Home Blog Pagina 590

Il Tar di Trento sospende l’abbattimento degli orsi JJ4 e Mj5. Esultano gli animalisti

La vita degli orsi JJ4 e Mj5 per ora è salva. Le possibilità di trasferirli sono concrete e reali e depositeremo il progetto per portare in salvo gli animali in un rifugio sicuro che sosterremo a nostre spese”. E’ quanto scrive la Lav sulla propria pagina Facebook, esultando per la decisione del Tar di Trento che ha sospeso l’uccisione dei due esemplari fino al prossimo 27 giugno.

La Lav, insieme ad altre associazioni animaliste come, tra gli altri, Oipa ed Enpa, aveva presentato ricorso contro le ordinanze di abbattimento.
Lo stop all’abbattimento sarà efficace fino al 27 giugno, termine ultimo per le parti per proporre motivi aggiuntivi, mentre l’udienza di merito è stata fissata per il prossimo 14 dicembre.

La misura dell’abbattimento consegue all’affermazione della pericolosità dell’animale, ma tale affermazione non trova spiegazione nell’impugnato decreto, né nei due pareri dell’Ispra” visto che “nel caso in esame non sono stati eseguiti seri accertamenti al riguardo“, precisa il Tar, per il quale dunque la pericolosità dell’orsa JJ4 non è stata pienamente accertata. (fotografia generica di orsi, di Anthony Renovato su Unsplash)

Benji + Finley: nasce la nuova super band ed esce “Dove e Quando” in versione punk rock

I Finley, gruppo musicale pop punk che ha dominato le classifiche nazionali nei primi decenni del 2000: Pedro, Ka, Moro e Dani hanno conquistato milioni di adolescenti, venduto migliaia di dischi e collezionato successi. Benji, 15 anni dopo, è il componente di una delle band pop che hanno infranto tutti i record e macinato successi e dischi di platino. Benji e i Finley sono la nuova super band nata oggi che unisce più generazioni, si incontra per caso e inizia un nuovo percorso con una serie di singoli tra cover e inediti.

Il primo lavoro è una nuova versione punk rock della hit “Dove e Quando” di Benji & Fede, 5 volte Platino, in uscita oggi, venerdì 26 maggio.

Nasce tutto un anno fa quando Benji assiste a un concerto dei Finley. Durante la serata gli chiedono di salire sul palco per duettare su una cover dei Blink-182, storica band californiana.

“La stessa sera, dopo lo show, ci siamo fiondati in studio e ci siamo messi subito al lavoro, scoprendo molti più punti in comune di quanti mai avremmo immaginato – racconta Benji – il pop e il punk, due attitudini più che due generi, sui quali abbiamo deciso di costruire insieme un percorso musicale di più canzoni per portare al nostro pubblico un sound unico e vincente.”

“Volevamo partire forte insieme e l’abbiamo fatto maltrattando una delle più grandi hit estive di Benji: DOVE E QUANDO. – dicono i Finley – Ci siamo divertiti nel dare una bella spettinata a un brano che è entrato nel cuore e nelle orecchie di milioni di ascoltatori”.

Benji + Finley vuole essere una “super-band” dinamica in grado di incidere in studio e portare ai live un genere crossover che unisce melodie Pop con chitarre elettriche distorte, batterie esplosive, basso e altri strumenti veri uniti ai synth e suoni di elettronica contemporanea.

Rinvenuto cadavere di anziana in un appartamento: morta da almeno 5 anni

Macabra scoperta a Verona: rinvenuto il cadavere di una donna morta da almeno 5 anni. Lo riporta la stampa locale.

A trovare il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, sono stati gli Agenti della Polizia Locale e i Vigili del Fuoco, nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 25 maggio.
Il corpo si trovava nella sua abitazione, nell’appartamento di una palazzina nel quartiere di Borgo Milano. La donna, al momento del decesso, avrebbe avuto più di 80 anni: è stato informato il Pubblico Ministero di turno, mentre sono in corso gli accertamenti dei medici legali entrati nell’appartamento per capire le cause della morte che potrebbe risalire ad almeno 5 anni. Sul caso vige il massimo riserbo.

Gli inquirenti starebbero cercando il figlio 60enne che, in base a quando riferito dai media locali, avrebbe continuato in questi anni a incassare la pensione dell’anziana madre, di cui non sarebbe mai stata registrata la morte. (fotografia di repertorio)

AGGIORNAMENTO: in base a quanto riportato dalla stampa locale, oggi, venerdì 26 maggio, il figlio dell’anziana si è presentato presso la delegazione dei vigili di quartiere.

Addio alle cabine telefoniche: rimarranno solo in carcere, in ospedale e in caserma

È ufficialmente terminata l’era delle cabine telefoniche, il cui uso con l’avvento degli smartphone si era drasticamente ridotto. Lo ha deliberato l’Agcom, che ha stabilito che Tim non dovrà più garantire obbligatoriamente il servizio pubblico.

Si passerà dunque allo smantellamento delle oltre 16mila postazioni sparse per le strade italiane. Su questa decisione si sono trovati d’accordo tutti gli operatori del settore e, a partire da oggi, si passerà alla demolizione delle cabine situate in luoghi in cui vi è copertura telefonica.

