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Coez a Radio Bruno

Coez sarà ospite nei nostri studi, sabato 11 dicembre, dalle 15.00, per una chiacchierata durante l’Happy Hour con Arianna Bertoncelli e Roberto Uggeri.
Ci parlerà di “Volare”, il suo nuovo album.

Non perdete la diretta radio e tv!

Sul digitale terrestre canale 256 e per l’Emilia Romagna anche il 71, in streaming sul nostro sito e sulla APP (sezione TV).

VOLARE è il nuovo album di Coez, disponibile dal 3 dicembre su etichetta Carosello Records, anticipato nei giorni scorsi dall’uscita di “Come nelle canzoni” il singolo ufficiale che si è classificato immediatamente nella Top 10 della Top 50 di Spotify Italia ed è tra i brani più suonati in radio.

Un nuovo progetto musicale annunciato oggi in pieno stile Coez con il video “VOLARE FREESTYLE” su tutti i canali ufficiali del cantautore, che diventa così il primo artista italiano a spoilerare il manifesto e il concept del proprio progetto discografico con una canzone inedita.
Non appena è stato svelato il titolo è partito subito il tormentone VOLARE È GIÀ IL TUO DISCO PREFERITO, claim che da oggi occuperà alcuni tram pubblici di Roma, Milano e Napoli. Per Coez prosegue l’idea di comunicazione tra le strade, le persone e i luoghi frequentati dalla gente nel loro quotidiano e nelle prossime settimane verrà estesa anche in altri spazi in occasione dell’uscita del disco.

“Volare è inteso come staccarsi da terra ma non solo, vuoi vincere una guerra ma non solo. Volare è guardare su e non giù da un terrazzo, è pretendere di più, e che cazzo. È non tornare a casa dopo un concerto, non conta se ho sofferto, guarda come mi diverto. Volare è un cielo aperto, a chi mi chiede i soldi fanno la felicità, e certo. Noi dormivamo su un letto che era un divano, lo stesso ci volavo, e scivolava la mia mano piano dentro i tuoi jeans, baby, ti chiederà chi sono solo perché è un po’ che non mi vedi. Volare è fare un tiro e guardare l’immenso, sentirsi solo un puntino nell’universo, capire che c’è un prezzo da pagare ma volare è la paura di cadere e il gusto di saltare. È ogni fratello che è volato in cielo presto, se non decolla meglio dircelo presto. Volare è un fan che mi chiede un cinque senza foto, volare è nonostante il vuoto. È non seguire lo spartito, scolare qualche litro, let it go, let it be come i Beatles. A chi da sempre mi ha seguito, l’ha già capito, Volare è già il tuo disco preferito”.
VOLARE FREESTYLE, Coez

L’album arriva a due anni e mezzo di distanza dal disco È SEMPRE BELLO (cinque volte disco di platino), che ha consacrato Coez tra i più influenti artisti italiani che con la sua scrittura crossover tra rap e pop è diventato il simbolo del nuovo cantautorato italiano. Il nuovo progetto è stato preceduto da due brani, “Wu-Tang” e “Flow Easy”, due anticipazioni pubblicate a sorpresa che hanno dato il via a quello che è il nuovo percorso musicale e che ha mostrato due delle molteplici sfaccettature del cantautore: con il primo infatti è emerso il lato più crudo e prettamente rap, con il secondo è invece l’anima più romantica a essere protagonista. Il primo vero singolo estratto, “Come nelle canzoni”, ha conquistato in poco tempo il pubblico, classificandosi immediatamente nella Top 10 della Top 50 Spotify Italia oltre che essere tra i brani più suonati in radio.

VOLARE è disponibile in cd, vinile nero e colorato, e su tutte le piattaforme digitali per download e streaming.

Con VOLARE inizia infatti anche una nuova avventura dal vivo per Coez: dopo aver riempito i più importanti palazzetti italiani nel 2019, registrando il sold out al Mediolanum Forum di Milano, e aver infranto il record nel 2018 per un artista italiano con oltre 33mila presenze al Rock In Roma, dal 31 gennaio 2022 parte da Torino il tour, prodotto da Vivo Concerti, nei piccoli club dove il cantautore ha trascorso gli esordi della sua carriera, in un ritorno alle origini che permetterà di ritrovare un autentico contatto con il pubblico dopo più di due anni di assenza dai palchi. Le date di Milano, Roma e Torino sono già sold out. Info e prevendite autorizzate su: vivoconcerti.com.
Qui di seguito il dettaglio delle date:

31 gennaio 2022 || Torino @ Hiroshima Mon Amour – SOLD OUT
2 febbraio 2022 || Milano @ Magazzini Generali – SOLD OUT
4 febbraio 2022 || Brescia @ Lattepiù
6 febbraio 2022 || Roncade (TV) @ New Age
9 febbraio 2022 || Parma @ Campus Music Industry
11 febbraio 2022 || Livorno @ The Cage
12 febbraio 2022 || Firenze @ Viper
14 febbraio 2022 || Ravenna @ Bronson Club
17 febbraio 2022 || Modugno (BA) @ Demodè
18 febbraio 2022 || Maglie (LE) Industrie Musicali
20 febbraio 2022 || Napoli @ Duel Beat
22 febbraio 2022 || Roma @ Planet Roma (ex Alpheus) – SOLD OUT

Tragico incidente stradale: muore automobilista

Tragico incidente stradale nella mattinata di oggi, giovedì 9 dicembre, intorno alle 10.00, sulla Pedemontana, a Scandiano, nel comprensorio ceramico reggiano.

A seguito di un violento scontro tra un’auto e un camion, avvenuto all’altezza del distributore di metano, ha perso la vita Silvano Ferri, 70 anni, residente a Scandiano. L’uomo si trovava al volante della sua vettura e nell’impatto è deceduto sul colpo. Illeso, ma sotto choc, il conducente del mezzo pesante.
Sul posto è giunto il personale sanitario del 118 che non ha potuto far altro che constatare il decesso del 70enne.

Sul luogo del tragico incidente stradale sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco e gli Agenti della Polizia Locale dell’Unione Tresinaro Secchia che ora dovranno ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Vasto incendio nella notte: dieci famiglie evacuate

Un vasto incendio ha interessato, dalla serata di ieri, mercoledì 8 dicembre, una palazzina a tre piani di via Cristoforo Colombo, a Urgnano, in provincia di Bergamo.

Come riporta la stampa locale, le fiamme si sono sprigionate intorno alle 21.30 sul tetto della struttura, probabilmente a causa del surriscaldamento della canna fumaria. Il rogo ha provocato ingenti danni all’intero stabile, tanto che si è resa necessaria l’evacuazione di dieci famiglie.
Sul posto sono intervenute sei squadre dei Vigili del Fuoco che, oltre ad aver domato l’incendio, hanno anche messo in sicurezza l’edificio, al momento dichiarato inagibile: in fumo circa 150 metri quadrati di tetto.

È giunto anche il personale sanitario in via precauzionale: fortunatamente nessuna persona è rimasta ferita o intossicata. (fotografia da Twitter Vigili del Fuoco @emergenzavvf)

Cinema italiano in lutto: è morta Lina Wertmuller

Lina Wertmuller, la prima donna candidata all’Oscar come migliore regista, è morta nella notte di oggi, giovedì 9 dicembre.

Lina Wertmuller, all’anagrafe Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, discendente da una nobile famiglia svizzera, era nata il 14 agosto 1928 e aveva 93 anni.

Come riporta Il Corriere della Sera, la notizia è stata comunicata sui social da un amico di famiglia, mentre fonti vicine alla famiglia stessa hanno dichiarato che “è mancata serenamente a casa, vicino alla figlia e ai suoi cari”. Lina Wertmuller si è spenta a Roma.

Mette in vendita il divano sui social ma carica per errore la foto del figlioletto

Compra un divano nuovo e così decide di mettere in vendita, attraverso un annuncio su Facebook, il vecchio sofà, ma la donna commette un errore che suscita l’ironia del web.

La giovane mamma che abita a Burley, villaggio appartenente alla contea dell’Hampshire, in Inghilterra, caricando le foto dell’oggetto che aveva intenzione di mettere in vendita, ha pubblicato inavvertitamente anche quella del figlioletto Oscar di appena 7 mesi, accompagnandolo dalla scritta “Devo sbarazzarmene oggi”.

