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Covid, Ema: ok alla terza dose per gli immunodepressi

L’Ema ha dato l’ok alla somministrazione della terza dose dei vaccini anti-Covid di Pfizer e Moderna agli immunodepressi, almeno 28 giorni dopo la seconda dose. La raccomandazione dell’Agenzia europea del farmaco arriva dopo la dimostrazione clinica del miglioramento nei pazienti sottoposti a trapianto di organi: una dose extra di vaccino ha aiutato a produrre più anticorpi al sistema immunitario indebolito dei pazienti.

L’Ema ha inoltre valutato che una terza dose di Pfizer, se somministrata a distanza di 6 mesi dalla seconda dose, aumenta la produzione di anticorpi nelle persone comprese tra i 18 e i 55 anni. Ancora oggetto di valutazione la somministrazione di una terza dose di Moderna.

Attualmente si sta valutando anche l’immissione in commercio dell’anticorpo monoclonale Regkirona per il trattamento di adulti con Covid-19, che non richiedono trattamenti con ossigeno supplementare e che rischiano di progredire nella forma grave della malattia.

 

Modà: è uscito il video di “Comincia lo show”

E’ uscito il video del nuovo singolo dei Modà, dal titolo “Comincia lo show”, brano che anticipa il prossimo progetto discografico della band formata da Francesco “Kekko” Silvestre (voce), Enrico Zapparoli (chitarra), Diego Arrigoni (chitarra), Stefano Forcella (basso) e Claudio Dirani (batteria).

Il video, diretto da Matteo Alberti e Fabrizio De Matteis per Double Vision – Film & More, nasce da un’idea di Kekko ed è un’aperta critica al mondo social di oggi dove chiunque, seduto sul proprio divano, può brandire il proprio telefono come una vera e propria arma, sparando giudizi contro chi si trova in quel momento dall’altra parte dello schermo.

“Comincia lo show – racconta Silvestre – apre la strada al nostro nuovo progetto discografico. È, secondo me, un brano che offre un nuovo orizzonte sonoro che spazia dalle contaminazioni elettroniche al pop-rock ma senza snaturare lo stile melodico-compositivo che contraddistingue il nostro DNA da sempre”.

Parlando poi del testo, Silvestre ha aggiunto: “facciamo musica pop, musica capace di attraversare tutte le generazioni, arrivare a molti ed è per questo che cerchiamo nei testi anche di dare, dove possibile, messaggi anche sociali”.

Il nuovo inedito arriva a distanza di 2 anni dall’uscita dell’ultimo album “Testa o croce” e sarà tra i brani che la band milanese proporrà nel tour che li aspetta nel 2022.

La band ripartirà in tour dalla sua Milano il 2 maggio del prossimo anno, recuperando in questo modo le date annullate quest’anno a causa della pandemia.
Questi gli appuntamenti:

02 maggio, Mediolanum Forum di Assago, Milano
(recupero del 1 ottobre 2021, del 28 marzo e del 18 dicembre 2020)
03 maggio, Mediolanum Forum di Assago, Milano
(recupero del 2 ottobre 2021, del 29 marzo e del 19 dicembre 2020)
09 maggio, Arena di Verona, Verona
(recupero del 2 maggio 2020 e del 26 settembre 2021)
13 maggio, Palacatania di Catania
(recupero dell’8 ottobre 2021, recupero del 6 marzo e del 2 ottobre 2020)
14 maggio, Palacatania di Catania
(recupero del 9 ottobre 2021, del 7 marzo e del 3 ottobre 2020)
17 maggio, Palasport di Reggio Calabria
(recupero del 12 ottobre 2021, del 17 marzo e del 6 ottobre 2020)
20 maggio, Palaflorio di Bari
(recupero del 15 ottobre 2021, del 13 marzo e del 9 ottobre 2020)
21 maggio, Palaflorio di Bari
(recupero del 16 ottobre 2021, del 14 marzo e del 10 ottobre 2020)
26 maggio, Palazzo dello Sport di Roma
(recupero 19 ottobre 2021, del 20 marzo e del 12 dicembre 2020)
28 maggio, Pala Sele di Eboli (SA)
(recupero del 5 ottobre 2021, del 10 marzo e del 13 ottobre 2020)

Adele: 30 buoni motivi per pensare all’arrivo del nuovo album

A partire da venerdì 1 ottobre, sono apparsi cartelloni con il numero “30” in diverse città del mondo, e i fan di Adele hanno ottimi motivi per pensare che l’album stia arrivando.

