16 luglio 2019 – Guerra al bagarinaggio online: è l’obiettivo dell’introduzione del biglietto nominale, previsto da una norma della Legge di Bilancio, approvata lo scorso dicembre, per tutti gli eventi organizzati in luoghi la cui capienza superi i 5.000 posti. La disposizione è entrata in vigore dal primo luglio.
Come negli stadi per le partite di calcio, lo staff all’ingresso dovrà verificare che il nome sulla carta d’identità coincida con quello del biglietto.
Gli organizzatori e i produttori di spettacoli dal vivo, riuniti in Assomusica, denunciano le contraddizioni e i disagi per il pubblico, derivanti da questa novità.
Vincenzo Spera, Presidente di Assomusica, ci ha spiegato come una grande contraddizione sia innanzitutto rappresentata dal fatto che solo per i concerti vi sia l’obbligo del biglietto nominale. Sono infatti escluse le manifestazioni sportive e gli spettacoli di attività lirica, sinfonica e cameristica, prosa, jazz, balletto, danza e circo contemporaneo, dove dunque il bagarinaggio può tranquillamente continuare: “La norma è un po’ discriminante e non risolve il problema di chi fa azioni illegali nel nostro Paese”. Un’altra conseguenza è poi rappresentata dalle lunghe ed estenuanti code ai cancelli. “Nascono situazioni che anziché garantire e aiutare la sicurezza e la tranquillità di chi va per amore ai concerti, possono anche generare momenti di tensione e creare problemi, aumentando il nervosismo. Poi c’è l’aspetto dei costi: nel momento in cui si vuole regalare o rivendere un biglietto perché non si può più andare al concerto, non si può dare a nessuno se non attraverso il circuito che l’ha venduto. Questo può anche essere giusto ma, a mio parere, andava tarato diversamente”. Una procedura complicata che dunque comporta tempi lunghi e ulteriori costi, senza risolvere il problema del secondary ticketing.
