Continua a rimandare l’appuntamento con la vittoria la Lucchese che questo sabato 9 novembre ha pareggiato in casa per uno a uno contro il fanalino di coda Legnago per 1-1.
Dopo un primo tempo a reti bianche, al 63′ Magnaghi aveva illuso i rossoneri ma al 80′ Martic ha riportato le cose in parità per i veneti.
“Superstar”, “da sogno”, “devastanti”, “siamo forti”, “Pisa straordinario”, “30 punti in 13 partite, record mai stabilito”: sono solo alcuni degli aggettivi per questo meraviglioso gruppo di lavoro nerazzurro.
I nerazzurri lasciano il palleggio agli ospiti e ogni volta che ne hanno l’opportunità aprono il gas e vanno in verticale.
Arrivano così le occasionissime per Lind (sinistro sporco che Vismara addomestica con il piede) e Tourè (destro potente ma impreciso). Quando la difesa blucerchiata sembra aver trovato le misure giuste per disinnescare la spinta pisana, viene nuovamente schiacciata nella propria trequarti e crolla sul tap-in fortuito di Lind. La palla non viene allontanata, rimbalza tre volte in area prima che il danese riesca a spedirla con la pancia in rete. E prima del riposo c’è spazio per un alotro gol divorato: Moreo si invola in campo aperto ma a tu per tu con Vismara apre troppo il mancino e non centra la porta.
I blucerchiati provano ad approcciare con determinazione la seconda frazione, ma la premiata ditta ‘Tramoni – Lind’ si mette in moto riconquistando il pallone a centrocampo e sgasando verso la porta. Palla perfetta del danese, il numero 11 col mancino gonfia la rete e corre sotto la Nord. Sottil dalla panchina ospite getta in campo tutte le punte di cui dispone, ma non va oltre un destro da buona posizione di Meulensteen risputato lontano dal muro difensivo pisano.
E proprio quando i nerazzurri danno l’impressione di abbassare i giri del motore per la stanchezza, trovano le residue energie per azzannare definitivamente la preda. Angori dal limite col mancino indovina l’angolo lontano e fa partire la festa.
EMPOLI(3-5-2) – 23 Vasquez; 2 Goglichidze (dal 16′ st 22 De Sciglio), 34 Ismajli, 21 Viti; 11 Gyasi, 6 Henderson, 32 Haas, 93 Maleh (dal 35′ st 19 Ekong), 13 Cacace (dal 35′ st 7 Sambia); 29 Colombo, 9 Pellegri (dal 23′ st 17 Solbakken). A disp. 98 Brancolini, 12 Seghetti; 3 Pezzella, 35 Marianucci, 90 Konate. All. Roberto D’Aversa
Arbitro: Sig. Juan Luca Sacchi di Macerata (Dei Giudici-Perrotti – IV Uff.le Cosso | VAR Maggioni-La Penna)
Marcatori: al 33′ 9 Pellegri (E); al 32′ st 50 Pierotti (L).
Note: Angoli Lecce 4 Empoli 3. Ammoniti: al 46′ 13 Cacace (E); al 7′ st 9 Pellegri (E), al 39′ st 6 Henderson (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 2′ pt – 5′ st. Spettatori: 25mila.
La lista lunghissima degli infortunati, a cui si sono aggiunti anche Anjorin e Pezzella alla vigilia del match (l’esterno era in panchina ma non schierabile, ndr), non frena la corsa dell’Empoli di D’Aversa che “rischia” perfino di sbancare Lecce con un’altra prestazione di assoluto livello. Agli azzurri, scesi in campo al Via del Mare con la marmorea seconda divisa, è mancato un pizzico di fortuna e di cattiveria in più e, probabilmente, i cambi giusti che avrebbero permesso al tecnico empolese di fronteggiare meglio quelli operati nella ripresa dal collega leccese.