E proprio la foto del bambino è diventata l’immagine in anteprima del suo post, travolto da una serie di messaggi e commenti ironici, fino a quando la donna non ha capito di essersi sbagliata.
Intanto però si sono fatti avanti anche acquirenti interessati al divano. La bizzarra vicenda viene riportata da diversi media. (fotografia generica, di Adem Ay su Unsplash)

“Natale 2021”: la nuova canzone di Radio Bruno disponibile in tutti gli store digitali!

Attesa e richiesta dagli ascoltatori di Radio Bruno per i quali è un gradevole rito da una decina di anni, torna la canzone di Natale del Team di Radio Bruno “NATALE 2021” scritta e ideata come da tradizione da Massimo Zoara.

I DJ di Radio Bruno cantano le parole di “Natale 2021”.

La trovate in tutti i digital store e, naturalmente, sulle frequenze di Radio Bruno.

Il brano è scaricabile su iTunes (al costo di 0,99 Euro), su Amazon Music (al costo di 1,29 Euro)  e lo puoi ascoltare in streaming su Spotify e Shazam.

“NATALE 2021”
La nuova canzone di Radio Bruno disponibile in tutti gli store digitali!
Natale 2021, scritta da Massimo Zoara con le voci dei conduttori di Radio Bruno: da scaricare, ascoltare e cantare insieme.

Scarica “Natale 2021” da questi store:

CREDITI

TITOLO: NATALE 2021
AUTORI: M.ZOARA-D.MANGANO-E.DEL MARCO- F. BIFANO
EDIZIONI: EFFE EMME S.R.L.

Hanno suonato:

Batteria e Tastiere: Massimo Zoara
Basso: Danilo Mangano
Chitarra Elettrica e Acustica: Giovanni Risitano
Cori: Eleonora Del Marco
Voci: Radio Bruno Team e Massimo Zoara

Registrato e Mixato al QG studio di Milano (Italy)

Il video è stato registrato presso “MAXDEVIL STUDIOS” – Novellara (Re)

Regia: Lorenzo Romeo
Grafica: Fill & Key
Art Director: Vince Vezzali
Costumi: La bottega del Teatro – Reggio Emilia
Operatore video: Saverio Campanini
Make-Up: Katiuscia e Marina

I CANTANTI

Dj Angelo, Massimo Zoara, Mary Be, Arianna Bertoncelli, Sandro Damura, Bruno De Minico, Enzo Ferrari, Enrico Gualdi, Robby Mantovani, Marco Marini, Pierluigi Marrone, Clarissa Martinelli, Giorgio Martini, Paolo Meneghelli, Laura Padovani, Georgia Passuello, Fausto Peppi, Barbara Pinotti, Alessandro Prandi, Simone Ruscetta, Mario Rybansky, Alex Testi, Roberto Trapani, Gianluca Setti, Roberto Uggeri, Antonio Valli e Leonello Viale.

TESTO DELLA CANZONE

Mi ricordo il Natale dell’anno scorso
col presidente che fa il discorso agli italiani
“andrà meglio domani”

E mi ricordo ancora quello dell’anno prima
avevamo tutti la prospettiva
di una vacanza, magari breve o sette giorni sulla neve

Era il più classico dei natali. “Una poltrona per due” su tutti i canali
Era il più stupido dei natali anche se c’era lei,
giocavo alla play

Pero’ il Natale 2021 so gia’ che lo vorrei
speciale come gli ultimi europei
Questo natale 2021, 2021, con Radio Bruno

Se c’è un Natale diverso che mi ricordo ancora
è quello che ho passato in coda
il viaggio non finiva mai, ho festeggiato il 26

Era il più comico dei natali soltanto il casellante a farmi gli auguri
il più sbagliato dei miei Natali è quello passato dai suoi
portando anche i miei

Però il Natale 2021 so gia’ che lo vorrei
speciale come gli ultimi europei
Questo Natale 2021 passalo con noi, passalo con Radio Bruno

Mi sono fatto anch’io un’idea, sarà banale ma è la mia…
Natale è stare tutti insieme, poi come viene… viene…
Puntuale come il panettone, arriva la nostra canzone
e come dice la pubblicità, se vuoi… a Natale puoi
Natale 2021

Pero’ il Natale 2021 so gia’ che lo vorrei
speciale come gli europei
Questo natale 2021 passalo con noi
passalo con Radio Bruno

Radio Bruno buon Natale 2021, 2021

Speciale “Violenza contro le Donne”: La vittimizzazione secondaria. Intervista a Nadia Somma

In questo approfondimento ho trovato necessario trattare della vittimizzazione secondaria, un ulteriore trauma che preme sulla donna vittima di violenza che sopravvive alla violenza e che decide di denunciarla. Sarà Nadia Somma, referente del Nuovo Osservatorio sulla vittimizzazione secondaria creato da D.I.Re, a spiegare le pieghe in cui si cela questa grave problematica, le contraddizioni in cui, strada facendo, si incorre, ciò che si dovrebbe fare e ciò che sarebbe consigliabile non fare, con un riferimento in chiusura al recente femminicidio che ha visto vittima la giovane Cecilia Hazana per mano del suo ex Mirko Genco, avvenuto a Reggio Emilia

Dott.ssa Somma cos’è la vittimizzazione secondaria?

La vittimizzazione secondaria avviene, può venire, da parte di altri soggetti che non sono gli autori di maltrattamenti, di violenze. Questi ultimi sono gli attori primari, il soggetto primario che commette violenza. La vittimizzazione secondaria può essere messa in atto per esempio dai familiari della vittima, quando non le credono o la colpevolizzano per le violenze subite o non le offrono aiuto, sostegno. Ma può arrivare anche  da parte di soggetti istituzionali,, in particolare quando una donna ad esempio chiede aiuto, si rivolge all’autorità giudiziaria per sporgere denuncia oppure per intraprendere una separazione legale. In questo caso chiedendo l’affidamento dei figli perché il marito/compagno ha commesso atti gravi di violenza anche in loro presenza. Per questo motivo vorrebbe che non venissero valutate le capacità genitoriali come padre. Invece si ritrova vittimizzata, colpevolizzata, non creduta e a volte ci sono donne che addirittura perdono nei Tribunali civili la collocazione dei figli. Abbiamo avuto casi in cui queste donne hanno perso anche la responsabilità genitoriale perché il loro desiderio di proteggere i figli da un padre violento è stato visto come ostativo, costituendo così motivo di annullamento della richiesta. Oppure la vittimizzazione secondaria può essere innescata quando le donne vittime di violenza non vengono credute nei Tribunali penali, vengono colpevolizzate. Anche i servizi sociali possono scatenarla, quando non viene riconosciuta la violenza, ma viene scambiata come conflitto, lite, aspro conflitto”

Se siamo ancora qui a parlarne vuol die che è una modalità ancora imperante..

Si è molto imperante ancora e anche con delle sviste. Per esempio da parte dell’autorità giudiziaria. Io proprio qualche giorno fa ho pubblicato il caso di una donna che è arrivata al nostro Centro Antiviolenza chiedendo aiuto perché da 5 anni viveva un inferno con un marito che assumeva cocaina (ulteriore elemento di rischio). La donna ci ha mostrato un’archiviazione da parte del Tribunale di Ravenna perché in una di queste aggressioni lui l’aveva spintonata e le aveva dato un calcio. Per il Tribunale l’episodio è stato riconosciuto come fatto accidentale. La donna subiva soprattutto violenza psicologica e lui commetteva anche atti di autolesionismo davanti ai figli che hanno riportato traumi dalla situazione. Il Tribunale ha visto solo un piccolo pezzetto perché spesso le indagini della Polizia Giudiziaria non sono fatte in maniera approfondita. Questo è stato rilevato dal Rapporto della Commissione sul Femminicidio che ha analizzato i casi di donne uccise tra il 2017 e il 2018 con un’attenzione specifica a ciò che era avvenuto dal momento della loro denuncia alla loro morte. C’è una parcellizzazione ovvero i maltrattamenti che subiscono le donne vengono parcellizzati, nel senso che l’autorità giudiziaria prende solamente in esame quell’episodio, ma non viene fatto un approfondimento per far emergere eventuali altri episodi simili o se ce ne sono in corso. Non si riconosce la violenza, non si riconosce la violenza psicologica, si minimizza e quindi alla fine si arriva purtroppo ad archiviazioni di situazioni che in realtà sono solamente un episodio di una lunga sequenza di violenze e maltrattamenti. E aggiungo che l’italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo nel 2017 e nel 2021. La prima volta per il caso Elisaveta Talpis. Cittadina rumena e moldava residente in provincia di Udine, fu vittima di ripetuti atti di violenza domestica da parte del marito. La donna non venne tutelata e l’uomo la ferì gravemente e uccise il figlio”

