I tre bambini, tra i 6 e gli 8 anni, che vivevano con i genitori in una casa isolata nei boschi di Palmoli, in provincia di Chieti, sono stati obbligati a lasciare l’abitazione e trasferirsi in una struttura protetta. E’ quanto ha deciso un provvedimento del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, emesso ieri, mercoledì 20 novembre, che ha disposto il collocamento dei minori in una comunità educativa per un periodo di osservazione. La madre rimarrà con loro. A dare esecuzione al provvedimento del giudice un notevole dispiegamento di Forze dell’Ordine, gli assistenti sociali e il legale della famiglia, Giovanni Angelucci.
Il provvedimento del Tribunale, come riportato dalla stampa locale, si fonda non sul pericolo di lesione del diritto dei minori all’istruzione, ma sul pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione, “produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore“. Il giudice ha evidenziato che l’isolamento può avere effetti negativi sullo sviluppo dei bambini e che le condizioni dell’abitazione non garantivano adeguati standard di sicurezza e salubrità. L’ordinanza richiama inoltre il rifiuto dei genitori di consentire verifiche e controlli sanitari.
La vicenda era finita all’attenzione della Procura minorile dell’Aquila l’anno scorso, dopo un ricovero ospedaliero dei bambini a seguito di un’intossicazione da funghi. In base a quanto dichiarato dalla coppia, la scelta di vivere in mezzo alla natura era legata a un modello di vita alternativo, basato su autosufficienza e semplicità e nata dal desiderio di vivere a contatto con la natura, tutelando il legame con i figli e con gli animali.
Una vicenda che sta facendo discutere e sta sollevando accese polemiche. Il Ministro Matteo Salvini ha definito vergognosa la decisione di allontanare i bambini dai genitori.
L’avvocato della famiglia Giovanni Angelucci ha annunciato che presenterà ricorso. (fotografia di repertorio, generica di bosco)