Andiamo con ordine. Gli azzurri si presentano al via con la sorpresa di schieramento rappresentato dalle due punte Pellegri e Colombo, terminali offensivi di un compatto 3-5-2; i salentini, sospinti da oltre venticinquemila spettatori, invece con un tridente che si “spunta” dopo venti minuti per l’infortunio occorso a Banda. Sarà il destino poi che proprio il subentrato, l’argentino Pierotti, si riveli determinante e decisivo nel corso della ripresa.
Con il passare dei minuti l’Empoli prende decisamente il pallino del gioco in mano: aggressivi sulle seconde palle, compatti tra le linee, graffianti nelle ripartenze. Solo Dorgu e Banda sembrano poter graffiare un po’ la retroguardia empolese, Kristovic invece finisce nella tela tesa da Ismajli, poi Banda si fa male (20′) e il Lecce, nonostante l’ingresso di Pierotti, appare ancora più inoffensivo. Così l’Empoli diventa assoluto padrone del terreno di gioco, e intorno alla mezzora Pellegri prende le misure della porta di Falcone con un tiro centrale e rasoterra. Misure evidentemente prese alla perfezione, perché al 33′ l’ex Monaco colpisce con una conclusione precisa all’angolino basso su cui l’estremo leccese può essere solo spettatore aggiunto. Il vantaggio dell’Empoli è meritato e legittimato da un continuo crescendo di ritmo e palleggio, che viene spezzato solo dal duplice fischio del direttore di gara che, dopo ulteriori due minuti di recupero, manda le due squadre negli spogliatoi per l’intervallo, sotto un diluvio di fischi e “qualcos’altro” per i padroni di casa. Il risultato dice 0-1 per i toscani, ma l’Empoli poteva anche chiudere con un vantaggio più importante, ad esempio per l’occasionissima capitata a Maleh il cui tiro a botta sicura è stato respinto con il proprio corpo da Gaspar.
Alla ripresa il popolo del via del Mare, quello di fede giallorossa ovviamente, si aspetta una ripartenza di tutt’altro spessore, ed invece è ancora l’Empoli a guadagnarsi meritati applausi. Pellegri colpisce ancora Gaspar con una conclusione diretta verso la porta, poi Cacace scaglia verso la porta dei salentini un diagonale rasoterra preciso e diretto all’angolino che Falcone in tuffo disperato con la mano aperta devia sul palo, e sulla cui respinta si avventa Colombo che manda sul fondo di pochissimo.
La svolta del match, in negativo per l’Empoli, sta proprio tra questa doppia occasione non sfruttata ed il doppio cambio che intorno all’ora di gioco opera il tecnico del Lecce Gotti. Un doppio cambio con gli ingressi di Sansone e Coulibaly a centrocampo, al posto di Oudin e Ramadani, che da un volto diverso alla partita. Con il passare dei minuti, infatti, nel centrocampo dell’Empoli si aprono delle crepe su cui il Lecce trova spazio e ispirazione, d’altronde D’Aversa non ha molte armi in questo senso; probabilmente sarebbe stato tutto o quasi diverso se avesse avuto a disposizione gente come Fazzini, Anjorin, Grassi, tanto per fare dei nomi illustri schierabili in quella zona di campo. Invece la risposta del tecnico empolese è il cambio Goglichidze-De Sciglio, con l’ex Juventus a dare esperienza nel pacchetto difensivo empolese, e Solbakken in luogo di Pellegri che dopo un’ora di partita ha ovviamente finito il carburante.
L’Empoli inevitabilmente arretra, il Lecce preme e mette nel mirino la porta di Vasquez. Kristovic calcia fuori, Sansone invece con una punizione diretta dal limite dell’area di rigore impegna Vasquez, poi ancora Kristovic che da pochi passi manca il bersaglio. L’Empoli va in apnea, prova a resistere, ma al 32′ capitola con il colpo di testa vincente di Pierotti su cross dalla sinistra di Gallo.