(Qui a seguire, riporto testualmente da https://www.osservatoriosullefonti.it/

“Dalle vicende riportate in fatto si evince che la ricorrente, dopo avere richiesto l’intervento delle autorità di polizia in occasione di due aggressioni ravvicinate, aveva sporto denuncia contro il coniuge per lesioni personali, percosse e minacce, trovando nel frattempo accoglienza presso un centro antiviolenza. Trasmessa tempestivamente la denuncia alla Procura della Repubblica di Udine, erano però trascorsi oltre sette mesi prima dell’audizione della ricorrente, la quale, sentita dalla polizia giudiziaria, aveva attenuato la gravità dei fatti precedentemente denunciati. La Procura, tenuto conto delle mutate dichiarazioni e dell’assenza di episodi violenti successivamente alla denuncia, aveva richiesto e ottenuto dal giudice delle indagini preliminari l’archiviazione dei reati di maltrattamenti in famiglia e minacce; era proseguito, invece, il solo procedimento penale per lesioni personali aggravate3 . Qualche mese più tardi, il coniuge compiva una terza aggressione, culminata con il tentativo di omicidio della sig.ra Talpis, che nel frattempo aveva fatto ritorno alla casa familiare, e l’uccisione del figlio” n.d.r.)

In seguito a questa prima denuncia, quella del 2017 – continua il racconto di Nadia Somma – l’Italia è stata mantenuta sotto vigilanza rafforzata, quindi il Comitato del Consiglio dei Ministri d’Europa che verifica che gli Stati membri abbiano posto rimedio alle cause che hanno portato alla lesione dei diritti dei propri cittadini, hanno chiesto una documentazione sul caso Talpis. Lo Stato italiano ha presentato dati parziali tra cui anche quello sulle archiviazioni che il Comitato ha giudicato in un numero troppo elevato. In Italia ci sono troppe archiviazioni. E come bengono interpretate queste archiviazioni? Come false denunce. Quindi di nuovo si sposta la colpa sulle donne e si alimenta il pregiudizio che le donne dicono menzogne. Vorrei ricordare non solo i casi di femminicidio analizzati dalla Commissione apposita di donne che avevano denunciato e che poi sono state uccise, ma anche altri casi eclatanti come quello di Marianna Manduca. 12 denunce tutte archiviate”

(riporto testualmente: ‘Marianna Manduca fu brutalmente uccisa dal marito nel 2007 e lo Stato fu condannato a risarcire i tre figli perché, nonostante le dodici denunce di Marianna, non fu in grado di proteggere la donna, vittima di femminicidio’ n.d.r.)

Oppure i casi di donne che hanno perso i figli nonostante le denunce. Pensiamo ad Antonella Penati che chiedeva aiuto allo Stato. Il figlio è stato ucciso dal padre”

(A seguire riporto testualmente dal sito

https://alleyoop.ilsole24ore.com/2021/05/24/caso-penati-perde-strasburgo-non-si-ferma/

Antonella Penati, la madre di Federico Barakat, ucciso durante un incontro protetto col padre, ha perso, dopo sei anni, il ricorso a Strasburgo con il quale chiedeva la condanna dello Stato italiano per non aver protetto il diritto alla vita di suo figlio. La Corte europea dei diritti dell’Uomo ha ritenuto, infatti, che il ricorso fosse inammissibile da punto di vista sostanziale, dato che la donna aveva accettato 100mila euro e si era accordata su un nulla a pretendere nel corso di un processo civile contro i servizi sociali, ammissibile sotto il profilo procedurale, ma non ha ravvisato la violazione dell’articolo 2 (diritto alla vita) della Convenzione europea. Di fronte a questo responso Antonella Penati e i suoi legali non si fermano e stanno preparando l’appello alla Grande Camera’ n.d.r.)

Oppure i fratelli Iacovone

(Riporto testualmente dal sito:  https://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/uccise-figli-ergastolo-

‘Ono San Pietro (Brescia), 13 aprile 2017 – Confermato anche in Cassazione l’ergastolo nei confronti di Pasquale Iacovone, l’uomo che il 16 luglio 2013 a Ono San Pietro, in Valle Camonica, uccise i suoi due figli Andrea e Davide di 9 e 12 anni. Iacovone, secondo quanto ricostruito dai giudici di primo e secondo grado, dopo avere soffocato i due bambini ha dato fuoco all’abitazione dove si trovava con i figli, che finirono carbonizzati. “Sono innocente, c’è stato un incendio, ma non c’entro con la morte dei miei figli”, aveva detto Iacovone nel corso del processo di Appello a cui aveva preso parte con una maschera protettiva sul volto per coprire le ustioni riportate nel rogo e che ricoprono il 90% del suo corpo.

I giudici non gli hanno mai creduto. Iacovone per loro aveva agito per vendicarsi nei confronti della ex moglie Erika Patti, alla quale in un sms aveva scritto: “Ti ammazzo i figli”. Queste le motivazioni del gesto, per il presidente della Corte d’Assise d’Appello di Brescia, Enrico Fischetti, che aveva confermato l’ergastolo del processo di primo grado: “Voleva uccidere i figli e assaporare il gusto tremendo di vedere soffrire in modo indescrivibile la ex moglie di fronte corpi carbonizzati”. La donna ieri era a Roma per seguire l’udienza davanti alla corte di Cassazione. “Pena confermata. Ergastolo. Marcisci in galera ora”, lo sfogo che l’ex moglie di Iacovone ha lasciato sulla sua pagina di Facebook’  n.d.r.)

Questa situazione di ‘parcellizzazione’, come si è detto, d cosa è determinata, secondo lei, secondo la sua esperienza attraverso l’Osservatorio di cui è referente?

E’ sempre una mancanza di formazione. Stiamo parlando di criticità, ma in Italia ci sono anche tante eccellenze, per esempio abbiamo città, province, dove le forze dell’ordine sono formate, lavorano in rete coi Centri Antiviolenza, a volte sono stati anche sottoscritti protocolli presso le Prefetture. C’è inoltre una formazione adeguata anche in chi accoglie la denuncia in modo tale che l’indagine non si limiti a quel singolo caso, ma si attui un approfondimento, che permetta di riconoscere la violenza, di distinguerla dal conflitto, di riconoscere la violenza psicologica. Ci sono invece situazioni in cui le forze dell’ordine non sono formate. La stessa cosa vale per la Magistratura che vede ancora un 10% di Procure non specializzate in questo ambito e la Magistratura giudicante ha una percentuale molto bassa di formazione. Quindi il problema è sempre quello di una mancanza di formazione, anche in questo caso per riconoscere la violenza e anche per prendere coscienza dei propri pregiudizi nei confronti delle donne.

La seconda condanna di Strasburgo all’Italia, di cui accennavo prima, ha visto l’accoglimento del ricorso di una giovane donna che aveva denunciato di essere stata vittima di uno stupro di gruppo la notte del 25 luglio 2008, mentre la Corte di Appello di Firenze assolse i 7 uomini. Le motivazioni della sentenza erano tutte o quasi rette su pregiudizi sessiti, sulla vita sessuale della ragazza, sui suoi comportamenti scorretti che avrebbe tenuto quella sera, sul fatto che indossasse mutandine rosse, che aveva scherzato con quegli uomini che poi lei denunciò. Tutta una serie di valutazioni morali sulla ragazza che ha convinto i giudici a stabilire che non fosse persona credibile. Queste sono le conseguenze di pregiudizi e causa di vittimizzazione secondaria. La Corte di Strasburgo nel maggio del 2021 ha stigmatizzato, disapprovato la sentenza nella condanna all’Italia

Secondo lei sta aumentando la consapevolezza che per affrontare cause del genere sia necessario essere formati, specializzati.. direi?

