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SERIE A – Giornata n°13 | Empoli-Sassuolo è una partita pirotecnica: ma vincono gli emiliani con un gol al 93′.

EMPOLI (4-3-3) – 99 Berisha; 19 Bereszynski, 34 Ismajli, 33 Luperto, 13 Cacace; 21 Fazzini (dal 25′ st 8 Kovalenko), 22 Ranocchia (dal 25′ st 5 Grassi), 29 Maleh (dal 34′ st 11 Gyasi); 28 Cambiaghi (dal 34′ st 23 Destro), 9 Caputo, 20 Cancellieri (dal 25′ st 27 Maldini). A disp. 1 Perisan, 25 Caprile, 4 Walukiewicz, 14 Guarino, 24 Ebuehi, 30 Bastoni, 18 Marin, 7 Shpendi. All. Aurelio Andreazzoli

SASSUOLO (4-2-3-1) – 47 Consigli; 22 Toljan, 5 Erlic, 44 Tressoldi, 21 Viti (dal 10′ st 17 Vina); 24 Boloca, 7 Matheus Enrique; 10 Berardi (dal 48′ st 3 Pedersen), 42 Thorstvedt (dal 34′ st 11 Bajrami), 45 Lauriente (dal 34′ st 20 Castillejo); 9 Pinamonti (dal 34′ st 8 Mulattieri). A disp. 25 Pegolo, 28 Cragno, 15 Ceide, 92 Defrel, 13 Ferrari, 35 Lipani, 2 Missori, 6 Racic, 23 Volpato. All. Alessio Dionisi

Arbitro: Sig. Simone Sozza di Seregno (Fimonte-Ricci | IV Uff.le Santoro – VAR Nasca/Pairetto)

Marcatori: 4′ rig. 9 Caputo (E), 12′ 9 Pinamonti (S), 22′ 7 Matheus Enrique (S), 30′ 21 Fazzini (E); 21′ st rig. 10 Berardi, 41′ st 8 Kovalenko (E), 47′ st 10 Berardi (S).

NOTE: Angoli Empoli 6 Sassuolo 5. Ammoniti: al 25′ 21 Fazzini (E), al 31′ 29 Maleh (E), al 37′ 7 Matheus Enrique (S); al 5′ st 10 Berardi (S), al 46′ st 11 Gyasi (E), al 47′ st 5 Grassi (E). Espulsi: nessuno. Recupero: 1′ pt – 5′ st. Spettatori: 11mila.

 

In una stagione avara di gol per l’Empoli, appena cinque in dodici partite, il colmo è segnarne tre e perdere ugualmente l’incontro. E’ successo davvero nella partita casalinga degli azzurri contro il Sassuolo dell’ex tecnico Alessio Dionisi, ma anche degli altri ex in campo Bajrami, entrato nel secondo tempo, Pinamonti e Viti, quest’ultimo cresciuto nel vivaio azzurro e costretto ad uscire, tra le lacrime, dopo una decina di minuti della ripresa per un guaio muscolare.

Alla vigilia del match sapevamo che non sarebbe stata per niente facile, il sottoscritto aveva sottolineato in Conferenza Stampa al tecnico azzurro Aurelio Andreazzoli come gli emiliani fossero al quarto posto, solo alle spalle di Napoli, Inter e Juventus, nella speciale classifica del numero dei tiri in porta e pertanto anche delle occasioni create. I dodici punti conquistati nelle prime dodici partite di campionato probabilmente non rappresentano il reale potenziale dei neroverdi, formazione tecnica e veloce, dinamica e fisica: rinnovata certamente, ma che cela le proprie fondamenta su un ragazzo di altissimo spessore tecnico, quale Berardi, e poggia le basi su elementi di assoluta caratura per la categoria, insomma da salvezza tranquilla.

Eppure il match era iniziato bene per l’Empoli che dopo appena quattro minuti si è ritrovato in vantaggio con il rigore procurato con furbizia da Cambiaghi, e trasformato con estrema freddezza dopo un conciliabolo durato anche fin troppo da Caputo.

Per il bomber azzurro classico gol dell’ex e rete numero 200 tra i professionisti. Tra il dodicesimo e i successivi dieci minuti però dalle parti dell’area di rigore empolese si ripresentano antichi fantasmi: quelli dei gol subiti su calcio d’angolo, e quelli dei gol subiti di testa.

Così al terzo angolo battuto dagli emiliani al minuto dodicesimo arriva il gol di testa di Pinamonti, e al 22′ il gol di testa di Matheus Enrique, non proprio un gigante, su invitante cross dal vertice destro dell’area di rigore: troppo morbida però l’opposizione di Cancellieri sul cross, e troppo disattenta la difesa azzurra sul taglio del numero sette emiliano.

