lives”, il singolo estratto dall’album ‘Innuendo’, in cui appariva notevolmente dimagrito. Il video però, su richiesta dello stesso Mercury, fu pubblicato solo dopo la sua morte.

L’ultima sua incisione invece risale allo stesso anno della morte, il 1991, il 22 maggio, secondo il racconto di David Richards (l’ultimo produttore dei Queen e col quale realizzarono gli ultimi 4 lavori) nel documentario “Champions of the world” 

Tante le dimostrazioni di affetto e i tributi a Mercury, dopo la sua morte. Tra i tanti, oltre a statue più o meno celebri, c’è anche un asteroide scoperto proprio nel 1991, l’anno della scomparsa dell’indimenticabile Freddy,  in occasione di quello che sarebbe stato il suo 70esimo compleanno è stato rinomato 17473 Freddiemercury

Patrizia Santini

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