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Maxi incidente al casello autostradale: tre morti e sei feriti

Un tragico incidente stradale è accaduto nella tarda mattinata di ieri, domenica 3 giugno, al casello autostradale sull’A12, vicino a Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno. Coinvolte tre auto, pesantissimo il bilancio: tre morti e 6 persone rimaste ferite.

Le vittime sono marito e moglie tedeschi di 61 e 68 anni, entrambi di Ausburg, a bordo di una Honda, e un ragazzo fiorentino di 21 anni, Marco Acciai, che si trovava su una Fiat 500, fermo al casello.
In base a una prima ricostruzione, come riportato dalla stampa locale, potrebbe essere stato un malore del conducente tedesco, alla guida della Honda, ad aver provocato l’incidente. L’auto arrivando a forte velocità sul gruppo di mezzi in coda alla barriera della A12, ha innescato un effetto domino che ha finito per distruggere anche parte del casello stesso.

Coinvolte altre tre auto, una Hyundai Tucson con targa lituana, una Tiguan con targa austriaca e una Ford Cmax svizzera. Le persone ferite sono tutti in codice verde. Tra di loro una donna di 29 anni, una di 63, due fratellini di tre e sei anni e la madre di 35, trasportati all’ospedale di Livorno, oltre al casellante, un 44enne di Cecina.

Serie C: Carrarese in finale playoff, se la vedrà col Vicenza

La Carrarese è in finale per un posto in Serie B: i marmiferi hanno pareggiato 2-2 a Benevento nella semifinale di ritorno dei Playoff di C, dopo il successo all’andata per 1-0.

Nella gara giocata in terra sannita hanno segnato al 18′ Lanini e la 35′ Talia per i padroni i casa e invece al 20′ Finotto e al 66′ Schiavi per gli apuani.

La squadra di mister Calabro se la vedrà ora in finale contro il Vicenza, gara di andata il 5 giugno alle ore 21 in terra veneta, ritorno a Carrara domenica 9 alle ore 17:30.

Venezia promosso in Serie A

Venezia

Il Venezia è promosso in Serie A al termine dei playoff. Dopo lo 0-0 della finale d’andata allo “Zini”, gli arancioneroverdi di Paolo Vanoli, terzi nella regular season, vincono 1-0 il ritorno contro la Cremonese al “Penzo” grazie a una rete dello specialista Christian Gytkjær

La Fiorentina chiude la stagione vincendo a Bergamo

Si chiude qui il campionato e la stagione della Fiorentina. I viola vincono l’ultima gara dell’anno grazie ad una doppietta di Andrea Belotti e ad un gol di Nico Gonzalez. Succede tutto nel primo tempo con l’Atalanta che era riuscita a recuperare in due occasioni i gigliati. A decidere il match la rete allo scadere della prima frazione di gioco del Gallo. Nel secondo tempo una grande occasione per i viola con Duncan e due dell’Atalanta che prima colpisce la traversa con Pasalic e poi sfiora il pareggio nel finale con Scamacca. Per fermare l’attaccante azzurro decisivo il giovane Martinelli.

EMPOLI FC | “Si è girato Niang! La nostra è la salvezza più bellA”

L’orologio segna le 22:39 di domenica 26 Maggio 2024, il cronometro del direttore di gara Signor Massa di Imperia invece segnala che siamo dentro al terzo dei cinque minuti di recupero di un Empoli-Roma destinato ad entrare nella storia: è la combinazione temporale perfetta per il tiro di Mbaye Niang che, scagliato con potenza e con la palla a filo d’erba, oltrepassa le sagome del difensore Mancini e del portiere Svilar gonfiando la rete della porta giallorossa e facendo sobbalzare un popolo intero.

Se ci avessero detto in anticipo che avremmo vissuto un finale di questo tipo, dopo una stagione così tribolata e sofferta, densa di insidie e di episodi sempre o quasi contrari, non ci avremmo creduto; avremmo pensato certamente che questa trama sarebbe stata scritturata con troppa perfezione: immaginate, il gol vittoria, anzi il gol salvezza, a centoventi secondi dal baratro, e per giunta in pieno recupero. Roba che si vede soltanto nei film: in uno in particolare, di genere calcistico tra l’altro, con Aristoteles protagonista in campo e Lino Banfi in panchina. A proposito quel film compie quarant’anni esatti: era il 1984, e per l’appunto seguì anche l’invasione di campo con sciarpe, trombette e bandiere.

