Home Magazine 21 luglio 1951. Oggi Robin Williams avrebbe compiuto 69 anni

21 luglio 1951. Oggi Robin Williams avrebbe compiuto 69 anni

la foto di copertina da badliteratureinc.it

“Non importa quello che la gente dice, idee e parole possono veramente cambiare il mondo”   Robin Williams

Invece è scomparso suicida l’11 agosto del 2014. Questo terribile e deflagrante gesto ha messo in evidenza con violenza, tormenti, sofferenze e malattie di cui il celebre e amatissimo attore stava soffrendo da quasi tutta la vita, nonostante al pubblico sia sempre arrivata l’immagine di uomo divertente, comico e a volte surreale. Grazie però a pellicole rimaste nel cuore di tutti e che hanno avuto il magico potere di far emergere la profondità del suo sguardo e la possibilità di dare corpo a malinconia, tristezza, a tratti probabilmente anche infelicità, al pubblico è arrivata anche l’altra sua parte.

Ma andiamo per ordine e grado, come si dice, per non perdere nulla, nel bene e nel male, della vita di questo strepitoso artista, una vita che è stata tutt’altro che semplice, come avrete capito. Intanto nelle sue vene scorreva sangue inglese, gallese, irlandese, scozzese, tedesco e francese. Basterebbe questo a destabilizzare chiunque. Forse però proprio grazie a queste sue radici multietniche, Robin era in gradi di parlare in maniera fluida ben 4 lingue. Oltre alla sua, l’inglese, anche il russo, il tedesco, il francese e lo spagnolo.

Nel corso degli anni l’attore soffrì di disturbi dell’umore, spesso di parlò di depressione sino addirittura a ipotizzare un disturbo bipolare. Solo dopo la sua morte, Susan Schneider sua moglie, la terza, rivelò che all’artista poco tempo prima era stato diagnosticato il morbo di Parkinson.

Una introduzione necessaria prima di tornare sui suoi grandi successi televisivi, cinematografici e teatrali.

Il personaggio che lo impose all’attenzione internazionale fu “Mork” della serie tv “Mork e Mindy” che interpretò dal 1978 al 1982. Rimase indimenticato il saluto.. alieno ‘Na-no Na-no”

Mentre al cinema il ruolo che gli aprì ufficialmente le porte dell’olimpo di celluloide, fu “Popeye-Braccio di Ferro” del regista Robert Altman. Non fu un successo, ma evidentemente bastò a mettere in evidenza le sue qualità. In molti lo definirono eclettico e geniale.

A consacrarlo fu l’indimenticabile film “Good Morning Vietnam” di Barry Levinson, nel 1987

La sua interpretazione gli valse una Nomination agli Oscar, che non vinse, ma l’anno seguente gli permise di portare a casa il Golden Globe

Due anni dopo, nel 1989, arriva sui grandi schermi “L’Attimo Fuggente”. Chi non ha pianto su questa pellicola? Fu proprio questa la prima vera interpretazione che gli permise di far emergere le sua peculiarità drammatiche in uno sguardo mai felice davvero, al contrario velato da una permanente malinconia.

A questo, seguirono altri importanti film, tra cui nel 1993 “Mrs Doubtfire-Mammo per sempre” in cui Robin Williams poté inserire quasi tutte le corde attoriali, anche se nell’immaginario comune rimane un ‘film da ridere’. Invece a ben guardarlo c’è la sofferenza del padre allontanato dai figli, lasciato da una donna, la moglie, di cui era innamoratissimo, la capacità di ricoprire tanti ruoli, in primis quello della governante tuttofare. Un vero gioiello cinematografico.

Tante le Nomination agli Oscar, ma la Statuetta arrivò finalmente nel 1998 grazie all’interpretazione dello psicologo Sean McGuire in “Will Hunting-Genio Ribelle

Sempre in quell’anno rese merito all’attività del medico Patch Adams autore della terapia del sorriso

Ma anche a teatro era sempre applauditissimo. Le sue performance ricevevano sempre memorabili stand up come nel caso del one man show “Robin Williams Live On Brodway” nel 2002

Interpretò il suo ultimo film nello stesso anno della sua scomparsa, il 2014, si intitola “Boulevard” di Dito Montiel.

Purtroppo per un lungo periodo Robin si sentì dimenticato, messo da parte, dal pubblico e ancor più dalla critica. La pellicola che gli fece ritrovare l’equilibrio nel rapporto con pubblico e critica fu “Una notte al Museo” con Ben Stiller. Nel film interpretava la statua di cera del presidente statunitense Theodore Roosevelt.

Invece forse non tutti sanno che ebbe una grande passione, quella per le biciclette, ne possedeva ben 85, tutte andate all’asta per beneficienza grazie alla donazione dei figli.

A proposito di figli, L’attore ne ebbe 4, uno, Zachary, nel 1983 dalla prima moglie, la ballerina Valerie Velardi. Gli altri dalla seconda moglie, Marsha Garces: Zelda (1989), Cody Alan (1991) e Michael (1994). La coppia si separò nel 2008. Nel 2011 Williams impalmò la graphic designer Susan Schneider.

Tra le note di sofferenza che riguardano la sua vita c’è anche un trascorso nella droga. Accadde negli anni ’80. Era presente alla drammatica serata in cui morì per overdose, l’amico attore John Belushi.

L’11 agosto 2014 fu trovato senza sensi dai vigili del fuoco nella sua casa a Paradise Cay in California. Erano le 12.02. Due minuti dopo il medico legale ne stabilì il decesso.

Patrizia Santini

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