Se ne parla molto, oggi si parla soprattutto di ‘vittimizzazione secondaria’ come non se ne era mai parlato prima e di ‘vittimizzazione istituzionale’. E’ un buon segno. Vuol dire che si sta evidenziando il fatto che che per donne che decidono di interrompere una relazione con un uomo violento, ci sono ostacoli. Però se noi non abbiamo un Governo che rende costante la formazione, capillare, che la finanzia, difficilmente si rusicirà a sanare le lacune”

Cosa pensa del Codice Rosso?

Penso che abbia degli aspetti critici nel senso che il fatto di ascoltare immediatamente o in breve la vittima attraverso la Polizia giudiziaria, ha causato in alcune Procure, una sorta di imbuto. Prima i Magistrati attivavano una valutazione della denuncia per dare priorità o meno. A noi è successo anche che alcune donne non siano mai state sentite, non capiamo cosa sia successo. Una donna, ad esempio, che ha subito un fatto grave, un tentativo di strangolamento. Nei tre giorni seguenti l’episodio non è mai stata ascoltata. La velocità dell’intervento però non può essere disgiunta dalla qualità dell’intervento di protezione delle donne, per cui è fondamentale ci sia un lavoro di rete tra servizi sociali, forze dell’ordine e Centro Antiviolenza. E che sia sviluppata una valutazione del rischio, mettendo allo stesso tempo la donna in sicurezza, perché la denuncia da sola, non basta

Sempre a proposito di Codice Rosso, c’è un altro elemento di frizione. “L’articolo 6 prevede che con riguardo ai reati di violenza domestica e di genere, la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per i medesimi reati”. Un passaggio che avrebbe interessato anche Mirko Genco, il reo confesso dell’omicidio della sua ex  Cecilia Hazana avvenuto il mese scorso a Reggio Emilia, tempo addietro. La vittima infatti aveva già sporto denuncia contro di lui per stalking a cui era seguita una condanna e un patteggiamento a due anni di carcere. Con la sospensione però, della condizionale concessa, a patto che l’uomo si rivolgesse ad un centro di recupero per uomini violenti. In effetti sembra che abbia contattato un centro a Parma, ma che non sia mai arrivato a frequentare il secondo appuntamento.

C’è da dire che la sospensione della condizionale della pena, può anche non essere data facendo una valutazione del rischio. Io non ho compreso perché la Presidente del Tribunale di Reggio Emilia relativamente al femminicidio da lei citato, abbia dichiarato che i magistrati non sono chiaroveggenti. La violenza ha delle dinamiche ben precise, si sono indicatori precisi per valutare il rischio.Tanto è vero che la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per il caso Talpis proprio perché lo Stato italiano non aveva previsto, non era stato in grado di prevedere ciò che invece era più che prevedibile. Se si è di fronte ad un uomo alcolista che minaccia con le armi in più di un’occasione e fa stalking alla ex, ci sono elevatissime possibilità di rischio. Non si può dire ‘non si poteva prevedere’. Poi ci sarebbe da verificare meglio l’andamento dei percorsi, non è sufficiente che un uomo si rechi presso questi centri. Dovrebbero essere fatte delle verifiche perché in ogni caso esiste il rischio di un uso strumentale del ricorso ai CAM (Centri di Ascolto uomini Maltrattanti) per ottenere benefici di legge. Nel nostro centro capita qualcosa di paradossale. A chiamarci sono gli avvocati degli uomini violenti per chiederci dove si trovano i CAM. Il rischio è proprio questo. Dovrebbe essere evitato l’uso strumentale. Sono percorsi che se non sono fatti spontaneamente, non hanno alcun valore

Patrizia Santini

Travolto dalla propria auto mentre apre il cancello: muore 65enne

Tragico incidente nella mattinata di ieri, mercoledì 8 dicembre, poco prima delle 10.30: un pensionato di 65 anni, residente nella frazione di Malmantile, ha perso la vita dopo essere rimasto schiacciato dalla propria auto. Come riporta la stampa locale, è accaduto in località Piandaccoli, a Lastra a Signa, in provincia di Firenze.

L’uomo era sceso per aprire il cancello della propria autorimessa, quando la vettura, per cause in corso di accertamento, si sarebbe mossa improvvisamente, colpendolo alle spalle. Sul posto è intervenuto il personale sanitario del 118 e i volontari della Misericordia, ma per il pensionato, lui stesso volontario della locale Misericordia, non c’è stato nulla da fare.

Sul luogo del sinistro sono giunti anche i Carabinieri, la Polizia Municipale e i Vigili del Fuoco. Si indaga per capire che cosa abbia provocato la tragedia: si ipotizza il malfunzionamento del freno a mano. (fotografia di repertorio)

Furgone carico di cuccioli dall’Ungheria: sequestrati 50 cani e gatti

Proveniva dall’Ungheria ed era diretto in Campania, il furgone carico di cuccioli fermato nella serata dello scorso martedì 7 dicembre, a Pian del Voglio, frazione di San Benedetto Val di Sambro, nel Bolognese, dalla Polizia Stradale.

In supporto anche i veterinari dell’Azienda Usl di Bologna che hanno accertato le condizioni di salute dei 48 cuccioli di cane di piccola taglia di varie razze tra cui carlino, bulldog francese, bassotto e cavalier, e dei 2 gattini; verificate anche le condizioni di trasporto e i documenti sanitari, riscontrando irregolarità.
Al termine dei controlli è stato disposto il sequestro degli animali e il loro affidamento temporaneo a enti e associazioni animaliste.

L’intervento fa parte di un’intensificazione dell’attività di vigilanza integrata per contrastare il traffico irregolare di cuccioli provenienti dall’Est Europa che purtroppo aumenta nel periodo precedente alle festività di Natale. (fotografia generica di bassotto, di Alondra Pavón su Unsplash)

Elisa annuncia un doppio album dopo la conferma di Sanremo

Elisa torna e si rimette in gioco in grande stile. Dopo l’uscita del suo nuovo singolo “Seta”, si era vociferato della sua presenza al Festival di Sanremo e aveva confermato di esser stata chiamata da Amadeus, ma non aveva rilasciato altri dettagli. Poi c’è stata la fuga di notizie di Chi, che ha pubblicato sedici dei Big in gara, portando Amadeus e la Rai ad anticipare i nomi dei Campioni in gara all’Ariston.

Elisa è stata la prima artista ad essere annunciata. Ora l’artista è pronta a svelare i suoi progetti e, da quanto racconta sui social, c’è un doppio album in arrivo: uno in italiano e uno in inglese.

“La vita è tutto fuori che teoria. Chi avrebbe mai immaginato il mondo degli ultimi due anni? Io no di sicuro. La musica che faccio ha per me una caratteristica principale, è reattiva. Mi serve per smuovere tutto, e serve a me per prima. Il messaggio di questo doppio album si spiegherà canzone dopo canzone, video dopo video, concerto dopo concerto. Immagino tutto questo da due anni. Ci lavoro ininterrottamente da allora.
L’album non può che essere un doppio. L’inglese è la culla da dove vengo, non ho potuto né voluto lasciarlo andare. Ne ho scritte almeno quindici…
Ho lavorato su un’altra quindicina di canzoni in italiano.
Modi classici e modi totalmente nuovi, stesso dna, ma altri linguaggi e strumenti.
Il buio, il fuoco, il desiderio. La musica va uccisa per far sì che rinasca”, ha iniziato a raccontare nel suo lungo post sui social.

Ha continuato: “Gino lo sa che quel libro mi è servito tanto. In questi due anni la pratica, e zero teoria. Come quando arriva la tempesta, e con lei l’istinto di sopravvivenza scatenato da condizioni più pericolose. L’istinto, la risposta. La reazione. Torniamo lì. È successo di tutto per scatenare questa quantità di reazioni.
Abbiamo scritto una delle canzoni migliori dell’album su facetime, in lockdown, nei giorni più bui dello scorso inverno, io credo, per reazione. Ne ho scritta un’altra che ho tenuto in un cassetto per anni, il suo destino era di aspettare Sanremo e il 2022 per incontrarvi.
Sarà un momento importante di questo viaggio appena iniziato, e ce ne saranno altri… Intanto ci vediamo a Sanremo! The rumors were true!”.

Elisa torna con un nuovo album a distanza di tre anni da “Diari Aperti” e sarà un grande ritorno a Sanremo tra i Big, dopo la sua vittoria nel 2001, con il brano “Luce (Tramonti a nord ovest)”.