Le uniche aree in cui i telefoni a “gettoni” rimarranno intatti sono gli ospedali, le carceri e le caserme, più tutte quelle aree soprattutto di montagna che risultano isolate, ovvero non raggiunte dalle reti dei principali operatori.

Cosenza-Brescia 1-0 nell’andata del play-out di Serie B

Nell’andata del play-out salvezza di Serie B Cosenza batte Brescia 1-0. Decide il gol di Nasti dopo 70 minuti. La gara di ritorno si gioca allo stadio “Rigamonti” della città lombarda giovedì 1 giugno e le rondinelle saranno costrette a vincere per mantenere la categoria.

Arezzo, doppia conferma: rinnovano Polvani e Gaddini

La Società Sportiva Arezzo – neopromossa in Serie C – annuncia di aver raggiunto gli accordi con Lorenzo Polvani e Mattia Gaddini.

Lorenzo Polvani si è legato al club amaranto con un accordo biennale, con scadenza 30 giugno 2025. Mattia Gaddini ha sottoscritto un accordo di durata triennale, con scadenza 30 giugno 2026 che prevede una opzione per il quarto anno in favore dell’Arezzo che potrà essere esercitata entro il 31 dicembre 2024.

Pontedera: potrebbe entrare in società Terenziani, c’è anche l’ipotesi cambio nome dello stadio

La rivoluzione societaria dell’US Città di Pontedera continua. Martedì 23 maggio il sindaco, Matteo Franconi, insieme a Rosettano Navarra – detentore del 41% delle quote societarie del Pontedera – ha incontrato Egidio Maria Terenziani, il quale presto figurerà nel pacchetto di azionisti a sostegno dell’Us Città di Pontedera. Imprenditore immobiliare milanese, Terenziani ha diverse proprietà, anche e soprattutto strutture ricettive, in Liguria e in Lombardia.
Terenziani sarebbe pronto a entrare nel Pontedera acquisendo il 20% delle quote della
società. Nel giro di poche settimane quello dell’imprenditore milanese è il secondo profilo che si è avvicinato alla famiglia granata. Prima di lui Navarra e il sindaco hanno stretto la mano a Enrico Lenzi, livornese di origine, titolare dell’azienda Lenergy di Calcinaia che opera nel campo degli impianti per lo sfruttamento di energie rinnovabili. Pur essendo presto per fare previsioni, il nuovo quadro societario del Pontedera prevederebbe ancora il 41% di Navarra, con il 20% di Terenziani e il 30% affidato nelle mani di tre nuovi imprenditori emersi nella cena tra i vertici del club. Lenzi quindi prenderebbe il 5-6%, ma avrebbe la possibilità di inserire il proprio brand nel nome dello stadio: l’ipotesi è quella di ribattezzare il Mannucci in “Lenergy stadium”.

Renga e Nek: a grande richiesta aggiungono due nuovi concerti al tour

In attesa dei due eventi live il 5 settembre all’Arena di Verona e sabato 7 ottobre al Mediolanum Forum di Assago (Milano) per celebrare due carriere straordinarie, Francesco Renga e Nek saranno protagonisti di un tour che animerà l’estate italiana e al quale ora si aggiungono due nuovi appuntamenti: il 7 agosto in Piazzale D’Alaggio a Piombino (LI) per il Festival 20Eventi e il 2 settembre in Piazza dei Cavalieri a Pisa in occasione del Summer Knights.

Ecco il calendario completo:
02 luglio – Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – ROMA
05 luglio – Marostica Summer Festival – MAROSTICA (VI)
11 luglio – Anfiteatro dell’Anima – CERVERE (CN)
14 luglio – Parco Vistarino – SASSUOLO (MO)
29 luglio – Festival di Majano (Area Concerti) – MAJANO (UD)
01 agosto – Oversound Music Festival – LECCE
02 agosto – Castello Tramontano – MATERA
04 agosto – Banchina San Domenico – MOLFETTA (BA)
07 agosto – Piazzale D’Alaggio (Festival 20Eventi) – PIOMBINO (LI) – NUOVA DATA
16 agosto – Roccella Summer Festival – ROCCELLA JONICA (RC)
17 agosto – Mercati Saraceni – CIRÒ MARINA (KR)
19 agosto – Arena 3040 – CAROVIGNO (BR)
26 agosto – Teatro Antico – TAORMINA
27 agosto – Teatro Valle Dei Templi – AGRIGENTO
02 settembre – Piazza dei Cavalieri (Summer Knights) – PISA – NUOVA DATA
05 settembre – Arena di Verona – VERONA
07 settembre – Piazza della Loggia – BRESCIA
09 settembre – Planet Arena – PAESTUM (SA)
07 ottobre – Mediolanum Forum di Assago – MILANO
11 ottobre – Teatro Augusteo – NAPOLI
12 ottobre – Teatro Team – BARI
16 ottobre – Europauditorium – BOLOGNA
19 ottobre – Teatro Verdi – FIRENZE
21 ottobre – Teatro Colosseo – TORINO

I biglietti per le nuove date sono disponibili Su Ticketone e nei punti vendita abituali.

