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Claudio Baglioni annuncia la data d’anteprima di “GrandTour LA VITA È ADESSO”

Claudio Baglioni sta già pensando al 2026 e ha intenzione di festeggiare i 40 anni di “La vita è adesso”, uscito nel 1985, che da oggi (6 giugno) è disponibile in una riedizione intitolata “La vita è adesso, il sogno è sempre”, con un tour. L’artista, che a ottobre riprenderà con le date di “Piano di Volo”, ha annunciato il “GranTour LA VITA È ADESSO”, 40 tappe speciali nei più suggestivi scenari all’aperto di tutta Italia, che verranno anticipate il 27 settembre 2025 da uno straordinario concerto evento di anteprima assoluta, a ingresso libero, nell’Isola di Lampedusa.

In questa occasione verranno annunciate le date del “GrandTour LA VITA È ADESSO”, in programma da fine giugno 2026 fino a metà settembre 2026: questi eccezionali concerti saranno 40, numero simbolico e rappresentativo del 40° leggendario anniversario dell’album. L’anteprima a Lampedusa sarà un evento unico ed esclusivo per celebrare dal vivo il progetto, in un luogo di grande importanza nella vita e nella carriera di Claudio Baglioni.

Sul palco dell’anteprima di Lampedusa e delle tappe del 2026 del “GrandTour”, Claudio Baglioni – accompagnato dall’intera formazione di 21 musicisti e coristi, che ha registrato, insieme in studio, la nuova edizione de “LA VITA È ADESSO, IL SOGNO È SEMPRE” – interpreterà, per la prima volta, l’album nella sua interezza, unitamente all’esecuzione dei più grandi successi che hanno costellato i suoi 60 anni di carriera, pietra miliare della cultura popolare italiana. Un ritorno live dall’eccezionale valore, a distanza di oltre 15 anni dall’ultima tournée di Claudio Baglioni nelle incantevoli location outdoor del nostro Paese.

I biglietti per le tappe del “GrandTour LA VITA È ADESSO” saranno disponibili dalle ore 11.00 del 29 settembre alle ore 10.00 del 30 settembre in esclusiva in prevendita per gli iscritti al Fan Club e su TicketOne e nei punti vendita e nelle prevendite abituali, dalle ore 11.00 del 2 ottobre.

 

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Accusati di sei rapine, per tre minorenni scatta la misura della permanenza in casa

Nella serata di mercoledì scorso, 4 giugno, i Carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale per i Minorenni di Bologna, su richiesta di quella Procura della Repubblica, nei confronti di tre giovanissimi di 15, 16 e 18 anni (quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti) residenti in provincia di Modena, ritenuti gravemente indiziati di vari reati di rapina aggravata e continuata in concorso.

Le indagini dei Carabinieri, avviate a seguito di una serie di episodi avvenuti tra settembre 2024 e febbraio 2025, hanno permesso di accertare come i tre minori, abbiano più volte avvicinato con tono minaccioso e aggressivo altri ragazzi minorenni, rapinandoli di denaro e altri beni.
In un episodio, i giovani indagati si sono impossessati con la forza di monete di piccolo taglio di una delle vittime, minacciandola e spintonandola ripetutamente.
In altro caso, hanno accerchiato un ragazzo costringendolo a mostrare il contenuto delle tasche e del cellulare, al fine di verificare la presenza di denaro contante.
In una terza circostanza, nel gennaio scorso, il 15enne ed il 16enne sono persino arrivati a sottrarre un motorino a un altro minorenne, dopo averlo più volte colpito al volto con il suo stesso casco, non riuscendo nell’intento grazie al pronto intervento dei Carabinieri e alla coraggiosa resistenza della giovane vittima che, fortunatamente, in seguito alla violenta aggressione non ha riportato gravi traumi.
Sono in tutto sei le rapine accertate, ai danni di minorenni, spesso in situazioni di isolamento e di apparente vulnerabilità.

I fatti, aggravati dall’azione congiunta di più persone e dalla minore età delle vittime, hanno destato particolare allarme nella comunità e richiesto l’immediato e risolutivo intervento dell’Autorità Giudiziaria minorile, che ha disposto la misura cautelare nei confronti dei tre indagati, ritenendo concreto il rischio di reiterazione.
I minori sono stati pertanto sottoposti alla misura della permanenza in casa presso la loro residenza, con divieto di allontanarsi senza l’autorizzazione del Giudice. (fotografia di repertorio)

Incendio in abitazione: tre famiglie sfollate e tre appartamenti sotto sequestro

E’ di tre famiglie sfollate e altrettanti appartamenti inagibili e sotto sequestro il bilancio dell’incendio che si è sviluppato nella tarda serata di ieri, giovedì 5 maggio, in un appartamento di via Pascoli, a Castelvetro, in provincia di Modena.

L’allarme è scattato intorno alle 21.45: quando i Vigili del Fuoco, una squadra di Vignola e una da Modena, per un totale di 14 uomini, sono giunti sul posto, la camera da letto di uno degli appartamenti del secondo piano era completamente avvolta dalle fiamme, mentre il fumo, oltre che aver invaso l’appartamento, si era propagato anche in tutto il secondo e terzo piano.
Nelle operazioni di spegnimento del rogo e di soccorso, un’anziana allettata, residente al primo piano, è stata portata fuori dai Vigili del Fuoco, mentre gli altri erano impegnati nel domare le importanti fiamme dell’incendio, opera quest’ultima che ha richiesto un paio di ore di lavoro.

A causa delle fiamme non solo l’appartamento direttamente coinvolto è stato dichiarato inagibile, ma anche quello immediatamente sopra al terzo piano e quello immediatamente sotto al primo. I Carabinieri hanno messo i sigilli e posto sotto sequestro tutte e tre le abitazioni, mentre le famiglie sfollate hanno trovato rifugio in una struttura individuata dal Comune. Nessuna persona è rimasta ferita.

Sul posto, oltre ai Vigili del Fuoco, sono giunti anche i Carabinieri, la Polizia Locale dell’Unione Terre di Castelli, il vicesindaco di Castelvetro e il soccorso sanitario.

Scende dal pulmino e viene travolto: 14enne in ospedale

Un ragazzino di 14 anni è rimasto ferito dopo essere stato investito da un’auto, mentre attraversava la strada, appena sceso dal pullmino che lo stava riportando a casa dopo la scuola. E’ accaduto nel primo pomeriggio di ieri, giovedì 5 giugno, intorno alle 14.00, in via Villanova, a San Felice sul Panaro, nella Bassa modenese.