 

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Coez a Radio Bruno

Coez sarà ospite nei nostri studi, sabato 11 dicembre, dalle 15.00, per una chiacchierata durante l’Happy Hour con Arianna Bertoncelli e Roberto Uggeri.
Ci parlerà di “Volare”, il suo nuovo album.

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Sul digitale terrestre canale 256 e per l’Emilia Romagna anche il 71, in streaming sul nostro sito e sulla APP (sezione TV).

VOLARE è il nuovo album di Coez, disponibile dal 3 dicembre su etichetta Carosello Records, anticipato nei giorni scorsi dall’uscita di “Come nelle canzoni” il singolo ufficiale che si è classificato immediatamente nella Top 10 della Top 50 di Spotify Italia ed è tra i brani più suonati in radio.

Un nuovo progetto musicale annunciato oggi in pieno stile Coez con il video “VOLARE FREESTYLE” su tutti i canali ufficiali del cantautore, che diventa così il primo artista italiano a spoilerare il manifesto e il concept del proprio progetto discografico con una canzone inedita.
Non appena è stato svelato il titolo è partito subito il tormentone VOLARE È GIÀ IL TUO DISCO PREFERITO, claim che da oggi occuperà alcuni tram pubblici di Roma, Milano e Napoli. Per Coez prosegue l’idea di comunicazione tra le strade, le persone e i luoghi frequentati dalla gente nel loro quotidiano e nelle prossime settimane verrà estesa anche in altri spazi in occasione dell’uscita del disco.

“Volare è inteso come staccarsi da terra ma non solo, vuoi vincere una guerra ma non solo. Volare è guardare su e non giù da un terrazzo, è pretendere di più, e che cazzo. È non tornare a casa dopo un concerto, non conta se ho sofferto, guarda come mi diverto. Volare è un cielo aperto, a chi mi chiede i soldi fanno la felicità, e certo. Noi dormivamo su un letto che era un divano, lo stesso ci volavo, e scivolava la mia mano piano dentro i tuoi jeans, baby, ti chiederà chi sono solo perché è un po’ che non mi vedi. Volare è fare un tiro e guardare l’immenso, sentirsi solo un puntino nell’universo, capire che c’è un prezzo da pagare ma volare è la paura di cadere e il gusto di saltare. È ogni fratello che è volato in cielo presto, se non decolla meglio dircelo presto. Volare è un fan che mi chiede un cinque senza foto, volare è nonostante il vuoto. È non seguire lo spartito, scolare qualche litro, let it go, let it be come i Beatles. A chi da sempre mi ha seguito, l’ha già capito, Volare è già il tuo disco preferito”.
VOLARE FREESTYLE, Coez

L’album arriva a due anni e mezzo di distanza dal disco È SEMPRE BELLO (cinque volte disco di platino), che ha consacrato Coez tra i più influenti artisti italiani che con la sua scrittura crossover tra rap e pop è diventato il simbolo del nuovo cantautorato italiano. Il nuovo progetto è stato preceduto da due brani, “Wu-Tang” e “Flow Easy”, due anticipazioni pubblicate a sorpresa che hanno dato il via a quello che è il nuovo percorso musicale e che ha mostrato due delle molteplici sfaccettature del cantautore: con il primo infatti è emerso il lato più crudo e prettamente rap, con il secondo è invece l’anima più romantica a essere protagonista. Il primo vero singolo estratto, “Come nelle canzoni”, ha conquistato in poco tempo il pubblico, classificandosi immediatamente nella Top 10 della Top 50 Spotify Italia oltre che essere tra i brani più suonati in radio.

VOLARE è disponibile in cd, vinile nero e colorato, e su tutte le piattaforme digitali per download e streaming.

Con VOLARE inizia infatti anche una nuova avventura dal vivo per Coez: dopo aver riempito i più importanti palazzetti italiani nel 2019, registrando il sold out al Mediolanum Forum di Milano, e aver infranto il record nel 2018 per un artista italiano con oltre 33mila presenze al Rock In Roma, dal 31 gennaio 2022 parte da Torino il tour, prodotto da Vivo Concerti, nei piccoli club dove il cantautore ha trascorso gli esordi della sua carriera, in un ritorno alle origini che permetterà di ritrovare un autentico contatto con il pubblico dopo più di due anni di assenza dai palchi. Le date di Milano, Roma e Torino sono già sold out. Info e prevendite autorizzate su: vivoconcerti.com.
Qui di seguito il dettaglio delle date:

31 gennaio 2022 || Torino @ Hiroshima Mon Amour – SOLD OUT
2 febbraio 2022 || Milano @ Magazzini Generali – SOLD OUT
4 febbraio 2022 || Brescia @ Lattepiù
6 febbraio 2022 || Roncade (TV) @ New Age
9 febbraio 2022 || Parma @ Campus Music Industry
11 febbraio 2022 || Livorno @ The Cage
12 febbraio 2022 || Firenze @ Viper
14 febbraio 2022 || Ravenna @ Bronson Club
17 febbraio 2022 || Modugno (BA) @ Demodè
18 febbraio 2022 || Maglie (LE) Industrie Musicali
20 febbraio 2022 || Napoli @ Duel Beat
22 febbraio 2022 || Roma @ Planet Roma (ex Alpheus) – SOLD OUT

Tragico incidente stradale: muore automobilista

Tragico incidente stradale nella mattinata di oggi, giovedì 9 dicembre, intorno alle 10.00, sulla Pedemontana, a Scandiano, nel comprensorio ceramico reggiano.

A seguito di un violento scontro tra un’auto e un camion, avvenuto all’altezza del distributore di metano, ha perso la vita Silvano Ferri, 70 anni, residente a Scandiano. L’uomo si trovava al volante della sua vettura e nell’impatto è deceduto sul colpo. Illeso, ma sotto choc, il conducente del mezzo pesante.
Sul posto è giunto il personale sanitario del 118 che non ha potuto far altro che constatare il decesso del 70enne.

Sul luogo del tragico incidente stradale sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco e gli Agenti della Polizia Locale dell’Unione Tresinaro Secchia che ora dovranno ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Vasto incendio nella notte: dieci famiglie evacuate

Un vasto incendio ha interessato, dalla serata di ieri, mercoledì 8 dicembre, una palazzina a tre piani di via Cristoforo Colombo, a Urgnano, in provincia di Bergamo.

Come riporta la stampa locale, le fiamme si sono sprigionate intorno alle 21.30 sul tetto della struttura, probabilmente a causa del surriscaldamento della canna fumaria. Il rogo ha provocato ingenti danni all’intero stabile, tanto che si è resa necessaria l’evacuazione di dieci famiglie.
Sul posto sono intervenute sei squadre dei Vigili del Fuoco che, oltre ad aver domato l’incendio, hanno anche messo in sicurezza l’edificio, al momento dichiarato inagibile: in fumo circa 150 metri quadrati di tetto.

È giunto anche il personale sanitario in via precauzionale: fortunatamente nessuna persona è rimasta ferita o intossicata. (fotografia da Twitter Vigili del Fuoco @emergenzavvf)

Cinema italiano in lutto: è morta Lina Wertmuller

Lina Wertmuller, la prima donna candidata all’Oscar come migliore regista, è morta nella notte di oggi, giovedì 9 dicembre.

Lina Wertmuller, all’anagrafe Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, discendente da una nobile famiglia svizzera, era nata il 14 agosto 1928 e aveva 93 anni.

Come riporta Il Corriere della Sera, la notizia è stata comunicata sui social da un amico di famiglia, mentre fonti vicine alla famiglia stessa hanno dichiarato che “è mancata serenamente a casa, vicino alla figlia e ai suoi cari”. Lina Wertmuller si è spenta a Roma.

Mette in vendita il divano sui social ma carica per errore la foto del figlioletto

Compra un divano nuovo e così decide di mettere in vendita, attraverso un annuncio su Facebook, il vecchio sofà, ma la donna commette un errore che suscita l’ironia del web.

La giovane mamma che abita a Burley, villaggio appartenente alla contea dell’Hampshire, in Inghilterra, caricando le foto dell’oggetto che aveva intenzione di mettere in vendita, ha pubblicato inavvertitamente anche quella del figlioletto Oscar di appena 7 mesi, accompagnandolo dalla scritta “Devo sbarazzarmene oggi”.