Emergenza alluvione: bambina dona la colazione ai dipendenti del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud

Un piccolo, grande gesto di gratitudine verso chi, in questi giorni, ha lavorato fra acqua e fango. Questa mattina ad Alfonsine, nel Ravennate, una bambina di sette anni, Dalida, ha portato la colazione ai dipendenti del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, partiti nei giorni scorsi dalla Toscana per dare il loro contributo all’emergenza in corso in Emilia-Romagna.
La piccola ha portato loro anche due disegni, un grande cuore e un arcobaleno con i quali ha voluto ringraziare tecnici e operai per tutto il loro impegno. “Grazie di tutto da Alfonsine, Dalida, 7 anni”, si legge nel disegno. E sulla confezione contenente la colazione, il messaggio della madre: “Mia figlia – ha scritto – si è tassata di 80 euro per regalare la colazione ai ‘dadi’ che ci salvano”.

Il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud ha portato in zona due idrovore e una squadra di tecnici e operai. Le idrovore stanno raccogliendo le acque esondate dal Sanio e dal Reno e le stanno riversando nel canale di bonifica che confluisce nel canale destra del Reno, in modo da farle defluire verso il mare. La grande quantità di acqua uscita nei giorni scorsi dalle rotte arginali dei fiumi ha infatti messo in crisi le idrovore locali che sono state completamente allagate e che devono essere riparate. Da qui l’esigenza di altre idrovore, arrivate appunto dalla Toscana.

È un gesto bellissimo che riempie di gioia noi e gli operai che sono lì giorno e notte. Ci fa sentire importanti e ci dà un tuffo al cuore – dice Fabio Bellacchi, presidente Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud –. In Emilia-Romagna abbiamo inviato tre squadre per il controllo del Canale Emiliano Romagnolo oltre a due pompe. Siamo stati impegnati con 11 persone e al momento ce ne sono sul posto ancora 6. Sabato andrò anch’io per salutare e ringraziare gli operai per il grande lavoro svolto”.
Anbi Toscana ringrazia il gran cuore di questa bambina, un raggio di sole in mezzo a tanta devastazione – commenta Marco Bottino, presidente di ANBI Toscana –. Continuiamo a essere vicini a tutta la popolazione colpita dall’alluvione e ai Consorzi dell’Emilia-Romagna. Il nostro contributo non si è fermato ai primi giorni, ci saremo finché si renderà necessario”.
L’emergenza generata dall’eccezionale ondata di maltempo sta causando enormi criticità per i territori e le comunità coinvolti. Con il nostro contributo ai colleghi dell’Emilia-Romagna – spiega Fabio Zappalorti, direttore di ANBI Toscana – ci auguriamo di velocizzare la corsa verso la ricostruzione e la normale gestione dei corsi d’acqua”.

In Emilia-Romagna, i Consorzi toscani hanno già inviato 41 persone in totale e messo a disposizione 32 mezzi su richiesta della Protezione civile e su coordinamento di Anbi Emilia Romagna, con l’obbiettivo di contribuire a liberare i terreni e gli immobili dalle acque. In particolare, sono partiti tecnici, geometri, operai, ingegneri e addetti al montaggio e al funzionamento degli impianti.

Ingegner Michele Munafò, Ispra: “Aumentando l’impermeabilizzazione del territorio di fatto ne aumentiamo la pericolosità”

In Emilia-Romagna si costruisce a un ritmo devastante: tra il 2020 e il 2021 è stata la terza Regione italiana per consumo di suolo, con oltre 600 ettari (1 ettaro equivale a 10mila metri quadrati) cementificati in un solo anno. Un passo non solo insostenibile ma anche estremamente pericoloso in un momento storico in cui, ed è ormai sotto agli occhi di tutti, che il nostro Paese deve – e dovrà – fare i conti con fenomeni “fuori dalle serie storiche” come è stato più volte ribadito anche in seguito alle catastrofiche alluvioni che hanno colpito la Romagna.

Impermeabilizzazione del suolo e modifica del ciclo dell’acqua sono due facce della stessa medaglia. Due fattori determinanti che, unitamente ai cambiamenti climatici, aumentano nettamente la probabilità che si verifichino gravi fenomeni di dissesto idrogeologico. Temi, questi, su cui ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, insiste da anni.
All’ingegner Michele Munafò, dirigente di ricerca di Ispra nonché responsabile del Rapporto sul consumo di suolo in Italia, chiediamo:

Dottor Munafò, esiste un legame tra come è stato gestito il territorio nel nostro Paese e quanto è accaduto nei giorni scorsi in Romagna?
Decisamente sì e questo è un problema noto da tempo: il buon governo del territorio è un elemento essenziale per ridurre gli effetti del dissesto idrogeologico e anche, mi permetto di dire, dei cambiamenti climatici in atto. Un territorio fragile come quello nazionale, dove abbiamo quasi un 20% in zona a pericolosità idraulica o da frana, dev’essere tutelato e preservato per quanto possibile, invece nel corso dei decenni, dal secondo dopoguerra ad oggi, il consumo di suolo, ovvero la crescita delle superfici artificiali, edifici, infrastrutture, aree urbane… si è sensibilmente innalzato, arrivando a superare il 7% del territorio nazionale, mentre ricordo che la media europea è di poco superiore al 4. E si è andati a insistere perlopiù in pianura, nei fondovalle, nelle principali aree urbane e metropolitane, lungo la fascia costiera, sostituendo suolo naturale e agricolo, con superfici artificiali”.