Agguantato il pari Gotti inserisce anche Rebic in luogo di Guilbert, D’Aversa invece inserisce Ekong e Sambia per Maleh e Cacace, nel tentativo di riossigenare la mediana azzurra, e ordina ai suoi di passare al 3-4-2-1, come a voler dare un segnale e cioè quello di farsi schiacciare meno dagli avversari provando ad impegnare di più la loro linea difensiva. L’operazione inizialmente non riesce perché il Lecce sfiora in almeno due occasioni il ribaltone, e cioè quando Sansone coglie un incrocio dei pali su una nuova punizione dal limite, e Kristovic di testa inquadra la porta ma coglie la traversa.
Colpire “un legno” a volte può essere un segnale di avvicinamento alla porta avversaria, altre volte può essere un segnale diametralmente opposto, com’è avvenuto in un certo senso all’Empoli con Cacace in avvio di ripresa, per esempio; un segnale premonitore ad indicare che può accadere qualcosa di inaspettato. Ed in effetti qualcosa di inaspettato accade veramente. Dopo almeno venti minuti di grandissima sofferenza gli azzurri, con carattere e orgoglio, bussano due volte molto pericolosamente dalle parti di Falcone. In un primo caso l’estremo difensore si oppone male ad una conclusione di Ekong, con la palla che gli sfugge dalle mani e sulla quale si avventano Solbakken e Colombo, con gli azzurri che finiscono per ostacolarsi a vicenda e fare fallo sul portiere. Il secondo caso, nel pieno dei cinque minuti di recupero, è a dir poco clamoroso. I salentini perdono palla nel cerchio di centrocampo e l’Empoli va in contropiede in un quattro contro due micidiale, Colombo inizializza e rifinisce l’azione ma il suo tiro viene deviato provvidenzialmente in calcio d’angolo da Baschirotto. Il triplice fischio finale arriva con l’Empoli in attacco.
Alla fine l’Empoli porta a casa il risultato che forse alla vigilia maggiormente aveva cercato, un risultato cioè che potesse dare continuità alla vittoria casalinga di lunedì scorso contro il Como. Con così tanti indisponibili, e con due giorni e mezzo di riposo in meno rispetto agli avversari, e soprattutto alla fine di un ciclo di partite in cui si è giocato quattro volte in quattordici giorni era veramente difficile fare di più.
Per fortuna adesso c’è la sosta, con la speranza che questa sosta faccia recuperare energie preziose e qualche pedina da mettere a disposizione del tecnico.
Fonte: gabrieleguastella.it
L’esultanza del gruppo azzurro al gol di Pietro Pellegri (Credit EFC 1920)
Continuano le indagini sul decesso di Liam Payne, avvenuto lo scorso 16 ottobre a Buenos Aires in Argentina, causato dalla caduta dal balcone di un hotel. Le autorità argentine hanno fermato tre persone legate all’incidente. Secondo il Procuratore Nazionale Penale e Penitenziario, gli arrestati sono stati accusati di abbandono di persona seguito da morte, oltre alla fornitura di stupefacenti.
Alla morte dell’ex One Direction era stato pubblicato il referto dell’autopsia, che ha rivelato che l’artista britannico è morto per una serie di lesioni dovute alla caduta, oltre ad messo in evidenza che l’artista aveva assunto diverse sostanze stupefacenti, come cocaina, alcol e benzodiazepine.
Secondo i media locali, due dei soggetti incriminati sono accusati di aver fornito sostanze stupefacenti a Payne, tra cui una persona che lavorava all’hotel di Buenos Aires dove alloggiava il cantante. Il terzo incriminato, descritto come un amico di Payne, non avrebbe detto alla famiglia dell’artista dei suoi problemi di droga e non avrebbe risposto alla chiamata degli investigatori il giorno dell’incidente.
Liam Payne è scomparso all’età di 31 anni, lasciando un figlio di 7 anni, avuto con l’ex compagna Cheryl Cole. Ieri, 7 novembre, il corpo del cantante è stato restituito alla famiglia nel Regno Unito.
