GENOA (4-2-3-1) – 1 Leali; 20 Sabelli, 27 Marcandalli, 22 Vasquez, 3 Martin; 32 Frendrup (dal 21′ st 73 Masini), 8 Stanciu (dal 39′ st 40 Fini); 23 V. Carboni, 10 Junior Messias (dal 1′ st 46 Venturino), 11 Gronbaek (dal 21′ st 2 Thorsby); 29 Colombo (dal 15′ st 21 Ekhator). A disp. 31 Siegrist, 39 Sommariva; 30 Cuenca Martinez, 18 Ekuban, 77 Ellertsson, 17 Malinovski, 15 Norton-Cuffy, 34 Otoa, 9 Vitinha. All. Patrick Vieira
EMPOLI (3-4-3) – 1 Perisan; 5 Obaretin, 34 Guarino, 79 F. Carboni (dal 14′ st 48 Zanaga); 24 Ebuehi (dal 22′ st 28 Indragoli), 8 Belardinelli, 14 Yepes (dal 22′ st 25 Ignacchiti), 27 Moruzzi; 70 Saporiti (dal 35′ st 89 Campaniello), 10 Ilie; 77 Popov (dal 14′ st 11 Shpendi). A disp. 12 Gasparini, 22 Versari; 29 Tosto, 31 Perin, 37 Lauricella, 42 Pasalic, 53 Busiello, 96 Orlandi. All. Guido Pagliuca
Arbitro: Sig. Federico Dionisi di L’Aquila (Ceccon-Biffi \ IV Uff.le Pairetto – VAR Maresca/Gariglio)
Marcatori: al 12′ 70 Saporiti (E), al 15′ st 32 Frendrup (G); al 11′ st 27 Marcandalli (G), al 38′ st 21 Ekhator (G).
Note: Angoli Genoa 5 Empoli 3. Ammoniti: nessuno. Espulsi: nessuno. Recupero: 1′ pt – 3′ st. Spettatori: 6mila.
L’Empoli esce ai Sedicesimi di Finale di Coppa Italia, la squadra azzurra, semifinalista nella passata stagione, esce di scena perdendo in casa del Genoa per 3-1, dopo essere passata in vantaggio con una punizione di Saporiti. Il vantaggio empolese è però durato appena tre giri di lancette: i liguri hanno riagguantato subito il pareggio grazie ad una prodezza di Frendrup, abile a sfruttare una “dormita” della difesa empolese.
Il primo tempo è stato piuttosto equilibrato con l’Empoli, che ha schierato le “terze linee” , vicino al nuovo vantaggio con Saporiti e soprattutto con un colpo di testa ravvicinato di Guarino.
L’Empoli in generale non ha sfigurato, tenendo in considerazione la caratura dell’avversario e le molte assenze importanti. Se è vero che il Genoa ha fatto a meno di alcuni big (Malinovski, Norton-Cuffy e Vitinha) va detto che l’Empoli era privo oltre che di Pellegri, Haas, Degli Innocenti, Nasti e Bianchi, anche di Lovato, Ghion, Fulignati ed Elia, rimasti in città ad allenarsi. Il Genoa ha trovato il gol del sorpasso nel secondo tempo, all’ora di gioco, con un colpo di testa di Marcandalli marcato troppo morbido da Franco Carboni.
Poi la girandola dei cambi, con l’Empoli che ha inserito i superbaby (Campaniello, Zanaga, Indragoli), ha fatto la differenza ed il Genoa ha preso il largo segnando il tris con il giovane Ekhator, ma la marcatura dei padroni di casa è viziata da un grossolano errore di Guarino, irriconoscibile e ancora lontano dall’esprimere la qualità che abbiamo osservato con la maglia azzurra nelle formazioni giovanili.
L’ANALISI – La Coppa Italia non è il campionato: frase fatta, certo, si dice spesso così; non ci sono punti in palio, per l’Empoli non è un obiettivo e quindi non si creano le tensioni giuste, e nemmeno i presupposti per poter “giudicare”. In realtà la gara andata in scena al Ferraris contro il Genoa è un distillato del momento difficile che sta vivendo l’Empoli: c’è di tutto in questa partita apparentemente poco importante; ci sono i problemi tecnici e quelli di personalità. Si vede che non c’è un leader, forse l’unico con queste caratteristiche è Fulignati, ma è tra i pali, vive troppo distante dal fulcro del gioco, è importante anche lui, mi ricorda Gianluca Berti, imponente, che si fa sentire, ma non può far da solo. Non ci sono nemmeno dei calciatori che siano specializzati in qualcosa: il Vannucchi che salta l’uomo, il Buscè che corre novanta minuti che cambia il passo, senza chiedere mai il cambio; lì nel mezzo manca intensità, non c’è frequenza, si martella poco, siamo lenti di pensiero, e diventiamo prevedibili. Là davanti, invece, c’è tanta prospettiva: a Nasti e, soprattutto, Pellegri il compito di ribaltare la situazione, e far crescere Shpendi e Popov che hanno qualità ma sono ancora un po’ “acerbi”. Le prossime tre partite di campionato, prima della sosta, potranno dire molto, tanto, forse tutto quello che adesso dobbiamo sapere: potrebbero anche essere il trampolino di lancio. Sì, proviamo a pensare positivo.
Fonte: gabrieleguastella.it