Come riportato dalla stampa locale, il 14enne ha riportato diversi traumi: soccorso dal personale sanitario del 118, è stato trasportato con l’elicottero all’Ospedale di Baggiovara, Modena, dove si trova ricoverato in terapia intensiva. La prognosi è riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Il conducente della vettura si è subito fermato per prestare soccorso. Sul posto sono intervenuti anche gli Agenti della Polizia Locale che dovranno ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. (fotografia di repertorio)

EDITORIALE | “Dimmi cosa resterà se mando in fumo tutto adesso…”

Di Gabriele Guastella

Questa volta mi sono preso qualche giorno di silenzio e riflessione, per drenare tutta l’amarezza, tutta la delusione, e anche tutta la sofferenza sportiva e da appassionato, si intende, che si era accumulata soprattutto in questi ultimi mesi. Delusione e sofferenza che in realtà si erano depositate sopra a “centimetri” di scorie che già avevano lasciato le due stagioni precedenti, perché è vero ci siamo salvati sia con Paolo Zanetti al timone che poi con l’avvento di Davide Nicola, grazie alla zampata vincente dell’ultimo secondo.

Le due salvezze, i due traguardi raggiunti, in qualche modo è come se avessero mitigato e quasi cancellato tutta la stanchezza mentale che erano state assorbite nei mesi precedenti. Il gol di Niang al 93’ della sfida con la Roma è stata una botta adrenalinica di assoluto rilievo: lo testimonia il Fiume Azzurro che si è riversato sul terreno di gioco in quella notte di fine maggio, come poche altre volte è accaduto in precedenza; immagini e fotogrammi di gioia impazzita, fotoromanzo di una notte, liberazione in senso assoluto.

Pensavamo di aver vissuto la stagione più difficile e balorda, ed in un certo senso l’inizio di un’altra stagione sotto la guida di D’Aversa ci ha fatto cullare questo pensiero per qualche altra settimana. Poi, improvvisamente, tutto si è fatto più cupo, il cielo grigio, le nebbie dense, e le oscurità senza un’apparente via di uscita. Prigionieri un’altra volta, come la stagione precedente, forse peggio.

Infortuni a ripetizione, ginocchi e legamenti che saltano, stagioni che terminano anzitempo, e partite che sfuggono via al primo inciampo.
Siamo arrivati alla volata finale stanchi, sfibrati, numericamente ridotti ai minimi termini, quasi agonizzanti e, ammettiamolo pure con coraggio, con una stanchezza riferita non solo alla stagione appena conclusa ma alla somma delle altre due dove l’obiettivo è stato centrato ma provando a fare qualcosa di diverso, che alla fine dei conti non ha divertito.

Abbiamo visto cose egregie: innanzitutto le tre salvezze consecutive che hanno determinato il record di quattro permanenze di seguito in Serie A perché, se prima non ci eravamo mai riusciti, qualcosa vorrà pur dire; poi qualche vittoria di lusso: in casa dell’Inter, della Fiorentina e della Roma, il poker con la Juventus, il doppio successo con il Napoli pre-Scudetto, lo storico cammino fino alla semifinale di Coppa Italia. E poi abbiamo visto cose meno egregie: lo 0-7 di Roma e le cinque di fila senza neanche segnare un gol, venti giornate con quattordici sconfitte e neanche un successo, e complessivamente negli ultimi due tornei in 76 partite ben 41 sconfitte a fronte di sole 15 vittorie.
Ma la cosa meno egregia, forse, è che non siamo riusciti ad essere divertenti, in primis per noi stessi: ci siamo accartocciati alla ricerca del cercare di voler essere una squadra scorbutica e arcigna, affidandosi poi a tutto meno che ai centimetri ed ai muscoli. La storia fatta di centocinque anni di sacrifici, sudore e gloria è lì a ricordarci tutto: ci ricorda che le imprese migliori le abbiamo fatte con coraggio e perseveranza, con equilibrio e saggezza, e pensando che prima di tutto si deve essere uno “spettacolo” ovunque, comunque e per chiunque.

È anche per questo modo di essere che possiamo andar fieri della nostra storia, fatta di successi e sconfitte, promozioni e retrocessioni, applausi scroscianti nei giorni di festa ed in quelli tristi.

E poi c’è un’altra grande caratteristica. Nelle nostre retrocessioni c’è sempre una rinascita, ecco questo è il segnale che conta davvero. La compattezza di intenti, l’accartocciarsi che prima rammentavo che diventa adesso un compattarsi in un’unica cosa: il club, la squadra, la città, i tifosi, e poi le aziende, i punti di riferimento che fanno quadrato ed insieme superano una difficoltà e decidono quanto può esser bello riprovarci ancora.

Adesso le scorie e le delusioni sono già da parte: fermiamoci un attimo anche solo un secondo a riflettere. È proprio adesso che arriva il bello: uno stadio da costruire, una nuova casa per cui ogni singolo sportivo, tifoso, cittadino di Empoli e di tutto il comprensorio potrà andar fiero, nel mettere il proprio “mattoncino”. Un campionato di Serie B che nel 1996, trent’anni fa esatti, era visto come un miraggio e che oggi rappresenta una base di ripartenza.

Fuori l’entusiasmo ragazzi, perché è in questi momenti che si fa la differenza. Onestamente mi sono sbarazzato di questi ultimi tre anni vissuti bene fuori, ma male dentro. Con l’angoscia di non poterci divertire, ancora, come prima o forse più di prima. Sono passati dieci giorni da una doppia retrocessione, tra prima squadra e Primavera in meno di quarantotto ore, ma onestamente non vedo l’ora di ricominciare.

Non vedo altri posti migliori di vivere e provare a fare calcio con coraggio come qui, qui in questa valle immersa tra vigneti e ulivi, immersa nel verde che neanche ce ne rendiamo conto: dove se vogliamo possiamo esprimere essenza di appartenenza per tutto; dal singolo tifoso e sportivo, dalla proprietà, dai soci, dai singoli sponsor e partner; dove c’è tanto di Empoli e del suo comprensorio, c’è tanto della sua storia, del suo passato, delle sue radici e tradizioni.

Ecco in un Mondo che vorticosamente viaggia a chilometri di distanza mi chiedo dove si può ritrovare un’opportunità così grande, del poter fare qualcosa di grande in casa nostra… “dimmi cosa resterà se mando in fumo tutto adesso…”.

