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Serie A – 1a Giornata | Esordio amaro per l’Empoli di Paolo Zanetti: sconfitto in casa dall’Hellas Verona. Decide un gol in mischia di Bonazzoli a un quarto d’ora dalla fine

EMPOLI (4-2-3-1) – 25 Caprile; 24 Ebuehi, 34 Ismajli, 33 Luperto, 13 Cacace (dal 34′ st 3 Pezzella); 18 Marin, 5 Grassi (dal 41′ st 10 Henderson); 20 Cancellieri (dal 25′ st 7 Shpendi), 35 Baldanzi, 11 Gyasi (dal 41′ 17 Ekong), 9 Caputo (dal 25′ st 91 Piccoli). A disp. 1 Perisan, 40 Stubljar; 14 Guarino, 30 Stojanovic, 22 Ranocchia, 31 Marianucci, 32 Haas. All. P. Zanetti

HELLAS VERONA (4-3-2-1) – 1 Montipò; 27 Dawidowicz, 23 Magnani, 42 Coppola; 24 Terracciano, 18 Hongla, 33 Duda (dal 43′ st 2 Amione), 3 Doig (dal 43′ st 32 Cabal); 90 Folorunsho (dal 24′ st 20 Saponara), 77 Mboula (dal 24′ st 11 Djuric); 26 Ngonge (dal 24′ st 99 Bonazzoli). A disp. 22 Berardi, 34 Perilli; 97 Cazzadori, 80 Cisse, 14 Joselito, 28 Patane. All. M. Baroni

Arbitro: Sig. Luca Massimi di Termoli (Zingarelli-Scatragli | IV Uff.le Manganiello – VAR Valeri-Gariglio)

Marcatori: 30′ st 99 Bonazzoli (HV)

NOTE: Angoli Empoli 2 Hellas Verona 4. Ammoniti: al 44′ 33 Duda (HV); al 13′ st 23 Magnani (HV), al 21′ st 13 Cacace (E), al 23′ st 5 Grassi (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 3′ pt – 6′ st. Spettatori: 9.000.

 

Dopo il debutto infelice in Coppa Italia arriva anche il debutto infelice nella Serie A per il “nuovo” Carlo Castellani-Arena Computer Gross. Due sconfitte su due non è proprio un bell’impatto per l’Empoli, in questa già di per sé complicata stagione che vede il club azzurro impegnato nell’inseguire un obiettivo mai raggiunto nella propria storia: salvarsi per il terzo anno consecutivo nella massima serie.

Al Castellani arriva l’Hellas Verona di Baroni, che si è guadagnato la permanenza nella Serie A vincendo lo spareggio contro lo Spezia, “condannato” a quello spareggio soprattutto dal pareggio dell’Empoli nella gara del Bentegodi dello scorso fine maggio, penultima giornata, con il gol di Stojanovic al 96′.

La partita già calda per via dei tre punti pesantissimi in palio, considerata già uno scontro salvezza alla prima giornata, inizia con il termometro che segna trentacinque gradi centigradi ed il sole ancora abbastanza alto (ore 18:30); sugli spalti è tutto uno sventolio di pezzi di carta che sembra di assistere alla famigerata “Pañuelada”, quella messa in scena dai tifosi del Real Madrid quando le cose non vanno bene: qui il motivo è un altro, si cerca refrigerio. Sicuri che ad uccidere il calcio sia solo la pirateria? Oppure ci sono anche scelte non proprio idilliache.

Andiamo al match. L’Empoli deve fare i conti con le quasi nauseanti voci di mercato tra arrivi ma soprattutto partenze (per esempio quella su Baldanzi, ndr), e le assenze tipo quella di Fazzini, o Maldini e Walukiewicz. Mister Zanetti sceglie Cacace a sinistra, la coppia Grassi-Marin in mediana, Cancellieri subito in campo esterno destro con Gyasi a sinistra e Baldanzi alle spalle di Caputo unica punta.

Assenze anche nel Verona che, oltre agli squalificati Faraoni e Hien, deve fare a meno di Henry, Hrustic, e Lazovic. Sorprende la scelta di Baroni di spedire in panchina sia Djuric che Bonazzoli, insieme a Saponara: ma i tre entreranno per la mezzora di partita finale in un unico istante e cambieranno in maniera decisiva le sorti del match.

L’Empoli parte benino, dire bene però è troppo. Marin tuttavia intorno al decimo del primo tempo dal limite scaglia una conclusione potente che Montipò è bravo a deviare sulla traversa. Gli azzurri controllano e concedono poco ad un Hellas più fisico che tecnico. Al 42′ i toscani avrebbero la grande occasione per passare in vantaggio: Gyasi però ben appostato all’interno dell’area di rigore va al tiro con il corpo all’indietro e calcia clamorosamente sopra la traversa, senza centrare neanche lo specchio.

Gyasi in azione contro l’Hellas Verona (Credit Ph EFC 1920)

La ripresa inizia con la stessa musica della prima frazione, con l’unica differenza data dal fatto che le squadre sembrano essersi allungate concedendo qualche spazio in più. In questi spazi Baldanzi si illumina: in questo Empoli sembra davvero lui l’unico in grado di poter far cambiare il passo alla squadra, almeno in questa fase di stagione. Così al 13′, dopo un’ottima combinazione con Cancellieri, esegue uno slalom tra gli avversari e guadagna una punizione dal limite che Marin calcia di potenza e senza precisione.

Arriviamo così al giro di boa del secondo tempo, senza altri particolari sussulti ma con la netta sensazione che l’Empoli debba provare quantomeno a cambiare qualcosa se vuole tentare di portare a casa l’intera posta in palio. I cambi non avvengono, e anzi è l’Hellas al 24′ a farli. Tre in un solo colpo: entrano Saponara, Djuric e Bonazzoli, stravolgendo totalmente così l’assetto tattico offensivo. La percezione avuta dagli spalti è che quando il tecnico azzurro ha visto le mosse abbia richiamato subito il cambio: due per gli azzurri con Shpendi per Cancellieri e Piccoli per Caputo.

Un caso, una fatalità? Semplice combinazione? L’Hellas con questa mossa alza subito il proprio baricentro, i centimetri di Djuric fanno arretrare la coppia dei difensori centrali, Bonazzoli velocizza le manovre scaligere, Saponara spariglia le carte con l’inventiva. Insomma il Verona diventa di colpo intraprendente e viene premiato al 30′ esatto quando, sugli sviluppi di angolo, Caprile manca la palla in presa e in un’azione piuttosto confusionaria Bonazzoli spedisce la palla in rete.

Nei ventuno minuti restanti, recupero compreso, l’Empoli è sembrato a corto di fiato, energie, muscoli e idee, rendendo così semplicissima l’operazione da “tre punti” per l’Hellas Verona.

Sconfitta pesante per gli azzurri che, calendario alla mano (Monza fuori, Juventus, Roma fuori, e Inter in casa), rischiano di iniziare davvero con il piede sbagliato questa stagione.

L’ultima analisi è per la squadra. L’impressione è che davvero serva uno come Cambiaghi, se non Cambiaghi stesso: il Gyasi visto fin qui ha deluso le aspettative. L’altra impressione è che l’Empoli non possa assolutamente privarsi di un giocatore come Baldanzi.

 

Fonte: gabrieleguastella.it

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