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Incubo al Comunale: il Livorno non sfrutta la superiorità numerica, perde ai rigori contro il Pomezia e resta in Eccellenza

Il match, fin dalle prime battute, è tesissimo e a farne le spese è il Pomezia, che al 16′ rimani in dieci per l’espulsione di Ruggiero, reo di aver pronunciato qualche parola di troppo nei confronti del direttore di gara. Il nervosismo si diffonde anche sugli spalti, con la gara sospesa per circa dieci minuti al 20′ in seguito al lancio di un fumogeno che termina la sua corsa nel settore dei tifosi di casa.

Alla ripresa del match, malgrado l’inferiorità numerica, sono i rossoblù a premere ed i padroni di casa vengono premiati al 37′, quando Teti insacca a porta praticamente spalancata sfruttando un traversone dalla sinistra. Il Livorno, tramortito e a tratti imbarazzante, non reagisce ed il Pomezia ne approfitta per raddoppiare al 45′ con una sassata di Lo Pinto che trafigge Pulidori.

Nella ripresa gli amaranto entrano in campo con un altro piglio e Vantaggiato, al 50′, trasforma con freddezza un rigore guadagnato da Apolloni. I rossoblù, a quel punto, pensano solamente alla fase difensiva ed il Livorno, con il passare dei minuti, prende sempre più campo e al 76′ prendono una clamorosa traversa con un colpo di testa di Frati. All’82’ si ristabilisce la parità numerica per l’espulsione di Russo (fallo da ultimo uomo), ma sono ancora gli amaranto a rendersi pericolosi, prima con Ferretti all’87’ e poi con Vantaggiato al 91′, ma il risultato non cambia e si va ai tempi supplementari.

Nell’extratime il Livorno non riesce più a farsi vedere in avanti, mentre negli ultimi quindici minuti il Pomezia torna a crederci e al 109′ sfiora il gol con un tocco sotto misura di Massella, sul quale è bravo a dire di no Pulidori. I rossoblù reclamano anche per un rigore, più che dubbio, non concesso. Si va così ai rigori, dove gli errori di Vantaggiato, Petronelli e Ghinassi costano al Livorno la D.

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