Non per essere faziosi, ma la salvezza dell’Empoli è sicuramente la più bella.

Vuoi mettere quella silenziosa del Genoa, inserito nel lotto delle squadre a difesa della massima serie, scappata via troppo presto per poter sentire il morso della lotta salvezza. No dai, il Genoa quest’anno non ci ha neanche dovuto pensare, spettatore da fuori, arbitro leale negli scontri diretti: giustiziere con il Sassuolo, deciso con il Cagliari.

Vuoi mettere con quella del Lecce: arrivata in un sabato sera per causa d’altri, con quarant’otto ore di anticipo rispetto allo scontro diretto con l’Udinese che, se giocata insieme alle altre, forse sarebbe stata tutt’altra roba. Sicuramente non avrebbe “rizzato” tutto quel baccano, sicuramente sarebbe stato tutto più equilibrato. Ma la festa del Lecce è durata una domenica intera e mezzo lunedì, quasi spenta per lo 0-2 arrendevole subito tra le mura amiche.

E allora vuoi mettere con quella del Cagliari? No, non faccio a cambio con i sardi. Loro bravi a non mollare mai, nel fortino del “Gigi Riva” e nelle due vittorie corsare di Empoli ed in quella decisiva in casa del derelitto Sassuolo. Ma l’ultima, anzi nell’ultima di Claudio Ranieri, è come se l’entusiasmo si fosse sopito di fronte ad un rigore dato contro al tredicesimo di un lungo quanto ingiustificato recupero.

E non faccio a cambio, ci mancherebbe, nemmeno con la salvezza dell’Udinese: piovuta quasi dal cielo con i tre punti finali in una partita di attesa e preghiera, nel dentro o fuori in casa del Frosinone. Certo decisiva, sommata ai tre punti “pacco regalo” di Lecce, e al punticino “buono sconto” con l’Empoli sette giorni dopo.

Mi tengo stretto la salvezza azzurra, arrivata con ventinove gol all’attivo e ventuno partite su trentotto senza segnare, in una stagione piena zeppa di infortuni, con tre allenatori e una “marea” di episodi contro. Il rigore dato e poi tolto con l’Udinese, il gol annullato per due millimetri in casa del Torino, la seconda rete della Lazio con la maglia di Baldanzi che si allunga di un metro, l’espulsione di un calciatore del Cagliari cancellata dopo un’accurata ricerca di una spintarella di Walukiewicz, il gol dell’Inter convalidato nonostante il fuorigioco di Thuram, la rete annullata a Lecce per un tocco di Caprile fuori dall’area di rigore di cui ancor’oggi non vi è certezza e il gol ai salentini, nella stessa partita, convalidato nonostante la maglia di Luperto si sia stirata di mezzo metro; e poi il gol regolarissimo annullato a Maleh in quell’orribile Udinese-Empoli, in cui si è visto volare subito un cartellino giallo ad un nostro calciatore (Grassi era in diffida!) dopo cento secondi di gioco e senza neanche un contatto fisico con l’avversario. Udine, dove si è dovuti poi assistere alle quasi intimidazioni di un arbitro ad un nostro calciatore nel tunnel degli spogliatoi, per finire a quel recupero che è parso un po’ troppo allungato.

Ma tutto questo faceva parte di una trama del destino, del destino di un gruppo che nei momenti drammatici delle scene si è aggrappato a qualcosa che potesse rappresentare l’ancora di salvataggio, quel qualcosa da cui ripartire.

Così è successo che in un pomeriggio di settembre, con zero gol fatti e zero punti dopo cinque partite, il gol-vittoria di Baldanzi alla Salernitana è apparso come l’improvvisa fiammata di un fuoco sepolto dalle ceneri, quello di Gyasi nel derby di Firenze una liberazione, e quello di Kovalenko a Napoli “l’arcobaleno” dopo una lunga tempesta.

