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Cremonini e Morandi cantano Dalla allo stadio per il Bologna

Che Cesare Cremonini e Gianni Morandi fossero grandi tifosi del Bologna non è certo un segreto. I due artisti, infatti, si sono ritrovati sulle tribune del Dall’Ara per la partita contro la Roma assistendo alla vittoria dei rossoblù: risultato che li ha spinti ad esultare e cantare una canzone di Lucio Dalla.

Dopo il 2-0 contro la squadra capitolina, gli artisti si sono immortalati in un video mentre intonano “L’anno che verrà” di Dalla, con occhi lucidi e sciarpa del Bologna annodata al collo. Inutile dire che il video è diventato virale sul web. “Il Bologna vola… e incanta!”, ha scritto Cesare a commento del video.

 

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Non manca un ricordo a Sinisa Mihajlovic, che Cremonini aveva conosciuto di persona e a cui ha voluto dedicare un post: “Ho conosciuto Sinisa a cena da un amico comune, in una saletta privata di un ristorante caro a entrambi, guardando una partita di calcio. Era la prima volta che lo incontravo ed ero felice di conoscerlo perché il Bologna, grazie al suo spirito, aveva ritrovato fiducia in un momento difficile. Certo, sedersi di fianco a Mihajlovic in una stanzetta di quattro metri per due non è una cosa che ti mette subito a tuo agio… Dopo una stretta di mano che mi fece pensare “fortuna che ho stretto bene anche io…” ci sedemmo e Sinisa teneva la sua armatura di ferro bene in vista, forse per studiarmi un po’. Senza guardarmi mai negli occhi rispondeva alle mie domande di curiosità con risolutezza. Avevamo un ricco antipasto di verdure davanti e una partita appena cominciata da condividere. Dopo qualche minuto vidi i suoi occhi tradire una leggerezza e una curiosità vispa, da ragazzino, totalmente inaspettata. Iniziò a fissare in modo intermittente il mio tatuaggio di Freddie Mercury sull’avambraccio sinistro.
Pensai: “ecco, ora mi fulmina”. Poi la sua voce inconfondibile ruppe il silenzio, tra il serio e il faceto: “È un re serbo quello?”. A momenti mi andava di traverso tutta la forchetta. “È Freddie Mercury mister!”. “Ah, ecco! Anche re serbi hanno baffi”. Scoppiammo a ridere. Da quel secondo Sinisa tirò fuori tutta la sua allegria e dolcezza (e dolore e umanità che diventano verità e si mischiano con la storia della sua infanzia nella fantasia del calcio). Continuammo a scriverci e sentirci spesso, sempre con grande allegria. Mi spediva le grappe della sua terra a casa e io non potevo credere che dietro a un guerriero così ci fosse tanta giocosa generosità. Io spero, anzi sono sicuro, che ieri Sinisa fosse orgoglioso della sua famiglia, dei suoi tifosi e dei giocatori di questa città”.

(foto: pagina Instagram di Cesare Cremonini)

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