Il mondo piange Papa Francesco, scomparso nella mattinata di ieri, lunedì dell’Angelo, all’età di 88 anni.
I funerali di Bergoglio si terranno sabato 26 aprile, alle 10.00, sul sagrato della Basilica di San Pietro. La liturgia sarà presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re. Lo comunica l’Ufficio delle celebrazioni liturgiche. “Al termine della Celebrazione Eucaristica avranno luogo l’Ultima commendatio e la Valedictio. Di seguito il feretro del Romano Pontefice sarà portato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione”.
La salma del pontefice rimane oggi nella cappella di Santa Marta dove il Papa ha celebrato messa per tutto il suo pontificato e dove già lunedì sera è iniziato il via vai dei cardinali per l’ultimo saluto. Mercoledì la traslazione a San Pietro. Francesco scrisse in un testo inedito: “La morte non è la fine di tutto ma un nuovo inizio“.
Ieri in serata sono stati apposti i sigilli sia a Casa Santa Marta, sia “al terzo piano del Palazzo apostolico“, dopo la lettura dell’atto di constatazione della morte di Francesco. Il rito è stato presieduto alle 20 dal cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa. E’ la prima volta che un Papa sceglie di abitare a Santa Marta ed è la prima volta che muore nella Domus. Per questo i sigilli sono stati apposti anche in un luogo diverso dall’appartamento apostolico.
Il Vaticano ha diffuso la prima immagine della salma di Papa Francesco. Indossa la mitra, un rosario tra le mani, la veste liturgica rossa, in una semplice bara di legno. Accanto al feretro, il cardinale Pietro Parolin, raccolto in preghiera.
Il Consiglio dei Ministri, convocato oggi alle 12.00 a palazzo Chigi, proclamerà il lutto nazionale di tre o cinque giorni per la morte di papa Francesco. Verrà affidato al capo del dipartimento della Protezione civile il coordinamento delle attività e di tutte le strutture impegnate, così come avvenne nel 2005 in occasione dei funerali di papa Giovanni Paolo II.
L’Assemblea di Lega Serie B convocata con carattere d’urgenza oggi per deliberare la data di recupero della totalità della 34a giornata, prerogativa come previsto dallo Statuto (art. 27.1) di competenza assembleare.
Le società, tutte presenti, a larghissima maggioranza hanno deciso di recuperare la 34a giornata martedì 13 maggio, alla luce delle complicazioni logistiche per i club e per i tifosi dovute al periodo di feste e di ponti di questi giorni. Avallando così la proposta del Consiglio Direttivo.
Confermate quindi tutte le date di calendario già previste, a partire dalla 35a giornata che si disputerà il prossimo venerdì 25 aprile.
In seguito a questa scelta le date playoff e playout verranno riprogrammate nei prossimi giorni, allo stesso modo saranno comunicati gli orari della 34a giornata.
Il calcio italiano ha deciso di fermarsi per la morte di Papa Francesco, rinviando tutte le gare in programma a Pasquetta. Ad annunciare le date ufficiali è stata la stessa Lega Serie A che ha deciso di rinviare la 33esima giornata di appena due giorni. Le gare, infatti, saranno recuperate mercoledì 23 aprile alle ore 18.30.
Questo il programma:
CAGLIARI – FIORENTINA Mercoledì 23 aprile 2025 ore 18.30
GENOA – LAZIO Mercoledì 23 aprile 2025 ore 18.30
PARMA – JUVENTUS Mercoledì 23 aprile 2025 ore 18.30
TORINO – UDINESE Mercoledì 23 aprile 2025 ore 18.30
La Lega Pro ha appena comunicato ufficialmente la data di recupero delle partite rinviate e questo lunedì 21 aprile a causa della morte di papa Francesco. Le gare di serie C girone B si giocheranno tutte insieme contemporaneamente, questo mercoledì 23 aprile alle ore 18.
Nella mattinata di questo lunedì di Pasquetta è morto il Santo Padre: papa Francesco si è spento a Roma all’età di 88 anni.
