Home Magazine COVID 19: Piccole Medie Imprese messe in ginocchio dal loockdown

COVID 19: Piccole Medie Imprese messe in ginocchio dal loockdown

Oggi l’economia è tenuta in piedi dal tessuto delle PMI” Aurelio Agnusdei

A descrivere la difficile realtà nel nostro Paese delle PMI è un noto professionista che opera con 70mila Piccole Medie Imprese italiane, indiscutibilmente una voce autorevole nell’ambito. Nel corso dell’intervista si è sottolineata anche l’importanza che ricoprono le PMI nell’economia, sia essa territoriale che nazionale, un valore doppio, si potrebbe dire, appunto economica e sociale.

Il momento è particolare,  le Piccole e Medie Imprese nello specifico sono quelle che forse stanno soffrendo di più. Di cosa hanno bisogno? Di liquidità innanzitutto, il fermo dell’attività ha generato indubbiamente una crisi di liquidità che rischia di paralizzare o comunque rallentare la ripresa, se di ripresa si potrà parlare. Molte attività hanno riaperto, l’esigenza primaria è ripartire, ricominciare a far circolare il denaro. Chiaramente il secondo step di cui necessitano è tutta una serie di interventi che favoriscano, appunto,  da una parte la liquidità, dall’altra la possibilità di lavorare. Quindi sulle regole di riapertura è necessario fare un po’ di chiarezza come ad esempio sui protocolli, sulle regole per ricominciare

Quanto valore da’ il Governo alle Piccole Medie Imprese?

Sicuramente per il tessuto economico del Paese sono sopra il 90% delle imprese. La mia opinione è che quando si pensa a interventi in ambito economico, si pensa prima di tutto alle Grandi Imprese e alle Grandi Industrie. Un’abitudine che è consolidata da decenni. Quello che è cambiato nel frattempo e che di grandi imprese in Italia ce ne sono sempre meno, rappresentando un vero problema, mentre l’economia del Paese è tenuta in piedi da milioni di piccoli, piccolissimi imprenditori. Questo è un tratto caratteristico della nostra economia. Sì, probabilmente bisognerebbe dare al comparto maggiore considerazione

Forse non pensa possa essere questo il momento giusto per un’affermazione delle qualità proprie delle Piccole e Medie Imprese nel tessuto economico e non solo?

Io credo di sì. Secondo me da un lato è opportuno che emergano queste qualità, queste specificità, dall’altro ritengo che sia una buona opportunità per le piccole imprese di capire che forse è questo il momento di crescere. E’ ora di crescere come dimensione e per il Governo di varare misure che possano favorire la loro crescita. Un periodo di crisi, di gravissima crisi come quello che faticosamente stiamo cercando di superare, ha portato alla luce quali siano i limiti della piccola media impresa. Se da un lato garantisce spesso qualità, eccellenza, capacità di adattamento e flessibilità,  dall’altra soffre molto spesso di alcuni limiti strutturali e mi riferisco in particolare alla capitalizzazione, alle risorse proprie, alle risorse economiche. E’ questo un problema che si supera crescendo di dimensione e per crescere di dimensione sono necessari regole, un ambiente, un ecosistema che faciliti l’evoluzione e anche però, mi permetto di dire, a volte è necessario superare un tratto che forse è tipicamente italiano, quello della politica dell’orticello, cioè l’imprenditore che pur di rimanere proprietario del suo piccolo,  spesso limita la crescita dell’impresa, perché crescere spesso può voler dire anche mettersi insieme, perché no!  Secondo me abbiamo delle lezioni da imparare da questo momento e mi auguro che tutti abbiano occasione per fare un passo avanti”
Questo cambio di rotta è importante sottolinearlo. Tra l’altro proprio da idee e proposte di oltre 170 imprenditori emiliano-romagnoli nasce in Emilia Romagna un piano per ripartire dopo l’emergenza coronavirus, puntando sull’innovazione e sulla creazione proprio di sinergie per il rilancio. Prende il via il percorso di ‘Re-Start: ripartire insieme’, il progetto promosso da Confindustria Emilia

Infatti, il concetto che tutti devono capire è che insieme si cresce, insieme si è più forti, divisi si è piccoli e più deboli e le aziende di eccellenza diventano facilmente preda di acquisizione estere. Nell’ultimo decennio se andiamo a guardare, tante aziende italiane sono finite in mano straniera e la Francia in questo ha fatto scuola. Se si prova ad acquisire un’azienda francese bisogna fare i conti col Governo di qualunque colore esso sia”
Le piccole medie imprese secondo il mio punto di vista sono il tessuto vero di un Paese, non solo economico, ma anche sociale

“Non smentisco, anzi le do ragione al 100%. Sono molto d’accordo con quello che lei dice sul livello sociale delle Piccole Medie Imprese perché alla fine sopperiscono spesso a tante carenze strutturali del nostro Paese. Potrei citare decine e decine di realtà dove l’imprenditore non è solo il datore di lavoro, ma è anche la persona che sta vicino alle famiglie dei propri dipendenti quando ce n’è bisogno e magari si leva o si abbassa lo stipendio nei momenti di crisi, per pagare prima i dipendenti. Non è retorica, è storia di tutti i giorni, in Italia specialmente nei momenti difficili. Quindi si, sono assolutamente d’accordo con lei su questo ruolo delle PMI nella vita e della società del Paese”

 

Patrizia Santini

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here