Invece è proprio da lì che sono iniziati nuovi guai, con il vento che ha spezzato nuovamente le vele di un’imbarcazione tirata su a fatica da “nonno” Aurelio e dal suo staff, tra infortuni ed episodi avversi che hanno ancora una volta rimesso tutto in discussione.

Mettersi in discussione: ecco questo devono aver pensato a Monteboro, in quei giorni di pioggia e vento freddo di metà gennaio. Con l’esperienza di chi già ha vissuto momenti come questi, e con la forza di chi ha coraggio da vendere, il club ha inseguito il sogno puntando su un gruppo ed uno spogliatoio solido e unito, rinforzandolo con tre innesti in un mix di muscoli (Cerri), attaccamento alla maglia (Zurkowski), scommessa (Goglichidze) e voglia di riprendersi il palcoscenico (Niang), e affidandolo al gladiatore Davide Nicola, uomo con capacità infinite di leggere dentro alle difficoltà straordinarie opportunità.

L’Empoli è apparso come quel ciclista costretto a rincorrere il “gruppone” con sempre meno chilometri a disposizione, in un finale tra curve e salite. Quel ciclista si è alzato sui pedali e curva dopo curva si è ritrovato nuovamente “vivo”, dentro alla lotta.

La caduta con il Cagliari e le tre successive sconfitte consecutive, non hanno scalfito le convinzioni, piuttosto hanno contribuito a far amalgamare ulteriormente il gruppo di lavoro finendo poi per compattare tutto l’ambiente in un tutt’uno di trascinante forza e passione.

Nell’ultimo mese la città, e tutto il comprensorio, si è strinta attorno alla propria squadra, questa volta come in poche altre occasioni di “spallettiana” e “sarriana” memoria, o forse di più eguagliando nei contenuti quel drammatico spareggio dell’8 giugno 2012.

Ecco, appunto, il 26 maggio è una nuova data che si iscrive ufficialmente nella storia epocale dell’Empoli, in quella “pagina-sommario” dove a grandi linee si inseriscono solo le date, lasciando al gioco della memoria poetici ricordi. Il 26 maggio ora è in buona compagnia, tra un 14 settembre che ha segnato la prima storica e vittoriosa partita in Serie A (1986), un 17 maggio che segnò la prima storica ed incredibile salvezza nella massima serie (1987), ed un 8 giugno di cui non serve neanche rammentare altro.

Sorrido di fronte a commenti sarcastici sul perché tanto entusiasmo per un diciassettesimo posto che non fa alzare al cielo coppe e trofei, senza medaglie al collo ed iscrizioni all’albo d’oro. Perché in realtà c’è anche altro oltre all’immaginario collettivo di un palco allestito a festa, in quest’epoca piena di apparenze in cui il secondo è già un perdente a prescindere, ed è rappresentato da quel senso di appartenenza alla città e al territorio, dalla gioia di poter condividere il successo di un gruppo che ti rappresenta davvero, nel profondo del suo significato.

Tanto che la nostra gioia e la nostra festa continua ancora e, probabilmente, durerà tutta l’estate, certamente con i soliti toni pacati, proprio come quel contadino che brinda con un rosso tra le mani per l’ultimo raccolto, osservando quella terra con gli occhi lucidi di orgoglio e pensando già a come far meglio e più di prima.

Anche per questo la nostra è la salvezza più bella: “si è girato Niang!”, dedicato a chi non ha mai smesso di combattere, dedicato a noi…

Fonte: gabrieleguastella.it

 

Il Castelnuovo rileva il titolo del River Pieve, che sparisce dal calcio

Il Castelnuovo ha ufficializzato in queste ore di aver rilevato il titolo di Eccellenza dal River Pieve. Questo è avvenuto in virtù della volontà e lungimiranza dimostrata dai dirigenti di entrambe le società. In realtà almeno da un paio di mesi si era paventata la possibilità di una fusione ma alla fine è prevalsa un’altra scelta che riporta la blasonata società gialloblu in una categoria più consona alla sua storia.

