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Dopo cinque anni di cecità, recupera la vista grazie a una cornea artificiale

Affetta da una grave patologia che l’aveva portata alla cecità, recupera la vista, ben sei decimi in un occhio, grazie a un intervento chirurgico della durata di mezz’ora eseguito a fine agosto.
Si tratta del primo trapianto in Italia, il centesimo al mondo, realizzato con una protesi endoteliale in materiale polimerico, dal professor Luigi Fontana, Docente di Malattie dell’Apparato Visivo dell’Università di Bologna e direttore dell’Oftalmologia dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola. Oggi è stato replicato già cinque volte.

La paziente è affetta da una patologia chiamata scompenso endoteliale con una conseguente opacizzazione della cornea e glaucoma. Negli ultimi anni era stata già sottoposta a due interventi di trapianto con cellule endoteliali da donatore, falliti entrambi.
Parliamo di una protesi in materiale polimerico che funziona come endotelio di una cornea artificiale –. spiega il professore Luigi Fontana – L’endotelio corneale è una membrana che svolge un compito fondamentale per il mantenimento della trasparenza della cornea e quindi per vedere correttamente: per questo nei pazienti affetti da deficit del suo funzionamento, il trapianto da donatore fino ad oggi era l’unico intervento in grado di ristabilire la funzione visiva. Con un intervento che sfrutta una protesi in materiale polimerico, simile alla plastica, il valore aggiunto principale sta nella minore percentuale di rigetto e nella poca invasività dell’intervento, quasi ambulatoriale”.

Si tratta infatti di “un intervento molto meno invasivo – si legge in una nota stampa del Sant’Orsola – rispetto a quello tradizionale che consente un recupero della vista più rapido e minori complicazioni come il rigetto, nonché l’ottimizzazione dell’impiego delle cornee donate”.
Più specificatamente, parliamo di un sottile strato di un materiale sintetico di 50 micron di spessore e 6,5 mm di diametro: come una piccola lente a contatto morbida e pieghevole che una volta introdotta nell’occhio viene fatta aderire alla parete interna della cornea.
Non siamo ancora al punto da pensare che l’endotelio artificiale possa sostituire del tutto il trapianto di tessuto da donatore: quest’ultimo è infatti ancora in grado di garantire un eccellente risultato visivo con bassi rischi di complicanze e soddisfazione nei pazienti che recuperano la vista pienamente. Ma gli studi in corso dimostrano la sicurezza e l’efficacia di questo tipo di impianti in pazienti con particolari e complesse patologie corneali”. (fotografia dal sito internet dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna)

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