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Emergenza alluvione: bambina dona la colazione ai dipendenti del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud

Un piccolo, grande gesto di gratitudine verso chi, in questi giorni, ha lavorato fra acqua e fango. Questa mattina ad Alfonsine, nel Ravennate, una bambina di sette anni, Dalida, ha portato la colazione ai dipendenti del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, partiti nei giorni scorsi dalla Toscana per dare il loro contributo all’emergenza in corso in Emilia-Romagna.
La piccola ha portato loro anche due disegni, un grande cuore e un arcobaleno con i quali ha voluto ringraziare tecnici e operai per tutto il loro impegno. “Grazie di tutto da Alfonsine, Dalida, 7 anni”, si legge nel disegno. E sulla confezione contenente la colazione, il messaggio della madre: “Mia figlia – ha scritto – si è tassata di 80 euro per regalare la colazione ai ‘dadi’ che ci salvano”.

Il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud ha portato in zona due idrovore e una squadra di tecnici e operai. Le idrovore stanno raccogliendo le acque esondate dal Sanio e dal Reno e le stanno riversando nel canale di bonifica che confluisce nel canale destra del Reno, in modo da farle defluire verso il mare. La grande quantità di acqua uscita nei giorni scorsi dalle rotte arginali dei fiumi ha infatti messo in crisi le idrovore locali che sono state completamente allagate e che devono essere riparate. Da qui l’esigenza di altre idrovore, arrivate appunto dalla Toscana.

È un gesto bellissimo che riempie di gioia noi e gli operai che sono lì giorno e notte. Ci fa sentire importanti e ci dà un tuffo al cuore – dice Fabio Bellacchi, presidente Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud –. In Emilia-Romagna abbiamo inviato tre squadre per il controllo del Canale Emiliano Romagnolo oltre a due pompe. Siamo stati impegnati con 11 persone e al momento ce ne sono sul posto ancora 6. Sabato andrò anch’io per salutare e ringraziare gli operai per il grande lavoro svolto”.
Anbi Toscana ringrazia il gran cuore di questa bambina, un raggio di sole in mezzo a tanta devastazione – commenta Marco Bottino, presidente di ANBI Toscana –. Continuiamo a essere vicini a tutta la popolazione colpita dall’alluvione e ai Consorzi dell’Emilia-Romagna. Il nostro contributo non si è fermato ai primi giorni, ci saremo finché si renderà necessario”.
L’emergenza generata dall’eccezionale ondata di maltempo sta causando enormi criticità per i territori e le comunità coinvolti. Con il nostro contributo ai colleghi dell’Emilia-Romagna – spiega Fabio Zappalorti, direttore di ANBI Toscana – ci auguriamo di velocizzare la corsa verso la ricostruzione e la normale gestione dei corsi d’acqua”.

In Emilia-Romagna, i Consorzi toscani hanno già inviato 41 persone in totale e messo a disposizione 32 mezzi su richiesta della Protezione civile e su coordinamento di Anbi Emilia Romagna, con l’obbiettivo di contribuire a liberare i terreni e gli immobili dalle acque. In particolare, sono partiti tecnici, geometri, operai, ingegneri e addetti al montaggio e al funzionamento degli impianti.

Ingegner Michele Munafò, Ispra: “Aumentando l’impermeabilizzazione del territorio di fatto ne aumentiamo la pericolosità”

In Emilia-Romagna si costruisce a un ritmo devastante: tra il 2020 e il 2021 è stata la terza Regione italiana per consumo di suolo, con oltre 600 ettari (1 ettaro equivale a 10mila metri quadrati) cementificati in un solo anno. Un passo non solo insostenibile ma anche estremamente pericoloso in un momento storico in cui, ed è ormai sotto agli occhi di tutti, che il nostro Paese deve – e dovrà – fare i conti con fenomeni “fuori dalle serie storiche” come è stato più volte ribadito anche in seguito alle catastrofiche alluvioni che hanno colpito la Romagna.

