Home Magazine Alberto Angela racconta del sequestro in Niger: “Ho rischiato di essere ucciso”

Alberto Angela racconta del sequestro in Niger: “Ho rischiato di essere ucciso”

In un’intervista al settimanale DiPiù, Alberto Angela racconta i tragici momenti passati diciotto anni fa, mentre si trovava in Africa per girare una puntata di Ulisse, il piacere della scoperta. Un’esperienza che l’ha segnato: “Nel 2002 ho rischiato di essere ucciso. Sono stato sequestrato e picchiato da criminali nel Niger. Ho temuto davvero di non rivedere più mia moglie”.

Mentre si trovava in Niger venne assalito, insieme a sei operatori della troupe, da tre banditi armati che lo hanno picchiato e rapinato, ma per fortuna senza ferite gravi. Quindici ore di paura e tortura che si sono concluse il mattino seguente: “Non abbiamo sconfinato, eravamo su un percorso ben noto, che ci era stato assicurato tranquillo, frequentato fino al giorno prima da turisti, tra Algeria e Niger; appena in territorio nigerino, dopo una cinquantina di chilometri in pieno deserto, si è materializzato un veicolo velocissimo da cui sono scesi tre individui, con turbante e occhiali da sole, kalashnikov e pistole alla mano, intimandoci di arrestarci” spiega Angela, quelli che sembravano militari erano in realtà dei banditi. “Dopo l’assalto sono seguite quindici ore di terrore: sotto tiro, calci nel costato, pugni alla tempia, schiaffi a mano aperta per sfondarti i timpani, interrogatori con urla e violenze psicologiche, uno alla volta, senza capire cosa volessero. Prima ci chiedevano hashish, poi alcol, soldi, ci domandavano se fossimo spie. Giocavano con noi, terrorizzandoci”.

Ormai si tratta solo di un ricordo e, nonostante la paura di quella notte, Alberto ammette che l’amore per il suo lavoro lo porterebbe a ricominciare a farlo, ben consapevole dei rischi in cui va incontro in certe parti del mondo.

1 commento

  1. Sempre grande Alberto ,in questa circostanza fortunato ,una persona piacevolissima ben educata e modesta , ricordo che venne a Cavezzo dopo il sisma a trascorrere un pomeriggio con i ragazzi e ragazze delle elementari , beh con un padre come il suo era il minimo.

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