Poche settimane fa Gianni Morandi si era mostrato sui social insieme a Jovanotti, lasciando intendere che ci fosse una collaborazione in atto: “Ciao Jova! Ti ricordi la canzone che mi hai fatto ascoltare qualche giorno fa? Mi torna sempre in mente. Perché non la metti a posto, la concludi e proviamo a registrarla?”, aveva scritto in quell’occasione.
E a quanto pare il lavoro è stato terminato, perché Morandi ha appena annunciato l’uscita del suo nuovo singolo: “L’attrazione”, così si intitola il nuovo brano, sarà disponibile da venerdì 15 novembre. Lorenzo ha commentato sui social il nuovo brano: “L’ho scritta per lui e l’ha cantata come solo lui sa fare! La nostra amicizia è piena di momenti pazzeschi, e questa canzone nasce da uno di quei momenti. Lui è sempre Morandi e qui è un Morandi nuovo, spaziale!”.
I due artisti avevano già collaborato nel 2023 per l’album “Evviva!”, che comprende i singoli “Apri tutte le porte” e “L’allegria”.
Nella serata di mercoledì scorso, 6 novembre, era rimasta vittima di un grave incidente domestico, un incendio divampato in cucina, dove la donna, un’insegnante 50enne, stava preparando la cena. La donna era stata trasportata con gravissime ustioni in ospedale a Verona ma è deceduta nella mattinata di oggi, venerdì 8 novembre.
La tragedia si è consumata ad Agordo, in provincia di Belluno, dove Annalisa Zasso, così si chiamava la vittima, abitava da sola. Come riportato dalla stampa locale, pare che la 50enne fosse impegnata ai fornelli quando, per cause in corso di accertamento, è scoppiato un incendio. A lanciare l’allarme sono stati i vicini per una perdita d’acqua che proveniva dal piano superiore: le fiamme avevano infatti fuso una tubatura della cucina provocando l’allagamento.
Sul posto sono così intervenuti intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno trovato la donna riversa a terra e gravemente ustionata. Il personale sanitario ha provveduto a trasportarla in ospedale con il codice di massima urgenza ma purtroppo per la 50enne non c’è stato nulla da fare. (fotografia di repertorio)
Come si legge in un comunicato stampa, si tratta di un intervento definito ibrido perché prevede l’applicazione di tecniche sia transcatetere (attraverso i vasi sanguigni), sia endoscopiche (mini invasive). Una tipologia mai documentata prima in Europa applicata Ospedale del Cuore di Monasterio, a Massa, su due pazienti con esiti positivi.
Entrambi presentavano problemi importanti a due valvole cardiache, la aortica e la mitrale, con effetti pesanti sulla qualità di vita. Per il complessivo quadro clinico, sottoporli a interventi con tecniche cardiochirurgiche standard, apertura dello sterno e tempi operatori più lunghi, avrebbe comportato un rischio troppo elevato. Così i medici dell’Ospedale del Cuore hanno deciso di effettuare interventi ibridi, senza apertura dello sterno, abbattendo il rischio operatorio e favorendo un più rapido recupero funzionale del paziente.
A rendere possibili gli interventi, la competenza dei professionisti e l’elevato contenuto tecnologico del nuovo blocco operatorio dell’Ospedale del Cuore e della sua sala chirurgica ibrida.
Le operazioni sono state eseguite dal team guidato dal dottor Marco Solinas, Direttore della Cardiochirurgia Adulti, composto dallo stesso Solinas, dai cardiochirurghi Tommaso Gasbarri e Silvia Di Sibio e dai cardiologi interventisti Anees Ali Ahmed Al Jabri e Marcello Ravani. (fotografia di repertorio, generica di sala operatoria)
Continua a rimandare l’appuntamento con la vittoria la Lucchese che questo sabato 9 novembre ha pareggiato in casa per uno a uno contro il fanalino di coda Legnago per 1-1.