Impermeabilizzazione del suolo e modifica del ciclo dell’acqua sono due facce della stessa medaglia. Due fattori determinanti che, unitamente ai cambiamenti climatici, aumentano nettamente la probabilità che si verifichino gravi fenomeni di dissesto idrogeologico. Temi, questi, su cui ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, insiste da anni.
All’ingegner Michele Munafò, dirigente di ricerca di Ispra nonché responsabile del Rapporto sul consumo di suolo in Italia, chiediamo:

Dottor Munafò, esiste un legame tra come è stato gestito il territorio nel nostro Paese e quanto è accaduto nei giorni scorsi in Romagna?
Decisamente sì e questo è un problema noto da tempo: il buon governo del territorio è un elemento essenziale per ridurre gli effetti del dissesto idrogeologico e anche, mi permetto di dire, dei cambiamenti climatici in atto. Un territorio fragile come quello nazionale, dove abbiamo quasi un 20% in zona a pericolosità idraulica o da frana, dev’essere tutelato e preservato per quanto possibile, invece nel corso dei decenni, dal secondo dopoguerra ad oggi, il consumo di suolo, ovvero la crescita delle superfici artificiali, edifici, infrastrutture, aree urbane… si è sensibilmente innalzato, arrivando a superare il 7% del territorio nazionale, mentre ricordo che la media europea è di poco superiore al 4. E si è andati a insistere perlopiù in pianura, nei fondovalle, nelle principali aree urbane e metropolitane, lungo la fascia costiera, sostituendo suolo naturale e agricolo, con superfici artificiali”.

Si è costruito e si continua a costruire troppo… Quali le conseguenze?
Principalmente i problemi sono due e tra loro collegati. Da un lato, se queste nuove edificazioni sono state realizzate in aree a pericolosità idraulica, aree cosiddette allegabili, di fatto ne aumentano l’esposizione e quindi la possibilità che diventino oggetto dei fenomeni che abbiamo rilevato in questo difficile momento. Vi è poi un altro elemento, più sottovalutato e meno evidente: quando sostituiamo suolo naturale con uno coperto di cemento o asfalto facciamo venir meno la sua funzione, ovvero la sua capacità di regolare il ciclo dell’acqua e di comportarsi come se fosse una grande spugna. Il suolo infatti trattiene l’acqua, è un grande serbatoio che la assorbe, la fa infiltrare nel sottosuolo, per poi rilasciarla lentamente; quando il suolo viene coperto da un materiale impermeabile, l’acqua scorre in superficie e aumentano portata, quantità e velocità con i suoi effetti dirompenti e i fenomeni di dissesto che ne possono conseguire. Aumentando l’artificializzazione del territorio di fatto ne aumentiamo anche la pericolosità”.

Può darci qualche numero circa la superficie impermeabilizzata della regione Emilia-Romagna rispetto alla media nazionale? E qual è stato il trend di crescita legato al consumo di suolo nell’ultimo anno?
Ogni anno monitoriamo l’avanzata delle superfici artificiali e nell’ultimo anno i valori maggiori sono quelli che riguardano Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Sono valori in termini assoluti e legati anche al fatto che queste sono tre regioni molto popolose e con un tessuto economico produttivo importante. In Emilia-Romagna parliamo di oltre 600 ettari in un anno sostituiti da cemento e asfalto: superfici agricole e naturali dove sono stati avviati nuovi cantieri o completate costruzioni e attività edificatorie”.

Insomma dare la colpa solo al cambiamento climatico e a fenomeni di natura eccezionale è un modo per non volersi prendere la responsabilità di quanto sta accadendo.
Sì. Non c’è dubbio che viviamo una situazione in evoluzione dal punto di vista dei cambiamenti climatici ma proprio per questo motivo dovremmo riconoscerlo e capire che abbiamo ancor più responsabilità. Ciò che non è stato fatto, spesso e purtroppo, in passato, oggi va fatto in modo ancor più incisivo. Occorre cambiare l’approccio come ci ricorda spesso la Commissione europea ad esempio con la Strategia per il suolo per il 2030 nella quale si indica come obiettivo l’azzeramento del consumo di suolo e il ripristino della permeabilità del suolo”.

Quello dell’Emilia-Romagna è un territorio complesso e fragile. Cosa si deve fare per provare a prevenire quanto accaduto nei giorni scorsi in Romagna? Ricordiamo infatti che oltre a un reticolo di fiumi e torrenti molto ampio che non ha retto l’urto si sono create circa 300 frane…
Nei tessuti urbani più compatti e impermeabilizzati occorre recuperare la capacità che aveva il suolo di far infiltrare le acque e questo lo si fa aumentando le superfici naturali, incrementando le aree vegetate, con alberi e verde… La crescita delle aree artificiali dev’essere invertita. Come? Evitando di consumare suolo laddove si hanno a disposizione tante superfici sotto utilizzate, dai grandi parcheggi ai piazzali asfaltati non più usati, dalle aree produttive dismesse alle abitazioni abbandonate. Si deve tentare di sfruttare al meglio il patrimonio costruito già presente e migliorare al contempo il tessuto urbano, affrontando l’annoso e importante tema della rigenerazione urbana. Rigenerazione che significa rivedere completamente l’organizzazione dei nostri insediamenti”.

