
C’è un filo spesso che lega la storia di un’azienda a quella di una famiglia e a quella di un intero territorio. Quel filo porta dritto a Toscanella di Dozza, dove l’11 e il 12 ottobre alle ore 10.00 si inaugurerà una nuova area all’interno della galleria di Mercatone Germanvox: uno spazio espositivo permanente dedicato all’avventura imprenditoriale della famiglia Cenni.
Un’iniziativa fortemente voluta da Federico Beccari, figlio della direttrice Susanna Cenni, che ha deciso di riportare alla luce un percorso che appartiene non solo alla sua famiglia, ma anche a intere generazioni di romagnoli che negli anni hanno vissuto la crescita e la trasformazione di questa azienda incredibile.
La storia inizia negli anni sessanta, ben prima della nascita di Mercatone Germanvox, quando ilpresidente e fondatore Romano Cenni inaugura la Germanvox SpA con licenza Wega che costruiva televisori e apparecchi elettronici. Un aneddoto legato a questo periodo e alla sua passione per il ciclismo: in occasione del Mondiale di Ciclismo a Imola nel 1968, ha la brillante idea (oggi parleremmo di guerrilla marketing) di far installare 150 dei suoi televisori lungo il circuito, trasmettendo la gara in diretta.
Il suo amore per la bicicletta, iniziato in età infantile, proseguirà poi per tutta la sua vita. Tanti sono infatti i ricordi legati a questo sport: citiamo le sponsorizzazioni alle corse di ciclismo dilettantistico; il rapporto di profonda amicizia con Luciano Pezzi, ex ciclista con il quale diede vita alla squadra Mercatone Uno; il record dell’ora ottenuto da Ole Ritter con il team della Germanvox Wega nel 1968; il supporto a Marco Pantani che riuscì nella storica doppietta vincendo il Giro d’Italia e il Tour de France nel 1998 proprio con la Mercatone Uno.
Alla fine degli anni settanta il presidente Cenni decide di espandere il suo progetto imprenditoriale entrando nelle case degli italiani con mobili di qualità a prezzi contenuti. La tipica tenacia romagnola gli permette di dare un luogo e una dimensione al suo sogno: 7.500 mq di spazio a Toscanella di Dozza per offrire a tutte le persone la possibilità di arredare la propria casa.
Accanto a lui la moglie Giuseppina, figura fondamentale e sempre presente, definita da chi la conosce “colonna portante” non solo della famiglia ma anche dell’azienda. Negli anni Mercatone Germanvox è cresciuta, conquistando notorietà e prestigio, ma senza mai smarrire la sua natura: quella di un’impresa a conduzione familiare, passata di generazione in generazione, capace di coniugare qualità, trasparenza e innovazione. Valori che hanno permesso all’azienda di rimanere fedele alle proprie radici guardando sempre al futuro.
Ma non si può raccontare Mercatone Germanvox senza citare il suo rapporto con il territorio.
Romano Cenni e la sua famiglia, oltre che imprenditori, sono noti per la loro filantropia: tra le tante iniziative, la donazione di un’ambulanza alla Croce Rossa; il sostegno alla squadra di calcio della Dozzese e al corpo bandistico di Dozza; il supporto per l’acquisto di un mammografo; la donazione di cento cucine in collaborazione con gli imprenditori locali dopo l’alluvione; il costante e puntuale appoggio alle realtà sportive locali.
Gesti concreti che hanno rafforzato quel legame di affetto reciproco tra azienda e comunità. Non stupisce quindi che, durante l’allestimento del nuovo museo, siano arrivate donazioni spontanee da parte dei cittadini. Due esempi? Il vecchio giradischi Germanvox Wega Transistor, venduto proprio da Germanvox negli anni sessanta, è stato restituito dai proprietari perché per loro “il suo posto è qui, nel museo”, e inoltre l’ammiraglia originale della squadra Mercatone Germanvox che potrete ammirare all’ingresso del museo.
Il nuovo spazio sarà dunque più di un museo: sarà un luogo di ricordi, di testimonianze e di piccoli gesti che compongono il mosaico di una storia collettiva. Una storia fatta di lavoro, coraggio e condivisione.
L’appuntamento dell’11 e 12 ottobre sarà quindi un’occasione per riconoscersi in un racconto che appartiene a tutti: perché Mercatone Germanvox è, e resta, una nostra storia.
Una storia profondamente romagnola.