Si è costruito e si continua a costruire troppo… Quali le conseguenze?
Principalmente i problemi sono due e tra loro collegati. Da un lato, se queste nuove edificazioni sono state realizzate in aree a pericolosità idraulica, aree cosiddette allegabili, di fatto ne aumentano l’esposizione e quindi la possibilità che diventino oggetto dei fenomeni che abbiamo rilevato in questo difficile momento. Vi è poi un altro elemento, più sottovalutato e meno evidente: quando sostituiamo suolo naturale con uno coperto di cemento o asfalto facciamo venir meno la sua funzione, ovvero la sua capacità di regolare il ciclo dell’acqua e di comportarsi come se fosse una grande spugna. Il suolo infatti trattiene l’acqua, è un grande serbatoio che la assorbe, la fa infiltrare nel sottosuolo, per poi rilasciarla lentamente; quando il suolo viene coperto da un materiale impermeabile, l’acqua scorre in superficie e aumentano portata, quantità e velocità con i suoi effetti dirompenti e i fenomeni di dissesto che ne possono conseguire. Aumentando l’artificializzazione del territorio di fatto ne aumentiamo anche la pericolosità”.

Può darci qualche numero circa la superficie impermeabilizzata della regione Emilia-Romagna rispetto alla media nazionale? E qual è stato il trend di crescita legato al consumo di suolo nell’ultimo anno?
Ogni anno monitoriamo l’avanzata delle superfici artificiali e nell’ultimo anno i valori maggiori sono quelli che riguardano Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Sono valori in termini assoluti e legati anche al fatto che queste sono tre regioni molto popolose e con un tessuto economico produttivo importante. In Emilia-Romagna parliamo di oltre 600 ettari in un anno sostituiti da cemento e asfalto: superfici agricole e naturali dove sono stati avviati nuovi cantieri o completate costruzioni e attività edificatorie”.

Insomma dare la colpa solo al cambiamento climatico e a fenomeni di natura eccezionale è un modo per non volersi prendere la responsabilità di quanto sta accadendo.
Sì. Non c’è dubbio che viviamo una situazione in evoluzione dal punto di vista dei cambiamenti climatici ma proprio per questo motivo dovremmo riconoscerlo e capire che abbiamo ancor più responsabilità. Ciò che non è stato fatto, spesso e purtroppo, in passato, oggi va fatto in modo ancor più incisivo. Occorre cambiare l’approccio come ci ricorda spesso la Commissione europea ad esempio con la Strategia per il suolo per il 2030 nella quale si indica come obiettivo l’azzeramento del consumo di suolo e il ripristino della permeabilità del suolo”.

Quello dell’Emilia-Romagna è un territorio complesso e fragile. Cosa si deve fare per provare a prevenire quanto accaduto nei giorni scorsi in Romagna? Ricordiamo infatti che oltre a un reticolo di fiumi e torrenti molto ampio che non ha retto l’urto si sono create circa 300 frane…
Nei tessuti urbani più compatti e impermeabilizzati occorre recuperare la capacità che aveva il suolo di far infiltrare le acque e questo lo si fa aumentando le superfici naturali, incrementando le aree vegetate, con alberi e verde… La crescita delle aree artificiali dev’essere invertita. Come? Evitando di consumare suolo laddove si hanno a disposizione tante superfici sotto utilizzate, dai grandi parcheggi ai piazzali asfaltati non più usati, dalle aree produttive dismesse alle abitazioni abbandonate. Si deve tentare di sfruttare al meglio il patrimonio costruito già presente e migliorare al contempo il tessuto urbano, affrontando l’annoso e importante tema della rigenerazione urbana. Rigenerazione che significa rivedere completamente l’organizzazione dei nostri insediamenti”.

Ci sono migliaia di famiglie che vivono in zone a rischio frane: quanta consapevolezza c’è rispetto a questo rischio?
Ancora troppo poca. Certo sta aumentando, d’altronde gli eventi tragici che si susseguono, impossibile non pensare oltre alla Romagna, anche a Ischia e alle Marche, accrescono la consapevolezza del problema. Il nostro ruolo è proprio quello di fornire un supporto di conoscenza, mettendo a disposizione dei dati puntuali attraverso i nostri rapporti periodici e il nostro sito. Abbiamo pubblicato una eco-atlante che permette di navigare sul territorio nazionale e di consultare delle mappe riguardanti varie questioni ambientali e capire, ad esempio, se la propria casa si trova in una zona a pericolosità idraulica o di frana. Insomma come istituto tentiamo, in ultima analisi, di far comprendere come la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema siano fondamentali per la nostra stessa esistenza”.