La star britannica non si è ancora lasciata sfuggire nessuna informazione sul nuovo disco, ma i cartelloni che svettano da Dubai a Tokyo lasciano ben sperare: infatti “30” è in linea con i titoli degli album precedenti, “19”, “21” e “25”.

Secondo alcuni fan, questo album è stato scritto quando l’artista aveva 30 anni (ora 33enne), poco prima della separazione dal marito, Simon Konecki, nel 2019 e poi archiviato in attesa di un momento migliore per poterlo rifinire. “Se l’album si chiamava 30 … e Adele e suo marito l’hanno chiuso quando lei aveva circa 31 anni… allora l’album potrebbe riguardare tutto ciò che è andato storto che ha portato al loro divorzio”, hanno scritto su Twitter.

Come riporta Billboard, i fan hanno monitorato l’attività di Adele sui social e hanno visto i suoi like nei post con i misteriosi cartelloni in giro per il mondo.

Forse l’attesa è davvero finita..

Carburanti: aumenta il prezzo del Gpl, metano arriva a toccare i 2 euro

Con i rincari di ottobre legati al riscaldamento, anche i carburanti hanno subito un forte aumento, soprattutto Gpl e Metano, che in alcuni impianti al centro-nord Italia sono arrivati a toccare i 2 euro.

Salgono anche benzina e diesel. Secondo i dati di Quotidiano Energia, diesel e benzina hanno subito una salita più contenuta. Ad esempio, un self service di benzina passa a un prezzo medio di 1,691 euro/litro, contro i 1,686 di venerdì, con alcuni marchi che arrivano a toccare l’1,705 euro/litro. Mentre il prezzo medio per il diesel, in modalità self, cresce a 1,544 euro/litro (venerdì 1,536) con le compagnie posizionate tra 1,534 e 1,558 euro/litro (no logo 1,526).

I prezzi medi del servito di benzina arrivano fino a 1,827 euro/litro, contro l’1,824 di venerdì, mentre quelli del diesel si assestano sull’1,688 euro/litro (venerdì 1,683).

Infine, il Gpl va da 0,724 a 0,745 euro/litro. Il prezzo medio praticato del metano auto si posiziona tra 1,157 a 1,631 euro/kg.

Annalisa annuncia l’uscita di “Eva + Eva”, il nuovo singolo feat. Rose Villain

A poco più di un anno dall’uscita di “Nuda”, l’album che nella sua duplice versione (“Nuda10”) ha raggiunto la certificazione oro, Annalisa si afferma come una delle cantautrici più importati del panorama musicale italiano

“Nuda è un album in cui ho cercato di raccontare e raccontarmi completamente, senza risparmiare nulla, dalla leggerezza alla riflessione più profonda, dalla forza all’assoluta fragilità, c’è dentro tutto” – così aveva descritto Annalisa il suo album ricco di successi, tra cui “Movimento Lento”, la hit di questa estate che raggiunge il doppio platino dopo essere stata ai vertici della classifica FIMI/GFK, oltre che Spotify, iTunes ed Apple Music.

Annalisa annuncia ora il suo nuovo singolo e una nuova collaborazione: esce, infatti, venerdì 8 ottobre “EVA + Eva” con Rose Villain, artista, autrice, regista, ballerina e producer con all’attivo milioni di stream.
Due donne, diverse ma simili, entrambe indipendenti e proprio per questo forti della loro femminilità e del loro carattere. Spazi musicali diversi che creano collaborazioni uniche.
Un brano manifesto che afferma la capacità delle donne di fare “squadra”, e di istaurare un rapporto solido e speciale basato sulla complicità.

Rose Villain Nata a Milano e poi trasferitasi a New York, l’artista, autrice, regista, modella e producer conta già milioni di streams totali, ha un album di debutto pubblicato per Republic Records e un contratto in Italia per cui sono usciti a oggi quattro singoli. Dopo alcuni lavori in inglese, nel 2020 Rose inaugura il suo nuovo progetto – in lingua italiana – targato Machete. Dopo l’uscita di “Bundy” e “Il Diavolo Piange” pubblica “GOODBYE”. Collabora con Guè Pequeno nel singolo di successo “Chico”, brano certificato a oggi triplo platino e anche nel 2021 nel brano “ELVIS” (prod. Sixpm), nuovo singolo che ha al suo interno la preziosa presenza della voce originale del re del rock’n’roll Elvis Presley in “Heartbreak Hotel”.