Aggredisce una guardia giurata e poi una bimba di 10 anni in gita scolastica: 35enne arrestato

Un 35enne del Bangladesh è stato arrestato dalla Polizia Ferroviaria di Bologna poiché ritenuto responsabile di due distinte aggressioni avvenute all’interno della stazione ferroviaria di Bologna.

Vittima della prima verificatasi nell’ultima settimana di maggio una guardia giurata in servizio, “colpevole” di averlo invitato ad allontanarsi dallo scalo perché molesto nei confronti di alcuni viaggiatori. Dopo un inziale diverbio, l’uomo avrebbe tentato di sfilargli, senza per fortuna riuscirvi, la pistola. La guardia giurata ha riportato alcune contusioni ed escoriazioni, mentre l’uomo è stato arrestato in flagranza di reato dalla Polizia Ferroviaria.
A seguito del giudizio per direttissima, il 35enne è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Pochi giorni dopo, sempre in stazione a Bologna, lo straniero si è reso responsabile di una seconda immotivata aggressione, ai danni di una bambina di 10 anni che transitava nel sottopassaggio con i compagni di classe e i loro docenti, di ritorno da una gita scolastica. La piccola è stata spintonata a terra e colpita con un calcio; subito le maestre e gli Agenti della Polizia Ferroviaria hanno soccorso la bambina e riportato la calma tra gli alunni, mentre l’aggressore è riuscito ad allontanarsi. La piccola è stata dimessa con una prognosi di 21 giorni per trauma cranico.
Fin da subito, tuttavia, grazie alla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza e alle tempestive indagini, la Polizia è riuscita a identificare l’uomo, risultato lo stesso dell’episodio della settimana prima.

Gli Agenti hanno informato tempestivamente l’Autorità Giudiziaria, che, considerata la pericolosità dell’uomo, ha immediatamente emesso un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare in atto, sostituendola con la custodia cautelare in carcere.
Lo straniero, rintracciato nella mattinata di martedì scorso 3 giugno, è stato prima accompagnato presso gli uffici di Polizia Ferroviaria, poi presso la casa circondariale di Bologna, in esecuzione alla misura disposta dal Gip del Tribunale di Bologna, su richiesta della Procura della Repubblica.

Il fiorentino Marco Baroni è il nuovo allenatore del Torino

Il Torino Football Club è lieto di annunciare che dal primo luglio 2025 la guida tecnica della Prima Squadra sarà affidata a Marco Baroni. L’allenatore ha firmato un contratto biennale.

Marco Baroni è nato l’11 settembre 1963 a Firenze. Ex calciatore, di ruolo difensore, ha debuttato nel calcio professionistico con la Fiorentina, in Serie A, nella stagione 1981-1982, prima tappa di una lunga carriera, conclusa nel 2000, impreziosita da uno Scudetto e da una Supercoppa italiana con il Napoli. Come allenatore vanta 25 anni di professione, con un’esperienza maturata a partire dalla Rondinella (passando dal ruolo di calciatore a quello di tecnico) sino alla stagione appena conclusa con la Lazio. Tra i risultati ottenuti spiccano, tra gli altri, la vittoria dei playoff di Serie B con il Benevento nella stagione 2016/17, traguardo storico perché per la prima volta ha aperto le porte della serie A al Club sannita. E poi nella stagione 2021-22 la promozione in A con il Lecce, vincendo il campionato cadetto.

Il Presidente Urbano Cairo accoglie Marco Baroni con il più cordiale: “Benvenuto al Torino! Buon lavoro e Sempre Forza Toro!”

Fip, la soluzione per i gatti è vicina

La Fip, peritonite infettiva felina, è l’incubo di chi ama i gatti perché la mortalità di questa malattia virale e molto infettiva, è altissima, arrivando al 96% dei casi sintomatici.
E questo perché in Italia non esiste un farmaco specifico autorizzato, cioè il veterinario ha le mani legate e non può prescrivere alcun medicinale efficace per contrastare questa patologia, situazione che porta a scegliere altre strade per procurarselo nel disperato tentativo di salvare il proprio amato animale. La soluzione sarebbe però vicina, come spiegato nella conferenza stampa di martedì 20 maggio svoltasi alla Camera dei Deputati durante la quale è stato dato un annuncio molto importante per le tante famiglie che in Italia hanno uno o più gatti e per le numerose associazioni animaliste: dopo l’interrogazione presentata dall’Intergruppo per i Diritti degli Animali al Ministero della Salute, il Sottosegretario, On. Marcello Gemmato, con delega alla salute animale, ha dichiarato di aver già interessato l’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, e la Direzione generale competente del Ministero della Salute per consentire la distribuzione anche a uso veterinario del farmaco salva vita Remdesivir, oggi autorizzato al solo uso umano e dispensato all’interno degli ospedali.

Sottosegretario Gemmato che cosa significa questo? In quali tempi il farmaco sarà disponibile in Italia e potrà essere prescritto dai veterinari italiani?
“Il tema mi sta particolarmente a cuore non solo perché si tratta di una mia delega specifica, quella della salute animale, ma anche perché sono proprietario di un gatto, Francesco, che potrebbe, speriamo ovviamente di no, dover fare i conti con questa terribile malattia. Oggi non esiste un farmaco o un vaccino che in ambito veterinario possa curare i gatti, contrastando la Fip. Esiste però il Remdesivir a uso umano che si è rivelato assolutamente efficace nella cura di questa patologia.
La burocrazia, importante poiché tutela i cittadini, dal momento che si parla di farmaci, pone nell’esclusività del canale distributivo ospedaliero questo farmaco e solo per uso umano, per curare il Covid. Il nostro obiettivo è cambiare le cose: abbiamo interessato l’Aifa e la Direzione competente del Ministero di cui sono Sottosegretario per ottenere che il farmaco possa essere frazionato in maniera adeguata ed essere utilizzato per uso veterinario.
Veniamo al nodo dei tempi: sono una persona realista, non mi abbandono a facili promesse, garantisco però che ci stiamo lavorando (sono in costante contatto con il Direttore Scientifico dell’Aifa).
Esiste un regolamento europeo che stabilisce come ad agosto 2026 questo farmaco potrà essere utilizzato per curare la Fip. Ma noi ci stiamo battendo affinché l’orizzonte, rispetto a questi 13 mesi che ancora mancano, si accorci, dal momento che in gioco c’è la vita dei nostri piccoli amici”.

