Un tragico incidente stradale è accaduto nella notte tra sabato 18 e ieri, domenica 19 ottobre, intorno alle 3.30, in via Verdi, ad Asiago, in provincia di Vicenza. Pesantissimo il bilancio: tre ragazzi ventenni anni sono morti, mentre altri due sono rimasti feriti.
Come riportato dalla stampa locale, l’auto sulla quale viaggiavano i cinque amici, si è schiantata contro la fontana al centro della rotatoria, per poi ribaltarsi. Per Riccardo Gemo, 20 anni, che abitava a Creazzo, e per Nicola Xausa, 20 anni, e Pietro Pisapia, 21 anni, entrambi residenti a Lusiana Conco, non c’è stato purtroppo nulla da fare: i tre ragazzi sono morti sul colpo. Per estrarre i giovani dalle lamiere sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco. Altri due 21enni sono stati stabilizzati sul posto dal personale sanitario del Suem 118 e sono stati trasferiti negli Ospedali di Bassano del Grappa e Asiago. Uno dei due verserebbe in gravi condizioni.
Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri e la Polizia Locale per gli accertamenti sulle cause del sinistro e per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Il gruppo di amici stava tornando dopo una serata di festa trascorsa a Lavarone, in provincia di Trento.
Tragedia nel post partita del match di basket di A2 tra Pistoia e la Sebastiani di Rieti: il pullman dei tifosi toscani, la cui squadra aveva vinto contro i padroni di casa, è stato assaltato lungo la superstrada Rieti-Terni, all’altezza dello svincolo di Contigliano. È accaduto nella serata di ieri, domenica 19 ottobre.
Il mezzo è stato investito da una fitta sassaiola e il secondo autista è stato colpito da una pietra, morendo sul colpo. L’uomo, Raffaele Marianella, 65enne residente a Firenze, ma originario di Roma, era seduto sul sedile, accanto all’altro autista. L’uomo era a un mese dalla pensione. Il parabrezza è incrinato ma non rotto anche dal lato del posto di guida. Immediati i soccorsi da parte del personale sanitario del118, e di diverse pattuglie di Polizia e Carabinieri: per il 65enne non c’è stato però purtroppo nulla da fare.
Alcuni tifosi della Sebastiani Basket di Rieti, non è ancora chiaro il numero esatto, avrebbero dato vita a un agguato: dopo avere seguito per alcuni chilometri il pullman hanno sferrato l’assalto con il lancio di sassi e pietre. Al PalaSojurner di Rieti, dove era stata disputata la gara, c’erano stati momenti di tensione poi sedati dall’intervento della sicurezza e delle Forze dell’Ordine. Al termine dell’incontro il pullman dei tifosi di Pistoia aveva lasciato il palazzetto ed era stato scortato dalla Polizia fino allo svincolo della superstrada Rieti-Terni.
Sul grave episodio indagano gli investigatori della Squadra mobile e della Digos di Rieti che per tutta la notte hanno sentito una decina di tifosi della curva della Sebastiani basket Rieti. Al momento, come riportato dai media, non sarebbero scattati fermi. La Procura indaga per omicidio volontario contro ignoti.
La tragedia ha profondamente scosso il mondo del basket e dello sport. (fotografia di repertorio)
Giuseppe Giacobazzi si prepara a tornare al Teatro Celebrazioni di Bologna con il suo “Osteria Giacobazzi”: quattro date, la prima in programma martedì 21 ottobre. Uno spettacolo per ricreare sul palco l’atmosfera da osteria, dove una volta si comunicava in modo più genuino e creativo e ora ci si fa distrarre dal cellulare.
Sentiamo Giacobazzi, raggiunto al telefono da Alessio Aymone:
Dopo un primo tempo senza squilli, nel secondo tempo è la squadra viola ad andare in vantaggio con Gosens abile a sfruttare un mezzo pasticcio tra Maignan e Gabbia.
Poi sale in cattedra Leao che prima dalla distanza trova il pareggio mentre la Fiorentina era in 10 per una botta presa al volto da Ranieri, poi a 5 minuti dalla fine il VAR richiama l’arbitro per un contatto in area tra Parisi e Gimenez sul volto dell’attaccante. Da calcio di rigore, Leao non trema e fa 2-1 regalando così alla squadra di Allegri il primo posto in classifica.
Note: Angoli Empoli 5 Venezia 6. Ammoniti: al 8′ st 10 Ilie (E), al 15′ st 9 Pellegri (E), al 40′ st 5 Obaretin (E), al 49′ st 4 Franjic (V). Espulsi: nessuno. Recupero: 1′ pt – 6′ st. Spettatori: 6.500.