 

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Allerta maltempo: torrenti esondati nel Savonese, allarme rosso in Piemonte

Il maltempo sta causando problemi in Nord Italia, soprattutto in Liguria e Piemonte. Questa mattina è stata sospesa la circolazione sulla tratta ferroviaria Savona-Torino, via Ferrania e via Altare, a causa di frane e i passeggeri sono stati dirottati sulla Genova-Torino. Trenitalia sta riorganizzando il servizio e l’assistenza dei passeggeri a Savona, ma purtroppo le condizioni stradali non permettono di attivare i bus sostitutivi.

Sono stati chiusi i tratti dell’Autofiori tra Ceva e il bivio A6/A10 Savona verso il bivio con l’A10 e chiusa al traffico la provinciale 29 di Cadibona per una frana. Per precauzione a Savona sono stati interdetti al traffico i ponti, vista l’esondazione dei torrenti Letimbro in località Santuario e l’Erro a Pontinvrea, dal pomeriggio scatterà l’allerta rossa per il maltempo.

Tre camperisti sono rimasti coinvolti dall’improvviso ingrossamento dell’Erro, a Melazzo (Alessandria), e tratti in salvo dai vigili del fuoco. Sul posto stanno operando Carabinieri e protezione civile, che ha disposto l’apertura dei Centri Operativi di Acqui Terme, Ovada, Cassine, oltre a quelli di Alessandria e Castellazzo.

Anche in Piemonte l’allerta meteo passa a rossa. Nell’ultimo aggiornamento di Arpa la criticità prevista diventa massima nelle zone dei bacini dei fiumi Belbo e Bormida, e, domani, anche nell’Alto Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola. Allerta arancione anche a Cuneo e Alessandria e nelle valli di Scrivia (Alessandria), Sesia (Vercelli), Cervo (Biella) e Chiusella (Torino). Le precipitazioni più intense sono previste per la notte e per la mattina di domani.

Ad Acqui Terme (Alessandria) le scuole sono state chiuse da questo pomeriggio a causa della piena del Bormida. Sgomberate le abitazioni nelle aree golenali, si sta valutando anche la chiusura di ponti.

L’allerta arancione in Emilia Romagna è stata estesa anche alla giornata di domani, martedì 5 ottobre, per le forti piogge in Appennino. Secondo l’Arpae nella prima parte della giornata sono previste condizioni favorevoli allo sviluppo di temporali forti sulla zona appenninica centro-occidentale della regione e sulle pianure occidentali. Sono previsti anche forti venti di burrasca sugli Appennini, con possibile peggioramento.

(foto: pagina Facebook di Giovanni Toti)

Fedez: la Rai ritira la querela

La Rai ha ritirato la querela a Fedez per i fatti avvenuti al Concertone del Primo Maggio, per le accuse di censura rivolte all’azienda dal cantante. Da quanto riporta Adnkronos, la decisione, che era stata presa dai vertici, non ha avuto seguito per la mancanza di alcuni requisiti. E a riprova di questo Fedez è stato invitato a Che tempo che fa, su Rai3, con Achille Lauro e Orietta Berti per la prima puntata del programma, domenica 3 ottobre.

La Rai aveva querelato l’artista per diffamazione e illecita diffusione dell’audio della telefonata con i Rai3, oltre che per diffamazione aggravata “della società e di una sua dipendente”.

Le polemiche erano nate dopo le accuse di Fedez per il tentativo di censura da parte della Rai, per il discorso da presentare sul palco del Concertone, dove difendeva il ddl Zan contro l’omofobia. A quanto riportato dall’artista, l’azienda avrebbe tentato di fargli cambiare il testo per evitare polemiche. Accusa supportata anche dalla registrazione della telefonata, avvenuta a poche ore dall’evento, che il rapper ha diffuso sui suoi canali social.