Jessica Bianchi

Il Tar di Trento sospende l’abbattimento degli orsi JJ4 e Mj5. Esultano gli animalisti

La vita degli orsi JJ4 e Mj5 per ora è salva. Le possibilità di trasferirli sono concrete e reali e depositeremo il progetto per portare in salvo gli animali in un rifugio sicuro che sosterremo a nostre spese”. E’ quanto scrive la Lav sulla propria pagina Facebook, esultando per la decisione del Tar di Trento che ha sospeso l’uccisione dei due esemplari fino al prossimo 27 giugno.

La Lav, insieme ad altre associazioni animaliste come, tra gli altri, Oipa ed Enpa, aveva presentato ricorso contro le ordinanze di abbattimento.
Lo stop all’abbattimento sarà efficace fino al 27 giugno, termine ultimo per le parti per proporre motivi aggiuntivi, mentre l’udienza di merito è stata fissata per il prossimo 14 dicembre.

La misura dell’abbattimento consegue all’affermazione della pericolosità dell’animale, ma tale affermazione non trova spiegazione nell’impugnato decreto, né nei due pareri dell’Ispra” visto che “nel caso in esame non sono stati eseguiti seri accertamenti al riguardo“, precisa il Tar, per il quale dunque la pericolosità dell’orsa JJ4 non è stata pienamente accertata. (fotografia generica di orsi, di Anthony Renovato su Unsplash)

Benji + Finley: nasce la nuova super band ed esce “Dove e Quando” in versione punk rock

I Finley, gruppo musicale pop punk che ha dominato le classifiche nazionali nei primi decenni del 2000: Pedro, Ka, Moro e Dani hanno conquistato milioni di adolescenti, venduto migliaia di dischi e collezionato successi. Benji, 15 anni dopo, è il componente di una delle band pop che hanno infranto tutti i record e macinato successi e dischi di platino. Benji e i Finley sono la nuova super band nata oggi che unisce più generazioni, si incontra per caso e inizia un nuovo percorso con una serie di singoli tra cover e inediti.

Il primo lavoro è una nuova versione punk rock della hit “Dove e Quando” di Benji & Fede, 5 volte Platino, in uscita oggi, venerdì 26 maggio.

Nasce tutto un anno fa quando Benji assiste a un concerto dei Finley. Durante la serata gli chiedono di salire sul palco per duettare su una cover dei Blink-182, storica band californiana.

“La stessa sera, dopo lo show, ci siamo fiondati in studio e ci siamo messi subito al lavoro, scoprendo molti più punti in comune di quanti mai avremmo immaginato – racconta Benji – il pop e il punk, due attitudini più che due generi, sui quali abbiamo deciso di costruire insieme un percorso musicale di più canzoni per portare al nostro pubblico un sound unico e vincente.”

“Volevamo partire forte insieme e l’abbiamo fatto maltrattando una delle più grandi hit estive di Benji: DOVE E QUANDO. – dicono i Finley – Ci siamo divertiti nel dare una bella spettinata a un brano che è entrato nel cuore e nelle orecchie di milioni di ascoltatori”.

Benji + Finley vuole essere una “super-band” dinamica in grado di incidere in studio e portare ai live un genere crossover che unisce melodie Pop con chitarre elettriche distorte, batterie esplosive, basso e altri strumenti veri uniti ai synth e suoni di elettronica contemporanea.

Rinvenuto cadavere di anziana in un appartamento: morta da almeno 5 anni

Macabra scoperta a Verona: rinvenuto il cadavere di una donna morta da almeno 5 anni. Lo riporta la stampa locale.

A trovare il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, sono stati gli Agenti della Polizia Locale e i Vigili del Fuoco, nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 25 maggio.
Il corpo si trovava nella sua abitazione, nell’appartamento di una palazzina nel quartiere di Borgo Milano. La donna, al momento del decesso, avrebbe avuto più di 80 anni: è stato informato il Pubblico Ministero di turno, mentre sono in corso gli accertamenti dei medici legali entrati nell’appartamento per capire le cause della morte che potrebbe risalire ad almeno 5 anni. Sul caso vige il massimo riserbo.

Gli inquirenti starebbero cercando il figlio 60enne che, in base a quando riferito dai media locali, avrebbe continuato in questi anni a incassare la pensione dell’anziana madre, di cui non sarebbe mai stata registrata la morte. (fotografia di repertorio)

AGGIORNAMENTO: in base a quanto riportato dalla stampa locale, oggi, venerdì 26 maggio, il figlio dell’anziana si è presentato presso la delegazione dei vigili di quartiere.

Addio alle cabine telefoniche: rimarranno solo in carcere, in ospedale e in caserma

È ufficialmente terminata l’era delle cabine telefoniche, il cui uso con l’avvento degli smartphone si era drasticamente ridotto. Lo ha deliberato l’Agcom, che ha stabilito che Tim non dovrà più garantire obbligatoriamente il servizio pubblico.

Si passerà dunque allo smantellamento delle oltre 16mila postazioni sparse per le strade italiane. Su questa decisione si sono trovati d’accordo tutti gli operatori del settore e, a partire da oggi, si passerà alla demolizione delle cabine situate in luoghi in cui vi è copertura telefonica.