Ci sono migliaia di famiglie che vivono in zone a rischio frane: quanta consapevolezza c’è rispetto a questo rischio?
Ancora troppo poca. Certo sta aumentando, d’altronde gli eventi tragici che si susseguono, impossibile non pensare oltre alla Romagna, anche a Ischia e alle Marche, accrescono la consapevolezza del problema. Il nostro ruolo è proprio quello di fornire un supporto di conoscenza, mettendo a disposizione dei dati puntuali attraverso i nostri rapporti periodici e il nostro sito. Abbiamo pubblicato una eco-atlante che permette di navigare sul territorio nazionale e di consultare delle mappe riguardanti varie questioni ambientali e capire, ad esempio, se la propria casa si trova in una zona a pericolosità idraulica o di frana. Insomma come istituto tentiamo, in ultima analisi, di far comprendere come la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema siano fondamentali per la nostra stessa esistenza”.

Jessica Bianchi

Trapianto domino di cuore presso l’Ospedale Molinette di Torino

Quando il trapianto diventa donazione: è accaduto a Torino alcuni giorni fa con un trapianto di cuore domino associato a un trapianto del blocco cuore-polmoni. Un giovane paziente siciliano di 43 anni, affetto da una grave patologia polmonare, è stato sottoposto a un trapianto associato del cuore e dei due polmoni e il suo cuore espiantato, anziché essere scartato, è stato utilizzato per effettuare un trapianto di cuore in una seconda paziente, una donna piemontese di 51 anni, affetta da una grave malattia cardiaca terminale.

Dopo quasi trent’anni che non si effettuava in Italia, il trapianto di cuore domino si è nuovamente dimostrato una strategia “semplice” per risolvere un problema complesso. L’intervento, eseguito al Centro Trapianti di cuore e polmone dell’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, dal professor Mauro Rinaldi con l’aiuto del professor Massimo Boffini, è durato oltre dieci ore ed è perfettamente riuscito.
Attualmente i due pazienti stanno migliorando e il loro decorso appare regolare, facendo ben sperare che possano godere appieno di questo bellissimo “regalo”.

Il Direttore Generale della Citta della Salute di Torino, Giovanni La Valle, si legge in un comunicato stampa della Città della Salute di Torino, si dichiara orgoglioso di questo intervento che sintetizza bene l’alta complessità e l’eccellenza delle cure disponibili nell’Ospedale Molinette. Sottolinea, inoltre, come il trapianto di cuore non possa realizzarsi che da donatore deceduto, se non in questa rarissima situazione, dove il donatore è vivente, caso veramente unico, che ha consentito una speranza di vita in un altro ricevente in attesa di trapianto. (fotografia generica di corridoio d’ospedale, di Brandon Holmes su Unsplash)

Rovigo, colpito al collo da un ramo mentre tagliava l’erba: muore 28enne

Tragedia in una frazione di Adria, in provincia di Rovigo, dove ha perso la vita Fabio Bellan, infermiere di 28 anni.

Il giovane si trovava nel giardino della casa dove sarebbe andato a vivere insieme alla compagna intento a tagliare l’erba quando un ramo lo ha colpito alla gola. Il colpo è stato talmente forte da non lasciare scampo al giovane. Fabio, da poco assunto all’ospedale di Adria come infermiere, è così deceduto tragicamente ieri mattina.

Sul posto sono intervenuti i soccorsi, ma ogni tentativo da parte dei medici di urgenza di salvare il giovane è risultato vano. Insieme ai sanitari, anche i carabinieri si sono recati sul luogo per ulteriori accertamenti. Da quanto emerso però, sembrerebbe che a causare la morte dell’infermiere sia stata solo una tragica casualità.

Pistoiese, tutte le quote societarie sono passate a “Holding Us Pistoiese 1921”, guidata da Alessandro Gammieri

L’Us Pistoiese 1921 è passata di mano. La società di Serie D non risulta più essere controllata dalla Holding Arancione, soggetto che deteneva il 100% delle quote del club, la maggioranza delle quali in mano alla Digimark Group dell’imprenditore tedesco Stefan Lehmann.
Dalla scorsa settimana, infatti, la società arancione è controllata da un nuovo soggetto, denominato «Holding Us Pistoiese 1921», al quale sono state trasferite tutte le quote. Alla guida di questa nuova Holding, che ha preso vita appena due settimane fa c’è Alessandro Gammieri, che è anche l’attuale amministratore unico dell’Us Pistoiese 1921.

Emergenza alluvione: recuperati dai Vigili del Fuoco 40 gatti

Diverse squadre dei Vigili del Fuoco sono intervenute nel pomeriggio di ieri, mercoledì 24 maggio, intorno alle 15.30, per effettuare il recupero di circa 40 felini dal gattile di Medicina, nel Bolognese, isolato a causa delle recenti alluvioni che hanno colpito la zona.