In segno di lutto la FIGC, d’intesa con tutte le componenti federali, ha deciso di sospendere tutte le competizioni in programma nella giornata di oggi 21 aprile. Sono pertanto rinviate a data di destinarsi tutte le partite previste in Serie A, Serie B e Serie C. Non si giocano nemmeno le gare dei campionati Primavera.
Analogo provvedimento fu preso anche nel weekend del 3-4 aprile 2005, in occasione della morte di papa Giovanni Paolo II: l’intero sport italiano in quei giorni si fermò, lo stesso accadrà oggi.
È è stata una pasqua molto amara e a dir poco indigesta per Milan e Inter. Le due squadre milanesi sono infatti state entrambe sconfitte per 1-0 nel turno di questa domenica 20 aprile, rispettivamente da Atalanta e Bologna.
I nerazzurri di Simone Inzaghi hanno subito la beffa di un gol al novantaquattresimo minuto da parte di Orsolini, vedendosi così raggiungere dal Napoli in testa alla classifica.
Mentre i rossoneri hanno ceduto in casa di misura contro i bergamaschi, andati a segno al 62º minuto con Ederson. Il diavolo dopo questa sconfitta vede ridursi a lumicino le possibilità di qualificarsi alle coppe europee per la prossima stagione.
VENEZIA(3-5-2) – 28 Radu; 16 Marcandalli (dal 17′ st 25 Schingtienne), 4 Idzes, 2 Cande; 24 Zerbin, 71 Perez (dal 27′ st 32 Duncan), 14 Nicolussi Caviglia, 97 Doumbia (dal 17′ st 10 Yeboah), 77 Ellertsson (dal 42′ st 5 Haps); 6 Busio, 9 Gytkjaer (dal 42′ st 99 Maric). A disp. 1 Joronen, 23 Grandi; 7 Zampano, 11 Oristanio, 19 Bjarkason, 33 Sverko, 36 Ladisa, 79 Carboni. All. Eusebio Di Francesco
Arbitro: Sig. Davide Massa di Imperia (Passeri-Costanzo | IV Uff.le Santoro – VAR Mariani-Marini)
Marcatori: 14′ st 10 Fazzini (E), al 22′ st 10 Yeboah (V), al 40′ st 6 Busio (V), al 43′ st 8 Anjorin (E)
Note: Angoli Empoli 2 Venezia 5. Ammoniti: 1′ st 16 Marcandalli (V), al 9′ st 5 Grassi (E), al 30′ st 13 Cacace (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 2′ pt – 3′ st. Spettatori: 7mila.
In un Carlo Castellani Computer Gross Arena semideserto, a proposito ancora vivissimi complimenti ai superpagati manager giacca e cravatta che hanno deciso di far giocare questa partita alle 15 nel giorno di Pasqua, l’Empoli e il Venezia si affrontano per giocarsi una fetta importante di salvezza. Lo spettacolo è ai limiti della decenza per quarantacinque minuti; il primo tempo, infatti, è soporifero, con gli azzurri che non calciano mai verso la porta di Radu (Grassi e Goglichidze avrebbero anche due occasioni ma entrambi cercano un passaggio inutile anziché calciare verso la porta, ndr), mentre il Venezia in realtà un paio di occasioni importanti se le crea; e in entrambe le circostanze Vasquez si è dovuto impegnare per evitare la capitolazione.
Nel secondo tempo l’Empoli sembra scendere con un piglio diverso, Henderson su un’azione insistita degli azzurri confeziona un assist al bacio su cui Fazzini si avventa depositando in rete. E’ il minuto 14 di una partita fino a quel momento anonima, le 16 e 19 minuti di una domenica di Pasqua, quando finalmente l’Empoli torna al gol al Castellani dopo un digiuno di tre mesi, offrendo la sensazione che sia anche una svolta del campionato per la squadra di Roberto D’Aversa. La sensazione sembra trovare riscontro nei minuti successivi al gol, in cui il Venezia sembra andare in tilt, nell’immaginario cruscotto della “macchina” Di Francesco si accende la spia di avaria motore. L’Empoli invece è su di giri e Cacace avrebbe la palla gol per il clamoroso 2-0, solo che il neozelandese incrocia troppo e il pallone va sul fondo. Così quello di Fazzini resta l’unica conclusione nello specchio della porta in oltre un’ora di partita, quella conclusione vincente che scava la differenza tra vincere e perdere, restare a galla e naufragare.