Dopo un primo tempo a reti bianche, al 63′ Magnaghi aveva illuso i rossoneri ma al 80′ Martic ha riportato le cose in parità per i veneti.
“Superstar”, “da sogno”, “devastanti”, “siamo forti”, “Pisa straordinario”, “30 punti in 13 partite, record mai stabilito”: sono solo alcuni degli aggettivi per questo meraviglioso gruppo di lavoro nerazzurro.
I nerazzurri lasciano il palleggio agli ospiti e ogni volta che ne hanno l’opportunità aprono il gas e vanno in verticale.
Arrivano così le occasionissime per Lind (sinistro sporco che Vismara addomestica con il piede) e Tourè (destro potente ma impreciso). Quando la difesa blucerchiata sembra aver trovato le misure giuste per disinnescare la spinta pisana, viene nuovamente schiacciata nella propria trequarti e crolla sul tap-in fortuito di Lind. La palla non viene allontanata, rimbalza tre volte in area prima che il danese riesca a spedirla con la pancia in rete. E prima del riposo c’è spazio per un alotro gol divorato: Moreo si invola in campo aperto ma a tu per tu con Vismara apre troppo il mancino e non centra la porta.
I blucerchiati provano ad approcciare con determinazione la seconda frazione, ma la premiata ditta ‘Tramoni – Lind’ si mette in moto riconquistando il pallone a centrocampo e sgasando verso la porta. Palla perfetta del danese, il numero 11 col mancino gonfia la rete e corre sotto la Nord. Sottil dalla panchina ospite getta in campo tutte le punte di cui dispone, ma non va oltre un destro da buona posizione di Meulensteen risputato lontano dal muro difensivo pisano.
E proprio quando i nerazzurri danno l’impressione di abbassare i giri del motore per la stanchezza, trovano le residue energie per azzannare definitivamente la preda. Angori dal limite col mancino indovina l’angolo lontano e fa partire la festa.
EMPOLI(3-5-2) – 23 Vasquez; 2 Goglichidze (dal 16′ st 22 De Sciglio), 34 Ismajli, 21 Viti; 11 Gyasi, 6 Henderson, 32 Haas, 93 Maleh (dal 35′ st 19 Ekong), 13 Cacace (dal 35′ st 7 Sambia); 29 Colombo, 9 Pellegri (dal 23′ st 17 Solbakken). A disp. 98 Brancolini, 12 Seghetti; 3 Pezzella, 35 Marianucci, 90 Konate. All. Roberto D’Aversa
Arbitro: Sig. Juan Luca Sacchi di Macerata (Dei Giudici-Perrotti – IV Uff.le Cosso | VAR Maggioni-La Penna)
Marcatori: al 33′ 9 Pellegri (E); al 32′ st 50 Pierotti (L).
Note: Angoli Lecce 4 Empoli 3. Ammoniti: al 46′ 13 Cacace (E); al 7′ st 9 Pellegri (E), al 39′ st 6 Henderson (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 2′ pt – 5′ st. Spettatori: 25mila.
La lista lunghissima degli infortunati, a cui si sono aggiunti anche Anjorin e Pezzella alla vigilia del match (l’esterno era in panchina ma non schierabile, ndr), non frena la corsa dell’Empoli di D’Aversa che “rischia” perfino di sbancare Lecce con un’altra prestazione di assoluto livello. Agli azzurri, scesi in campo al Via del Mare con la marmorea seconda divisa, è mancato un pizzico di fortuna e di cattiveria in più e, probabilmente, i cambi giusti che avrebbero permesso al tecnico empolese di fronteggiare meglio quelli operati nella ripresa dal collega leccese.