Con Alessio Dionisi, nuovo allenatore dell’Empoli da neanche una settimana, ci avevamo pure scherzato sopra; l’avevamo sottolineato, insomma, alla vigilia del match, nella conferenza di presentazione del tecnico che al contempo stesso si era trasformata anche nella conferenza pre-gara. C’era quel precedente curioso del 26 Febbraio 2021: quel giorno Empoli e Venezia, entrambe in corsa promozione, si affrontarono al Carlo Castellani. Andò in vantaggio il Venezia al 23′ con Mazzocchi, l’Empoli riuscì a strappare il pari con una rete di Haas al 25′ del secondo tempo: gli azzurri lamentarono un clamoroso rigore negato a Mancuso per un sandwich in area di rigore dei lagunari, in tribuna c’era anche il designatore Rocchi che ammise l’errore, finì solo 1-1 ma gli azzurri calciarono in porta ben quindici volte, contro tre tiri degli ospiti.
Anche questa sera, sotto molti aspetti, possiamo dire che sia andata come allora: prima di tutto il punteggio finale, ovvero l’1-1. C’è anche l’andamento: Venezia in vantaggio ed il pareggio dell’Empoli. Solo che questa volta l’Empoli ha impiegato solo sei minuti per riequilibrare il punteggio, e questa è una delle note positive della serata. Le altre: senza ombra di dubbio il grande impatto degli azzurri sulla partita, con la squadra di Dionisi che in meno di venti minuti ha costruito ben quattro grosse occasioni da rete, e con Shpendi che già all’alba del secondo giro di lancette, ben assistito da Yepes, aveva avuto una clamorosa palla per l’immediato vantaggio. Ci sono poi i ritorni in campo proprio di Nicolas Haas, e quello di Duccio Degli Innocenti, e la mezzora di Pietro Pellegri, che dunque allunga la durata della sua prestazione in campo.
Tra le note positive anche l’ennesimo gol di Stiven Shpendi, perché questo ragazzo fondamentalmente sta trovando anche una determinata continuità in termini di feeling realizzativo. Il gol di Shpendi, su assist di Elia bravo a rubare palla ad un avversario sull’out di destra, arriva al 42′ e pareggia la rete che il Venezia aveva messo a segno sei minuti prima.
Il gol dei lagunari, tra l’altro, è una delle cose meno positive della serata. Infatti, come sottolineato anche dallo stesso tecnico empolese, il Venezia ha costruito una discreta mole in termini di produttività offensiva, eppure è riuscita a segnare solo grazie ad una gigantesca ingenuità collettiva dell’Empoli. In primis quella di Ceesay che anziché coprire il pallone ed evitare la battuta fulminea degli ospiti si è messo a discutere con il direttore di gara, distraendo complessivamente tutta la retroguardia azzurra, colpa di sorpresa sul cross dal lato corto destro dell’area di rigore dal colpo di testa vincente di Adorante.
Le altre note negative della serata sono rappresentate dall’ennesimo gol subito dalla retroguardia empolese, mai in “clean sheet” in gare ufficiali in questa stagione; da alcune scelte sbagliate in partita, che per esempio nelle ultimissime battute di gara non sono piaciute nemmeno al nuovo tecnico, con l’Empoli che poteva e doveva chiudere meglio determinate ripartenze. Ad Alessio Dionisi non sono piaciuti alcuni momenti della partita, momenti in cui l’Empoli si è fatto schiacciare un po’ troppo dagli avversari: sono stati evidenti perfino dalla tribuna i continui richiami del tecnico all’indirizzo dei suoi ragazzi, con platonici “saliamo su…”. Poi, però, il tecnico amiatino elogia comunque la squadra: “lavoriamo insieme da tre giorni, c’è grandissima disponibilità, quei momenti e quelle scelte arriveranno, perché c’è grande qualità in questa squadra… ho visto alcuni ragazzi un po’ stanchi nel finale, lavoreremo anche per migliorare lo stato di forma”.
Il pareggio tutto sommato è giusto, anche se al tecnico dei veneti Stroppa ha fatto capire in sala stampa di non essere d’accordo: “abbiamo dominato per oltre un’ora, a parte l’inizio di gara, e l’equilibrio nel finale…”. Il Venezia ha avuto le sue occasioni, ha pure colpito una traversa dalla distanza con Perez, impegnando Fulignati in almeno tre circostanze, ma anche Stankovic ha avuto il suo bel lavoro, distribuito nei due tempi, soprattutto all’inizio ed in coda alla partita.
