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SERIE A – Giornata n°32 | L’Empoli cade anche a Sassuolo, azzurri sconfitti nonostante la superiorità numerica. Ora la squadra è in ritiro

SASSUOLO (4-3-3) – 47 Consigli; 22 Toljan, 28 Erlic, 44 Tressoldi (dal 1′ st 13 Ferrari), 3 Marchizza (dal 31′ st 6 Rogerio); 16 Frattesi, 27 Maxi Lopez, 8 Harroui (dal 1′ st 9 Pinamonti); 20 Bajrami (dal 1′ st 7 Henrique), 92 Defrel (dal 13′ st 10 Berardi), 45 Laurente. A disp. 25 Pegolo, 64 Russo; 11 Alvarez, 14 Obiang, 15 Ceide, 19 Romagna, 21 Zortea, 42 Thorstvedt. All. A. Dionisi

EMPOLI (4-3-1-2) – 13 Vicario; 24 Ebuehi, 33 Luperto, 4 Walukiewics, 65 Parisi (dal 39′ st 3 Cacace); 5 Grassi (dal 17′ st 11 Akpa Akpro), 18 Marin, 25 Bandinelli (dal 22′ st 21 Fazzini); 35 Baldanzi; 19 Caputo (dal 39′ st 9 Satriano), 28 Cambiaghi (dal 22′ st 91 Piccoli). A disp. 1 Perisan, 22 Ujkani; 8 Henderson, 23 Destro, 26 Tonelli, 30 Stojanovic, 32 Haas, 55 Vignato. All. P. Zanetti

Arbitro: Sig. F. Dionisi di L’Aquila (Mastrodonato-Bottegoni | IV Uff.le Baroni – VAR Abbattista-Longo)

Marcatori: 11′ 28 Cambiaghi (E); 37′ st 10 Berardi (S), 51′ st rig. 10 Berardi (S).

NOTE: Angoli Sassuolo 7 Empoli 5. Ammoniti: al 26′ 45 Lauriente (S); al 17′ st 27 Maxi Lopez (S), al 17′ st 25 Bandinelli (E). Espulsi: al 29′ st 9 Pinamonti (S). Recupero: 1′ pt – 4′ st. Spettatori: 5mila.

 

Partiamo dall’epilogo finale e dalle conseguenze dell’epilogo finale della partita. La squadra da stasera è in ritiro: il pullman che riaccompagna i ragazzi allo stadio Castellani, di ritorno dalla trasferta sul campo del Sassuolo, si svuoterà ma i ragazzi dovranno disfare e rifare le borse con destinazione “Centro Sportivo Monteboro” dove si ritroveranno per passare la prima notte insieme e da domani vivere il quotidiano. I termini utilizzati sono di fatto stati espressi dal DS azzurro Pietro Accardi che si è presentato in zona mista spontaneamente per annunciare quanto deciso di comune accordo tra proprietà, staff dirigenziale e staff tecnico. “Dobbiamo vivere il quotidiano insieme, restare uniti e superare questo difficile momento che stiamo attraversando… – sbotta il DS Accardi, che poi chiude – …chiediamo scusa a tutti i tifosi, alla città e agli sportivi, ai quali chiediamo che continuino a starci vicino fino alla fine del campionato, per centrare insieme il nostro obiettivo che vogliamo fortemente, ovvero la salvezza”.

L’EPILOGO DELLA PARTITA – Mancano venti secondi al termine dell’ultimo dei quattro minuti di recupero concessi dal direttore di gara Federico Dionisi, omonimo ma non parente del tecnico del Sassuolo Alessio Dionisi, tra l’altro uno dei tanti ex di turno, quando Cacace, entrato in campo al posto di Parisi al 39′ della ripresa, tocca appena in area di rigore Berardi a pochi passi dal fischietto che con estrema fermezza indica il dischetto. Dopo un rapido consulto audio con il VAR il rigore viene concesso e dopo centoventi secondi di attesa Berardi trafigge per la seconda volta Vicario, dopo il gol che aveva portato il risultato sull’1-1 realizzato al minuto 37 della ripresa, creando il gelo nella curva ospiti assiepata da oltre cinquecento tifosi empolesi.

In pratica l’esecuzione dal dischetto è il sipario alla partita, e l’apertura ufficiale della crisi dell’Empoli che nel girone di ritorno ha saputo collezionare la miseria di 7 punti: una vittoria risicata sul Lecce e quattro pareggi, poi solo amarissime sconfitte, con forse l’amarezza più grande (per come maturata…, ndr) arrivata proprio in questo ultimo pomeriggio di aprile.

