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Perché ingaggiare calciatori dall’estero conviene sempre di più?

Come mai sempre più spesso le squadre italiane tesserano i calciatori provenienti da campionati stranieri? Perché ingaggiare calciatori provenienti dall’estero conviene sempre di più?

Fra i vari motivi c’è anche un risparmio fiscale in vigore da ormai oltre due anni.  Si tratta del Decreto Crescita, denominato ‘Rientro dei cervelli’, pensato a suo tempo per favorire l’arrivo in Italia di lavoratori (di tutti i settori professionali, sia italiani che stranieri) residenti all’estero attraverso l’istituzione di un regime fiscale agevolato attivato a partire dal 2020.

Esso ha portato la tassazione sul reddito dal 45% a circa il 25% per i lavoratori che non sono stati residenti in Italia nei due anni precedenti e che si impegnino a farlo per almeno i due successivi. In caso di permanenza in Italia inferiore ai due anni, il beneficio fiscale decadrebbe con conseguente ritorno della tassazione al 45% su tutto il pregresso.

Un esempio concreto:

  • Senza il Decreto Crescita un ingaggio da 10 milioni lordi corrisponde a 5.5 milioni netti.
  • Con il Decreto Crescita un ingaggio da 10 milioni lordi corrisponde a 7.5 milioni netti.

Insomma la nuova normativa dà la possibilità ai club italiani di offrire ingaggi netti più alti rispetto al passato a parità di ingaggio lordo a chi viene dall’estero. Precisiamo che questo non vale solo per gli stranieri, ma anche per gli italiani che siano all’estero da almeno due anni.

Dal maggio 2022, il Decreto Crescita è stato riformato in senso leggermente restrittivo per quanto riguarda lo sport: esso vale solo per atleti che hanno contratti da un milione di euro in su e che abbiano compiuto almeno 20 anni. Un modo per disincentivare la presenza eccessiva di stranieri nelle formazioni giovanili, ma che continua ad avvantaggiare le grandi società che possono puntare a giocatori di caratura internazionale, a dispetto delle piccole realtà.

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