Il motto del momento è “non c’è tempo”, quelle tre parole pronunciate da Alessio Dionisi in conferenza stampa di presentazione in chiaro riferimento al fatto che siamo già a fine ottobre e bisogna essere bravi ad imparare tutto velocemente ed iniziare a “correre”. E “non c’è tempo” neppure per pensare molto a quel che è stato, rivedere gli errori commessi certo, e cercare possibilmente di apprendere con celerità perché l’Empoli nei prossimi quattordici giorni sarà in campo per ben tre volte: venerdì in trasferta sul campo della capolista Modena, il martedì seguente con la Sampdoria in casa, ed il sabato successivo di nuovo in trasferta in casa della Virtus Entella a Chiavari.
Fonte: gabrieleguastella.it
La festa degli azzurri per il gol di Shpendi che vale il pareggio contro il Venezia (Credit Ph EFC 1920)
Ore 14:07 di sabato 18 Ottobre 2025, sala stampa “Antonio Bassi”, è il minuto preciso in cui, nel ventre della tribuna centrale dello stadio Carlo Castellani Computer Gross Arena, fa il suo ingresso Alessio Dionisi, che precede il direttore sportivo Roberto Gemmi, e i dirigenti Perna e Calistri; visibilmente emozionato saluta i giornalisti, dopo aver lasciato però le prime parole proprio al direttore sportivo. E qui, in pratica, si iniziano a sciogliere i primi intrecci che il calcio sa regalare.
Partiamo però da un primo intreccio, sentimentale, che si era consumato in settimana, prima che Alessio Dionisi, nato ad Abbadia San Salvatore ma di Piancastagnaio, ereditasse la panchina azzurra dal suo predecessore, il cecinese Guido Pagliuca. E’ un passaggio di testimone tra uomini di calcio tutti toscani: in quei due giorni di apparente “vuoto”, o di “sospensione cosmica” come definirebbe qualcuno, si è verificato in realtà un profondo senso di continuità tecnica. Una continuità che porta il nome di Stefano Bianconi, di San Miniato ma ormai empolese a tutti gli effetti, collaboratore tecnico di Pagliuca prima, collaboratore tecnico di Dionisi in questa nuova era, e già collaboratore tecnico dello stesso Dionisi nel 2020/21. Stefano, ex difensore azzurro e bandiera dell’Empoli, ha allenato il gruppo azzurro martedì e mercoledì, in quei due giorni in cui tutti i tifosi stavano attendendo con trepidazione gli sviluppi sulla guida tecnica; in realtà è stata solo una questione burocratica, perché Dionisi possiamo considerarlo a tutti gli effetti il tecnico dell’Empoli già da sabato scorso, quando, dopo l’ultimo allenamento della settimana consumatosi al Centro Sportivo di Petroio, nel giro di poche ore in città è cominciata a trapelare la notizia che Guido Pagliuca fosse stato esonerato e che al suo posto fosse già pronto ad approdare l’ex tecnico di Sassuolo e Palermo. La magia del calcio ha regalato a Stefano Bianconi il giusto palcoscenico, anzi il palcoscenico giusto: quello del manto erboso di Petroio. Lui che da ragazzo su quel terreno di gioco ha difeso i colori dell’Intercomunale Vinci tra il 1988 ed il 1991, in qualche occasione anche con la fascia di capitano al braccio, a meno di quattro chilometri dal Castellani, giocando in Interregionale, la quarta serie di un tempo, e poi in Promozione, ed in pratica spiccando quel volo che lo ha poi portato nell’estate del 1994 ad indossare la maglia azzurra, dopo due parentesi con Certaldo e Sangiovannese. Era già promesso sposo del Montevarchi, fortemente voluto da Piero Braglia, ma quando arrivò la chiamata di Silvano Bini non ci penso un attimo. Empoli è diventato il suo amore eterno: duecento presenze, una Coppa Italia di Serie C, una promozione in B, poi un’altra in A, la salvezza in massima serie, il famoso gol fantasma con la Juve, quello dell’anno successivo questa volta buono contro i bianconeri; “chioccia” per i giovani nell’ultima stagione da calciatore dell’Empoli nel 2000/01, con Silvio Baldini in B. E poi, dopo un fugace ritorno come vice-allenatore di Guido Carboni nel 2011/12, di nuovo dal 2017, prima nel settore giovanile e poi dal 2019 in prima squadra. Stefano Bianconi è quel filo conduttore che da continuità alla guida tecnica dell’Empoli in questa stagione. C’è spazio anche per un piccolo, ma mica tanto, secondo intreccio che lo lega al passato; è il ritorno ad Empoli di Paolo Cozzi collaboratore tecnico di Dionisi, suo ex compagno di squadra e di reparto nel 1996/97, quello della promozione in A con Luciano Spalletti, e vice-allenatore di Dionisi nel 2020/21, la stagione dell’ultima promozione in massima serie in ordine cronologico.
