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Intervento da record a Pisa: rimosse 55 metastasi al fegato a giovane paziente

Giovane donna malata di tumore, con 55 metastasi al fegato, salvata grazie a un intervento da record effettuato a Pisa.
Si tratta di una particolare tecnica chirurgica eseguita per la prima volta al mondo nelle sale operatorie dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana.

Questo intervento – si legge in un comunicato stampa pubblicato sul sito internet dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisanaapre a nuove possibilità terapeutiche per i pazienti con metastasi epatiche multiple da neoplasia del colon che abbiano risposto al trattamento chemioterapico. La paziente è una giovane donna toscana affetta da un tumore del colon sinistro non operabile per l’interessamento massivo del fegato, che ha scelto di affidarsi al Gruppo multidisciplinare della Chirurgia epatica del risparmio d’organo dell’Aoup.
L’oncologa di riferimento, la professoressa Chiara Cremolini, ha costantemente monitorato la risposta alla chemioterapia all’interno del Gruppo multidisciplinare. Proprio grazie all’interazione tra specialisti è stata intravista la possibilità del trattamento chirurgico. Infatti, la buona risposta alla terapia farmacologica ha favorito l’ipotesi di asportare tutte e 55 le metastasi salvando una piccola parte del fegato di sinistra corrispondente al 7% dell’organo intero.
Per eseguire una resezione epatica è necessario che il volume del fegato residuo (quello che resta dopo l’intervento) sia pari almeno al 40% per sostenere le funzioni vitali dopo l’intervento.
In questo caso quindi, questo 7% sarebbe dovuto aumentare più di 5 volte”.

La nuova strategia per far crescere ulteriormente il fegato residuo è stata pianificata all’interno del Gruppo multidisciplinare. Si è deciso infatti di eseguire un ulteriore tempo chirurgico intermedio per asportare metà del fegato destro precedentemente “de-portalizzato” e lasciato temporaneamente in sede con le metastasi. L’intervento chirurgico, eseguito dal dottor Lucio Urbani, è stato estremamente complesso sia per le aderenze infiammatorie sia per la necessità di ricostruire la vena sovraepatica destra per gestire la grande quantità di lesioni neoplastiche. Dopo una settimana il volume del fegato residuo è aumentato, raggiungendo il volume desiderato pari al 41% ed è stato possibile eseguire l’ultimo tempo chirurgico per asportare definitivamente la parte di fegato malato e contemporaneamente rimuovere il tumore primitivo del colon sinistro”. (fotografia di sala operatoria dal sito internet dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana)

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