Le uniche aree in cui i telefoni a “gettoni” rimarranno intatti sono gli ospedali, le carceri e le caserme, più tutte quelle aree soprattutto di montagna che risultano isolate, ovvero non raggiunte dalle reti dei principali operatori.

Cosenza-Brescia 1-0 nell’andata del play-out di Serie B

Nell’andata del play-out salvezza di Serie B Cosenza batte Brescia 1-0. Decide il gol di Nasti dopo 70 minuti. La gara di ritorno si gioca allo stadio “Rigamonti” della città lombarda giovedì 1 giugno e le rondinelle saranno costrette a vincere per mantenere la categoria.

Arezzo, doppia conferma: rinnovano Polvani e Gaddini

La Società Sportiva Arezzo – neopromossa in Serie C – annuncia di aver raggiunto gli accordi con Lorenzo Polvani e Mattia Gaddini.

Lorenzo Polvani si è legato al club amaranto con un accordo biennale, con scadenza 30 giugno 2025. Mattia Gaddini ha sottoscritto un accordo di durata triennale, con scadenza 30 giugno 2026 che prevede una opzione per il quarto anno in favore dell’Arezzo che potrà essere esercitata entro il 31 dicembre 2024.

Pontedera: potrebbe entrare in società Terenziani, c’è anche l’ipotesi cambio nome dello stadio

La rivoluzione societaria dell’US Città di Pontedera continua. Martedì 23 maggio il sindaco, Matteo Franconi, insieme a Rosettano Navarra – detentore del 41% delle quote societarie del Pontedera – ha incontrato Egidio Maria Terenziani, il quale presto figurerà nel pacchetto di azionisti a sostegno dell’Us Città di Pontedera. Imprenditore immobiliare milanese, Terenziani ha diverse proprietà, anche e soprattutto strutture ricettive, in Liguria e in Lombardia.
Terenziani sarebbe pronto a entrare nel Pontedera acquisendo il 20% delle quote della
società. Nel giro di poche settimane quello dell’imprenditore milanese è il secondo profilo che si è avvicinato alla famiglia granata. Prima di lui Navarra e il sindaco hanno stretto la mano a Enrico Lenzi, livornese di origine, titolare dell’azienda Lenergy di Calcinaia che opera nel campo degli impianti per lo sfruttamento di energie rinnovabili. Pur essendo presto per fare previsioni, il nuovo quadro societario del Pontedera prevederebbe ancora il 41% di Navarra, con il 20% di Terenziani e il 30% affidato nelle mani di tre nuovi imprenditori emersi nella cena tra i vertici del club. Lenzi quindi prenderebbe il 5-6%, ma avrebbe la possibilità di inserire il proprio brand nel nome dello stadio: l’ipotesi è quella di ribattezzare il Mannucci in “Lenergy stadium”.

Renga e Nek: a grande richiesta aggiungono due nuovi concerti al tour

In attesa dei due eventi live il 5 settembre all’Arena di Verona e sabato 7 ottobre al Mediolanum Forum di Assago (Milano) per celebrare due carriere straordinarie, Francesco Renga e Nek saranno protagonisti di un tour che animerà l’estate italiana e al quale ora si aggiungono due nuovi appuntamenti: il 7 agosto in Piazzale D’Alaggio a Piombino (LI) per il Festival 20Eventi e il 2 settembre in Piazza dei Cavalieri a Pisa in occasione del Summer Knights.

Ecco il calendario completo:
02 luglio – Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – ROMA
05 luglio – Marostica Summer Festival – MAROSTICA (VI)
11 luglio – Anfiteatro dell’Anima – CERVERE (CN)
14 luglio – Parco Vistarino – SASSUOLO (MO)
29 luglio – Festival di Majano (Area Concerti) – MAJANO (UD)
01 agosto – Oversound Music Festival – LECCE
02 agosto – Castello Tramontano – MATERA
04 agosto – Banchina San Domenico – MOLFETTA (BA)
07 agosto – Piazzale D’Alaggio (Festival 20Eventi) – PIOMBINO (LI) – NUOVA DATA
16 agosto – Roccella Summer Festival – ROCCELLA JONICA (RC)
17 agosto – Mercati Saraceni – CIRÒ MARINA (KR)
19 agosto – Arena 3040 – CAROVIGNO (BR)
26 agosto – Teatro Antico – TAORMINA
27 agosto – Teatro Valle Dei Templi – AGRIGENTO
02 settembre – Piazza dei Cavalieri (Summer Knights) – PISA – NUOVA DATA
05 settembre – Arena di Verona – VERONA
07 settembre – Piazza della Loggia – BRESCIA
09 settembre – Planet Arena – PAESTUM (SA)
07 ottobre – Mediolanum Forum di Assago – MILANO
11 ottobre – Teatro Augusteo – NAPOLI
12 ottobre – Teatro Team – BARI
16 ottobre – Europauditorium – BOLOGNA
19 ottobre – Teatro Verdi – FIRENZE
21 ottobre – Teatro Colosseo – TORINO

I biglietti per le nuove date sono disponibili Su Ticketone e nei punti vendita abituali.

