Home Cronaca Penne avvelenate: confermata la condanna a 30 anni per l’imputato 21enne

Penne avvelenate: confermata la condanna a 30 anni per l’imputato 21enne

La Corte d’Assise d’Appello ha confermato, come riportato dalla stampa locale, la condanna di primo grado a 30 anni per Alessandro Leon Asoli, 21 anni, accusato di aver ucciso il patrigno Loreno Grimandi, 56 anni, e aver tentato di uccidere la madre, Monica Marchioni.

I fatti sono accaduti il 15 aprile 2021 nella loro abitazione di Ceretolo di Casalecchio, nel Bolognese. I due coniugi cenarono mangiando delle penne al salmone che contenevano una dose di nitrito di sodio. Il compagno della madre morì dopo avere consumato il pasto mentre la donna si salvò, avendo mangiato solo un paio di forchettate di pasta.
E proprio ieri, lunedì 27 marzo, davanti alla Corte d’Assise il 21enne avrebbe per la prima volta confessato il delitto. Nelle sue dichiarazioni, Asoli ha anche chiesto scusa e ha detto di aver maturato la decisione di confessare a seguito di un percorso psicologico in carcere, dichiarandosi speranzoso che la madre possa perdonarlo e dargli una seconda possibilità
La sentenza di primo grado era stata impugnata dallo stesso Asoli, che si era sempre dichiarato innocente, incolpando la madre per l’accaduto, e dalla pm Rossella Poggioli che aveva chiesto per lui l’ergastolo.

Non sono soddisfatto, io ero d’accordo con la Procura e la Procura generale: questi gravissimi fatti meritavano l’ergastolo. Però le sentenze si rispettano, attenderemo le motivazioni per leggere il percorso logico-argomentativo”. Lo ha detto ai cronisti, come riporta l’Ansa, l’avvocato Marco Rossi, che rappresenta la madre dell’imputato e l’anziana madre della vittima, Loreno Grimaldi. “Non andavano concesse le attenuanti generiche – ha aggiunto dopo la lettura della sentenza – perché i fatti sono troppo gravi”.
Il difensore di Asoli, l’avvocato Davide Bicocchi, si è invece detto soddisfatto dell’esito dell’udienza di ieri. (fotografia di repertorio, generica di tribunale)

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