Il Venezia prova a cambiare marcia: dentro Schingtienne e Yeboah, al posto di Marcandalli e Doumbia, ma gli effetti non sembrano vedersi. Eppure il Venezia pareggia davvero. Ma quello confezionato dalla difesa dell’Empoli è un regalo nell’uovo di Pasqua clamoroso. Su un angolo battuto da Nicolussi Caviglia, Vasquez va a farfalle e Goglichidze si addormenta, così Yeboah appostato sotto porta sul palo più lontano deposita in rete per il più facile dei gol. Errori marchiani quelli del portiere, soprattutto, e difensore, imperdonabili in Serie A. La gioia degli azzurri e di tutto il popolo empolese, che si è pensato momentaneamente addirittura fuori dalla zona retrocessione, è durata appena otto minuti. Ma il peggio deve arrivare. Il gol del pari galvanizza i veneziani che, anche grazie al cambio operato dal loro tecnico (Duncan al posto di Perez, ndr), alza il proprio baricentro mettendo in seria difficoltà la retroguardia azzurra che rischia in almeno un paio di circostanze di subire il gol del sorpasso ospite.
Dall’altra parte D’Aversa prova a cambiare qualcosa inserendo Ebuehi al posto di un’evanescente Colombo, spostando Gyasi in posizione più offensiva (25′), per poi cambiare di nuovo otto minuti dopo con gli inserimenti di Solbakken proprio al posto di Gyasi e Anjorin in luogo di Henderson.
Il Venezia però sembra avere più benzina: appare più scattante, più veloce, con più idee di gioco, un po’ all’opposto dell’Empoli che ormai pare affidarsi sempre più ai lancioni lunghi dalle retrovie. A cinque minuti dal termine poi l’Empoli vede il baratro. Gli ospiti scappano via due volte sulla propria fascia destra di competenza e si presentano dalle parti di Vasquez, l’estremo difensore dei toscani respinge con il corpo scontrandosi però con Goglichidze, la palla resta lì e Busio anticipa tutti ribadendo in rete per il gol dell’1-2. Ora sono le 16:45, in Curva Sud, quella dove si sono date appuntamento trecentodieci anime arancioneroverdi, scoppia il tripudio mentre sul resto dello stadio cala un silenzio assordante. Un attimo in cui sembra crollare tutto, tanto che il boato “Empoli Empoli” scandito dopo la prodezza di Fazzini, meno di mezzora prima, sembra addirittura neanche esistito. Centottanta secondi che sembrano un’eternità, centottanta secondi in cui il Venezia, che proprio come era accaduto all’Empoli ora si pensa fuori dalla zona retrocessione, opera anche due cambi (Haps e Maric al posto di Ellertsson e Gytkjaer), per dare nuovo ossigeno alla squadra, per far scorrere altri secondi preziosi.
Il tempo di rimettere il pallone sul dischetto del centrocampo, di vincere due contrasti in mediana, di incrociare i volti delusi e frustrati di qualche sportivo sugli spalti, il tempo in cui l’orologio sembra fermarsi, è quell’attimo in cui Anjorin strappa la palla agli avversari avanza cinque metri, forse sette, forse otto, otto come il numero che porta sulle spalle, il tempo di calciare un pallone tagliato e quasi a filo d’erba, un tiro che sembra arrivare dal cielo, spinto tra le nuvole, accarezzato da Giulio e Greta, per cui questa settimana doveva finire in maniera diversa. Ora l’orologio segna le 16:48, è quel minuto in cui spazio e tempo si sono congiunti, proprio sopra al Castellani, in cui si riaccende tutto in un boato, tra gioia, disperazione e speranza. E’ quel minuto che lascia tutto così com’è, con il distacco ora meno evidente. Perché sì, voglio chiudere così: se non vinciamo una partita dall’8 dicembre, e una in casa dal 4 novembre, se sono passate ormai diciotto gare a digiuno dei tre punti in un sol boccone, se oggi l’agguantiamo così, e a cinque giornate siamo ancora lì, vivi e in piena lotta… forse, chissà, tutto questo avrà un significato che val la pena scoprire.