Emergenza alluvione: bambina dona la colazione ai dipendenti del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud

Un piccolo, grande gesto di gratitudine verso chi, in questi giorni, ha lavorato fra acqua e fango. Questa mattina ad Alfonsine, nel Ravennate, una bambina di sette anni, Dalida, ha portato la colazione ai dipendenti del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, partiti nei giorni scorsi dalla Toscana per dare il loro contributo all’emergenza in corso in Emilia-Romagna.
La piccola ha portato loro anche due disegni, un grande cuore e un arcobaleno con i quali ha voluto ringraziare tecnici e operai per tutto il loro impegno. “Grazie di tutto da Alfonsine, Dalida, 7 anni”, si legge nel disegno. E sulla confezione contenente la colazione, il messaggio della madre: “Mia figlia – ha scritto – si è tassata di 80 euro per regalare la colazione ai ‘dadi’ che ci salvano”.

Il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud ha portato in zona due idrovore e una squadra di tecnici e operai. Le idrovore stanno raccogliendo le acque esondate dal Sanio e dal Reno e le stanno riversando nel canale di bonifica che confluisce nel canale destra del Reno, in modo da farle defluire verso il mare. La grande quantità di acqua uscita nei giorni scorsi dalle rotte arginali dei fiumi ha infatti messo in crisi le idrovore locali che sono state completamente allagate e che devono essere riparate. Da qui l’esigenza di altre idrovore, arrivate appunto dalla Toscana.

È un gesto bellissimo che riempie di gioia noi e gli operai che sono lì giorno e notte. Ci fa sentire importanti e ci dà un tuffo al cuore – dice Fabio Bellacchi, presidente Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud –. In Emilia-Romagna abbiamo inviato tre squadre per il controllo del Canale Emiliano Romagnolo oltre a due pompe. Siamo stati impegnati con 11 persone e al momento ce ne sono sul posto ancora 6. Sabato andrò anch’io per salutare e ringraziare gli operai per il grande lavoro svolto”.
Anbi Toscana ringrazia il gran cuore di questa bambina, un raggio di sole in mezzo a tanta devastazione – commenta Marco Bottino, presidente di ANBI Toscana –. Continuiamo a essere vicini a tutta la popolazione colpita dall’alluvione e ai Consorzi dell’Emilia-Romagna. Il nostro contributo non si è fermato ai primi giorni, ci saremo finché si renderà necessario”.
L’emergenza generata dall’eccezionale ondata di maltempo sta causando enormi criticità per i territori e le comunità coinvolti. Con il nostro contributo ai colleghi dell’Emilia-Romagna – spiega Fabio Zappalorti, direttore di ANBI Toscana – ci auguriamo di velocizzare la corsa verso la ricostruzione e la normale gestione dei corsi d’acqua”.

In Emilia-Romagna, i Consorzi toscani hanno già inviato 41 persone in totale e messo a disposizione 32 mezzi su richiesta della Protezione civile e su coordinamento di Anbi Emilia Romagna, con l’obbiettivo di contribuire a liberare i terreni e gli immobili dalle acque. In particolare, sono partiti tecnici, geometri, operai, ingegneri e addetti al montaggio e al funzionamento degli impianti.

Ingegner Michele Munafò, Ispra: “Aumentando l’impermeabilizzazione del territorio di fatto ne aumentiamo la pericolosità”

In Emilia-Romagna si costruisce a un ritmo devastante: tra il 2020 e il 2021 è stata la terza Regione italiana per consumo di suolo, con oltre 600 ettari (1 ettaro equivale a 10mila metri quadrati) cementificati in un solo anno. Un passo non solo insostenibile ma anche estremamente pericoloso in un momento storico in cui, ed è ormai sotto agli occhi di tutti, che il nostro Paese deve – e dovrà – fare i conti con fenomeni “fuori dalle serie storiche” come è stato più volte ribadito anche in seguito alle catastrofiche alluvioni che hanno colpito la Romagna.

Impermeabilizzazione del suolo e modifica del ciclo dell’acqua sono due facce della stessa medaglia. Due fattori determinanti che, unitamente ai cambiamenti climatici, aumentano nettamente la probabilità che si verifichino gravi fenomeni di dissesto idrogeologico. Temi, questi, su cui ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, insiste da anni.
All’ingegner Michele Munafò, dirigente di ricerca di Ispra nonché responsabile del Rapporto sul consumo di suolo in Italia, chiediamo:

Dottor Munafò, esiste un legame tra come è stato gestito il territorio nel nostro Paese e quanto è accaduto nei giorni scorsi in Romagna?
Decisamente sì e questo è un problema noto da tempo: il buon governo del territorio è un elemento essenziale per ridurre gli effetti del dissesto idrogeologico e anche, mi permetto di dire, dei cambiamenti climatici in atto. Un territorio fragile come quello nazionale, dove abbiamo quasi un 20% in zona a pericolosità idraulica o da frana, dev’essere tutelato e preservato per quanto possibile, invece nel corso dei decenni, dal secondo dopoguerra ad oggi, il consumo di suolo, ovvero la crescita delle superfici artificiali, edifici, infrastrutture, aree urbane… si è sensibilmente innalzato, arrivando a superare il 7% del territorio nazionale, mentre ricordo che la media europea è di poco superiore al 4. E si è andati a insistere perlopiù in pianura, nei fondovalle, nelle principali aree urbane e metropolitane, lungo la fascia costiera, sostituendo suolo naturale e agricolo, con superfici artificiali”.

