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Challenge estrema su un social: non ce l’ha fatta la bambina di dieci anni. Dichiarata la morte cerebrale

E’ stata dichiarata la morte cerebrale della bambina di dieci anni di Palermo che era finita in coma a seguito di una presunta challenge estrema, una prova di soffocamento, su un social (TikTok). Lo riporta l’Ansa.

Il gravissimo episodio era accaduto mercoledì sera, quando la piccola era stata portata dai genitori all’Ospedale “Di Cristina” di Palermo, dopo essere stata trovata in bagno senza sensi e con la cintura dell’accappatoio al collo.
Le sue condizioni erano sin da subito apparse disperate e, nonostante i tentativi dei medici, non c’è stato nulla da fare. Era arrivata in ospedale in arresto cardiocircolatorio per un’asfissia prolungata. I genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi.

Come riferisce La Repubblica, edizione di Palermo, sull’accaduto indaga la Polizia che ha posto sotto sequestro il cellulare della bambina, dove si vedono le ultime immagini.
La Procura dei Minori ha aperto un fascicolo per “istigazione al suicidio” contro ignoti per poter procedere con le indagini. Un altro fascicolo, con la stessa ipotesi di reato, è stato aperto anche dalla Procura ordinaria.

Siamo davanti ad un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina“, ha dichiarato un portavoce di TikTok, come riportato dall’agenzia Agi. “La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, per questo motivo non consentiamo alcun contenuto che incoraggi, promuova o esalti comportamenti che possano risultare dannosi“.

Utilizziamo” – ha aggiunto il portavoce – “diversi strumenti per identificare e rimuovere ogni contenuto che possa violare le nostre policy. Nonostante il nostro dipartimento dedicato alla sicurezza non abbia riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato un simile accadimento, continuiamo a monitorare attentamente la piattaforma come parte del nostro continuo impegno per mantenere la nostra community al sicuro. Siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini“.

 

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