Abbandona due gattini in strada: identificato e denunciato dai Carabinieri

Guai in vista per un cittadino 76enne del Ferrarese. Nei giorni scorsi due gattini neonati sarebbero stati abbandonati, gettati da un’auto, lungo viale Idris Ricci, a Copparo, con l’autista che avrebbe tentato di allontanarsi e passare inosservato.

Tentativo vano poiché l’uomo è stato notato da un’altra persona che, dopo averne rilevato il numero di targa, lo ha riportato alle autorità.
I Carabinieri di Copparo hanno recepito l’informazione e hanno sviluppato una rapida indagine, ricostruendo la vicenda e assumendo dati dai testimoni che hanno assistito alla scena, giungendo velocemente all’identificazione del responsabile.

Per l’uomo, un 76enne italiano, ora è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Ferrara, alla quale dovrà rispondere della condotta di abbandono e maltrattamento di animali.

Bimbo di 3 anni precipita dalla finestra di casa nel Modenese

Tragedia sfiorata nella mattinata di oggi, venerdì 31 maggio, poco prima di mezzogiorno, a Limidi di Soliera, in provincia di Modena, dove un bambino di tre anni è precipitato dalla finestra di un appartamento posto al primo piano.

Il piccolo è stato soccorso dagli operatori del 118 che, per precauzione, hanno richiesto anche l’intervento dell’elisoccorso. Il bimbo, sempre vigile, è stata trasportato in elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna in codice 2: le sue condizioni fortunatamente non sono gravi. Il piccolo sarebbe caduto su un’auto, elemento che avrebbe attutito la caduta.

In corso di accertamento da parte dei Carabinieri la dinamica  e la causa dell’incidente. (fotografia di repertorio)

Bambina di tre anni precipita dal balcone: grave in ospedale

E’ ricoverata in gravi condizioni in ospedale ma non sarebbe in pericolo di vita la bambina di 3 anni che nel pomeriggio di ieri, giovedì 30 maggio, è precipitata dal balcone di casa, al secondo piano di un’abitazione, a Costa Masnaga, in provincia di Lecco.

Come riportato dalla stampa locale, la piccola avrebbe riportato gravi traumi ma non avrebbe mai perso conoscenza. A dare l’allarme sarebbero stati i familiari: sul posto è intervenuto il personale sanitario del 118 con l’elisoccorso che, per abbreviare il più possibile i tempi, ha agito con il verricello. La bambina è stata trasportata e ricoverata all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

I Carabinieri del comando provinciale di Lecco stanno cercando di ricostruire nel dettaglio l’accaduto, accertando cause e dinamica del grave incidente. (fotografia di repertorio)

Infermiere 59enne muore in incidente stradale, grave il figlio di 7 anni

Tragico incidente stradale nella serata di ieri, giovedì 30 maggio, poco dopo le 21.00, a Sasso Marconi, nel Bolognese: come riportato dalla stampa locale, a seguito dello scontro tra due auto, avvenuto per cause in corso di accertamento, all’altezza del Raccordo autostradale R-43 – SS64 Porrettana, un uomo è morto, mentre altre tre persone sono rimaste ferite.

Tra queste anche il figlioletto di 7 anni della vittima che si chiamava Davide Moccia e aveva 59 anni. L’uomo è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale per le ferite riportate nell’impatto. Il bimbo si trova ricoverato all’Ospedale Maggiore di Bologna, nel reparto di rianimazione, in prognosi riservata. Ferite più lievi per le altre due persone, un uomo e una donna, entrambi sessantenni, trasportati in ospedale in codice 2. Oltre al personale sanitario del 118, sul posto sono giunti anche i Vigili del Fuoco e le Forze dell’Ordine che dovranno ricostruire l’esatta dinamica del tragico sinistro.

Michelino Davide Moccia lavorava come infermiere al pronto soccorso del Policlinico di Modena. (fotografia di repertorio)

Maxi incidente al casello autostradale: tre morti e sei feriti

Un tragico incidente stradale è accaduto nella tarda mattinata di ieri, domenica 3 giugno, al casello autostradale sull’A12, vicino a Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno. Coinvolte tre auto, pesantissimo il bilancio: tre morti e 6 persone rimaste ferite.