Fonte: gabrieleguastella.com
Il momento in cui Tino Anjorin scaglia il tiro del definitivo 2-2 e, in pratica, tiene ancora l’Empoli in corsa per la salvezza in Serie A (Credit Ph EFC 1920)
Il Pisa Sporting Club si prepara ad ospitare la Cremonese nel match clou del turno Pasquale della Serie BKT, in programma lunedì (ore 20.30) alla Cetilar Arena.
Una sfida tanto attesa quanto importante per le due contendenti che il tecnico nerazzurro Filippo Inzaghi ha così analizzato rispondendo alle domande dei giornalisti nel consueto appuntamento con i Media della vigilia: “La squadra sta bene e non vede l’ora di giocare questa partita, come è giusto che sia. Affrontiamo una squadra che ha un allenatore molto bravo e che stimo molto, una delle più forti del campionato, per cui non sono stupito dai numeri importanti che sta raccogliendo. Però se abbiamo quel vantaggio rispetto al loro è perché ce lo siamo meritato e dobbiamo far si che il campo confermi questa cosa. Nessun calcolo, dobbiamo andare a prenderci il nostro sogno come abbiamo sempre fatto, ripetendo prestazioni come quella di Reggio Emilia. Massimo rispetto per gli avversari, però quando giochiamo di fronte al nostro pubblico, il difficile penso venga per gli altri“.
Alla vigilia di Empoli-Venezia, vero e proprio spareggio salvezza in programma allo stadio Carlo Castellani Computer Gross Arena per domenica 20 Aprile 2025 giorno della Santa Pasqua (fischio d’inizio ore 15:00), il tecnico degli azzurri Roberto D’Aversa ha presentato la sfida.
Per la nostra redazione sportiva presente la voce azzurra Gabriele Guastella.
Il mondo piange Papa Francesco, scomparso nella mattinata di ieri, lunedì dell’Angelo, all’età di 88 anni.
I funerali di Bergoglio si terranno sabato 26 aprile, alle 10.00, sul sagrato della Basilica di San Pietro. La liturgia sarà presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re. Lo comunica l’Ufficio delle celebrazioni liturgiche. “Al termine della Celebrazione Eucaristica avranno luogo l’Ultima commendatio e la Valedictio. Di seguito il feretro del Romano Pontefice sarà portato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione”.
La salma del pontefice rimane oggi nella cappella di Santa Marta dove il Papa ha celebrato messa per tutto il suo pontificato e dove già lunedì sera è iniziato il via vai dei cardinali per l’ultimo saluto. Mercoledì la traslazione a San Pietro. Francesco scrisse in un testo inedito: “La morte non è la fine di tutto ma un nuovo inizio“.
Ieri in serata sono stati apposti i sigilli sia a Casa Santa Marta, sia “al terzo piano del Palazzo apostolico“, dopo la lettura dell’atto di constatazione della morte di Francesco. Il rito è stato presieduto alle 20 dal cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa. E’ la prima volta che un Papa sceglie di abitare a Santa Marta ed è la prima volta che muore nella Domus. Per questo i sigilli sono stati apposti anche in un luogo diverso dall’appartamento apostolico.
Il Vaticano ha diffuso la prima immagine della salma di Papa Francesco. Indossa la mitra, un rosario tra le mani, la veste liturgica rossa, in una semplice bara di legno. Accanto al feretro, il cardinale Pietro Parolin, raccolto in preghiera.
Il Consiglio dei Ministri, convocato oggi alle 12.00 a palazzo Chigi, proclamerà il lutto nazionale di tre o cinque giorni per la morte di papa Francesco. Verrà affidato al capo del dipartimento della Protezione civile il coordinamento delle attività e di tutte le strutture impegnate, così come avvenne nel 2005 in occasione dei funerali di papa Giovanni Paolo II.