Torniamo all’inizio del racconto, alle parole del Direttore Sportivo Roberto Gemmi che ringrazia il lavoro svolto da Guido Pagliuca e del suo staff: “non ne facciamo una ragione di chi sia più bravo o meno, la scelta che abbiamo fatto è perché crediamo che in questo momento ci sia bisogno di uno come Alessio Dionisi”. Parole che risuonano come un dejavu, come un qualcosa di già visto e sentito. Ed è proprio così. Anche in quel caso, come oggi, era un giorno 18: per la precisione lunedì 18 dicembre 2017, un lunedì; il lunedì in cui Andrea Butti, all’epoca Direttore Generale azzurro, irruppe nella sala stampa con decisione per presentare Aurelio Andreazzoli, con un monologo di qualche minuto, unico nel suo genere per la storia calcistica empolese: “ringraziamo Vincenzo Vivarini per il lavoro svolto, riteniamo che fosse lui l’allenatore giusto la scorsa estate per il lavoro di ricostruzione, come oggi riteniamo avessimo bisogno di uno come Andreazzoli per proseguire il lavoro in questa seconda parte di stagione… abbiamo del potenziale, e dei giovani da far crescere e crediamo che Aurelio sia l’allenatore giusto”. L’unica differenza è solo temporale, questa volta l’Empoli si è mosso due mesi prima, le motivazioni sembrano identiche a distanza di sette anni e dieci mesi esatti. Le prime parole di Alessio Dionisi sembrano confermarlo: “Empoli è una piazza dove si fa calcio, non sono io a dirlo, lo dicono i fatti, basta vedere quello che ha saputo fare questo club solo negli ultimi trent’anni. Ritengo questo gruppo giovane e con del potenziale, credo sia necessario un percorso di crescita, dove serve pazienza e fiducia. Ho seguito l’Empoli, ho visto le partite, sono qui da giovedì, tre allenamenti e domani giochiamo contro il Venezia, una squadra costruita per tornare subito in Serie A”. Le parole potenziale e giovani importanti da far crescere le avevamo già sentite.
C’è il momento in cui per qualche attimo c’è distensione, è quello in cui si ricorda come Dionisi e Gemmi siano stati compagni di squadra per una stagione e qualche mese, e precisamente nel campionato di Serie D 2007/08 con la maglia della Tritium, con annessa promozione in Serie C: “Alessio era un giovane capitano, capitano solo perchè portava la fascia…”, sorrisi e distensione (piccolo aneddoto storico, Gemmi lasciò la Tritium a novembre dell’anno successivo per approdare al Fanfulla, ndr).
I pensieri, in realtà, sono già rivolti al Venezia, e anche qui è un incrocio pazzesco, perché Dionisi inizia la sua seconda avventura sulla panchina azzurra affrontando proprio quella squadra dal quale approdò all’Empoli nell’estate 2020: “avevo preferito non ricordarlo…” – chiosa Gemmi, con un pizzico di autoironia, mentre il tecnico elogia club, staff dirigenziale, tecnico e squadra “sono un club ed una squadra importante…”.
Ma c’è un momento in cui esce fuori l’uomo Alessio Dionisi, per la verità un momento che in ordine temporale si è verificato subito; è il momento in cui alla prima domanda che gli è stata posta non esita a chiedere scusa al popolo empolese e ai suoi tifosi: “chiedo scusa perché riconosco di aver sbagliato, di aver agito male; oggi mi sento cambiato, è passato qualche anno, credo di aver fatto un po’ di esperienza, ero giovane, oggi ho qualche anno in più…”.
Alessio Dionisi e l’Empoli si riabbracciano dunque, ma c’è un ultimo intreccio da snodare, è quello del 25 febbraio 2024: quel giorno l’Empoli vinse 3-2 in casa del suo Sassuolo, e quella sconfitta costò la panchina a Dionisi che fu esonerato proprio da quella squadra per cui tre anni prima il tecnico amiatino decise di lasciare l’Empoli facendo arrabbiare i suoi tifosi… oggi, forse, è un cerchio che si chiude, magari aprendone un altro.