E proprio la foto del bambino è diventata l’immagine in anteprima del suo post, travolto da una serie di messaggi e commenti ironici, fino a quando la donna non ha capito di essersi sbagliata.
Intanto però si sono fatti avanti anche acquirenti interessati al divano. La bizzarra vicenda viene riportata da diversi media. (fotografia generica, di Adem Ay su Unsplash)

“Natale 2021”: la nuova canzone di Radio Bruno disponibile in tutti gli store digitali!

Attesa e richiesta dagli ascoltatori di Radio Bruno per i quali è un gradevole rito da una decina di anni, torna la canzone di Natale del Team di Radio Bruno “NATALE 2021” scritta e ideata come da tradizione da Massimo Zoara.

I DJ di Radio Bruno cantano le parole di “Natale 2021”.

La trovate in tutti i digital store e, naturalmente, sulle frequenze di Radio Bruno.

Il brano è scaricabile su iTunes (al costo di 0,99 Euro), su Amazon Music (al costo di 1,29 Euro)  e lo puoi ascoltare in streaming su Spotify e Shazam.

“NATALE 2021”
La nuova canzone di Radio Bruno disponibile in tutti gli store digitali!
Natale 2021, scritta da Massimo Zoara con le voci dei conduttori di Radio Bruno: da scaricare, ascoltare e cantare insieme.

Scarica “Natale 2021” da questi store:

CREDITI

TITOLO: NATALE 2021
AUTORI: M.ZOARA-D.MANGANO-E.DEL MARCO- F. BIFANO
EDIZIONI: EFFE EMME S.R.L.

Hanno suonato:

Batteria e Tastiere: Massimo Zoara
Basso: Danilo Mangano
Chitarra Elettrica e Acustica: Giovanni Risitano
Cori: Eleonora Del Marco
Voci: Radio Bruno Team e Massimo Zoara

Registrato e Mixato al QG studio di Milano (Italy)

Il video è stato registrato presso “MAXDEVIL STUDIOS” – Novellara (Re)

Regia: Lorenzo Romeo
Grafica: Fill & Key
Art Director: Vince Vezzali
Costumi: La bottega del Teatro – Reggio Emilia
Operatore video: Saverio Campanini
Make-Up: Katiuscia e Marina

I CANTANTI

Dj Angelo, Massimo Zoara, Mary Be, Arianna Bertoncelli, Sandro Damura, Bruno De Minico, Enzo Ferrari, Enrico Gualdi, Robby Mantovani, Marco Marini, Pierluigi Marrone, Clarissa Martinelli, Giorgio Martini, Paolo Meneghelli, Laura Padovani, Georgia Passuello, Fausto Peppi, Barbara Pinotti, Alessandro Prandi, Simone Ruscetta, Mario Rybansky, Alex Testi, Roberto Trapani, Gianluca Setti, Roberto Uggeri, Antonio Valli e Leonello Viale.

TESTO DELLA CANZONE

Mi ricordo il Natale dell’anno scorso
col presidente che fa il discorso agli italiani
“andrà meglio domani”

E mi ricordo ancora quello dell’anno prima
avevamo tutti la prospettiva
di una vacanza, magari breve o sette giorni sulla neve

Era il più classico dei natali. “Una poltrona per due” su tutti i canali
Era il più stupido dei natali anche se c’era lei,
giocavo alla play

Pero’ il Natale 2021 so gia’ che lo vorrei
speciale come gli ultimi europei
Questo natale 2021, 2021, con Radio Bruno

Se c’è un Natale diverso che mi ricordo ancora
è quello che ho passato in coda
il viaggio non finiva mai, ho festeggiato il 26

Era il più comico dei natali soltanto il casellante a farmi gli auguri
il più sbagliato dei miei Natali è quello passato dai suoi
portando anche i miei

Però il Natale 2021 so gia’ che lo vorrei
speciale come gli ultimi europei
Questo Natale 2021 passalo con noi, passalo con Radio Bruno

Mi sono fatto anch’io un’idea, sarà banale ma è la mia…
Natale è stare tutti insieme, poi come viene… viene…
Puntuale come il panettone, arriva la nostra canzone
e come dice la pubblicità, se vuoi… a Natale puoi
Natale 2021

Pero’ il Natale 2021 so gia’ che lo vorrei
speciale come gli europei
Questo natale 2021 passalo con noi
passalo con Radio Bruno

Radio Bruno buon Natale 2021, 2021

Speciale “Violenza contro le Donne”: La vittimizzazione secondaria. Intervista a Nadia Somma

In questo approfondimento ho trovato necessario trattare della vittimizzazione secondaria, un ulteriore trauma che preme sulla donna vittima di violenza che sopravvive alla violenza e che decide di denunciarla. Sarà Nadia Somma, referente del Nuovo Osservatorio sulla vittimizzazione secondaria creato da D.I.Re, a spiegare le pieghe in cui si cela questa grave problematica, le contraddizioni in cui, strada facendo, si incorre, ciò che si dovrebbe fare e ciò che sarebbe consigliabile non fare, con un riferimento in chiusura al recente femminicidio che ha visto vittima la giovane Cecilia Hazana per mano del suo ex Mirko Genco, avvenuto a Reggio Emilia

Dott.ssa Somma cos’è la vittimizzazione secondaria?

La vittimizzazione secondaria avviene, può venire, da parte di altri soggetti che non sono gli autori di maltrattamenti, di violenze. Questi ultimi sono gli attori primari, il soggetto primario che commette violenza. La vittimizzazione secondaria può essere messa in atto per esempio dai familiari della vittima, quando non le credono o la colpevolizzano per le violenze subite o non le offrono aiuto, sostegno. Ma può arrivare anche  da parte di soggetti istituzionali,, in particolare quando una donna ad esempio chiede aiuto, si rivolge all’autorità giudiziaria per sporgere denuncia oppure per intraprendere una separazione legale. In questo caso chiedendo l’affidamento dei figli perché il marito/compagno ha commesso atti gravi di violenza anche in loro presenza. Per questo motivo vorrebbe che non venissero valutate le capacità genitoriali come padre. Invece si ritrova vittimizzata, colpevolizzata, non creduta e a volte ci sono donne che addirittura perdono nei Tribunali civili la collocazione dei figli. Abbiamo avuto casi in cui queste donne hanno perso anche la responsabilità genitoriale perché il loro desiderio di proteggere i figli da un padre violento è stato visto come ostativo, costituendo così motivo di annullamento della richiesta. Oppure la vittimizzazione secondaria può essere innescata quando le donne vittime di violenza non vengono credute nei Tribunali penali, vengono colpevolizzate. Anche i servizi sociali possono scatenarla, quando non viene riconosciuta la violenza, ma viene scambiata come conflitto, lite, aspro conflitto”

Se siamo ancora qui a parlarne vuol die che è una modalità ancora imperante..

Si è molto imperante ancora e anche con delle sviste. Per esempio da parte dell’autorità giudiziaria. Io proprio qualche giorno fa ho pubblicato il caso di una donna che è arrivata al nostro Centro Antiviolenza chiedendo aiuto perché da 5 anni viveva un inferno con un marito che assumeva cocaina (ulteriore elemento di rischio). La donna ci ha mostrato un’archiviazione da parte del Tribunale di Ravenna perché in una di queste aggressioni lui l’aveva spintonata e le aveva dato un calcio. Per il Tribunale l’episodio è stato riconosciuto come fatto accidentale. La donna subiva soprattutto violenza psicologica e lui commetteva anche atti di autolesionismo davanti ai figli che hanno riportato traumi dalla situazione. Il Tribunale ha visto solo un piccolo pezzetto perché spesso le indagini della Polizia Giudiziaria non sono fatte in maniera approfondita. Questo è stato rilevato dal Rapporto della Commissione sul Femminicidio che ha analizzato i casi di donne uccise tra il 2017 e il 2018 con un’attenzione specifica a ciò che era avvenuto dal momento della loro denuncia alla loro morte. C’è una parcellizzazione ovvero i maltrattamenti che subiscono le donne vengono parcellizzati, nel senso che l’autorità giudiziaria prende solamente in esame quell’episodio, ma non viene fatto un approfondimento per far emergere eventuali altri episodi simili o se ce ne sono in corso. Non si riconosce la violenza, non si riconosce la violenza psicologica, si minimizza e quindi alla fine si arriva purtroppo ad archiviazioni di situazioni che in realtà sono solamente un episodio di una lunga sequenza di violenze e maltrattamenti. E aggiungo che l’italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo nel 2017 e nel 2021. La prima volta per il caso Elisaveta Talpis. Cittadina rumena e moldava residente in provincia di Udine, fu vittima di ripetuti atti di violenza domestica da parte del marito. La donna non venne tutelata e l’uomo la ferì gravemente e uccise il figlio”