Il fatto di non avere a disposizione un farmaco specifico per curare questa malattia molto grave per i nostri amici felini, ha alimentato una sorta di mercato nero con prezzi alle stelle. Oltre al Remdesivir si parla di un farmaco, il Gs-441524, derivato dal Remdesivir, di produzione cinese. Ma quali sono i rischi?
“Esiste un mercato illegale al quale, purtroppo in maniera disperata si rivolgono le persone con gatti che si ammalano di Fip. Ma i rischi sono tanti: si tratta di un canale non sicuro perché non sappiamo cosa venga realmente somministrato ai felini, tra l’altro a fronte di costi elevatissimi. Non sappiamo che cosa ci sia al loro interno e come siano state conservate e frazionate le sostanze che li compongono. Su internet si trova di tutto e i prodotti senza la tracciatura sulla qualità di buona fabbricazione dei farmaci sono pericolosi”.

Si sta pensando di autorizzare anche il Gs-441524?
“Si tratta di una sostanza che in Europa è stata autorizzata soltanto in Inghilterra, aspetto questo che ci induce ad adottare un atteggiamo prudenziale, seguendo la strada del Remdesivir e non quella del Gs-441524. Ciò nell’ottica di un doppio obiettivo: sia per garantire la sicurezza dei nostri gatti, sia per evitare il rischio di intraprendere un percorso più lungo. È più facile e veloce spostare l’utilizzo del Remdesivir dall’uso umano a quello veterinario.
Arrivare a rendere disponibile il Remdesivir anche per i felini è una questione molto importante, nella piena consapevolezza di come in tantissime famiglie italiane gli animali d’affezione siano ormai diventati membri a tutti gli effetti. Pensiamo ad esempio a quanto sia importante il conforto e l’amicizia di un gatto o di un cane per le persone anziane, per le quali l’animale è di fatto paragonabile a una persona di famiglia.
Pensare che il gatto possa andare incontro a morte certa in caso di Fip solo per l’impossibilità di somministrare un farmaco che esiste e funziona, ma il cui utilizzo è bloccato dalla burocrazia, non è ammissibile. Per questo ci stiamo impegnando in maniera puntuale per venire a capo di questo problema”.

Federica Boccaletti

Sottosegretario Marcello Gemmato con il gatto Francesco

Morten Harket, frontman degli A-Ha, rivela: “Ho il morbo di Parkinson”

Morten Harket, frontman degli A-Ha, ha rivelato di avere il morbo di Parkinson. La notizia è stata annunciata direttamente sul sito ufficiale della band norvegese, con un articolo firmato dal biografo Jan Omdahl. “Non ho problemi ad accettare la diagnosi. Col tempo ho preso a cuore l’atteggiamento di mio padre, 94 anni, nei confronti del modo in cui l’organismo si arrende gradualmente: ‘Uso quello che funziona’”, ha spiegato il cantante 65enne nell’intervista, notizia che inizialmente aveva mantenuto privata, ma che ora ha voluto condividere con tutti i fan.

Gli A-Ha sono diventati famosi in tutto il mondo per la loro hit “Take On Me”, contenuta nell’album di debutto, “Hunting High and Low”, uscito nel 1985. “Lo conoscete come l’iconico frontman degli A-ha, un cantante divinamente dotato, una pop star riluttante, un artista solista, un cantautore, un pensatore eccentrico, padre di cinque figli e nonno, ma negli ultimi anni Morten Harket è stato anche un uomo in lotta con il proprio corpo. Non è il tipo di notizia che qualcuno vorrebbe dare al mondo, ma eccola qui: Morten ha il morbo di Parkinson”, così inizia l’articolo di Omdahl.

“Una parte di me voleva rivelarlo. Come ho detto, accettare la diagnosi non è stato un problema per me; è il mio bisogno di pace e tranquillità per lavorare che mi ha fermato. Sto facendo del mio meglio per evitare che tutto il mio sistema vada in declino. È difficile trovare un equilibrio tra l’assunzione dei farmaci e la gestione dei loro effetti collaterali. Ci sono così tante cose da valutare quando si cerca di emulare il modo magistrale in cui il corpo gestisce ogni movimento complesso, o le questioni sociali e gli inviti, o la vita quotidiana in generale, ha spiegato l’artista.

Nel 2024 Harket si è sottoposto a due interventi al cervello, alla Mayo Clinic negli Stati Uniti, con ottimi risultati. Nei giorni buoni, l’artista ora non mostra quasi nessun sintomo evidente della malattia, ma ci sono ricadute, soprattutto nella voce: “I problemi con la mia voce sono uno dei tanti motivi di incertezza riguardo al mio futuro creativo”, ha spiegato. “Non ho voglia di cantare, e per me questo è un segnale. Sono di larghe vedute riguardo a ciò che ritengo funzioni; non mi aspetto di riuscire a raggiungere il pieno controllo tecnico. La domanda è se riesco a esprimermi con la mia voce. Allo stato attuale delle cose, è fuori discussione. Ma non so se riuscirò a farlo in futuro”, ha continuato.

Ma Morten non si vede solo come cantante, anche se questo è il ruolo che assunto per la maggior parte della sua vita: “Ho sempre voluto fare cose diverse, ma alla fine mi sono ritrovato con un ruolo piuttosto stabile come cantante in una band. Quando dico che la mia identità non è quella di cantante, è la mia risposta diretta. Viene direttamente dal cuore. La gente mi associa a questo, naturalmente, e me ne rendo conto. Considero il canto una mia responsabilità e in certi momenti penso che sia assolutamente fantastico poterlo fare. Ma ho anche altre passioni, ho altre cose che sono altrettanto importanti per me, che sono altrettanto necessarie e vere”.

Non poteva mancare un pensiero per i fan, che da sempre lo sostengono e che ora si preoccuperanno per lui: Non preoccupatevi per me. Scoprite chi volete essere: è un processo che può essere nuovo ogni singolo giorno. Siate buoni servitori della natura, la base stessa della nostra esistenza, e prendetevi cura dell’ambiente finché è ancora possibile farlo. Impegnate le vostre energie e i vostri sforzi nell’affrontare i problemi reali e sappiate che qualcuno si sta prendendo cura di me”.

E conclude, spiegando il motivo per cui ha voluto rendere pubblica la sua malattia: “Mi dava fastidio pensare che la mia malattia potesse diventare di dominio pubblico. A lungo andare, mi dà più fastidio dover proteggere qualcosa che è strettamente privato trattandolo come un segreto”.