Fedez si è sempre detto orgoglioso del suo gesto: “Sono orgogliosissimo a maggior ragione di quello che ho fatto, lo rifarei altre mille volte”, aveva ribadito. “Mi assumo le responsabilità di ciò che ho detto e ho fatto e quindi affronto le conseguenze”.

Covid, BioNTech: “L’anno prossimo sarà probabilmente necessario aggiornare il vaccino”

Il prossimo anno potrebbe essere necessaria una nuova formulazione del vaccino anti-Covid, per proteggere dalle mutazioni del virus: “Quest’anno è del tutto non necessario, ma entro la metà del prossimo anno, la situazione sarà molto diversa”. Lo ha dichiarato Ugur Sahin, amministratore delegato di BioNTech, in un’intervista al Financial Times.

Sahin ha spiegato che tutte le varianti in circolazione sono più contagiose, ma non così diverse tra loro da minare l’efficacia dei vaccini utilizzati finora, ma con il passare del tempo potrebbero emergere mutazioni in grado di sconfiggere la risposta immunitaria promossa dal vaccino, spingendo così alla necessità di versioni “su misura” del farmaco.

“Questo virus rimarrà e si adatterà ulteriormente, non abbiamo motivo di presumere che il virus di prossima generazione sarà più facile da gestire per il sistema immunitario rispetto alla generazione esistente. Questa è un’evoluzione continua, ed è appena iniziata”, ha sottolineato.

(foto: John Cameron su Unsplash)

INCIDENTI SUL LAVORO, 4a parte: “E’ necessaria una campagna di informazione istituzionale” a dirlo l’avvocato dell’AMNIL, Ezio Torrella

di Patrizia Santini

L’ultimo in ordine cronologico, a livello nazionale, ha visto come vittima Ioan Vlonga un operaio di 40 anni di origini romene che ha perso la vita precipitando dal tetto di un capannone, il 1° ottobre, ad Opera alle porte di Milano. Indagato per omicidio colposo il titolare della Serbelloni Costruzioni General Contract, la società edile per cui l’uomo lavorava

E’ una lunga serie di nomi listati a lutto quella che continuamente riporta di incidenti sul lavoro, con esito mortale o molto gravi in quanto a lesioni riportate.

Anche la Chiesa si è mobilitata e attraverso il CEI chiede ‘fatti concreti” per prevenire ed evitare questa ecatombe che continua a seminare sofferenza  e lutto in tutta Italia”.

Quali possono essere i fatti concreti? A rispondere a questa e ad altre domande sul tema l’avvocato Ezio Torrella, legale dell’AMNIL, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro

“I fatti Concreti sono quelli che poi si dicono sempre, una maggiore sorveglianza sui cantieri soprattutto,  ma anche agricoli dove avvengono i maggiori incidenti mortali. Ovviamente bisogna educare alla sicurezza gli imprenditori piccoli e grandi perché i piccoli sono quelli che per esperienza vanno avanti ma non fanno mai dei corsi adeguati anche per se stessi. Non è raro che rimangano vittime loro stessi insieme ai propri operai. Mentre le aziende grandi invece non investono adeguatamente perché i costi effettivamente sono molto esagerati e quindi risparmiano sulla preparazione dei dipendenti, sui corsi di formazione e soprattutto anche sui sistemi anti infortunistici. Questo è un problema che si pone da sempre, nonostante che l’INAIL in qualche modo agevoli chi investe in sicurezza e nonostante tutti i richiami da presidente della Repubblica all’ultimo dei consiglieri comunali. Sulla carta sono tutti d’accordo, poi però, nel concreto… Ad esempio in una città come Bologna c’è solo qualche ispettore del lavoro e questo penalizza, ovviamente  e questo permette la vita di una giungla nel mondo del lavoro. Un mondo che adesso, soprattutto al voler recuperare ciò che si è perso in questi due anni, ci mette di fronte ad una vera ecatombe di infortuni sul lavoro. Voglio sottolineare che, è vero si parla solo dei morti, ma ci sono un sacco di infortuni gravi, di persone che perdono gambe e braccia,..  Per me è una questione  culturale, innanzitutto ma anche, come al solito, economica. Una questione che sarebbe possibile recuperare con della legislazione adeguata, magari più attuale e più concreta come già si prospetta di aumentare gli ispettori del lavoro e di dare incentivi alle aziende perché migliorino lo standard di sicurezza”

A me sembra che manchi proprio la cultura alla sicurezza sul lavoro, intesa come cura, interesse, conoscenza.  