D’altronde ancora ad Empoli non c’è stato un allenatore capace di portarci per due volte in Serie A…
Un tragico incidente stradale è accaduto nella notte tra sabato 18 e ieri, domenica 19 ottobre, intorno alle 3.30, in via Verdi, ad Asiago, in provincia di Vicenza. Pesantissimo il bilancio: tre ragazzi ventenni anni sono morti, mentre altri due sono rimasti feriti.
Come riportato dalla stampa locale, l’auto sulla quale viaggiavano i cinque amici, si è schiantata contro la fontana al centro della rotatoria, per poi ribaltarsi. Per Riccardo Gemo, 20 anni, che abitava a Creazzo, e per Nicola Xausa, 20 anni, e Pietro Pisapia, 21 anni, entrambi residenti a Lusiana Conco, non c’è stato purtroppo nulla da fare: i tre ragazzi sono morti sul colpo. Per estrarre i giovani dalle lamiere sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco. Altri due 21enni sono stati stabilizzati sul posto dal personale sanitario del Suem 118 e sono stati trasferiti negli Ospedali di Bassano del Grappa e Asiago. Uno dei due verserebbe in gravi condizioni.
Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri e la Polizia Locale per gli accertamenti sulle cause del sinistro e per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Il gruppo di amici stava tornando dopo una serata di festa trascorsa a Lavarone, in provincia di Trento.
Tragedia nel post partita del match di basket di A2 tra Pistoia e la Sebastiani di Rieti: il pullman dei tifosi toscani, la cui squadra aveva vinto contro i padroni di casa, è stato assaltato lungo la superstrada Rieti-Terni, all’altezza dello svincolo di Contigliano. È accaduto nella serata di ieri, domenica 19 ottobre.
Il mezzo è stato investito da una fitta sassaiola e il secondo autista è stato colpito da una pietra, morendo sul colpo. L’uomo, Raffaele Marianella, 65enne residente a Firenze, ma originario di Roma, era seduto sul sedile, accanto all’altro autista. L’uomo era a un mese dalla pensione. Il parabrezza è incrinato ma non rotto anche dal lato del posto di guida. Immediati i soccorsi da parte del personale sanitario del118, e di diverse pattuglie di Polizia e Carabinieri: per il 65enne non c’è stato però purtroppo nulla da fare.
Alcuni tifosi della Sebastiani Basket di Rieti, non è ancora chiaro il numero esatto, avrebbero dato vita a un agguato: dopo avere seguito per alcuni chilometri il pullman hanno sferrato l’assalto con il lancio di sassi e pietre. Al PalaSojurner di Rieti, dove era stata disputata la gara, c’erano stati momenti di tensione poi sedati dall’intervento della sicurezza e delle Forze dell’Ordine. Al termine dell’incontro il pullman dei tifosi di Pistoia aveva lasciato il palazzetto ed era stato scortato dalla Polizia fino allo svincolo della superstrada Rieti-Terni.
Sul grave episodio indagano gli investigatori della Squadra mobile e della Digos di Rieti che per tutta la notte hanno sentito una decina di tifosi della curva della Sebastiani basket Rieti. Al momento, come riportato dai media, non sarebbero scattati fermi. La Procura indaga per omicidio volontario contro ignoti.
La tragedia ha profondamente scosso il mondo del basket e dello sport. (fotografia di repertorio)
Giuseppe Giacobazzi si prepara a tornare al Teatro Celebrazioni di Bologna con il suo “Osteria Giacobazzi”: quattro date, la prima in programma martedì 21 ottobre. Uno spettacolo per ricreare sul palco l’atmosfera da osteria, dove una volta si comunicava in modo più genuino e creativo e ora ci si fa distrarre dal cellulare.
Sentiamo Giacobazzi, raggiunto al telefono da Alessio Aymone:
Dopo un primo tempo senza squilli, nel secondo tempo è la squadra viola ad andare in vantaggio con Gosens abile a sfruttare un mezzo pasticcio tra Maignan e Gabbia.
Poi sale in cattedra Leao che prima dalla distanza trova il pareggio mentre la Fiorentina era in 10 per una botta presa al volto da Ranieri, poi a 5 minuti dalla fine il VAR richiama l’arbitro per un contatto in area tra Parisi e Gimenez sul volto dell’attaccante. Da calcio di rigore, Leao non trema e fa 2-1 regalando così alla squadra di Allegri il primo posto in classifica.
Note: Angoli Empoli 5 Venezia 6. Ammoniti: al 8′ st 10 Ilie (E), al 15′ st 9 Pellegri (E), al 40′ st 5 Obaretin (E), al 49′ st 4 Franjic (V). Espulsi: nessuno. Recupero: 1′ pt – 6′ st. Spettatori: 6.500.