(foto: ph. Stian Andersen)

Rossetti in esclusiva ai microfoni di Radio Bruno

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Claudio Baglioni annuncia la data d’anteprima di “GrandTour LA VITA È ADESSO”

Claudio Baglioni sta già pensando al 2026 e ha intenzione di festeggiare i 40 anni di “La vita è adesso”, uscito nel 1985, che da oggi (6 giugno) è disponibile in una riedizione intitolata “La vita è adesso, il sogno è sempre”, con un tour. L’artista, che a ottobre riprenderà con le date di “Piano di Volo”, ha annunciato il “GranTour LA VITA È ADESSO”, 40 tappe speciali nei più suggestivi scenari all’aperto di tutta Italia, che verranno anticipate il 27 settembre 2025 da uno straordinario concerto evento di anteprima assoluta, a ingresso libero, nell’Isola di Lampedusa.

In questa occasione verranno annunciate le date del “GrandTour LA VITA È ADESSO”, in programma da fine giugno 2026 fino a metà settembre 2026: questi eccezionali concerti saranno 40, numero simbolico e rappresentativo del 40° leggendario anniversario dell’album. L’anteprima a Lampedusa sarà un evento unico ed esclusivo per celebrare dal vivo il progetto, in un luogo di grande importanza nella vita e nella carriera di Claudio Baglioni.

Sul palco dell’anteprima di Lampedusa e delle tappe del 2026 del “GrandTour”, Claudio Baglioni – accompagnato dall’intera formazione di 21 musicisti e coristi, che ha registrato, insieme in studio, la nuova edizione de “LA VITA È ADESSO, IL SOGNO È SEMPRE” – interpreterà, per la prima volta, l’album nella sua interezza, unitamente all’esecuzione dei più grandi successi che hanno costellato i suoi 60 anni di carriera, pietra miliare della cultura popolare italiana. Un ritorno live dall’eccezionale valore, a distanza di oltre 15 anni dall’ultima tournée di Claudio Baglioni nelle incantevoli location outdoor del nostro Paese.

I biglietti per le tappe del “GrandTour LA VITA È ADESSO” saranno disponibili dalle ore 11.00 del 29 settembre alle ore 10.00 del 30 settembre in esclusiva in prevendita per gli iscritti al Fan Club e su TicketOne e nei punti vendita e nelle prevendite abituali, dalle ore 11.00 del 2 ottobre.

 

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Accusati di sei rapine, per tre minorenni scatta la misura della permanenza in casa

Nella serata di mercoledì scorso, 4 giugno, i Carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale per i Minorenni di Bologna, su richiesta di quella Procura della Repubblica, nei confronti di tre giovanissimi di 15, 16 e 18 anni (quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti) residenti in provincia di Modena, ritenuti gravemente indiziati di vari reati di rapina aggravata e continuata in concorso.

Le indagini dei Carabinieri, avviate a seguito di una serie di episodi avvenuti tra settembre 2024 e febbraio 2025, hanno permesso di accertare come i tre minori, abbiano più volte avvicinato con tono minaccioso e aggressivo altri ragazzi minorenni, rapinandoli di denaro e altri beni.
In un episodio, i giovani indagati si sono impossessati con la forza di monete di piccolo taglio di una delle vittime, minacciandola e spintonandola ripetutamente.
In altro caso, hanno accerchiato un ragazzo costringendolo a mostrare il contenuto delle tasche e del cellulare, al fine di verificare la presenza di denaro contante.
In una terza circostanza, nel gennaio scorso, il 15enne ed il 16enne sono persino arrivati a sottrarre un motorino a un altro minorenne, dopo averlo più volte colpito al volto con il suo stesso casco, non riuscendo nell’intento grazie al pronto intervento dei Carabinieri e alla coraggiosa resistenza della giovane vittima che, fortunatamente, in seguito alla violenta aggressione non ha riportato gravi traumi.
Sono in tutto sei le rapine accertate, ai danni di minorenni, spesso in situazioni di isolamento e di apparente vulnerabilità.

I fatti, aggravati dall’azione congiunta di più persone e dalla minore età delle vittime, hanno destato particolare allarme nella comunità e richiesto l’immediato e risolutivo intervento dell’Autorità Giudiziaria minorile, che ha disposto la misura cautelare nei confronti dei tre indagati, ritenendo concreto il rischio di reiterazione.
I minori sono stati pertanto sottoposti alla misura della permanenza in casa presso la loro residenza, con divieto di allontanarsi senza l’autorizzazione del Giudice. (fotografia di repertorio)

Incendio in abitazione: tre famiglie sfollate e tre appartamenti sotto sequestro

E’ di tre famiglie sfollate e altrettanti appartamenti inagibili e sotto sequestro il bilancio dell’incendio che si è sviluppato nella tarda serata di ieri, giovedì 5 maggio, in un appartamento di via Pascoli, a Castelvetro, in provincia di Modena.

L’allarme è scattato intorno alle 21.45: quando i Vigili del Fuoco, una squadra di Vignola e una da Modena, per un totale di 14 uomini, sono giunti sul posto, la camera da letto di uno degli appartamenti del secondo piano era completamente avvolta dalle fiamme, mentre il fumo, oltre che aver invaso l’appartamento, si era propagato anche in tutto il secondo e terzo piano.
Nelle operazioni di spegnimento del rogo e di soccorso, un’anziana allettata, residente al primo piano, è stata portata fuori dai Vigili del Fuoco, mentre gli altri erano impegnati nel domare le importanti fiamme dell’incendio, opera quest’ultima che ha richiesto un paio di ore di lavoro.

A causa delle fiamme non solo l’appartamento direttamente coinvolto è stato dichiarato inagibile, ma anche quello immediatamente sopra al terzo piano e quello immediatamente sotto al primo. I Carabinieri hanno messo i sigilli e posto sotto sequestro tutte e tre le abitazioni, mentre le famiglie sfollate hanno trovato rifugio in una struttura individuata dal Comune. Nessuna persona è rimasta ferita.

Sul posto, oltre ai Vigili del Fuoco, sono giunti anche i Carabinieri, la Polizia Locale dell’Unione Terre di Castelli, il vicesindaco di Castelvetro e il soccorso sanitario.

Scende dal pulmino e viene travolto: 14enne in ospedale

Un ragazzino di 14 anni è rimasto ferito dopo essere stato investito da un’auto, mentre attraversava la strada, appena sceso dal pullmino che lo stava riportando a casa dopo la scuola. E’ accaduto nel primo pomeriggio di ieri, giovedì 5 giugno, intorno alle 14.00, in via Villanova, a San Felice sul Panaro, nella Bassa modenese.