Come già anticipato la cultura è proprio alla base di tutto, perché si può aiutare finché si vuole, ma se solo un piccolo imprenditore inizia a lavorare in situazioni di pericolo, perché lo ha sempre fatto, se non gli si incute l’idea che rischia sia la sua vita che quella dei suoi operai, non si va avanti e non solo da un punto di vista umano, ma anche personale ed economico. Quando succede un infortunio sul lavoro, la responsabilità al 99% è del datore di lavoro. E anche l’imprudenza del lavoratore poi viene sanzionata e condanna lo stesso il datore di lavoro che si trova a dover subire sia un processo penale sia, quasi sempre, un processo civile per il risarcimento danni e sono tanti soldi, spesso non assicurati. Così si rovinano due famiglie, quella dell’operaio e a volte anche quella del piccolo imprenditore che si trova a dover risarcire una montagna di soldi che non ha.. Quindi se noi, tutti, riuscissimo ad inculcare questa idea, anche tramite campagne di comunicazione istituzionali, che se è vero che l’acquisto oggi di un nuovo macchinario ad alta può essere una spesa impegnativa, è vero anche che nel tempo si possono risparmiare centinaia di migliaia di euro se non qualche milione ad incidente avvenuto. E’ necessario che la cultura della sicurezza i nuovi imprenditori la facciano propria, fin dall’inizio. I vecchi imprenditori, invece, secondo me, hanno purtroppo ormai quell’idea di andare avanti in un certo modo perché così hanno fatto sempre”

A volte ci si chiede, seguendo la dinamica dell’accaduto, se ci possa essere in qualche caso una corresponsabilità datore di lavoro/lavoratore

No non sono d’accordo, non c’è mai la corresponsabilità del lavoratore. Sono casi rarissimi che il lavoratore, commetta un atto del tutto imprudente per sua iniziativa che poi è quello che in sede di giudizio penale e civile, ci troviamo noi avvocati a difendere appunto i lavoratori e la prima cosa che dicono “..è stato imprudente”. No, mai, perché in genere il lavoratore svolge una mansione nell’interesse del datore di lavoro, quindi vuol dire che se è andato sul tetto senza imbragature, senza alcun ausilio di sicurezza e cade, scivola per qualsiasi motivo, la responsabilità non è certo l’imprudenza del lavoratore.. Io sono il legale dell’AMNIL appunto e quando vengono da me, spesso, molti lavoratori che hanno subito infortuni gravi, ma anche lievi, si incolpano dicendo di essersi distratti e la macchina li ha feriti.

In effetti poi quando si va a sondare il terreno e raccontare bene che cosa è successo il lavoratore racconta di lavorare solo con il pedalino senza schiacciare i due pulsanti a destra e a sinistra in modo che la macchina non ossa schiacciare le dita. Questo è un classico esempio di chi è abituato a lavorare in quel modo ma se il datore di lavoro per esigenze di produzione toglie i contatti con i pulsanti e si lavora solo col pedale è ovvio che prima o poi il lavoratore, per la stanchezza o per distrazione, si ferisce. Ecco questo è emblematico sul come si lavori attualmente”

 Quali sono le cause principali su cui si trova a lavorare il qualità di legale dell’Associazione?

Ovviamente si va da vari ambienti, ma quelli che sono abbastanza diffusi sono gli investimenti da muletti all’interno dell’azienda. Vittime dipendenti o operai passano nell’area di lavoro venendo travolti da muletti. In genere a riportare lesioni serie, gli arti inferiori. La cause è che mancano le corsie delineate per i pedoni e quelle per le per le macchine. Poi ci sono le cadute dall’alto. In questo caso le vittime sono piccoli artigiani che riparano tetti o grondaie e vanno su senza ausili di alcun genere e accade che scivolino cadendo anche da svariati metri. In quel caso se non perdono la vita, riportano lesioni gravissime che provocano handicap tanto invalidanti da non permettere più all’operaio di fare quel lavoro. In quel caso entra in un percorso di reinserimento al lavoro. L’Amnil si sta organizzando anche su questo fronte, è un servizio ad hoc per cercare di recuperare tutte le energie e le qualità dell’infortunato, per riuscirlo ad inserire in un contesto lavorativo diverso.  Anche nel settore agricolo si registrano tantissimi incidenti che vedono protagonisti piccoli imprenditori, spesso tutti della stessa famiglia. In questi casi molte volte i medici sono costretti ad amputare mani o piedi perché gli attrezzi vanno troppo vicini agli operai che stanno lavorando, c’è la distrazione, non si sta mai attenti perché sono tutti presi dal lavoro…Ecco questi sono i casi più classici e pericolosi.  