Le operazioni, condotte con squadre di terra e con il nucleo sommozzatori di Bologna, ha consentito il recupero di tutto i gatti ospitati nella struttura.

Si scontra con un compagno durante l’allenamento: grave 15enne

Attimi di paura nel pomeriggio di ieri, mercoledì 25 maggio, sul campo da calcio della polisportiva “Il Cervo” a Collecchio, in provincia di Parma.

Come scrive la stampa locale, un ragazzino di 15 anni ha riportato un trauma cranico dopo essersi scontrato con un compagno di squadra durante una partita di allenamento. Il 15enne, dopo avere sbattuto la testa con violenza a terra, si è accasciato, perdendo i sensi.

Soccorso dal personale sanitario del 118, dopo le prime cure sul posto, una volta stabilizzato, il 15enne è stato trasportato in elisoccorso all’Ospedale Maggiore di Parma dove è stato ricoverato nel reparto di rianimazione. La prognosi rimane riservata. (fotografia di repertorio)

Bologna, accoltellamento in centro: ucciso 40enne

Un uomo di 40 anni di origini tunisine è stato ucciso a coltellate la scorsa notte in una casa nel cuore di Bologna, in via del Borgo di San Pietro.

L’omicidio è avvenuto al settimo piano di una palazzina, nei pressi di un appartamento in cui vivono due persone, un uomo e una donna entrambi italiani. L’uccisione del 40enne sarebbe avvenuta tra l’appartamento e l’ascensore dove, come riporta l’Ansa, sarebbero ancora visibili tracce di sangue. La prima chiamata alle forze dell’ordine è giunta questa notte intorno all’una.

Tra le prime ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è il regolamento di conti per affari legati alla droga. Un uomo, italiano sui 30 anni, è stato prima fermato e ora arrestato dalla polizia in quanto principale indiziato per l’accoltellamento del 40enne tunisino.

Gonzalez illude la Fiorentina, che viene poi ribaltata da Martinez: è l’Inter a vincere la Coppa Italia

Non cambia il risultato all’Olimpico di Roma. Come dopo i primi 45’, l’Inter chiude la gara sul 2-1, si impone sulla Fiorentina e vince la Coppa Italia 2022/23. A decidere la sfida la doppietta nel primo tempo di Lautaro Martinez che ha reso vano il gol dopo 3’ di Nico Gonzalez. Nella ripresa i viola provano ad aumentare il peso offensivo con gli ingressi prima di Sottil e poi di Jovic ma non riescono mai a concretizzare.

Clamorose, in particolare, due chance da gol che si divora il serbo: primo quando servito da Bonaventura in profondità entra in area ma spara addosso ad Handanovic e poi quando di testa da buona posizione manda sul fondo. Tanto rammarico per i viola che però devono fare mea culpa per gli errori grossolani di Milenkovic in difesa sui due gol nerazzurri e sulle lacune in attacco, dove la prova di Cabral è stata pressoché nulla e dove Jovic non ha portato qualità ma ha peggiorato le cose sbagliando quasi tutto il possibile. Niente Coppa per i viola, che dunque adesso sperano nella notte di Praga del 7 giugno contro il West Ham in Conference per interrompere un digiuno da trofei che dura da 22 anni.

“Granita”, arriva il nuovo singolo dell’estate di LDA

L’estate è alle porte e non poteva mancare una nuova canzone di LDA! “Granita” è il nuovo singolo che porterà con sé una ventata di freschezza e tante altre sorprese a partire da venerdì 26 maggio, data da cui potremo ascoltarla in radio e su tutte le piattaforme di streaming.

La fine di una storia d’amore e il pensiero di quella lei che non vuole andare via sono gli ingredienti perfetti per “Granita”, che da oggi è possibile trovare in pre-save e pre-add.

Il nuovo brano arriva dopo il suo secondo album “Quello che fa bene”, uscito a febbraio, che contiene il brano di Sanremo “Se poi domani” e altre 14 tracce: “Il tema principale – commenta l’artista – è l’amore in tutte le sue infinite forme, ho cercato di affrontarlo sia in modo scherzoso, sia in modo introspettivo. Il titolo è ‘Quello che fa bene’, perché con il tempo ho capito che amarsi significa anche lottare per ciò che ci fa stare bene e lasciarsi andare a volte è la cosa che migliora la nostra vita”.