(Qui a seguire, riporto testualmente da https://www.osservatoriosullefonti.it/

“Dalle vicende riportate in fatto si evince che la ricorrente, dopo avere richiesto l’intervento delle autorità di polizia in occasione di due aggressioni ravvicinate, aveva sporto denuncia contro il coniuge per lesioni personali, percosse e minacce, trovando nel frattempo accoglienza presso un centro antiviolenza. Trasmessa tempestivamente la denuncia alla Procura della Repubblica di Udine, erano però trascorsi oltre sette mesi prima dell’audizione della ricorrente, la quale, sentita dalla polizia giudiziaria, aveva attenuato la gravità dei fatti precedentemente denunciati. La Procura, tenuto conto delle mutate dichiarazioni e dell’assenza di episodi violenti successivamente alla denuncia, aveva richiesto e ottenuto dal giudice delle indagini preliminari l’archiviazione dei reati di maltrattamenti in famiglia e minacce; era proseguito, invece, il solo procedimento penale per lesioni personali aggravate3 . Qualche mese più tardi, il coniuge compiva una terza aggressione, culminata con il tentativo di omicidio della sig.ra Talpis, che nel frattempo aveva fatto ritorno alla casa familiare, e l’uccisione del figlio” n.d.r.)

In seguito a questa prima denuncia, quella del 2017 – continua il racconto di Nadia Somma – l’Italia è stata mantenuta sotto vigilanza rafforzata, quindi il Comitato del Consiglio dei Ministri d’Europa che verifica che gli Stati membri abbiano posto rimedio alle cause che hanno portato alla lesione dei diritti dei propri cittadini, hanno chiesto una documentazione sul caso Talpis. Lo Stato italiano ha presentato dati parziali tra cui anche quello sulle archiviazioni che il Comitato ha giudicato in un numero troppo elevato. In Italia ci sono troppe archiviazioni. E come bengono interpretate queste archiviazioni? Come false denunce. Quindi di nuovo si sposta la colpa sulle donne e si alimenta il pregiudizio che le donne dicono menzogne. Vorrei ricordare non solo i casi di femminicidio analizzati dalla Commissione apposita di donne che avevano denunciato e che poi sono state uccise, ma anche altri casi eclatanti come quello di Marianna Manduca. 12 denunce tutte archiviate”

(riporto testualmente: ‘Marianna Manduca fu brutalmente uccisa dal marito nel 2007 e lo Stato fu condannato a risarcire i tre figli perché, nonostante le dodici denunce di Marianna, non fu in grado di proteggere la donna, vittima di femminicidio’ n.d.r.)

Oppure i casi di donne che hanno perso i figli nonostante le denunce. Pensiamo ad Antonella Penati che chiedeva aiuto allo Stato. Il figlio è stato ucciso dal padre”

(A seguire riporto testualmente dal sito

https://alleyoop.ilsole24ore.com/2021/05/24/caso-penati-perde-strasburgo-non-si-ferma/

Antonella Penati, la madre di Federico Barakat, ucciso durante un incontro protetto col padre, ha perso, dopo sei anni, il ricorso a Strasburgo con il quale chiedeva la condanna dello Stato italiano per non aver protetto il diritto alla vita di suo figlio. La Corte europea dei diritti dell’Uomo ha ritenuto, infatti, che il ricorso fosse inammissibile da punto di vista sostanziale, dato che la donna aveva accettato 100mila euro e si era accordata su un nulla a pretendere nel corso di un processo civile contro i servizi sociali, ammissibile sotto il profilo procedurale, ma non ha ravvisato la violazione dell’articolo 2 (diritto alla vita) della Convenzione europea. Di fronte a questo responso Antonella Penati e i suoi legali non si fermano e stanno preparando l’appello alla Grande Camera’ n.d.r.)

Oppure i fratelli Iacovone

(Riporto testualmente dal sito:  https://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/uccise-figli-ergastolo-

‘Ono San Pietro (Brescia), 13 aprile 2017 – Confermato anche in Cassazione l’ergastolo nei confronti di Pasquale Iacovone, l’uomo che il 16 luglio 2013 a Ono San Pietro, in Valle Camonica, uccise i suoi due figli Andrea e Davide di 9 e 12 anni. Iacovone, secondo quanto ricostruito dai giudici di primo e secondo grado, dopo avere soffocato i due bambini ha dato fuoco all’abitazione dove si trovava con i figli, che finirono carbonizzati. “Sono innocente, c’è stato un incendio, ma non c’entro con la morte dei miei figli”, aveva detto Iacovone nel corso del processo di Appello a cui aveva preso parte con una maschera protettiva sul volto per coprire le ustioni riportate nel rogo e che ricoprono il 90% del suo corpo.

I giudici non gli hanno mai creduto. Iacovone per loro aveva agito per vendicarsi nei confronti della ex moglie Erika Patti, alla quale in un sms aveva scritto: “Ti ammazzo i figli”. Queste le motivazioni del gesto, per il presidente della Corte d’Assise d’Appello di Brescia, Enrico Fischetti, che aveva confermato l’ergastolo del processo di primo grado: “Voleva uccidere i figli e assaporare il gusto tremendo di vedere soffrire in modo indescrivibile la ex moglie di fronte corpi carbonizzati”. La donna ieri era a Roma per seguire l’udienza davanti alla corte di Cassazione. “Pena confermata. Ergastolo. Marcisci in galera ora”, lo sfogo che l’ex moglie di Iacovone ha lasciato sulla sua pagina di Facebook’  n.d.r.)

Questa situazione di ‘parcellizzazione’, come si è detto, d cosa è determinata, secondo lei, secondo la sua esperienza attraverso l’Osservatorio di cui è referente?

E’ sempre una mancanza di formazione. Stiamo parlando di criticità, ma in Italia ci sono anche tante eccellenze, per esempio abbiamo città, province, dove le forze dell’ordine sono formate, lavorano in rete coi Centri Antiviolenza, a volte sono stati anche sottoscritti protocolli presso le Prefetture. C’è inoltre una formazione adeguata anche in chi accoglie la denuncia in modo tale che l’indagine non si limiti a quel singolo caso, ma si attui un approfondimento, che permetta di riconoscere la violenza, di distinguerla dal conflitto, di riconoscere la violenza psicologica. Ci sono invece situazioni in cui le forze dell’ordine non sono formate. La stessa cosa vale per la Magistratura che vede ancora un 10% di Procure non specializzate in questo ambito e la Magistratura giudicante ha una percentuale molto bassa di formazione. Quindi il problema è sempre quello di una mancanza di formazione, anche in questo caso per riconoscere la violenza e anche per prendere coscienza dei propri pregiudizi nei confronti delle donne.

La seconda condanna di Strasburgo all’Italia, di cui accennavo prima, ha visto l’accoglimento del ricorso di una giovane donna che aveva denunciato di essere stata vittima di uno stupro di gruppo la notte del 25 luglio 2008, mentre la Corte di Appello di Firenze assolse i 7 uomini. Le motivazioni della sentenza erano tutte o quasi rette su pregiudizi sessiti, sulla vita sessuale della ragazza, sui suoi comportamenti scorretti che avrebbe tenuto quella sera, sul fatto che indossasse mutandine rosse, che aveva scherzato con quegli uomini che poi lei denunciò. Tutta una serie di valutazioni morali sulla ragazza che ha convinto i giudici a stabilire che non fosse persona credibile. Queste sono le conseguenze di pregiudizi e causa di vittimizzazione secondaria. La Corte di Strasburgo nel maggio del 2021 ha stigmatizzato, disapprovato la sentenza nella condanna all’Italia

Secondo lei sta aumentando la consapevolezza che per affrontare cause del genere sia necessario essere formati, specializzati.. direi?

Se ne parla molto, oggi si parla soprattutto di ‘vittimizzazione secondaria’ come non se ne era mai parlato prima e di ‘vittimizzazione istituzionale’. E’ un buon segno. Vuol dire che si sta evidenziando il fatto che che per donne che decidono di interrompere una relazione con un uomo violento, ci sono ostacoli. Però se noi non abbiamo un Governo che rende costante la formazione, capillare, che la finanzia, difficilmente si rusicirà a sanare le lacune”

Cosa pensa del Codice Rosso?