Ecco una cosa importante è che molti degli infortunati anche di quelli che seguo io personalmente sono stranieri perché sono quelli che fanno i lavori più umili in questo momento e quindi sono quelli maggiormente a rischio”

Avvocato, cosa riscontra nella sua attività di più ostico, in cui la sua attività si incaglia?

La mia attività si incaglia su un problema ahimè molto tecnico che sono sempre le prove per avere un giusto risarcimento all’infortunato.  Io spesso mi trovo in una situazione davvero disarmante quando si chiama testimoniare un collega di lavoro per un signore che ha subito un grave infortunio e a cui ha prestato il primo soccorso. In sede di giudizio, ritratta e per salvarsi il posto di lavoro afferma che quel giorno era in un altro reparto. Ci sono colleghi di lavoro che anziché aiutare i propri colleghi dicendo ‘oggi succede a lui, domani potrebbe succedere a me’ pur di non rischiare il posto di lavoro, quando vengono chiamati a  testimoniare (la vittima ferita mi dice chi c’era vicino a lui quando è caduto, chi l’ha soccorso,…) spesso si trovano colleghi che palesemente mentono. Ho avuto un caso da poco di un signore che è sprofondato in una vecchia palazzina storica da ristrutturare quando il solaio è crollato. Lui è rimasto paraplegico. Il primo collega che l’ha soccorso ha riferito che non si ricordava del sinistro. E’ avvenuto 7 anni fa e ha detto che assolutamente non si ricordava nulla, si è trincerato dietro un ‘non ricordo’. La paura di perdere il posto di lavoro, anche questo è un altro di quegli elementi fondamentali perché con questa paura non si combatte per la sicurezza sul lavoro. Nessun lavoratore di rifiuterà di fare un lavoro che gli è stato dato perché pericoloso”

Infine, in percentuale, quanti casi riesce a portare a termine positivamente?

Per quello che mi riguarda su 30 casi all’anno, 29 vengono risarciti, di cui la metà vengono risarciti stragiudizialmente. Soltanto qualcuno e devo dire fortunatamente sono casi rari, quando appunto i colleghi voltano le spalle al collega infortunato, allora là mi trovo in difficoltà. In genere anche la giurisprudenza per fortuna è molto evoluta in questo senso e quindi i principi di diritto sono che il lavoratore deve essere risarcito e il datore di lavoro deve provare di aver fatto tutto per evitare il danno. Questo vuol dire che per lui è una bella impresa che difficilmente riesce”  

Sono cause lunghe?

“Io sdoppio sempre il penale dal civile” perché il penale colpisce l’individuo in quanto tale, mentre a fianco si fa anche la causa civile proprio per ottenere anche il risarcimento danni, oltre la sanzione che lo Stato giustamente infligge. Però gli infortuni sul lavoro se non sono eclatanti (per esempio come quello che ha coinvolto la ThyssenKrupp o altri casi dove perdono la vita più operai) molte volte la giustizia penale è lenta. Non c’è velocità nel gestire e istruire un processo. A volte ci vuole un anno o un anno e mezzo solo per chiudere le indagini per poi essere rinviato a chissà quando. Invece col processo del Lavoro in genere si finisce molto prima. Dovrebbero comunque essere più veloci entrambi perché una persona che resta paraplegica ha diritto ad avere un risarcimento adeguato. Per fortuna in genere interviene l’INAIL. Quindi la prima sicurezza, una rendita che gli permetta di  vivere decorosamente. Ma tutto quello che riguarda  risarcimenti danni fisici e/o morali,… viene solo a seguito di un processo civile davanti al Giudice del Lavoro che generalmente è più veloce rispetto al giudizio penale”

 

 

Asti: 13enne muore intrappolato nel divano letto

Tragedia ad Asti, dove un 13enne è rimasto soffocato da un divano letto che si è richiuso su di lui. Il ragazzino, di origine senegalese, era stato affidato al cugino mentre i genitori si trovavano in Senegal e già in procinto di rientrare. Il cugino si era assentato per fare spesa e, al suo rientro, ha ritrovato il corpo del ragazzo senza vita.