Come riportato dalla stampa locale, il 14enne ha riportato diversi traumi: soccorso dal personale sanitario del 118, è stato trasportato con l’elicottero all’Ospedale di Baggiovara, Modena, dove si trova ricoverato in terapia intensiva. La prognosi è riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Il conducente della vettura si è subito fermato per prestare soccorso. Sul posto sono intervenuti anche gli Agenti della Polizia Locale che dovranno ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. (fotografia di repertorio)

EDITORIALE | “Dimmi cosa resterà se mando in fumo tutto adesso…”

Di Gabriele Guastella

Questa volta mi sono preso qualche giorno di silenzio e riflessione, per drenare tutta l’amarezza, tutta la delusione, e anche tutta la sofferenza sportiva e da appassionato, si intende, che si era accumulata soprattutto in questi ultimi mesi. Delusione e sofferenza che in realtà si erano depositate sopra a “centimetri” di scorie che già avevano lasciato le due stagioni precedenti, perché è vero ci siamo salvati sia con Paolo Zanetti al timone che poi con l’avvento di Davide Nicola, grazie alla zampata vincente dell’ultimo secondo.

Le due salvezze, i due traguardi raggiunti, in qualche modo è come se avessero mitigato e quasi cancellato tutta la stanchezza mentale che erano state assorbite nei mesi precedenti. Il gol di Niang al 93’ della sfida con la Roma è stata una botta adrenalinica di assoluto rilievo: lo testimonia il Fiume Azzurro che si è riversato sul terreno di gioco in quella notte di fine maggio, come poche altre volte è accaduto in precedenza; immagini e fotogrammi di gioia impazzita, fotoromanzo di una notte, liberazione in senso assoluto.

Pensavamo di aver vissuto la stagione più difficile e balorda, ed in un certo senso l’inizio di un’altra stagione sotto la guida di D’Aversa ci ha fatto cullare questo pensiero per qualche altra settimana. Poi, improvvisamente, tutto si è fatto più cupo, il cielo grigio, le nebbie dense, e le oscurità senza un’apparente via di uscita. Prigionieri un’altra volta, come la stagione precedente, forse peggio.

Infortuni a ripetizione, ginocchi e legamenti che saltano, stagioni che terminano anzitempo, e partite che sfuggono via al primo inciampo.
Siamo arrivati alla volata finale stanchi, sfibrati, numericamente ridotti ai minimi termini, quasi agonizzanti e, ammettiamolo pure con coraggio, con una stanchezza riferita non solo alla stagione appena conclusa ma alla somma delle altre due dove l’obiettivo è stato centrato ma provando a fare qualcosa di diverso, che alla fine dei conti non ha divertito.

Abbiamo visto cose egregie: innanzitutto le tre salvezze consecutive che hanno determinato il record di quattro permanenze di seguito in Serie A perché, se prima non ci eravamo mai riusciti, qualcosa vorrà pur dire; poi qualche vittoria di lusso: in casa dell’Inter, della Fiorentina e della Roma, il poker con la Juventus, il doppio successo con il Napoli pre-Scudetto, lo storico cammino fino alla semifinale di Coppa Italia. E poi abbiamo visto cose meno egregie: lo 0-7 di Roma e le cinque di fila senza neanche segnare un gol, venti giornate con quattordici sconfitte e neanche un successo, e complessivamente negli ultimi due tornei in 76 partite ben 41 sconfitte a fronte di sole 15 vittorie.
Ma la cosa meno egregia, forse, è che non siamo riusciti ad essere divertenti, in primis per noi stessi: ci siamo accartocciati alla ricerca del cercare di voler essere una squadra scorbutica e arcigna, affidandosi poi a tutto meno che ai centimetri ed ai muscoli. La storia fatta di centocinque anni di sacrifici, sudore e gloria è lì a ricordarci tutto: ci ricorda che le imprese migliori le abbiamo fatte con coraggio e perseveranza, con equilibrio e saggezza, e pensando che prima di tutto si deve essere uno “spettacolo” ovunque, comunque e per chiunque.

È anche per questo modo di essere che possiamo andar fieri della nostra storia, fatta di successi e sconfitte, promozioni e retrocessioni, applausi scroscianti nei giorni di festa ed in quelli tristi.

E poi c’è un’altra grande caratteristica. Nelle nostre retrocessioni c’è sempre una rinascita, ecco questo è il segnale che conta davvero. La compattezza di intenti, l’accartocciarsi che prima rammentavo che diventa adesso un compattarsi in un’unica cosa: il club, la squadra, la città, i tifosi, e poi le aziende, i punti di riferimento che fanno quadrato ed insieme superano una difficoltà e decidono quanto può esser bello riprovarci ancora.

Adesso le scorie e le delusioni sono già da parte: fermiamoci un attimo anche solo un secondo a riflettere. È proprio adesso che arriva il bello: uno stadio da costruire, una nuova casa per cui ogni singolo sportivo, tifoso, cittadino di Empoli e di tutto il comprensorio potrà andar fiero, nel mettere il proprio “mattoncino”. Un campionato di Serie B che nel 1996, trent’anni fa esatti, era visto come un miraggio e che oggi rappresenta una base di ripartenza.

Fuori l’entusiasmo ragazzi, perché è in questi momenti che si fa la differenza. Onestamente mi sono sbarazzato di questi ultimi tre anni vissuti bene fuori, ma male dentro. Con l’angoscia di non poterci divertire, ancora, come prima o forse più di prima. Sono passati dieci giorni da una doppia retrocessione, tra prima squadra e Primavera in meno di quarantotto ore, ma onestamente non vedo l’ora di ricominciare.

Non vedo altri posti migliori di vivere e provare a fare calcio con coraggio come qui, qui in questa valle immersa tra vigneti e ulivi, immersa nel verde che neanche ce ne rendiamo conto: dove se vogliamo possiamo esprimere essenza di appartenenza per tutto; dal singolo tifoso e sportivo, dalla proprietà, dai soci, dai singoli sponsor e partner; dove c’è tanto di Empoli e del suo comprensorio, c’è tanto della sua storia, del suo passato, delle sue radici e tradizioni.

Ecco in un Mondo che vorticosamente viaggia a chilometri di distanza mi chiedo dove si può ritrovare un’opportunità così grande, del poter fare qualcosa di grande in casa nostra… “dimmi cosa resterà se mando in fumo tutto adesso…”.