L’Assemblea di Lega Serie B convocata con carattere d’urgenza oggi per deliberare la data di recupero della totalità della 34a giornata, prerogativa come previsto dallo Statuto (art. 27.1) di competenza assembleare.
Le società, tutte presenti, a larghissima maggioranza hanno deciso di recuperare la 34a giornata martedì 13 maggio, alla luce delle complicazioni logistiche per i club e per i tifosi dovute al periodo di feste e di ponti di questi giorni. Avallando così la proposta del Consiglio Direttivo.
Confermate quindi tutte le date di calendario già previste, a partire dalla 35a giornata che si disputerà il prossimo venerdì 25 aprile.
In seguito a questa scelta le date playoff e playout verranno riprogrammate nei prossimi giorni, allo stesso modo saranno comunicati gli orari della 34a giornata.
Il calcio italiano ha deciso di fermarsi per la morte di Papa Francesco, rinviando tutte le gare in programma a Pasquetta. Ad annunciare le date ufficiali è stata la stessa Lega Serie A che ha deciso di rinviare la 33esima giornata di appena due giorni. Le gare, infatti, saranno recuperate mercoledì 23 aprile alle ore 18.30.
Questo il programma:
CAGLIARI – FIORENTINA Mercoledì 23 aprile 2025 ore 18.30
GENOA – LAZIO Mercoledì 23 aprile 2025 ore 18.30
PARMA – JUVENTUS Mercoledì 23 aprile 2025 ore 18.30
TORINO – UDINESE Mercoledì 23 aprile 2025 ore 18.30
La Lega Pro ha appena comunicato ufficialmente la data di recupero delle partite rinviate e questo lunedì 21 aprile a causa della morte di papa Francesco. Le gare di serie C girone B si giocheranno tutte insieme contemporaneamente, questo mercoledì 23 aprile alle ore 18.
Nella mattinata di questo lunedì di Pasquetta è morto il Santo Padre: papa Francesco si è spento a Roma all’età di 88 anni.
In segno di lutto la FIGC, d’intesa con tutte le componenti federali, ha deciso di sospendere tutte le competizioni in programma nella giornata di oggi 21 aprile. Sono pertanto rinviate a data di destinarsi tutte le partite previste in Serie A, Serie B e Serie C. Non si giocano nemmeno le gare dei campionati Primavera.
Analogo provvedimento fu preso anche nel weekend del 3-4 aprile 2005, in occasione della morte di papa Giovanni Paolo II: l’intero sport italiano in quei giorni si fermò, lo stesso accadrà oggi.
È è stata una pasqua molto amara e a dir poco indigesta per Milan e Inter. Le due squadre milanesi sono infatti state entrambe sconfitte per 1-0 nel turno di questa domenica 20 aprile, rispettivamente da Atalanta e Bologna.
I nerazzurri di Simone Inzaghi hanno subito la beffa di un gol al novantaquattresimo minuto da parte di Orsolini, vedendosi così raggiungere dal Napoli in testa alla classifica.
Mentre i rossoneri hanno ceduto in casa di misura contro i bergamaschi, andati a segno al 62º minuto con Ederson. Il diavolo dopo questa sconfitta vede ridursi a lumicino le possibilità di qualificarsi alle coppe europee per la prossima stagione.
VENEZIA(3-5-2) – 28 Radu; 16 Marcandalli (dal 17′ st 25 Schingtienne), 4 Idzes, 2 Cande; 24 Zerbin, 71 Perez (dal 27′ st 32 Duncan), 14 Nicolussi Caviglia, 97 Doumbia (dal 17′ st 10 Yeboah), 77 Ellertsson (dal 42′ st 5 Haps); 6 Busio, 9 Gytkjaer (dal 42′ st 99 Maric). A disp. 1 Joronen, 23 Grandi; 7 Zampano, 11 Oristanio, 19 Bjarkason, 33 Sverko, 36 Ladisa, 79 Carboni. All. Eusebio Di Francesco
Arbitro: Sig. Davide Massa di Imperia (Passeri-Costanzo | IV Uff.le Santoro – VAR Mariani-Marini)
Marcatori: 14′ st 10 Fazzini (E), al 22′ st 10 Yeboah (V), al 40′ st 6 Busio (V), al 43′ st 8 Anjorin (E)
Note: Angoli Empoli 2 Venezia 5. Ammoniti: 1′ st 16 Marcandalli (V), al 9′ st 5 Grassi (E), al 30′ st 13 Cacace (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 2′ pt – 3′ st. Spettatori: 7mila.
