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Bocelli: “Mi sono sentito umiliato dal lockdown”. E le sue parole scatenano una bufera social

Ha preso parte al convegno che si è tenuto ieri in Senato dal titolo “Covid-19 in Italia, tra informazione scienza e diritti”, organizzato, tra gli altri, da Vittorio Sgarbi.

Stiamo parlando del cantante Andrea Bocelli, che ha raccontato di essersi sentito offeso e umiliato come cittadino quando gli è stato vietato di uscire di casa.
E ha confessato anche di avere, in certi casi, disobbedito volontariamente a tale divieto: “Non mi sembrava giusto né salutare. Ho una certa età e ho bisogno di sole e di vitamina D”.
Ha raccontato i momenti più duri del lockdown: lui e la moglie sono stati colpiti dal coronavirus e, una volta guarito, ha donato il plasma.
Ha anche detto di conoscere un sacco di gente, ma nessuno che fosse andato in terapia intensiva, “quindi perché questa gravità?”, lanciando un appello sul ritorno dei bambini a scuola: “Bisogna riaprire le scuole e riprendere i libri. Spero che tutti insieme usciremo da questa situazione terribile”.
Ha spiegato di avere accolto l’invito al convegno, sottolineando però di essere lontano dalla politica.

Parole quelle di Bocelli che hanno scatenato un vero e proprio terremoto social. A scagliarsi contro il tenore toscano anche Alessandro Gassmann e Fedez che in un post su Twitter ha scritto: “Se non conoscete nessuno che sia stato in terapia intensiva e vi permettete di instillare il dubbio che la pandemia sia stata fantascienza vi presento un mio amico che causa Covid ha dovuto subire un trapianto di polmoni a 18 anni. Poi fare silenzio ogni tanto non fa male eh”.

Immediata la replica di Bocelli, che ha detto di essere stato frainteso: “Non sono un negazionista, sono un ottimista”.
E ha aggiunto: “Mi sono speso fin dal primo giorno con la Fondazione che porta il mio nome per aiutare chi era in difficoltà per il virus.”

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