Aggredisce una guardia giurata e poi una bimba di 10 anni in gita scolastica: 35enne arrestato

Un 35enne del Bangladesh è stato arrestato dalla Polizia Ferroviaria di Bologna poiché ritenuto responsabile di due distinte aggressioni avvenute all’interno della stazione ferroviaria di Bologna.

Vittima della prima verificatasi nell’ultima settimana di maggio una guardia giurata in servizio, “colpevole” di averlo invitato ad allontanarsi dallo scalo perché molesto nei confronti di alcuni viaggiatori. Dopo un inziale diverbio, l’uomo avrebbe tentato di sfilargli, senza per fortuna riuscirvi, la pistola. La guardia giurata ha riportato alcune contusioni ed escoriazioni, mentre l’uomo è stato arrestato in flagranza di reato dalla Polizia Ferroviaria.
A seguito del giudizio per direttissima, il 35enne è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Pochi giorni dopo, sempre in stazione a Bologna, lo straniero si è reso responsabile di una seconda immotivata aggressione, ai danni di una bambina di 10 anni che transitava nel sottopassaggio con i compagni di classe e i loro docenti, di ritorno da una gita scolastica. La piccola è stata spintonata a terra e colpita con un calcio; subito le maestre e gli Agenti della Polizia Ferroviaria hanno soccorso la bambina e riportato la calma tra gli alunni, mentre l’aggressore è riuscito ad allontanarsi. La piccola è stata dimessa con una prognosi di 21 giorni per trauma cranico.
Fin da subito, tuttavia, grazie alla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza e alle tempestive indagini, la Polizia è riuscita a identificare l’uomo, risultato lo stesso dell’episodio della settimana prima.

Gli Agenti hanno informato tempestivamente l’Autorità Giudiziaria, che, considerata la pericolosità dell’uomo, ha immediatamente emesso un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare in atto, sostituendola con la custodia cautelare in carcere.
Lo straniero, rintracciato nella mattinata di martedì scorso 3 giugno, è stato prima accompagnato presso gli uffici di Polizia Ferroviaria, poi presso la casa circondariale di Bologna, in esecuzione alla misura disposta dal Gip del Tribunale di Bologna, su richiesta della Procura della Repubblica.

Il fiorentino Marco Baroni è il nuovo allenatore del Torino

Il Torino Football Club è lieto di annunciare che dal primo luglio 2025 la guida tecnica della Prima Squadra sarà affidata a Marco Baroni. L’allenatore ha firmato un contratto biennale.

Marco Baroni è nato l’11 settembre 1963 a Firenze. Ex calciatore, di ruolo difensore, ha debuttato nel calcio professionistico con la Fiorentina, in Serie A, nella stagione 1981-1982, prima tappa di una lunga carriera, conclusa nel 2000, impreziosita da uno Scudetto e da una Supercoppa italiana con il Napoli. Come allenatore vanta 25 anni di professione, con un’esperienza maturata a partire dalla Rondinella (passando dal ruolo di calciatore a quello di tecnico) sino alla stagione appena conclusa con la Lazio. Tra i risultati ottenuti spiccano, tra gli altri, la vittoria dei playoff di Serie B con il Benevento nella stagione 2016/17, traguardo storico perché per la prima volta ha aperto le porte della serie A al Club sannita. E poi nella stagione 2021-22 la promozione in A con il Lecce, vincendo il campionato cadetto.

Il Presidente Urbano Cairo accoglie Marco Baroni con il più cordiale: “Benvenuto al Torino! Buon lavoro e Sempre Forza Toro!”

Fip, la soluzione per i gatti è vicina

La Fip, peritonite infettiva felina, è l’incubo di chi ama i gatti perché la mortalità di questa malattia virale e molto infettiva, è altissima, arrivando al 96% dei casi sintomatici.
E questo perché in Italia non esiste un farmaco specifico autorizzato, cioè il veterinario ha le mani legate e non può prescrivere alcun medicinale efficace per contrastare questa patologia, situazione che porta a scegliere altre strade per procurarselo nel disperato tentativo di salvare il proprio amato animale. La soluzione sarebbe però vicina, come spiegato nella conferenza stampa di martedì 20 maggio svoltasi alla Camera dei Deputati durante la quale è stato dato un annuncio molto importante per le tante famiglie che in Italia hanno uno o più gatti e per le numerose associazioni animaliste: dopo l’interrogazione presentata dall’Intergruppo per i Diritti degli Animali al Ministero della Salute, il Sottosegretario, On. Marcello Gemmato, con delega alla salute animale, ha dichiarato di aver già interessato l’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, e la Direzione generale competente del Ministero della Salute per consentire la distribuzione anche a uso veterinario del farmaco salva vita Remdesivir, oggi autorizzato al solo uso umano e dispensato all’interno degli ospedali.

Sottosegretario Gemmato che cosa significa questo? In quali tempi il farmaco sarà disponibile in Italia e potrà essere prescritto dai veterinari italiani?
“Il tema mi sta particolarmente a cuore non solo perché si tratta di una mia delega specifica, quella della salute animale, ma anche perché sono proprietario di un gatto, Francesco, che potrebbe, speriamo ovviamente di no, dover fare i conti con questa terribile malattia. Oggi non esiste un farmaco o un vaccino che in ambito veterinario possa curare i gatti, contrastando la Fip. Esiste però il Remdesivir a uso umano che si è rivelato assolutamente efficace nella cura di questa patologia.
La burocrazia, importante poiché tutela i cittadini, dal momento che si parla di farmaci, pone nell’esclusività del canale distributivo ospedaliero questo farmaco e solo per uso umano, per curare il Covid. Il nostro obiettivo è cambiare le cose: abbiamo interessato l’Aifa e la Direzione competente del Ministero di cui sono Sottosegretario per ottenere che il farmaco possa essere frazionato in maniera adeguata ed essere utilizzato per uso veterinario.
Veniamo al nodo dei tempi: sono una persona realista, non mi abbandono a facili promesse, garantisco però che ci stiamo lavorando (sono in costante contatto con il Direttore Scientifico dell’Aifa).
Esiste un regolamento europeo che stabilisce come ad agosto 2026 questo farmaco potrà essere utilizzato per curare la Fip. Ma noi ci stiamo battendo affinché l’orizzonte, rispetto a questi 13 mesi che ancora mancano, si accorci, dal momento che in gioco c’è la vita dei nostri piccoli amici”.