Le vittime sono marito e moglie tedeschi di 61 e 68 anni, entrambi di Ausburg, a bordo di una Honda, e un ragazzo fiorentino di 21 anni, Marco Acciai, che si trovava su una Fiat 500, fermo al casello.
In base a una prima ricostruzione, come riportato dalla stampa locale, potrebbe essere stato un malore del conducente tedesco, alla guida della Honda, ad aver provocato l’incidente. L’auto arrivando a forte velocità sul gruppo di mezzi in coda alla barriera della A12, ha innescato un effetto domino che ha finito per distruggere anche parte del casello stesso.

Coinvolte altre tre auto, una Hyundai Tucson con targa lituana, una Tiguan con targa austriaca e una Ford Cmax svizzera. Le persone ferite sono tutti in codice verde. Tra di loro una donna di 29 anni, una di 63, due fratellini di tre e sei anni e la madre di 35, trasportati all’ospedale di Livorno, oltre al casellante, un 44enne di Cecina.

Serie C: Carrarese in finale playoff, se la vedrà col Vicenza

La Carrarese è in finale per un posto in Serie B: i marmiferi hanno pareggiato 2-2 a Benevento nella semifinale di ritorno dei Playoff di C, dopo il successo all’andata per 1-0.

Nella gara giocata in terra sannita hanno segnato al 18′ Lanini e la 35′ Talia per i padroni i casa e invece al 20′ Finotto e al 66′ Schiavi per gli apuani.

La squadra di mister Calabro se la vedrà ora in finale contro il Vicenza, gara di andata il 5 giugno alle ore 21 in terra veneta, ritorno a Carrara domenica 9 alle ore 17:30.

Venezia promosso in Serie A

Venezia

Il Venezia è promosso in Serie A al termine dei playoff. Dopo lo 0-0 della finale d’andata allo “Zini”, gli arancioneroverdi di Paolo Vanoli, terzi nella regular season, vincono 1-0 il ritorno contro la Cremonese al “Penzo” grazie a una rete dello specialista Christian Gytkjær

La Fiorentina chiude la stagione vincendo a Bergamo

Si chiude qui il campionato e la stagione della Fiorentina. I viola vincono l’ultima gara dell’anno grazie ad una doppietta di Andrea Belotti e ad un gol di Nico Gonzalez. Succede tutto nel primo tempo con l’Atalanta che era riuscita a recuperare in due occasioni i gigliati. A decidere il match la rete allo scadere della prima frazione di gioco del Gallo. Nel secondo tempo una grande occasione per i viola con Duncan e due dell’Atalanta che prima colpisce la traversa con Pasalic e poi sfiora il pareggio nel finale con Scamacca. Per fermare l’attaccante azzurro decisivo il giovane Martinelli.

EMPOLI FC | “Si è girato Niang! La nostra è la salvezza più bellA”

L’orologio segna le 22:39 di domenica 26 Maggio 2024, il cronometro del direttore di gara Signor Massa di Imperia invece segnala che siamo dentro al terzo dei cinque minuti di recupero di un Empoli-Roma destinato ad entrare nella storia: è la combinazione temporale perfetta per il tiro di Mbaye Niang che, scagliato con potenza e con la palla a filo d’erba, oltrepassa le sagome del difensore Mancini e del portiere Svilar gonfiando la rete della porta giallorossa e facendo sobbalzare un popolo intero.

Se ci avessero detto in anticipo che avremmo vissuto un finale di questo tipo, dopo una stagione così tribolata e sofferta, densa di insidie e di episodi sempre o quasi contrari, non ci avremmo creduto; avremmo pensato certamente che questa trama sarebbe stata scritturata con troppa perfezione: immaginate, il gol vittoria, anzi il gol salvezza, a centoventi secondi dal baratro, e per giunta in pieno recupero. Roba che si vede soltanto nei film: in uno in particolare, di genere calcistico tra l’altro, con Aristoteles protagonista in campo e Lino Banfi in panchina. A proposito quel film compie quarant’anni esatti: era il 1984, e per l’appunto seguì anche l’invasione di campo con sciarpe, trombette e bandiere.

