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Sono 4 e non 6 le dosi di vaccino Pfizer iniettate per errore alla tirocinante 23enne

Sono 4 e non 6 le dosi iniettate per sbaglio a una 23enne tirocinante di psicologia clinica la scorsa domenica 9 maggio. Come precisa l’Ausl in un comunicato stampa, si tratta “in realtà di circa 0,30 ml, corrispondente al quantitativo impiegato per 4 dosi di vaccino Pfizer-Biontech”.

La novità – continua la nota – è emersa nel corso dell’audit interno effettuato dall’Asl Toscana nord ovest e terminato nella serata di ieri (10 maggio) all’ospedale Apuane di Massa, nel corso del quale è stato analizzato in maniera accurata il flacone utilizzato per la vaccinazione ed è stato misurato il quantitativo esatto di soluzione vaccinale ancora presente (circa 0,15 ml).
La fiala contiene infatti all’origine 0,45 ml di siero. Il fatto che la quantità di vaccino iniettato sia stato di poco superiore a 4 dosi è importante perché la sperimentazione effettuata da Pfizer per individuare le conseguenze del sovradosaggio era arrivata appunto a testare un quantitativo di 4 dosi di principio attivo inoculate contemporaneamente, senza che per i pazienti ci fossero state conseguenze particolari”.

L’audit “ha confermato la dinamica già ipotizzata nelle ore precedenti: l’infermiera non ha inserito la soluzione fisiologica nel flaconcino, non ha quindi eseguito il passaggio della diluizione e ha aspirato il quantitativo necessario a preparare una dose con le siringhe di precisione fornite dalla farmacia aziendale.
Si è trattato, quindi, di uno “scivolone cognitivo” nella fase di preparazione del vaccino, a cui ha contribuito un problema di conteggio e di predisposizione delle siringhe al momento della preparazione della seduta vaccinale, in un’attività di routine ad alti volumi e con pressione per la necessità di un rigoroso rispetto dei tempi”.

Intanto la 23enne ieri è tornata a casa, è stata infatti dimessa dopo 24 di osservazione in ospedale, vista l’assenza di effetti collaterali. “Sta bene – conclude il comunicato stampa – ma è tenuta ancora sotto stretto controllo, sempre in collegamento con la struttura di Immunologia di Careggi”. (fotografia di repertorio di Daniel Schludi su Unsplash)

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