In un Carlo Castellani Computer Gross Arena semideserto, a proposito ancora vivissimi complimenti ai superpagati manager giacca e cravatta che hanno deciso di far giocare questa partita alle 15 nel giorno di Pasqua, l’Empoli e il Venezia si affrontano per giocarsi una fetta importante di salvezza. Lo spettacolo è ai limiti della decenza per quarantacinque minuti; il primo tempo, infatti, è soporifero, con gli azzurri che non calciano mai verso la porta di Radu (Grassi e Goglichidze avrebbero anche due occasioni ma entrambi cercano un passaggio inutile anziché calciare verso la porta, ndr), mentre il Venezia in realtà un paio di occasioni importanti se le crea; e in entrambe le circostanze Vasquez si è dovuto impegnare per evitare la capitolazione.
Nel secondo tempo l’Empoli sembra scendere con un piglio diverso, Henderson su un’azione insistita degli azzurri confeziona un assist al bacio su cui Fazzini si avventa depositando in rete. E’ il minuto 14 di una partita fino a quel momento anonima, le 16 e 19 minuti di una domenica di Pasqua, quando finalmente l’Empoli torna al gol al Castellani dopo un digiuno di tre mesi, offrendo la sensazione che sia anche una svolta del campionato per la squadra di Roberto D’Aversa. La sensazione sembra trovare riscontro nei minuti successivi al gol, in cui il Venezia sembra andare in tilt, nell’immaginario cruscotto della “macchina” Di Francesco si accende la spia di avaria motore. L’Empoli invece è su di giri e Cacace avrebbe la palla gol per il clamoroso 2-0, solo che il neozelandese incrocia troppo e il pallone va sul fondo. Così quello di Fazzini resta l’unica conclusione nello specchio della porta in oltre un’ora di partita, quella conclusione vincente che scava la differenza tra vincere e perdere, restare a galla e naufragare.
Il Venezia prova a cambiare marcia: dentro Schingtienne e Yeboah, al posto di Marcandalli e Doumbia, ma gli effetti non sembrano vedersi. Eppure il Venezia pareggia davvero. Ma quello confezionato dalla difesa dell’Empoli è un regalo nell’uovo di Pasqua clamoroso. Su un angolo battuto da Nicolussi Caviglia, Vasquez va a farfalle e Goglichidze si addormenta, così Yeboah appostato sotto porta sul palo più lontano deposita in rete per il più facile dei gol. Errori marchiani quelli del portiere, soprattutto, e difensore, imperdonabili in Serie A. La gioia degli azzurri e di tutto il popolo empolese, che si è pensato momentaneamente addirittura fuori dalla zona retrocessione, è durata appena otto minuti. Ma il peggio deve arrivare. Il gol del pari galvanizza i veneziani che, anche grazie al cambio operato dal loro tecnico (Duncan al posto di Perez, ndr), alza il proprio baricentro mettendo in seria difficoltà la retroguardia azzurra che rischia in almeno un paio di circostanze di subire il gol del sorpasso ospite.
Dall’altra parte D’Aversa prova a cambiare qualcosa inserendo Ebuehi al posto di un’evanescente Colombo, spostando Gyasi in posizione più offensiva (25′), per poi cambiare di nuovo otto minuti dopo con gli inserimenti di Solbakken proprio al posto di Gyasi e Anjorin in luogo di Henderson.