Andiamo con ordine. Gli azzurri si presentano al via con la sorpresa di schieramento rappresentato dalle due punte Pellegri e Colombo, terminali offensivi di un compatto 3-5-2; i salentini, sospinti da oltre venticinquemila spettatori, invece con un tridente che si “spunta” dopo venti minuti per l’infortunio occorso a Banda. Sarà il destino poi che proprio il subentrato, l’argentino Pierotti, si riveli determinante e decisivo nel corso della ripresa.
Con il passare dei minuti l’Empoli prende decisamente il pallino del gioco in mano: aggressivi sulle seconde palle, compatti tra le linee, graffianti nelle ripartenze. Solo Dorgu e Banda sembrano poter graffiare un po’ la retroguardia empolese, Kristovic invece finisce nella tela tesa da Ismajli, poi Banda si fa male (20′) e il Lecce, nonostante l’ingresso di Pierotti, appare ancora più inoffensivo. Così l’Empoli diventa assoluto padrone del terreno di gioco, e intorno alla mezzora Pellegri prende le misure della porta di Falcone con un tiro centrale e rasoterra. Misure evidentemente prese alla perfezione, perché al 33′ l’ex Monaco colpisce con una conclusione precisa all’angolino basso su cui l’estremo leccese può essere solo spettatore aggiunto. Il vantaggio dell’Empoli è meritato e legittimato da un continuo crescendo di ritmo e palleggio, che viene spezzato solo dal duplice fischio del direttore di gara che, dopo ulteriori due minuti di recupero, manda le due squadre negli spogliatoi per l’intervallo, sotto un diluvio di fischi e “qualcos’altro” per i padroni di casa. Il risultato dice 0-1 per i toscani, ma l’Empoli poteva anche chiudere con un vantaggio più importante, ad esempio per l’occasionissima capitata a Maleh il cui tiro a botta sicura è stato respinto con il proprio corpo da Gaspar.
Alla ripresa il popolo del via del Mare, quello di fede giallorossa ovviamente, si aspetta una ripartenza di tutt’altro spessore, ed invece è ancora l’Empoli a guadagnarsi meritati applausi. Pellegri colpisce ancora Gaspar con una conclusione diretta verso la porta, poi Cacace scaglia verso la porta dei salentini un diagonale rasoterra preciso e diretto all’angolino che Falcone in tuffo disperato con la mano aperta devia sul palo, e sulla cui respinta si avventa Colombo che manda sul fondo di pochissimo.
La svolta del match, in negativo per l’Empoli, sta proprio tra questa doppia occasione non sfruttata ed il doppio cambio che intorno all’ora di gioco opera il tecnico del Lecce Gotti. Un doppio cambio con gli ingressi di Sansone e Coulibaly a centrocampo, al posto di Oudin e Ramadani, che da un volto diverso alla partita. Con il passare dei minuti, infatti, nel centrocampo dell’Empoli si aprono delle crepe su cui il Lecce trova spazio e ispirazione, d’altronde D’Aversa non ha molte armi in questo senso; probabilmente sarebbe stato tutto o quasi diverso se avesse avuto a disposizione gente come Fazzini, Anjorin, Grassi, tanto per fare dei nomi illustri schierabili in quella zona di campo. Invece la risposta del tecnico empolese è il cambio Goglichidze-De Sciglio, con l’ex Juventus a dare esperienza nel pacchetto difensivo empolese, e Solbakken in luogo di Pellegri che dopo un’ora di partita ha ovviamente finito il carburante.
L’Empoli inevitabilmente arretra, il Lecce preme e mette nel mirino la porta di Vasquez. Kristovic calcia fuori, Sansone invece con una punizione diretta dal limite dell’area di rigore impegna Vasquez, poi ancora Kristovic che da pochi passi manca il bersaglio. L’Empoli va in apnea, prova a resistere, ma al 32′ capitola con il colpo di testa vincente di Pierotti su cross dalla sinistra di Gallo.