Con Alessio Dionisi, nuovo allenatore dell’Empoli da neanche una settimana, ci avevamo pure scherzato sopra; l’avevamo sottolineato, insomma, alla vigilia del match, nella conferenza di presentazione del tecnico che al contempo stesso si era trasformata anche nella conferenza pre-gara. C’era quel precedente curioso del 26 Febbraio 2021: quel giorno Empoli e Venezia, entrambe in corsa promozione, si affrontarono al Carlo Castellani. Andò in vantaggio il Venezia al 23′ con Mazzocchi, l’Empoli riuscì a strappare il pari con una rete di Haas al 25′ del secondo tempo: gli azzurri lamentarono un clamoroso rigore negato a Mancuso per un sandwich in area di rigore dei lagunari, in tribuna c’era anche il designatore Rocchi che ammise l’errore, finì solo 1-1 ma gli azzurri calciarono in porta ben quindici volte, contro tre tiri degli ospiti.
Anche questa sera, sotto molti aspetti, possiamo dire che sia andata come allora: prima di tutto il punteggio finale, ovvero l’1-1. C’è anche l’andamento: Venezia in vantaggio ed il pareggio dell’Empoli. Solo che questa volta l’Empoli ha impiegato solo sei minuti per riequilibrare il punteggio, e questa è una delle note positive della serata. Le altre: senza ombra di dubbio il grande impatto degli azzurri sulla partita, con la squadra di Dionisi che in meno di venti minuti ha costruito ben quattro grosse occasioni da rete, e con Shpendi che già all’alba del secondo giro di lancette, ben assistito da Yepes, aveva avuto una clamorosa palla per l’immediato vantaggio. Ci sono poi i ritorni in campo proprio di Nicolas Haas, e quello di Duccio Degli Innocenti, e la mezzora di Pietro Pellegri, che dunque allunga la durata della sua prestazione in campo.
Tra le note positive anche l’ennesimo gol di Stiven Shpendi, perché questo ragazzo fondamentalmente sta trovando anche una determinata continuità in termini di feeling realizzativo. Il gol di Shpendi, su assist di Elia bravo a rubare palla ad un avversario sull’out di destra, arriva al 42′ e pareggia la rete che il Venezia aveva messo a segno sei minuti prima.
Il gol dei lagunari, tra l’altro, è una delle cose meno positive della serata. Infatti, come sottolineato anche dallo stesso tecnico empolese, il Venezia ha costruito una discreta mole in termini di produttività offensiva, eppure è riuscita a segnare solo grazie ad una gigantesca ingenuità collettiva dell’Empoli. In primis quella di Ceesay che anziché coprire il pallone ed evitare la battuta fulminea degli ospiti si è messo a discutere con il direttore di gara, distraendo complessivamente tutta la retroguardia azzurra, colpa di sorpresa sul cross dal lato corto destro dell’area di rigore dal colpo di testa vincente di Adorante.
Le altre note negative della serata sono rappresentate dall’ennesimo gol subito dalla retroguardia empolese, mai in “clean sheet” in gare ufficiali in questa stagione; da alcune scelte sbagliate in partita, che per esempio nelle ultimissime battute di gara non sono piaciute nemmeno al nuovo tecnico, con l’Empoli che poteva e doveva chiudere meglio determinate ripartenze. Ad Alessio Dionisi non sono piaciuti alcuni momenti della partita, momenti in cui l’Empoli si è fatto schiacciare un po’ troppo dagli avversari: sono stati evidenti perfino dalla tribuna i continui richiami del tecnico all’indirizzo dei suoi ragazzi, con platonici “saliamo su…”. Poi, però, il tecnico amiatino elogia comunque la squadra: “lavoriamo insieme da tre giorni, c’è grandissima disponibilità, quei momenti e quelle scelte arriveranno, perché c’è grande qualità in questa squadra… ho visto alcuni ragazzi un po’ stanchi nel finale, lavoreremo anche per migliorare lo stato di forma”.
Il pareggio tutto sommato è giusto, anche se al tecnico dei veneti Stroppa ha fatto capire in sala stampa di non essere d’accordo: “abbiamo dominato per oltre un’ora, a parte l’inizio di gara, e l’equilibrio nel finale…”. Il Venezia ha avuto le sue occasioni, ha pure colpito una traversa dalla distanza con Perez, impegnando Fulignati in almeno tre circostanze, ma anche Stankovic ha avuto il suo bel lavoro, distribuito nei due tempi, soprattutto all’inizio ed in coda alla partita.