EPISODIO CHIAVE ALLA ROVESCIA, MA IL GOL PRESO HA FATTO RIAPPARIRE I “FANTASMI” – L’Empoli ha impattato bene sul match, ha imparato la lezione di Cremona e ha iniziato a mordere la partita fin dalle prime battute e dopo undici minuti si è ritrovata meritatamente in vantaggio grazie ad un’iniziativa personale e vincente di uno degli uomini più positivi della stagione: Cambiaghi. Poi ha gestito bene e anzi ha sfiorato a più riprese il raddoppio: Caputo ha colpito un legno, poi allo stesso Caputo è stato annullato un gol dal VAR per fuorigioco, e Satriano nel finale, con la complicità di un difensore neroverde, con un tiro cross velenoso ha colto la traversa. Gli episodi sottoporta non sono girati benissimo, ma c’è stato un episodio al 29′ della ripresa che invece sembrava aver indirizzato eccome il match. Uno dei freschi ex, infatti, si è fatto espellere (rosso diretto, ndr) per qualche parola di troppo dopo un contatto con Walukiewics: il Sassuolo è rimasto così orfano di Pinamonti, entrato dal primo della ripresa al posto di Harroui.

Un episodio che forse ha clamorosamente condizionato mentalmente alcuni ragazzi in campo, e il gol di Berardi di otto minuti più tardi ha di fatto riportato nella testa del gruppo azzurro i “fantasmi” degli ultimi tempi. La squadra, nonostante la superiorità numerica, si è sciolta come neve al sole, disunita, allungata; di fatto scomparso, svanito il concetto di squadra e la punizione finale è una mazzata tremenda.

Una mazzata tremenda per tutto l’ambiente, perché cullata la possibilità di volare a +8 sulla zona retrocessione a sei giornate dalla fine e a pochi minuti dal triplice fischio finale, l’Empoli è piombato in 840 secondi ad un pericoloso +5, con gli scontri diretti a sfavore nei confronti dello Spezia (0-1 in Liguria e 2-2 al Castellani, ndr), ed uno scontro diretto in casa dell’Hellas Verona alla penultima giornata. Nessun dramma, ci mancherebbe, ma livello di allerta altissimo perché le prossime due gare casalinghe con Bologna e Salernitana non sono assolutamente da fallire, anche perché poi il calendario è di quelli da far tremare le gambe.

I BILANCI SI FARANNO ALLA FINE, MA QUESTA SQUADRA PERDE E NON DIVERTE: E’ UN PENSIERO COMUNE DELLA MAGGIORANZA DEI TIFOSI, E FORSE NON SOLO… – Forse ad Empoli siamo stati abituati bene. Analizzando le stagioni dal 2012 in poi viene da pensare che: con Maurizio Sarri al timone abbiamo visto l’Empoli più spettacolare di sempre ed un calcio da annali assoluti (l’ex Adani, ed oggi commentatore tecnico RAI pochi giorni fa ha dichiarato che “l’Empoli ha fatto vedere il secondo più bel calcio italiano degli ultimi vent’anni…”), e anche con Marco Giampaolo e soprattutto con “nonno” Aurelio Andreazzoli il livello tecnico è stato altissimo, oltre ché nell’ultimo anno vincente in B con Dionisi. Abbiamo proposto calcio offensivo e votato al bel gioco anche e nonostante la disgraziata stagione con Martusciello al timone, e perfino in quella stagione di B iniziata con Cristian Bucchi, proseguita con Roberto Muzzi, e terminata con Pasquale Marino, per non dimenticare la prima parte di stagione 2017/18 con Vincenzo Vivarini.

Il 4-3-1-2 “hand made in Empoli” era diventato un marchio di fabbrica quasi inimitabile: tecnica, velocità di palleggio e pensiero, bel gioco, invasione offensiva della metà campo e dell’area di rigore altrui, ergo tanti gol… e, certo, qualche gol subito di troppo.

E proprio questo ultimo dato è stato forse decisivo per far pensare di poter provare a cambiare qualcosa. Subire meno, restando belli da vedere ma più equilibrati. E allora la sensazione è che si sia sbagliato qualcosa nella scelta degli uomini e soprattutto in un ruolo chiave: quale? Quello che illumina, che deve accendere il gioco, che deve dettare l’ultimo passaggio. Nel recente passato da Empoli sono transitati uomini di caratura tecnica e mentale di livello eccellente: Krunic e Bennacer non hanno vinto un campionato a caso (quello con il Milan dello scorso anno, ndr), e nemmeno Paredes è Campione del Mondo a caso; Di Lorenzo, Zielinski, Mario Rui non sono certo dei tasselli del Napoli prossimo alla conquista dello Scudetto per pura fatalità… senza dimenticare Vecino, Saponara, Zajc, tutti uomini capaci di dettare l’ultimo passaggio con i tempi giusti, di mandare in delirio le linee avversarie. Al netto che ne Grassi, ne Marin sono play fatti, nemmeno quel ventenne “prodige” è un vero trequartista, ma un candidato a fenomeno del futuro che da e chiede un po’ alla Messi, pensiero mio senza voler esser vangelo… stop. Riprenderemo il filo del discorso più avanti.

Ora testa al Bologna, giovedì… andrà come deve andare e il club perfezionerà in vista della stagione imparando dagli errori di valutazione commessi per prepararsi a questa ancora in corso di svolgimento.

Fonte: gabrieleguastella.it

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