Agguantato il pari Gotti inserisce anche Rebic in luogo di Guilbert, D’Aversa invece inserisce Ekong e Sambia per Maleh e Cacace, nel tentativo di riossigenare la mediana azzurra, e ordina ai suoi di passare al 3-4-2-1, come a voler dare un segnale e cioè quello di farsi schiacciare meno dagli avversari provando ad impegnare di più la loro linea difensiva. L’operazione inizialmente non riesce perché il Lecce sfiora in almeno due occasioni il ribaltone, e cioè quando Sansone coglie un incrocio dei pali su una nuova punizione dal limite, e Kristovic di testa inquadra la porta ma coglie la traversa.
Colpire “un legno” a volte può essere un segnale di avvicinamento alla porta avversaria, altre volte può essere un segnale diametralmente opposto, com’è avvenuto in un certo senso all’Empoli con Cacace in avvio di ripresa, per esempio; un segnale premonitore ad indicare che può accadere qualcosa di inaspettato. Ed in effetti qualcosa di inaspettato accade veramente. Dopo almeno venti minuti di grandissima sofferenza gli azzurri, con carattere e orgoglio, bussano due volte molto pericolosamente dalle parti di Falcone. In un primo caso l’estremo difensore si oppone male ad una conclusione di Ekong, con la palla che gli sfugge dalle mani e sulla quale si avventano Solbakken e Colombo, con gli azzurri che finiscono per ostacolarsi a vicenda e fare fallo sul portiere. Il secondo caso, nel pieno dei cinque minuti di recupero, è a dir poco clamoroso. I salentini perdono palla nel cerchio di centrocampo e l’Empoli va in contropiede in un quattro contro due micidiale, Colombo inizializza e rifinisce l’azione ma il suo tiro viene deviato provvidenzialmente in calcio d’angolo da Baschirotto. Il triplice fischio finale arriva con l’Empoli in attacco.
Alla fine l’Empoli porta a casa il risultato che forse alla vigilia maggiormente aveva cercato, un risultato cioè che potesse dare continuità alla vittoria casalinga di lunedì scorso contro il Como. Con così tanti indisponibili, e con due giorni e mezzo di riposo in meno rispetto agli avversari, e soprattutto alla fine di un ciclo di partite in cui si è giocato quattro volte in quattordici giorni era veramente difficile fare di più.
Per fortuna adesso c’è la sosta, con la speranza che questa sosta faccia recuperare energie preziose e qualche pedina da mettere a disposizione del tecnico.
Fonte: gabrieleguastella.it
L’esultanza del gruppo azzurro al gol di Pietro Pellegri (Credit EFC 1920)
Continuano le indagini sul decesso di Liam Payne, avvenuto lo scorso 16 ottobre a Buenos Aires in Argentina, causato dalla caduta dal balcone di un hotel. Le autorità argentine hanno fermato tre persone legate all’incidente. Secondo il Procuratore Nazionale Penale e Penitenziario, gli arrestati sono stati accusati di abbandono di persona seguito da morte, oltre alla fornitura di stupefacenti.
Alla morte dell’ex One Direction era stato pubblicato il referto dell’autopsia, che ha rivelato che l’artista britannico è morto per una serie di lesioni dovute alla caduta, oltre ad messo in evidenza che l’artista aveva assunto diverse sostanze stupefacenti, come cocaina, alcol e benzodiazepine.
Secondo i media locali, due dei soggetti incriminati sono accusati di aver fornito sostanze stupefacenti a Payne, tra cui una persona che lavorava all’hotel di Buenos Aires dove alloggiava il cantante. Il terzo incriminato, descritto come un amico di Payne, non avrebbe detto alla famiglia dell’artista dei suoi problemi di droga e non avrebbe risposto alla chiamata degli investigatori il giorno dell’incidente.
Liam Payne è scomparso all’età di 31 anni, lasciando un figlio di 7 anni, avuto con l’ex compagna Cheryl Cole. Ieri, 7 novembre, il corpo del cantante è stato restituito alla famiglia nel Regno Unito.