Penso che abbia degli aspetti critici nel senso che il fatto di ascoltare immediatamente o in breve la vittima attraverso la Polizia giudiziaria, ha causato in alcune Procure, una sorta di imbuto. Prima i Magistrati attivavano una valutazione della denuncia per dare priorità o meno. A noi è successo anche che alcune donne non siano mai state sentite, non capiamo cosa sia successo. Una donna, ad esempio, che ha subito un fatto grave, un tentativo di strangolamento. Nei tre giorni seguenti l’episodio non è mai stata ascoltata. La velocità dell’intervento però non può essere disgiunta dalla qualità dell’intervento di protezione delle donne, per cui è fondamentale ci sia un lavoro di rete tra servizi sociali, forze dell’ordine e Centro Antiviolenza. E che sia sviluppata una valutazione del rischio, mettendo allo stesso tempo la donna in sicurezza, perché la denuncia da sola, non basta

Sempre a proposito di Codice Rosso, c’è un altro elemento di frizione. “L’articolo 6 prevede che con riguardo ai reati di violenza domestica e di genere, la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per i medesimi reati”. Un passaggio che avrebbe interessato anche Mirko Genco, il reo confesso dell’omicidio della sua ex  Cecilia Hazana avvenuto il mese scorso a Reggio Emilia, tempo addietro. La vittima infatti aveva già sporto denuncia contro di lui per stalking a cui era seguita una condanna e un patteggiamento a due anni di carcere. Con la sospensione però, della condizionale concessa, a patto che l’uomo si rivolgesse ad un centro di recupero per uomini violenti. In effetti sembra che abbia contattato un centro a Parma, ma che non sia mai arrivato a frequentare il secondo appuntamento.

C’è da dire che la sospensione della condizionale della pena, può anche non essere data facendo una valutazione del rischio. Io non ho compreso perché la Presidente del Tribunale di Reggio Emilia relativamente al femminicidio da lei citato, abbia dichiarato che i magistrati non sono chiaroveggenti. La violenza ha delle dinamiche ben precise, si sono indicatori precisi per valutare il rischio.Tanto è vero che la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per il caso Talpis proprio perché lo Stato italiano non aveva previsto, non era stato in grado di prevedere ciò che invece era più che prevedibile. Se si è di fronte ad un uomo alcolista che minaccia con le armi in più di un’occasione e fa stalking alla ex, ci sono elevatissime possibilità di rischio. Non si può dire ‘non si poteva prevedere’. Poi ci sarebbe da verificare meglio l’andamento dei percorsi, non è sufficiente che un uomo si rechi presso questi centri. Dovrebbero essere fatte delle verifiche perché in ogni caso esiste il rischio di un uso strumentale del ricorso ai CAM (Centri di Ascolto uomini Maltrattanti) per ottenere benefici di legge. Nel nostro centro capita qualcosa di paradossale. A chiamarci sono gli avvocati degli uomini violenti per chiederci dove si trovano i CAM. Il rischio è proprio questo. Dovrebbe essere evitato l’uso strumentale. Sono percorsi che se non sono fatti spontaneamente, non hanno alcun valore

Patrizia Santini

Travolto dalla propria auto mentre apre il cancello: muore 65enne

Tragico incidente nella mattinata di ieri, mercoledì 8 dicembre, poco prima delle 10.30: un pensionato di 65 anni, residente nella frazione di Malmantile, ha perso la vita dopo essere rimasto schiacciato dalla propria auto. Come riporta la stampa locale, è accaduto in località Piandaccoli, a Lastra a Signa, in provincia di Firenze.

L’uomo era sceso per aprire il cancello della propria autorimessa, quando la vettura, per cause in corso di accertamento, si sarebbe mossa improvvisamente, colpendolo alle spalle. Sul posto è intervenuto il personale sanitario del 118 e i volontari della Misericordia, ma per il pensionato, lui stesso volontario della locale Misericordia, non c’è stato nulla da fare.

Sul luogo del sinistro sono giunti anche i Carabinieri, la Polizia Municipale e i Vigili del Fuoco. Si indaga per capire che cosa abbia provocato la tragedia: si ipotizza il malfunzionamento del freno a mano. (fotografia di repertorio)

Furgone carico di cuccioli dall’Ungheria: sequestrati 50 cani e gatti

Proveniva dall’Ungheria ed era diretto in Campania, il furgone carico di cuccioli fermato nella serata dello scorso martedì 7 dicembre, a Pian del Voglio, frazione di San Benedetto Val di Sambro, nel Bolognese, dalla Polizia Stradale.

In supporto anche i veterinari dell’Azienda Usl di Bologna che hanno accertato le condizioni di salute dei 48 cuccioli di cane di piccola taglia di varie razze tra cui carlino, bulldog francese, bassotto e cavalier, e dei 2 gattini; verificate anche le condizioni di trasporto e i documenti sanitari, riscontrando irregolarità.
Al termine dei controlli è stato disposto il sequestro degli animali e il loro affidamento temporaneo a enti e associazioni animaliste.

L’intervento fa parte di un’intensificazione dell’attività di vigilanza integrata per contrastare il traffico irregolare di cuccioli provenienti dall’Est Europa che purtroppo aumenta nel periodo precedente alle festività di Natale. (fotografia generica di bassotto, di Alondra Pavón su Unsplash)

Elisa annuncia un doppio album dopo la conferma di Sanremo

Elisa torna e si rimette in gioco in grande stile. Dopo l’uscita del suo nuovo singolo “Seta”, si era vociferato della sua presenza al Festival di Sanremo e aveva confermato di esser stata chiamata da Amadeus, ma non aveva rilasciato altri dettagli. Poi c’è stata la fuga di notizie di Chi, che ha pubblicato sedici dei Big in gara, portando Amadeus e la Rai ad anticipare i nomi dei Campioni in gara all’Ariston.

Elisa è stata la prima artista ad essere annunciata. Ora l’artista è pronta a svelare i suoi progetti e, da quanto racconta sui social, c’è un doppio album in arrivo: uno in italiano e uno in inglese.

“La vita è tutto fuori che teoria. Chi avrebbe mai immaginato il mondo degli ultimi due anni? Io no di sicuro. La musica che faccio ha per me una caratteristica principale, è reattiva. Mi serve per smuovere tutto, e serve a me per prima. Il messaggio di questo doppio album si spiegherà canzone dopo canzone, video dopo video, concerto dopo concerto. Immagino tutto questo da due anni. Ci lavoro ininterrottamente da allora.
L’album non può che essere un doppio. L’inglese è la culla da dove vengo, non ho potuto né voluto lasciarlo andare. Ne ho scritte almeno quindici…
Ho lavorato su un’altra quindicina di canzoni in italiano.
Modi classici e modi totalmente nuovi, stesso dna, ma altri linguaggi e strumenti.
Il buio, il fuoco, il desiderio. La musica va uccisa per far sì che rinasca”, ha iniziato a raccontare nel suo lungo post sui social.

Ha continuato: “Gino lo sa che quel libro mi è servito tanto. In questi due anni la pratica, e zero teoria. Come quando arriva la tempesta, e con lei l’istinto di sopravvivenza scatenato da condizioni più pericolose. L’istinto, la risposta. La reazione. Torniamo lì. È successo di tutto per scatenare questa quantità di reazioni.
Abbiamo scritto una delle canzoni migliori dell’album su facetime, in lockdown, nei giorni più bui dello scorso inverno, io credo, per reazione. Ne ho scritta un’altra che ho tenuto in un cassetto per anni, il suo destino era di aspettare Sanremo e il 2022 per incontrarvi.
Sarà un momento importante di questo viaggio appena iniziato, e ce ne saranno altri… Intanto ci vediamo a Sanremo! The rumors were true!”.

Elisa torna con un nuovo album a distanza di tre anni da “Diari Aperti” e sarà un grande ritorno a Sanremo tra i Big, dopo la sua vittoria nel 2001, con il brano “Luce (Tramonti a nord ovest)”.

 

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Francesco Montanari a Bologna con “Il medico dei maiali”

La morte improvvisa del re d'Inghilterra mostra tutta la debolezza della monarchia quando la corona finisce nelle mani del principe ereditario, un ragazzo sciocco...