Non per essere faziosi, ma la salvezza dell’Empoli è sicuramente la più bella.

Vuoi mettere quella silenziosa del Genoa, inserito nel lotto delle squadre a difesa della massima serie, scappata via troppo presto per poter sentire il morso della lotta salvezza. No dai, il Genoa quest’anno non ci ha neanche dovuto pensare, spettatore da fuori, arbitro leale negli scontri diretti: giustiziere con il Sassuolo, deciso con il Cagliari.

Vuoi mettere con quella del Lecce: arrivata in un sabato sera per causa d’altri, con quarant’otto ore di anticipo rispetto allo scontro diretto con l’Udinese che, se giocata insieme alle altre, forse sarebbe stata tutt’altra roba. Sicuramente non avrebbe “rizzato” tutto quel baccano, sicuramente sarebbe stato tutto più equilibrato. Ma la festa del Lecce è durata una domenica intera e mezzo lunedì, quasi spenta per lo 0-2 arrendevole subito tra le mura amiche.

E allora vuoi mettere con quella del Cagliari? No, non faccio a cambio con i sardi. Loro bravi a non mollare mai, nel fortino del “Gigi Riva” e nelle due vittorie corsare di Empoli ed in quella decisiva in casa del derelitto Sassuolo. Ma l’ultima, anzi nell’ultima di Claudio Ranieri, è come se l’entusiasmo si fosse sopito di fronte ad un rigore dato contro al tredicesimo di un lungo quanto ingiustificato recupero.

E non faccio a cambio, ci mancherebbe, nemmeno con la salvezza dell’Udinese: piovuta quasi dal cielo con i tre punti finali in una partita di attesa e preghiera, nel dentro o fuori in casa del Frosinone. Certo decisiva, sommata ai tre punti “pacco regalo” di Lecce, e al punticino “buono sconto” con l’Empoli sette giorni dopo.

Mi tengo stretto la salvezza azzurra, arrivata con ventinove gol all’attivo e ventuno partite su trentotto senza segnare, in una stagione piena zeppa di infortuni, con tre allenatori e una “marea” di episodi contro. Il rigore dato e poi tolto con l’Udinese, il gol annullato per due millimetri in casa del Torino, la seconda rete della Lazio con la maglia di Baldanzi che si allunga di un metro, l’espulsione di un calciatore del Cagliari cancellata dopo un’accurata ricerca di una spintarella di Walukiewicz, il gol dell’Inter convalidato nonostante il fuorigioco di Thuram, la rete annullata a Lecce per un tocco di Caprile fuori dall’area di rigore di cui ancor’oggi non vi è certezza e il gol ai salentini, nella stessa partita, convalidato nonostante la maglia di Luperto si sia stirata di mezzo metro; e poi il gol regolarissimo annullato a Maleh in quell’orribile Udinese-Empoli, in cui si è visto volare subito un cartellino giallo ad un nostro calciatore (Grassi era in diffida!) dopo cento secondi di gioco e senza neanche un contatto fisico con l’avversario. Udine, dove si è dovuti poi assistere alle quasi intimidazioni di un arbitro ad un nostro calciatore nel tunnel degli spogliatoi, per finire a quel recupero che è parso un po’ troppo allungato.

Ma tutto questo faceva parte di una trama del destino, del destino di un gruppo che nei momenti drammatici delle scene si è aggrappato a qualcosa che potesse rappresentare l’ancora di salvataggio, quel qualcosa da cui ripartire.

Così è successo che in un pomeriggio di settembre, con zero gol fatti e zero punti dopo cinque partite, il gol-vittoria di Baldanzi alla Salernitana è apparso come l’improvvisa fiammata di un fuoco sepolto dalle ceneri, quello di Gyasi nel derby di Firenze una liberazione, e quello di Kovalenko a Napoli “l’arcobaleno” dopo una lunga tempesta.