 

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Emergenza alluvione: bambina dona la colazione ai dipendenti del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud

Un piccolo, grande gesto di gratitudine verso chi, in questi giorni, ha lavorato fra acqua e fango. Questa mattina ad Alfonsine, nel Ravennate, una bambina di sette anni, Dalida, ha portato la colazione ai dipendenti del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, partiti nei giorni scorsi dalla Toscana per dare il loro contributo all’emergenza in corso in Emilia-Romagna.
La piccola ha portato loro anche due disegni, un grande cuore e un arcobaleno con i quali ha voluto ringraziare tecnici e operai per tutto il loro impegno. “Grazie di tutto da Alfonsine, Dalida, 7 anni”, si legge nel disegno. E sulla confezione contenente la colazione, il messaggio della madre: “Mia figlia – ha scritto – si è tassata di 80 euro per regalare la colazione ai ‘dadi’ che ci salvano”.

Il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud ha portato in zona due idrovore e una squadra di tecnici e operai. Le idrovore stanno raccogliendo le acque esondate dal Sanio e dal Reno e le stanno riversando nel canale di bonifica che confluisce nel canale destra del Reno, in modo da farle defluire verso il mare. La grande quantità di acqua uscita nei giorni scorsi dalle rotte arginali dei fiumi ha infatti messo in crisi le idrovore locali che sono state completamente allagate e che devono essere riparate. Da qui l’esigenza di altre idrovore, arrivate appunto dalla Toscana.

È un gesto bellissimo che riempie di gioia noi e gli operai che sono lì giorno e notte. Ci fa sentire importanti e ci dà un tuffo al cuore – dice Fabio Bellacchi, presidente Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud –. In Emilia-Romagna abbiamo inviato tre squadre per il controllo del Canale Emiliano Romagnolo oltre a due pompe. Siamo stati impegnati con 11 persone e al momento ce ne sono sul posto ancora 6. Sabato andrò anch’io per salutare e ringraziare gli operai per il grande lavoro svolto”.
Anbi Toscana ringrazia il gran cuore di questa bambina, un raggio di sole in mezzo a tanta devastazione – commenta Marco Bottino, presidente di ANBI Toscana –. Continuiamo a essere vicini a tutta la popolazione colpita dall’alluvione e ai Consorzi dell’Emilia-Romagna. Il nostro contributo non si è fermato ai primi giorni, ci saremo finché si renderà necessario”.
L’emergenza generata dall’eccezionale ondata di maltempo sta causando enormi criticità per i territori e le comunità coinvolti. Con il nostro contributo ai colleghi dell’Emilia-Romagna – spiega Fabio Zappalorti, direttore di ANBI Toscana – ci auguriamo di velocizzare la corsa verso la ricostruzione e la normale gestione dei corsi d’acqua”.

In Emilia-Romagna, i Consorzi toscani hanno già inviato 41 persone in totale e messo a disposizione 32 mezzi su richiesta della Protezione civile e su coordinamento di Anbi Emilia Romagna, con l’obbiettivo di contribuire a liberare i terreni e gli immobili dalle acque. In particolare, sono partiti tecnici, geometri, operai, ingegneri e addetti al montaggio e al funzionamento degli impianti.

Ingegner Michele Munafò, Ispra: “Aumentando l’impermeabilizzazione del territorio di fatto ne aumentiamo la pericolosità”

In Emilia-Romagna si costruisce a un ritmo devastante: tra il 2020 e il 2021 è stata la terza Regione italiana per consumo di suolo, con oltre 600 ettari (1 ettaro equivale a 10mila metri quadrati) cementificati in un solo anno. Un passo non solo insostenibile ma anche estremamente pericoloso in un momento storico in cui, ed è ormai sotto agli occhi di tutti, che il nostro Paese deve – e dovrà – fare i conti con fenomeni “fuori dalle serie storiche” come è stato più volte ribadito anche in seguito alle catastrofiche alluvioni che hanno colpito la Romagna.

Impermeabilizzazione del suolo e modifica del ciclo dell’acqua sono due facce della stessa medaglia. Due fattori determinanti che, unitamente ai cambiamenti climatici, aumentano nettamente la probabilità che si verifichino gravi fenomeni di dissesto idrogeologico. Temi, questi, su cui ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, insiste da anni.
All’ingegner Michele Munafò, dirigente di ricerca di Ispra nonché responsabile del Rapporto sul consumo di suolo in Italia, chiediamo:

Dottor Munafò, esiste un legame tra come è stato gestito il territorio nel nostro Paese e quanto è accaduto nei giorni scorsi in Romagna?
Decisamente sì e questo è un problema noto da tempo: il buon governo del territorio è un elemento essenziale per ridurre gli effetti del dissesto idrogeologico e anche, mi permetto di dire, dei cambiamenti climatici in atto. Un territorio fragile come quello nazionale, dove abbiamo quasi un 20% in zona a pericolosità idraulica o da frana, dev’essere tutelato e preservato per quanto possibile, invece nel corso dei decenni, dal secondo dopoguerra ad oggi, il consumo di suolo, ovvero la crescita delle superfici artificiali, edifici, infrastrutture, aree urbane… si è sensibilmente innalzato, arrivando a superare il 7% del territorio nazionale, mentre ricordo che la media europea è di poco superiore al 4. E si è andati a insistere perlopiù in pianura, nei fondovalle, nelle principali aree urbane e metropolitane, lungo la fascia costiera, sostituendo suolo naturale e agricolo, con superfici artificiali”.

Si è costruito e si continua a costruire troppo… Quali le conseguenze?
Principalmente i problemi sono due e tra loro collegati. Da un lato, se queste nuove edificazioni sono state realizzate in aree a pericolosità idraulica, aree cosiddette allegabili, di fatto ne aumentano l’esposizione e quindi la possibilità che diventino oggetto dei fenomeni che abbiamo rilevato in questo difficile momento. Vi è poi un altro elemento, più sottovalutato e meno evidente: quando sostituiamo suolo naturale con uno coperto di cemento o asfalto facciamo venir meno la sua funzione, ovvero la sua capacità di regolare il ciclo dell’acqua e di comportarsi come se fosse una grande spugna. Il suolo infatti trattiene l’acqua, è un grande serbatoio che la assorbe, la fa infiltrare nel sottosuolo, per poi rilasciarla lentamente; quando il suolo viene coperto da un materiale impermeabile, l’acqua scorre in superficie e aumentano portata, quantità e velocità con i suoi effetti dirompenti e i fenomeni di dissesto che ne possono conseguire. Aumentando l’artificializzazione del territorio di fatto ne aumentiamo anche la pericolosità”.

Può darci qualche numero circa la superficie impermeabilizzata della regione Emilia-Romagna rispetto alla media nazionale? E qual è stato il trend di crescita legato al consumo di suolo nell’ultimo anno?
Ogni anno monitoriamo l’avanzata delle superfici artificiali e nell’ultimo anno i valori maggiori sono quelli che riguardano Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Sono valori in termini assoluti e legati anche al fatto che queste sono tre regioni molto popolose e con un tessuto economico produttivo importante. In Emilia-Romagna parliamo di oltre 600 ettari in un anno sostituiti da cemento e asfalto: superfici agricole e naturali dove sono stati avviati nuovi cantieri o completate costruzioni e attività edificatorie”.

Insomma dare la colpa solo al cambiamento climatico e a fenomeni di natura eccezionale è un modo per non volersi prendere la responsabilità di quanto sta accadendo.
Sì. Non c’è dubbio che viviamo una situazione in evoluzione dal punto di vista dei cambiamenti climatici ma proprio per questo motivo dovremmo riconoscerlo e capire che abbiamo ancor più responsabilità. Ciò che non è stato fatto, spesso e purtroppo, in passato, oggi va fatto in modo ancor più incisivo. Occorre cambiare l’approccio come ci ricorda spesso la Commissione europea ad esempio con la Strategia per il suolo per il 2030 nella quale si indica come obiettivo l’azzeramento del consumo di suolo e il ripristino della permeabilità del suolo”.

Quello dell’Emilia-Romagna è un territorio complesso e fragile. Cosa si deve fare per provare a prevenire quanto accaduto nei giorni scorsi in Romagna? Ricordiamo infatti che oltre a un reticolo di fiumi e torrenti molto ampio che non ha retto l’urto si sono create circa 300 frane…
Nei tessuti urbani più compatti e impermeabilizzati occorre recuperare la capacità che aveva il suolo di far infiltrare le acque e questo lo si fa aumentando le superfici naturali, incrementando le aree vegetate, con alberi e verde… La crescita delle aree artificiali dev’essere invertita. Come? Evitando di consumare suolo laddove si hanno a disposizione tante superfici sotto utilizzate, dai grandi parcheggi ai piazzali asfaltati non più usati, dalle aree produttive dismesse alle abitazioni abbandonate. Si deve tentare di sfruttare al meglio il patrimonio costruito già presente e migliorare al contempo il tessuto urbano, affrontando l’annoso e importante tema della rigenerazione urbana. Rigenerazione che significa rivedere completamente l’organizzazione dei nostri insediamenti”.