L’Empoli sembra subire psicologicamente la rete del sorpasso neroverde, che con il passare dei minuti giganteggia a centrocampo. Fortuna degli azzurri che alla mezzora esatta sugli sviluppi di un confusionario batti e ribatti, con Cancellieri protagonista, la palla schizzi a Fazzini al limite dell’area di rigore, il quale con un destro velenoso sorprende centralmente Consigli per il nuovo equilibrio. Equilibrio che si manifesta anche sul terreno di gioco fino al fischio di Sozza che spedisce le squadre negli spogliatoi per l’intervallo.

Con le squadre di nuovo in campo, senza nessuna variazione da segnalare, riprende la partita, e la prima annotazione da fare è l’infortunio occorso a Viti sostituito da Vina.

La partita ora è un po’ più equilibrata rispetto alla prima frazione di gara. Giusta però una doverosa precisazione: il Sassuolo gioca un calcio più veloce e dinamico, è più tecnico, probabilmente di uno spessore superiore, l’Empoli fa quel che può, arranca ma riesce a tenersi in partita fino a quando Cancellieri non commette un’ingenuità entrando male su un avversario al limite dell’area di rigore. Calcio di punizione che il VAR, diretto da Nasca di Bari che per l’Empoli da un po’ di tempo non è mai foriero di buone notizie, trasforma in calcio di rigore che Berardi realizza per il nuovo sorpasso.

Il tre a due destabilizza mentalmente l’Empoli: Andreazzoli tenta di stravolgere qualcosa con gli innesti di Grassi, Kovalenko e Maldini per Fazzini, Ranocchia e Cancellieri, Dionisi risponde mandando in campo Castillejo, Mulattieri e Bajrami per Pinamonti, Lauriente e Thorstvedt.

I cambi sembrano dare più forza al Sassuolo che costruisce almeno altre due palle gol per chiudere la partita con Tressoldi che manda di poco a lato e con Bajrami.

Andreazzoli a dieci dal termine tenta anche le carte Destro e Gyasi per Cambiaghi e Maleh, ma è ancora il Sassuolo a sfiorare il poker con un tiro a giro di Berardi dal vertice destro dell’area di rigore che si stampa sul palo più lontano di Berisha, prima di smaterializzarsi dall’area di rigore empolese.

L’Empoli capisce che ormai deve volare il cappello per aria per tentare di riagguantare la partita, un po’ come in quel di Frosinone tre settimane orsono, così comincia una specie di assalto al fortino emiliano che si difende con ordine fino a quando al minuto quarantuno il banco non salta facendo esplodere il Castellani. Maldini lavora un bel pallone sulla destra, da centralmente a Grassi che apre in mezzo per l’accorrente Gyasi. Il tiro dell’ex Spezia si infrange sulla traversa, poi però il pallone vola in aria e atterra dall’altra parte dell’area di rigore con destinazione Kovalenko che di prima intenzione supera Consigli con la deviazione decisiva di Vina. E’ tre a tre.

Ora c’è chi guarda il cronometro per capire quanto c’è da soffrire per suggellare un punto pesante, e chi guarda lo stesso cronometro per carpire invece quanto tempo può servire per conquistare l’intera posta in palio. E forse in entrambe le compagini si vivono le medesime sensazioni, perché l’impressione è che nessuno si sia accontentato.

L’Empoli attacca, il Sassuolo pure: Gyasi però atterra un avversario al limite della propria area di rigore e sotto lo sguardo vigile di Sozza, il quale punisce con il giallo il numero undici e comanda una punizione che si incarica di battere Bajrami. Il tiro dell’ex Empoli è ribattuto, ed anche il secondo tentativo si infrange sul muro azzurro, solo che la palla questa volta schizza come in un flipper impazzito dall’altra parte dell’area di rigore dove Berardi (non si può lasciare solo un giocatore di quel calibro però?… ndr) controlla e lascia partire un destro che sorprende Berisha, tradito da una deviazione, e fa 3-4.

E’ il colpo del ko decisivo e dei tre punti per il Sassuolo, anche se pochi secondi prima del triplice fischio l’Empoli avrebbe ancora l’incredibile palla del 4-4, che non si concretizza solo a causa dei guantoni di Consigli, questa volta decisivi.

Sabato prossimo l’Empoli è di nuovo in trasferta a Genova contro il Genoa dell’ex azzurro Alberto Gilardino: è uno scontro diretto da non fallire, la classifica piange di nuovo.

Fonte: gabrieleguastella.it

Jacopo Fazzini tenta una conclusione inseguito dall’ex Empoli e compagno nelle giovanili azzurre Mattia Viti (Credit Ph EFC 1920)

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