Si è costruito e si continua a costruire troppo… Quali le conseguenze?
Principalmente i problemi sono due e tra loro collegati. Da un lato, se queste nuove edificazioni sono state realizzate in aree a pericolosità idraulica, aree cosiddette allegabili, di fatto ne aumentano l’esposizione e quindi la possibilità che diventino oggetto dei fenomeni che abbiamo rilevato in questo difficile momento. Vi è poi un altro elemento, più sottovalutato e meno evidente: quando sostituiamo suolo naturale con uno coperto di cemento o asfalto facciamo venir meno la sua funzione, ovvero la sua capacità di regolare il ciclo dell’acqua e di comportarsi come se fosse una grande spugna. Il suolo infatti trattiene l’acqua, è un grande serbatoio che la assorbe, la fa infiltrare nel sottosuolo, per poi rilasciarla lentamente; quando il suolo viene coperto da un materiale impermeabile, l’acqua scorre in superficie e aumentano portata, quantità e velocità con i suoi effetti dirompenti e i fenomeni di dissesto che ne possono conseguire. Aumentando l’artificializzazione del territorio di fatto ne aumentiamo anche la pericolosità”.

Può darci qualche numero circa la superficie impermeabilizzata della regione Emilia-Romagna rispetto alla media nazionale? E qual è stato il trend di crescita legato al consumo di suolo nell’ultimo anno?
Ogni anno monitoriamo l’avanzata delle superfici artificiali e nell’ultimo anno i valori maggiori sono quelli che riguardano Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Sono valori in termini assoluti e legati anche al fatto che queste sono tre regioni molto popolose e con un tessuto economico produttivo importante. In Emilia-Romagna parliamo di oltre 600 ettari in un anno sostituiti da cemento e asfalto: superfici agricole e naturali dove sono stati avviati nuovi cantieri o completate costruzioni e attività edificatorie”.

Insomma dare la colpa solo al cambiamento climatico e a fenomeni di natura eccezionale è un modo per non volersi prendere la responsabilità di quanto sta accadendo.
Sì. Non c’è dubbio che viviamo una situazione in evoluzione dal punto di vista dei cambiamenti climatici ma proprio per questo motivo dovremmo riconoscerlo e capire che abbiamo ancor più responsabilità. Ciò che non è stato fatto, spesso e purtroppo, in passato, oggi va fatto in modo ancor più incisivo. Occorre cambiare l’approccio come ci ricorda spesso la Commissione europea ad esempio con la Strategia per il suolo per il 2030 nella quale si indica come obiettivo l’azzeramento del consumo di suolo e il ripristino della permeabilità del suolo”.

Quello dell’Emilia-Romagna è un territorio complesso e fragile. Cosa si deve fare per provare a prevenire quanto accaduto nei giorni scorsi in Romagna? Ricordiamo infatti che oltre a un reticolo di fiumi e torrenti molto ampio che non ha retto l’urto si sono create circa 300 frane…
Nei tessuti urbani più compatti e impermeabilizzati occorre recuperare la capacità che aveva il suolo di far infiltrare le acque e questo lo si fa aumentando le superfici naturali, incrementando le aree vegetate, con alberi e verde… La crescita delle aree artificiali dev’essere invertita. Come? Evitando di consumare suolo laddove si hanno a disposizione tante superfici sotto utilizzate, dai grandi parcheggi ai piazzali asfaltati non più usati, dalle aree produttive dismesse alle abitazioni abbandonate. Si deve tentare di sfruttare al meglio il patrimonio costruito già presente e migliorare al contempo il tessuto urbano, affrontando l’annoso e importante tema della rigenerazione urbana. Rigenerazione che significa rivedere completamente l’organizzazione dei nostri insediamenti”.

Ci sono migliaia di famiglie che vivono in zone a rischio frane: quanta consapevolezza c’è rispetto a questo rischio?
Ancora troppo poca. Certo sta aumentando, d’altronde gli eventi tragici che si susseguono, impossibile non pensare oltre alla Romagna, anche a Ischia e alle Marche, accrescono la consapevolezza del problema. Il nostro ruolo è proprio quello di fornire un supporto di conoscenza, mettendo a disposizione dei dati puntuali attraverso i nostri rapporti periodici e il nostro sito. Abbiamo pubblicato una eco-atlante che permette di navigare sul territorio nazionale e di consultare delle mappe riguardanti varie questioni ambientali e capire, ad esempio, se la propria casa si trova in una zona a pericolosità idraulica o di frana. Insomma come istituto tentiamo, in ultima analisi, di far comprendere come la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema siano fondamentali per la nostra stessa esistenza”.

Jessica Bianchi

Monopattini elettrici: novità in arrivo

Arriva la stretta sui monopattini elettrici. Il Ministero dei Trasporti, Matteo Salvini, ha definito le nuove regole per la circolazione, introducendo il cosiddetto "targhino",...