Invece è proprio da lì che sono iniziati nuovi guai, con il vento che ha spezzato nuovamente le vele di un’imbarcazione tirata su a fatica da “nonno” Aurelio e dal suo staff, tra infortuni ed episodi avversi che hanno ancora una volta rimesso tutto in discussione.

Mettersi in discussione: ecco questo devono aver pensato a Monteboro, in quei giorni di pioggia e vento freddo di metà gennaio. Con l’esperienza di chi già ha vissuto momenti come questi, e con la forza di chi ha coraggio da vendere, il club ha inseguito il sogno puntando su un gruppo ed uno spogliatoio solido e unito, rinforzandolo con tre innesti in un mix di muscoli (Cerri), attaccamento alla maglia (Zurkowski), scommessa (Goglichidze) e voglia di riprendersi il palcoscenico (Niang), e affidandolo al gladiatore Davide Nicola, uomo con capacità infinite di leggere dentro alle difficoltà straordinarie opportunità.

L’Empoli è apparso come quel ciclista costretto a rincorrere il “gruppone” con sempre meno chilometri a disposizione, in un finale tra curve e salite. Quel ciclista si è alzato sui pedali e curva dopo curva si è ritrovato nuovamente “vivo”, dentro alla lotta.

La caduta con il Cagliari e le tre successive sconfitte consecutive, non hanno scalfito le convinzioni, piuttosto hanno contribuito a far amalgamare ulteriormente il gruppo di lavoro finendo poi per compattare tutto l’ambiente in un tutt’uno di trascinante forza e passione.

Nell’ultimo mese la città, e tutto il comprensorio, si è strinta attorno alla propria squadra, questa volta come in poche altre occasioni di “spallettiana” e “sarriana” memoria, o forse di più eguagliando nei contenuti quel drammatico spareggio dell’8 giugno 2012.

Ecco, appunto, il 26 maggio è una nuova data che si iscrive ufficialmente nella storia epocale dell’Empoli, in quella “pagina-sommario” dove a grandi linee si inseriscono solo le date, lasciando al gioco della memoria poetici ricordi. Il 26 maggio ora è in buona compagnia, tra un 14 settembre che ha segnato la prima storica e vittoriosa partita in Serie A (1986), un 17 maggio che segnò la prima storica ed incredibile salvezza nella massima serie (1987), ed un 8 giugno di cui non serve neanche rammentare altro.

Sorrido di fronte a commenti sarcastici sul perché tanto entusiasmo per un diciassettesimo posto che non fa alzare al cielo coppe e trofei, senza medaglie al collo ed iscrizioni all’albo d’oro. Perché in realtà c’è anche altro oltre all’immaginario collettivo di un palco allestito a festa, in quest’epoca piena di apparenze in cui il secondo è già un perdente a prescindere, ed è rappresentato da quel senso di appartenenza alla città e al territorio, dalla gioia di poter condividere il successo di un gruppo che ti rappresenta davvero, nel profondo del suo significato.

Tanto che la nostra gioia e la nostra festa continua ancora e, probabilmente, durerà tutta l’estate, certamente con i soliti toni pacati, proprio come quel contadino che brinda con un rosso tra le mani per l’ultimo raccolto, osservando quella terra con gli occhi lucidi di orgoglio e pensando già a come far meglio e più di prima.

Anche per questo la nostra è la salvezza più bella: “si è girato Niang!”, dedicato a chi non ha mai smesso di combattere, dedicato a noi…

Fonte: gabrieleguastella.it

 

Il Castelnuovo rileva il titolo del River Pieve, che sparisce dal calcio

Il Castelnuovo ha ufficializzato in queste ore di aver rilevato il titolo di Eccellenza dal River Pieve. Questo è avvenuto in virtù della volontà e lungimiranza dimostrata dai dirigenti di entrambe le società. In realtà almeno da un paio di mesi si era paventata la possibilità di una fusione ma alla fine è prevalsa un’altra scelta che riporta la blasonata società gialloblu in una categoria più consona alla sua storia.