Il motto del momento è “non c’è tempo”, quelle tre parole pronunciate da Alessio Dionisi in conferenza stampa di presentazione in chiaro riferimento al fatto che siamo già a fine ottobre e bisogna essere bravi ad imparare tutto velocemente ed iniziare a “correre”. E “non c’è tempo” neppure per pensare molto a quel che è stato, rivedere gli errori commessi certo, e cercare possibilmente di apprendere con celerità perché l’Empoli nei prossimi quattordici giorni sarà in campo per ben tre volte: venerdì in trasferta sul campo della capolista Modena, il martedì seguente con la Sampdoria in casa, ed il sabato successivo di nuovo in trasferta in casa della Virtus Entella a Chiavari.
Fonte: gabrieleguastella.it
La festa degli azzurri per il gol di Shpendi che vale il pareggio contro il Venezia (Credit Ph EFC 1920)
Ore 14:07 di sabato 18 Ottobre 2025, sala stampa “Antonio Bassi”, è il minuto preciso in cui, nel ventre della tribuna centrale dello stadio Carlo Castellani Computer Gross Arena, fa il suo ingresso Alessio Dionisi, che precede il direttore sportivo Roberto Gemmi, e i dirigenti Perna e Calistri; visibilmente emozionato saluta i giornalisti, dopo aver lasciato però le prime parole proprio al direttore sportivo. E qui, in pratica, si iniziano a sciogliere i primi intrecci che il calcio sa regalare.
Partiamo però da un primo intreccio, sentimentale, che si era consumato in settimana, prima che Alessio Dionisi, nato ad Abbadia San Salvatore ma di Piancastagnaio, ereditasse la panchina azzurra dal suo predecessore, il cecinese Guido Pagliuca. E’ un passaggio di testimone tra uomini di calcio tutti toscani: in quei due giorni di apparente “vuoto”, o di “sospensione cosmica” come definirebbe qualcuno, si è verificato in realtà un profondo senso di continuità tecnica. Una continuità che porta il nome di Stefano Bianconi, di San Miniato ma ormai empolese a tutti gli effetti, collaboratore tecnico di Pagliuca prima, collaboratore tecnico di Dionisi in questa nuova era, e già collaboratore tecnico dello stesso Dionisi nel 2020/21. Stefano, ex difensore azzurro e bandiera dell’Empoli, ha allenato il gruppo azzurro martedì e mercoledì, in quei due giorni in cui tutti i tifosi stavano attendendo con trepidazione gli sviluppi sulla guida tecnica; in realtà è stata solo una questione burocratica, perché Dionisi possiamo considerarlo a tutti gli effetti il tecnico dell’Empoli già da sabato scorso, quando, dopo l’ultimo allenamento della settimana consumatosi al Centro Sportivo di Petroio, nel giro di poche ore in città è cominciata a trapelare la notizia che Guido Pagliuca fosse stato esonerato e che al suo posto fosse già pronto ad approdare l’ex tecnico di Sassuolo e Palermo. La magia del calcio ha regalato a Stefano Bianconi il giusto palcoscenico, anzi il palcoscenico giusto: quello del manto erboso di Petroio. Lui che da ragazzo su quel terreno di gioco ha difeso i colori dell’Intercomunale Vinci tra il 1988 ed il 1991, in qualche occasione anche con la fascia di capitano al braccio, a meno di quattro chilometri dal Castellani, giocando in Interregionale, la quarta serie di un tempo, e poi in Promozione, ed in pratica spiccando quel volo che lo ha poi portato nell’estate del 1994 ad indossare la maglia azzurra, dopo due parentesi con Certaldo e Sangiovannese. Era già promesso sposo del Montevarchi, fortemente voluto da Piero Braglia, ma quando arrivò la chiamata di Silvano Bini non ci penso un attimo. Empoli è diventato il suo amore eterno: duecento presenze, una Coppa Italia di Serie C, una promozione in B, poi un’altra in A, la salvezza in massima serie, il famoso gol fantasma con la Juve, quello dell’anno successivo questa volta buono contro i bianconeri; “chioccia” per i giovani nell’ultima stagione da calciatore dell’Empoli nel 2000/01, con Silvio Baldini in B. E poi, dopo un fugace ritorno come vice-allenatore di Guido Carboni nel 2011/12, di nuovo dal 2017, prima nel settore giovanile e poi dal 2019 in prima squadra. Stefano Bianconi è quel filo conduttore che da continuità alla guida tecnica dell’Empoli in questa stagione. C’è spazio anche per un piccolo, ma mica tanto, secondo intreccio che lo lega al passato; è il ritorno ad Empoli di Paolo Cozzi collaboratore tecnico di Dionisi, suo ex compagno di squadra e di reparto nel 1996/97, quello della promozione in A con Luciano Spalletti, e vice-allenatore di Dionisi nel 2020/21, la stagione dell’ultima promozione in massima serie in ordine cronologico.