Il Venezia però sembra avere più benzina: appare più scattante, più veloce, con più idee di gioco, un po’ all’opposto dell’Empoli che ormai pare affidarsi sempre più ai lancioni lunghi dalle retrovie. A cinque minuti dal termine poi l’Empoli vede il baratro. Gli ospiti scappano via due volte sulla propria fascia destra di competenza e si presentano dalle parti di Vasquez, l’estremo difensore dei toscani respinge con il corpo scontrandosi però con Goglichidze, la palla resta lì e Busio anticipa tutti ribadendo in rete per il gol dell’1-2. Ora sono le 16:45, in Curva Sud, quella dove si sono date appuntamento trecentodieci anime arancioneroverdi, scoppia il tripudio mentre sul resto dello stadio cala un silenzio assordante. Un attimo in cui sembra crollare tutto, tanto che il boato “Empoli Empoli” scandito dopo la prodezza di Fazzini, meno di mezzora prima, sembra addirittura neanche esistito. Centottanta secondi che sembrano un’eternità, centottanta secondi in cui il Venezia, che proprio come era accaduto all’Empoli ora si pensa fuori dalla zona retrocessione, opera anche due cambi (Haps e Maric al posto di Ellertsson e Gytkjaer), per dare nuovo ossigeno alla squadra, per far scorrere altri secondi preziosi.
Il tempo di rimettere il pallone sul dischetto del centrocampo, di vincere due contrasti in mediana, di incrociare i volti delusi e frustrati di qualche sportivo sugli spalti, il tempo in cui l’orologio sembra fermarsi, è quell’attimo in cui Anjorin strappa la palla agli avversari avanza cinque metri, forse sette, forse otto, otto come il numero che porta sulle spalle, il tempo di calciare un pallone tagliato e quasi a filo d’erba, un tiro che sembra arrivare dal cielo, spinto tra le nuvole, accarezzato da Giulio e Greta, per cui questa settimana doveva finire in maniera diversa. Ora l’orologio segna le 16:48, è quel minuto in cui spazio e tempo si sono congiunti, proprio sopra al Castellani, in cui si riaccende tutto in un boato, tra gioia, disperazione e speranza. E’ quel minuto che lascia tutto così com’è, con il distacco ora meno evidente. Perché sì, voglio chiudere così: se non vinciamo una partita dall’8 dicembre, e una in casa dal 4 novembre, se sono passate ormai diciotto gare a digiuno dei tre punti in un sol boccone, se oggi l’agguantiamo così, e a cinque giornate siamo ancora lì, vivi e in piena lotta… forse, chissà, tutto questo avrà un significato che val la pena scoprire.
Fonte: gabrieleguastella.com
Il momento in cui Tino Anjorin scaglia il tiro del definitivo 2-2 e, in pratica, tiene ancora l’Empoli in corsa per la salvezza in Serie A (Credit Ph EFC 1920)
Il Pisa Sporting Club si prepara ad ospitare la Cremonese nel match clou del turno Pasquale della Serie BKT, in programma lunedì (ore 20.30) alla Cetilar Arena.
Una sfida tanto attesa quanto importante per le due contendenti che il tecnico nerazzurro Filippo Inzaghi ha così analizzato rispondendo alle domande dei giornalisti nel consueto appuntamento con i Media della vigilia: “La squadra sta bene e non vede l’ora di giocare questa partita, come è giusto che sia. Affrontiamo una squadra che ha un allenatore molto bravo e che stimo molto, una delle più forti del campionato, per cui non sono stupito dai numeri importanti che sta raccogliendo. Però se abbiamo quel vantaggio rispetto al loro è perché ce lo siamo meritato e dobbiamo far si che il campo confermi questa cosa. Nessun calcolo, dobbiamo andare a prenderci il nostro sogno come abbiamo sempre fatto, ripetendo prestazioni come quella di Reggio Emilia. Massimo rispetto per gli avversari, però quando giochiamo di fronte al nostro pubblico, il difficile penso venga per gli altri“.
Alla vigilia di Empoli-Venezia, vero e proprio spareggio salvezza in programma allo stadio Carlo Castellani Computer Gross Arena per domenica 20 Aprile 2025 giorno della Santa Pasqua (fischio d’inizio ore 15:00), il tecnico degli azzurri Roberto D’Aversa ha presentato la sfida.
Per la nostra redazione sportiva presente la voce azzurra Gabriele Guastella.
Stava soffocando a causa di una caramella. Protagonista della disavventura, fortunatamente a lieto fine, un bambino di appena due anni. La mamma lo teneva...