Abbandona due gattini in strada: identificato e denunciato dai Carabinieri

Guai in vista per un cittadino 76enne del Ferrarese. Nei giorni scorsi due gattini neonati sarebbero stati abbandonati, gettati da un’auto, lungo viale Idris Ricci, a Copparo, con l’autista che avrebbe tentato di allontanarsi e passare inosservato.

Tentativo vano poiché l’uomo è stato notato da un’altra persona che, dopo averne rilevato il numero di targa, lo ha riportato alle autorità.
I Carabinieri di Copparo hanno recepito l’informazione e hanno sviluppato una rapida indagine, ricostruendo la vicenda e assumendo dati dai testimoni che hanno assistito alla scena, giungendo velocemente all’identificazione del responsabile.

Per l’uomo, un 76enne italiano, ora è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Ferrara, alla quale dovrà rispondere della condotta di abbandono e maltrattamento di animali.

Bimbo di 3 anni precipita dalla finestra di casa nel Modenese

Tragedia sfiorata nella mattinata di oggi, venerdì 31 maggio, poco prima di mezzogiorno, a Limidi di Soliera, in provincia di Modena, dove un bambino di tre anni è precipitato dalla finestra di un appartamento posto al primo piano.

Il piccolo è stato soccorso dagli operatori del 118 che, per precauzione, hanno richiesto anche l’intervento dell’elisoccorso. Il bimbo, sempre vigile, è stata trasportato in elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna in codice 2: le sue condizioni fortunatamente non sono gravi. Il piccolo sarebbe caduto su un’auto, elemento che avrebbe attutito la caduta.

In corso di accertamento da parte dei Carabinieri la dinamica  e la causa dell’incidente. (fotografia di repertorio)

Bambina di tre anni precipita dal balcone: grave in ospedale

E’ ricoverata in gravi condizioni in ospedale ma non sarebbe in pericolo di vita la bambina di 3 anni che nel pomeriggio di ieri, giovedì 30 maggio, è precipitata dal balcone di casa, al secondo piano di un’abitazione, a Costa Masnaga, in provincia di Lecco.

Come riportato dalla stampa locale, la piccola avrebbe riportato gravi traumi ma non avrebbe mai perso conoscenza. A dare l’allarme sarebbero stati i familiari: sul posto è intervenuto il personale sanitario del 118 con l’elisoccorso che, per abbreviare il più possibile i tempi, ha agito con il verricello. La bambina è stata trasportata e ricoverata all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

I Carabinieri del comando provinciale di Lecco stanno cercando di ricostruire nel dettaglio l’accaduto, accertando cause e dinamica del grave incidente. (fotografia di repertorio)

Infermiere 59enne muore in incidente stradale, grave il figlio di 7 anni

Tragico incidente stradale nella serata di ieri, giovedì 30 maggio, poco dopo le 21.00, a Sasso Marconi, nel Bolognese: come riportato dalla stampa locale, a seguito dello scontro tra due auto, avvenuto per cause in corso di accertamento, all’altezza del Raccordo autostradale R-43 – SS64 Porrettana, un uomo è morto, mentre altre tre persone sono rimaste ferite.

Tra queste anche il figlioletto di 7 anni della vittima che si chiamava Davide Moccia e aveva 59 anni. L’uomo è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale per le ferite riportate nell’impatto. Il bimbo si trova ricoverato all’Ospedale Maggiore di Bologna, nel reparto di rianimazione, in prognosi riservata. Ferite più lievi per le altre due persone, un uomo e una donna, entrambi sessantenni, trasportati in ospedale in codice 2. Oltre al personale sanitario del 118, sul posto sono giunti anche i Vigili del Fuoco e le Forze dell’Ordine che dovranno ricostruire l’esatta dinamica del tragico sinistro.

Michelino Davide Moccia lavorava come infermiere al pronto soccorso del Policlinico di Modena. (fotografia di repertorio)

Convinto che la moglie sia a bordo, riparte lasciandola per strada

Una disavventura piuttosto strana, ma fortunatamente a lieto fine, quella accorsa nei giorni scorsi a due coniugi 70enni. Nella serata di venerdì 2 maggio,...