Ci sono migliaia di famiglie che vivono in zone a rischio frane: quanta consapevolezza c’è rispetto a questo rischio?
Ancora troppo poca. Certo sta aumentando, d’altronde gli eventi tragici che si susseguono, impossibile non pensare oltre alla Romagna, anche a Ischia e alle Marche, accrescono la consapevolezza del problema. Il nostro ruolo è proprio quello di fornire un supporto di conoscenza, mettendo a disposizione dei dati puntuali attraverso i nostri rapporti periodici e il nostro sito. Abbiamo pubblicato una eco-atlante che permette di navigare sul territorio nazionale e di consultare delle mappe riguardanti varie questioni ambientali e capire, ad esempio, se la propria casa si trova in una zona a pericolosità idraulica o di frana. Insomma come istituto tentiamo, in ultima analisi, di far comprendere come la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema siano fondamentali per la nostra stessa esistenza”.

Jessica Bianchi

Trapianto domino di cuore presso l’Ospedale Molinette di Torino

Quando il trapianto diventa donazione: è accaduto a Torino alcuni giorni fa con un trapianto di cuore domino associato a un trapianto del blocco cuore-polmoni. Un giovane paziente siciliano di 43 anni, affetto da una grave patologia polmonare, è stato sottoposto a un trapianto associato del cuore e dei due polmoni e il suo cuore espiantato, anziché essere scartato, è stato utilizzato per effettuare un trapianto di cuore in una seconda paziente, una donna piemontese di 51 anni, affetta da una grave malattia cardiaca terminale.

Dopo quasi trent’anni che non si effettuava in Italia, il trapianto di cuore domino si è nuovamente dimostrato una strategia “semplice” per risolvere un problema complesso. L’intervento, eseguito al Centro Trapianti di cuore e polmone dell’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, dal professor Mauro Rinaldi con l’aiuto del professor Massimo Boffini, è durato oltre dieci ore ed è perfettamente riuscito.
Attualmente i due pazienti stanno migliorando e il loro decorso appare regolare, facendo ben sperare che possano godere appieno di questo bellissimo “regalo”.

Il Direttore Generale della Citta della Salute di Torino, Giovanni La Valle, si legge in un comunicato stampa della Città della Salute di Torino, si dichiara orgoglioso di questo intervento che sintetizza bene l’alta complessità e l’eccellenza delle cure disponibili nell’Ospedale Molinette. Sottolinea, inoltre, come il trapianto di cuore non possa realizzarsi che da donatore deceduto, se non in questa rarissima situazione, dove il donatore è vivente, caso veramente unico, che ha consentito una speranza di vita in un altro ricevente in attesa di trapianto. (fotografia generica di corridoio d’ospedale, di Brandon Holmes su Unsplash)

Rovigo, colpito al collo da un ramo mentre tagliava l’erba: muore 28enne

Tragedia in una frazione di Adria, in provincia di Rovigo, dove ha perso la vita Fabio Bellan, infermiere di 28 anni.

Il giovane si trovava nel giardino della casa dove sarebbe andato a vivere insieme alla compagna intento a tagliare l’erba quando un ramo lo ha colpito alla gola. Il colpo è stato talmente forte da non lasciare scampo al giovane. Fabio, da poco assunto all’ospedale di Adria come infermiere, è così deceduto tragicamente ieri mattina.

Sul posto sono intervenuti i soccorsi, ma ogni tentativo da parte dei medici di urgenza di salvare il giovane è risultato vano. Insieme ai sanitari, anche i carabinieri si sono recati sul luogo per ulteriori accertamenti. Da quanto emerso però, sembrerebbe che a causare la morte dell’infermiere sia stata solo una tragica casualità.

Pistoiese, tutte le quote societarie sono passate a “Holding Us Pistoiese 1921”, guidata da Alessandro Gammieri

L’Us Pistoiese 1921 è passata di mano. La società di Serie D non risulta più essere controllata dalla Holding Arancione, soggetto che deteneva il 100% delle quote del club, la maggioranza delle quali in mano alla Digimark Group dell’imprenditore tedesco Stefan Lehmann.
Dalla scorsa settimana, infatti, la società arancione è controllata da un nuovo soggetto, denominato «Holding Us Pistoiese 1921», al quale sono state trasferite tutte le quote. Alla guida di questa nuova Holding, che ha preso vita appena due settimane fa c’è Alessandro Gammieri, che è anche l’attuale amministratore unico dell’Us Pistoiese 1921.

Emergenza alluvione: recuperati dai Vigili del Fuoco 40 gatti

Diverse squadre dei Vigili del Fuoco sono intervenute nel pomeriggio di ieri, mercoledì 24 maggio, intorno alle 15.30, per effettuare il recupero di circa 40 felini dal gattile di Medicina, nel Bolognese, isolato a causa delle recenti alluvioni che hanno colpito la zona.