Poche settimane fa Gianni Morandi si era mostrato sui social insieme a Jovanotti, lasciando intendere che ci fosse una collaborazione in atto: “Ciao Jova! Ti ricordi la canzone che mi hai fatto ascoltare qualche giorno fa? Mi torna sempre in mente. Perché non la metti a posto, la concludi e proviamo a registrarla?”, aveva scritto in quell’occasione.
E a quanto pare il lavoro è stato terminato, perché Morandi ha appena annunciato l’uscita del suo nuovo singolo: “L’attrazione”, così si intitola il nuovo brano, sarà disponibile da venerdì 15 novembre. Lorenzo ha commentato sui social il nuovo brano: “L’ho scritta per lui e l’ha cantata come solo lui sa fare! La nostra amicizia è piena di momenti pazzeschi, e questa canzone nasce da uno di quei momenti. Lui è sempre Morandi e qui è un Morandi nuovo, spaziale!”.
I due artisti avevano già collaborato nel 2023 per l’album “Evviva!”, che comprende i singoli “Apri tutte le porte” e “L’allegria”.
Nella serata di mercoledì scorso, 6 novembre, era rimasta vittima di un grave incidente domestico, un incendio divampato in cucina, dove la donna, un’insegnante 50enne, stava preparando la cena. La donna era stata trasportata con gravissime ustioni in ospedale a Verona ma è deceduta nella mattinata di oggi, venerdì 8 novembre.
La tragedia si è consumata ad Agordo, in provincia di Belluno, dove Annalisa Zasso, così si chiamava la vittima, abitava da sola. Come riportato dalla stampa locale, pare che la 50enne fosse impegnata ai fornelli quando, per cause in corso di accertamento, è scoppiato un incendio. A lanciare l’allarme sono stati i vicini per una perdita d’acqua che proveniva dal piano superiore: le fiamme avevano infatti fuso una tubatura della cucina provocando l’allagamento.
Sul posto sono così intervenuti intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno trovato la donna riversa a terra e gravemente ustionata. Il personale sanitario ha provveduto a trasportarla in ospedale con il codice di massima urgenza ma purtroppo per la 50enne non c’è stato nulla da fare. (fotografia di repertorio)
Come si legge in un comunicato stampa, si tratta di un intervento definito ibrido perché prevede l’applicazione di tecniche sia transcatetere (attraverso i vasi sanguigni), sia endoscopiche (mini invasive). Una tipologia mai documentata prima in Europa applicata Ospedale del Cuore di Monasterio, a Massa, su due pazienti con esiti positivi.
Entrambi presentavano problemi importanti a due valvole cardiache, la aortica e la mitrale, con effetti pesanti sulla qualità di vita. Per il complessivo quadro clinico, sottoporli a interventi con tecniche cardiochirurgiche standard, apertura dello sterno e tempi operatori più lunghi, avrebbe comportato un rischio troppo elevato. Così i medici dell’Ospedale del Cuore hanno deciso di effettuare interventi ibridi, senza apertura dello sterno, abbattendo il rischio operatorio e favorendo un più rapido recupero funzionale del paziente.
A rendere possibili gli interventi, la competenza dei professionisti e l’elevato contenuto tecnologico del nuovo blocco operatorio dell’Ospedale del Cuore e della sua sala chirurgica ibrida.
Le operazioni sono state eseguite dal team guidato dal dottor Marco Solinas, Direttore della Cardiochirurgia Adulti, composto dallo stesso Solinas, dai cardiochirurghi Tommaso Gasbarri e Silvia Di Sibio e dai cardiologi interventisti Anees Ali Ahmed Al Jabri e Marcello Ravani. (fotografia di repertorio, generica di sala operatoria)
In questa intervista, Achille Maini e Barbara Pinotti hanno incontrato Alfa, che ci ha raccontato tutto sul suo ultimo singolo, realizzato insieme a Manu...