Il fatto di non avere a disposizione un farmaco specifico per curare questa malattia molto grave per i nostri amici felini, ha alimentato una sorta di mercato nero con prezzi alle stelle. Oltre al Remdesivir si parla di un farmaco, il Gs-441524, derivato dal Remdesivir, di produzione cinese. Ma quali sono i rischi?
“Esiste un mercato illegale al quale, purtroppo in maniera disperata si rivolgono le persone con gatti che si ammalano di Fip. Ma i rischi sono tanti: si tratta di un canale non sicuro perché non sappiamo cosa venga realmente somministrato ai felini, tra l’altro a fronte di costi elevatissimi. Non sappiamo che cosa ci sia al loro interno e come siano state conservate e frazionate le sostanze che li compongono. Su internet si trova di tutto e i prodotti senza la tracciatura sulla qualità di buona fabbricazione dei farmaci sono pericolosi”.

Si sta pensando di autorizzare anche il Gs-441524?
“Si tratta di una sostanza che in Europa è stata autorizzata soltanto in Inghilterra, aspetto questo che ci induce ad adottare un atteggiamo prudenziale, seguendo la strada del Remdesivir e non quella del Gs-441524. Ciò nell’ottica di un doppio obiettivo: sia per garantire la sicurezza dei nostri gatti, sia per evitare il rischio di intraprendere un percorso più lungo. È più facile e veloce spostare l’utilizzo del Remdesivir dall’uso umano a quello veterinario.
Arrivare a rendere disponibile il Remdesivir anche per i felini è una questione molto importante, nella piena consapevolezza di come in tantissime famiglie italiane gli animali d’affezione siano ormai diventati membri a tutti gli effetti. Pensiamo ad esempio a quanto sia importante il conforto e l’amicizia di un gatto o di un cane per le persone anziane, per le quali l’animale è di fatto paragonabile a una persona di famiglia.
Pensare che il gatto possa andare incontro a morte certa in caso di Fip solo per l’impossibilità di somministrare un farmaco che esiste e funziona, ma il cui utilizzo è bloccato dalla burocrazia, non è ammissibile. Per questo ci stiamo impegnando in maniera puntuale per venire a capo di questo problema”.

Federica Boccaletti

Sottosegretario Marcello Gemmato con il gatto Francesco

Morten Harket, frontman degli A-Ha, rivela: “Ho il morbo di Parkinson”

Morten Harket, frontman degli A-Ha, ha rivelato di avere il morbo di Parkinson. La notizia è stata annunciata direttamente sul sito ufficiale della band norvegese, con un articolo firmato dal biografo Jan Omdahl. “Non ho problemi ad accettare la diagnosi. Col tempo ho preso a cuore l’atteggiamento di mio padre, 94 anni, nei confronti del modo in cui l’organismo si arrende gradualmente: ‘Uso quello che funziona’”, ha spiegato il cantante 65enne nell’intervista, notizia che inizialmente aveva mantenuto privata, ma che ora ha voluto condividere con tutti i fan.

Gli A-Ha sono diventati famosi in tutto il mondo per la loro hit “Take On Me”, contenuta nell’album di debutto, “Hunting High and Low”, uscito nel 1985. “Lo conoscete come l’iconico frontman degli A-ha, un cantante divinamente dotato, una pop star riluttante, un artista solista, un cantautore, un pensatore eccentrico, padre di cinque figli e nonno, ma negli ultimi anni Morten Harket è stato anche un uomo in lotta con il proprio corpo. Non è il tipo di notizia che qualcuno vorrebbe dare al mondo, ma eccola qui: Morten ha il morbo di Parkinson”, così inizia l’articolo di Omdahl.

“Una parte di me voleva rivelarlo. Come ho detto, accettare la diagnosi non è stato un problema per me; è il mio bisogno di pace e tranquillità per lavorare che mi ha fermato. Sto facendo del mio meglio per evitare che tutto il mio sistema vada in declino. È difficile trovare un equilibrio tra l’assunzione dei farmaci e la gestione dei loro effetti collaterali. Ci sono così tante cose da valutare quando si cerca di emulare il modo magistrale in cui il corpo gestisce ogni movimento complesso, o le questioni sociali e gli inviti, o la vita quotidiana in generale, ha spiegato l’artista.

Nel 2024 Harket si è sottoposto a due interventi al cervello, alla Mayo Clinic negli Stati Uniti, con ottimi risultati. Nei giorni buoni, l’artista ora non mostra quasi nessun sintomo evidente della malattia, ma ci sono ricadute, soprattutto nella voce: “I problemi con la mia voce sono uno dei tanti motivi di incertezza riguardo al mio futuro creativo”, ha spiegato. “Non ho voglia di cantare, e per me questo è un segnale. Sono di larghe vedute riguardo a ciò che ritengo funzioni; non mi aspetto di riuscire a raggiungere il pieno controllo tecnico. La domanda è se riesco a esprimermi con la mia voce. Allo stato attuale delle cose, è fuori discussione. Ma non so se riuscirò a farlo in futuro”, ha continuato.

Ma Morten non si vede solo come cantante, anche se questo è il ruolo che assunto per la maggior parte della sua vita: “Ho sempre voluto fare cose diverse, ma alla fine mi sono ritrovato con un ruolo piuttosto stabile come cantante in una band. Quando dico che la mia identità non è quella di cantante, è la mia risposta diretta. Viene direttamente dal cuore. La gente mi associa a questo, naturalmente, e me ne rendo conto. Considero il canto una mia responsabilità e in certi momenti penso che sia assolutamente fantastico poterlo fare. Ma ho anche altre passioni, ho altre cose che sono altrettanto importanti per me, che sono altrettanto necessarie e vere”.

Non poteva mancare un pensiero per i fan, che da sempre lo sostengono e che ora si preoccuperanno per lui: Non preoccupatevi per me. Scoprite chi volete essere: è un processo che può essere nuovo ogni singolo giorno. Siate buoni servitori della natura, la base stessa della nostra esistenza, e prendetevi cura dell’ambiente finché è ancora possibile farlo. Impegnate le vostre energie e i vostri sforzi nell’affrontare i problemi reali e sappiate che qualcuno si sta prendendo cura di me”.

E conclude, spiegando il motivo per cui ha voluto rendere pubblica la sua malattia: “Mi dava fastidio pensare che la mia malattia potesse diventare di dominio pubblico. A lungo andare, mi dà più fastidio dover proteggere qualcosa che è strettamente privato trattandolo come un segreto”.

(foto: ph. Stian Andersen)

Rossetti in esclusiva ai microfoni di Radio Bruno

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