Torniamo all’inizio del racconto, alle parole del Direttore Sportivo Roberto Gemmi che ringrazia il lavoro svolto da Guido Pagliuca e del suo staff: “non ne facciamo una ragione di chi sia più bravo o meno, la scelta che abbiamo fatto è perché crediamo che in questo momento ci sia bisogno di uno come Alessio Dionisi”. Parole che risuonano come un dejavu, come un qualcosa di già visto e sentito. Ed è proprio così. Anche in quel caso, come oggi, era un giorno 18: per la precisione lunedì 18 dicembre 2017, un lunedì; il lunedì in cui Andrea Butti, all’epoca Direttore Generale azzurro, irruppe nella sala stampa con decisione per presentare Aurelio Andreazzoli, con un monologo di qualche minuto, unico nel suo genere per la storia calcistica empolese: “ringraziamo Vincenzo Vivarini per il lavoro svolto, riteniamo che fosse lui l’allenatore giusto la scorsa estate per il lavoro di ricostruzione, come oggi riteniamo avessimo bisogno di uno come Andreazzoli per proseguire il lavoro in questa seconda parte di stagione… abbiamo del potenziale, e dei giovani da far crescere e crediamo che Aurelio sia l’allenatore giusto”. L’unica differenza è solo temporale, questa volta l’Empoli si è mosso due mesi prima, le motivazioni sembrano identiche a distanza di sette anni e dieci mesi esatti. Le prime parole di Alessio Dionisi sembrano confermarlo: “Empoli è una piazza dove si fa calcio, non sono io a dirlo, lo dicono i fatti, basta vedere quello che ha saputo fare questo club solo negli ultimi trent’anni. Ritengo questo gruppo giovane e con del potenziale, credo sia necessario un percorso di crescita, dove serve pazienza e fiducia. Ho seguito l’Empoli, ho visto le partite, sono qui da giovedì, tre allenamenti e domani giochiamo contro il Venezia, una squadra costruita per tornare subito in Serie A”. Le parole potenziale e giovani importanti da far crescere le avevamo già sentite.
C’è il momento in cui per qualche attimo c’è distensione, è quello in cui si ricorda come Dionisi e Gemmi siano stati compagni di squadra per una stagione e qualche mese, e precisamente nel campionato di Serie D 2007/08 con la maglia della Tritium, con annessa promozione in Serie C: “Alessio era un giovane capitano, capitano solo perchè portava la fascia…”, sorrisi e distensione (piccolo aneddoto storico, Gemmi lasciò la Tritium a novembre dell’anno successivo per approdare al Fanfulla, ndr).
I pensieri, in realtà, sono già rivolti al Venezia, e anche qui è un incrocio pazzesco, perché Dionisi inizia la sua seconda avventura sulla panchina azzurra affrontando proprio quella squadra dal quale approdò all’Empoli nell’estate 2020: “avevo preferito non ricordarlo…” – chiosa Gemmi, con un pizzico di autoironia, mentre il tecnico elogia club, staff dirigenziale, tecnico e squadra “sono un club ed una squadra importante…”.
Ma c’è un momento in cui esce fuori l’uomo Alessio Dionisi, per la verità un momento che in ordine temporale si è verificato subito; è il momento in cui alla prima domanda che gli è stata posta non esita a chiedere scusa al popolo empolese e ai suoi tifosi: “chiedo scusa perché riconosco di aver sbagliato, di aver agito male; oggi mi sento cambiato, è passato qualche anno, credo di aver fatto un po’ di esperienza, ero giovane, oggi ho qualche anno in più…”.
Alessio Dionisi e l’Empoli si riabbracciano dunque, ma c’è un ultimo intreccio da snodare, è quello del 25 febbraio 2024: quel giorno l’Empoli vinse 3-2 in casa del suo Sassuolo, e quella sconfitta costò la panchina a Dionisi che fu esonerato proprio da quella squadra per cui tre anni prima il tecnico amiatino decise di lasciare l’Empoli facendo arrabbiare i suoi tifosi… oggi, forse, è un cerchio che si chiude, magari aprendone un altro.
D’altronde ancora ad Empoli non c’è stato un allenatore capace di portarci per due volte in Serie A…