Le operazioni, condotte con squadre di terra e con il nucleo sommozzatori di Bologna, ha consentito il recupero di tutto i gatti ospitati nella struttura.

Si scontra con un compagno durante l’allenamento: grave 15enne

Attimi di paura nel pomeriggio di ieri, mercoledì 25 maggio, sul campo da calcio della polisportiva “Il Cervo” a Collecchio, in provincia di Parma.

Come scrive la stampa locale, un ragazzino di 15 anni ha riportato un trauma cranico dopo essersi scontrato con un compagno di squadra durante una partita di allenamento. Il 15enne, dopo avere sbattuto la testa con violenza a terra, si è accasciato, perdendo i sensi.

Soccorso dal personale sanitario del 118, dopo le prime cure sul posto, una volta stabilizzato, il 15enne è stato trasportato in elisoccorso all’Ospedale Maggiore di Parma dove è stato ricoverato nel reparto di rianimazione. La prognosi rimane riservata. (fotografia di repertorio)

Bologna, accoltellamento in centro: ucciso 40enne

Un uomo di 40 anni di origini tunisine è stato ucciso a coltellate la scorsa notte in una casa nel cuore di Bologna, in via del Borgo di San Pietro.

L’omicidio è avvenuto al settimo piano di una palazzina, nei pressi di un appartamento in cui vivono due persone, un uomo e una donna entrambi italiani. L’uccisione del 40enne sarebbe avvenuta tra l’appartamento e l’ascensore dove, come riporta l’Ansa, sarebbero ancora visibili tracce di sangue. La prima chiamata alle forze dell’ordine è giunta questa notte intorno all’una.

Tra le prime ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è il regolamento di conti per affari legati alla droga. Un uomo, italiano sui 30 anni, è stato prima fermato e ora arrestato dalla polizia in quanto principale indiziato per l’accoltellamento del 40enne tunisino.

Gonzalez illude la Fiorentina, che viene poi ribaltata da Martinez: è l’Inter a vincere la Coppa Italia

Non cambia il risultato all’Olimpico di Roma. Come dopo i primi 45’, l’Inter chiude la gara sul 2-1, si impone sulla Fiorentina e vince la Coppa Italia 2022/23. A decidere la sfida la doppietta nel primo tempo di Lautaro Martinez che ha reso vano il gol dopo 3’ di Nico Gonzalez. Nella ripresa i viola provano ad aumentare il peso offensivo con gli ingressi prima di Sottil e poi di Jovic ma non riescono mai a concretizzare.

Clamorose, in particolare, due chance da gol che si divora il serbo: primo quando servito da Bonaventura in profondità entra in area ma spara addosso ad Handanovic e poi quando di testa da buona posizione manda sul fondo. Tanto rammarico per i viola che però devono fare mea culpa per gli errori grossolani di Milenkovic in difesa sui due gol nerazzurri e sulle lacune in attacco, dove la prova di Cabral è stata pressoché nulla e dove Jovic non ha portato qualità ma ha peggiorato le cose sbagliando quasi tutto il possibile. Niente Coppa per i viola, che dunque adesso sperano nella notte di Praga del 7 giugno contro il West Ham in Conference per interrompere un digiuno da trofei che dura da 22 anni.

“Granita”, arriva il nuovo singolo dell’estate di LDA

L’estate è alle porte e non poteva mancare una nuova canzone di LDA! “Granita” è il nuovo singolo che porterà con sé una ventata di freschezza e tante altre sorprese a partire da venerdì 26 maggio, data da cui potremo ascoltarla in radio e su tutte le piattaforme di streaming.

La fine di una storia d’amore e il pensiero di quella lei che non vuole andare via sono gli ingredienti perfetti per “Granita”, che da oggi è possibile trovare in pre-save e pre-add.

Il nuovo brano arriva dopo il suo secondo album “Quello che fa bene”, uscito a febbraio, che contiene il brano di Sanremo “Se poi domani” e altre 14 tracce: “Il tema principale – commenta l’artista – è l’amore in tutte le sue infinite forme, ho cercato di affrontarlo sia in modo scherzoso, sia in modo introspettivo. Il titolo è ‘Quello che fa bene’, perché con il tempo ho capito che amarsi significa anche lottare per ciò che ci fa stare bene e lasciarsi andare a volte è la cosa che migliora la nostra vita”.

 

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Antonio Ingroia presenta il suo nuovo libro “Traditi”

In occasione dell’uscita del libro “Traditi” edito da Piemme, Pierluigi Senatore ha intervistato Antonio Ingroia. La storia della lotta alla mafia è una storia soprattutto...