Come riporta Tgcom24, la dinamica dell’incidente è ancora da chiarire, si pensa a una molla difettosa, o a un errore nel richiudere il divano, “quelli con le reti che si richiudono come tagliole” come hanno spiegato i Carabinieri, intervenuti sul posto con il 118 e i vigili del fuoco.

A dare l’allarme è stato il cugino che, appena rientrato, si è reso conto che qualcosa non andava, tutto troppo silenzioso. Appena ha ritrovato il cugino ha chiesto aiuto ai vicini, che hanno chiamato i soccorsi.

La famiglia viveva poco distante dal centro di Asti, vivevano e lavoravano in città da diversi anni e il 13enne, che frequentava una scuola media in città, era benvoluto da tutti.

Covid, Ema: ok alla terza dose per gli immunodepressi

L’Ema ha dato l’ok alla somministrazione della terza dose dei vaccini anti-Covid di Pfizer e Moderna agli immunodepressi, almeno 28 giorni dopo la seconda dose. La raccomandazione dell’Agenzia europea del farmaco arriva dopo la dimostrazione clinica del miglioramento nei pazienti sottoposti a trapianto di organi: una dose extra di vaccino ha aiutato a produrre più anticorpi al sistema immunitario indebolito dei pazienti.

L’Ema ha inoltre valutato che una terza dose di Pfizer, se somministrata a distanza di 6 mesi dalla seconda dose, aumenta la produzione di anticorpi nelle persone comprese tra i 18 e i 55 anni. Ancora oggetto di valutazione la somministrazione di una terza dose di Moderna.

Attualmente si sta valutando anche l’immissione in commercio dell’anticorpo monoclonale Regkirona per il trattamento di adulti con Covid-19, che non richiedono trattamenti con ossigeno supplementare e che rischiano di progredire nella forma grave della malattia.

 

Modà: è uscito il video di “Comincia lo show”

E’ uscito il video del nuovo singolo dei Modà, dal titolo “Comincia lo show”, brano che anticipa il prossimo progetto discografico della band formata da Francesco “Kekko” Silvestre (voce), Enrico Zapparoli (chitarra), Diego Arrigoni (chitarra), Stefano Forcella (basso) e Claudio Dirani (batteria).

Il video, diretto da Matteo Alberti e Fabrizio De Matteis per Double Vision – Film & More, nasce da un’idea di Kekko ed è un’aperta critica al mondo social di oggi dove chiunque, seduto sul proprio divano, può brandire il proprio telefono come una vera e propria arma, sparando giudizi contro chi si trova in quel momento dall’altra parte dello schermo.

“Comincia lo show – racconta Silvestre – apre la strada al nostro nuovo progetto discografico. È, secondo me, un brano che offre un nuovo orizzonte sonoro che spazia dalle contaminazioni elettroniche al pop-rock ma senza snaturare lo stile melodico-compositivo che contraddistingue il nostro DNA da sempre”.

Parlando poi del testo, Silvestre ha aggiunto: “facciamo musica pop, musica capace di attraversare tutte le generazioni, arrivare a molti ed è per questo che cerchiamo nei testi anche di dare, dove possibile, messaggi anche sociali”.

Il nuovo inedito arriva a distanza di 2 anni dall’uscita dell’ultimo album “Testa o croce” e sarà tra i brani che la band milanese proporrà nel tour che li aspetta nel 2022.

La band ripartirà in tour dalla sua Milano il 2 maggio del prossimo anno, recuperando in questo modo le date annullate quest’anno a causa della pandemia.
Questi gli appuntamenti:

02 maggio, Mediolanum Forum di Assago, Milano
(recupero del 1 ottobre 2021, del 28 marzo e del 18 dicembre 2020)
03 maggio, Mediolanum Forum di Assago, Milano
(recupero del 2 ottobre 2021, del 29 marzo e del 19 dicembre 2020)
09 maggio, Arena di Verona, Verona
(recupero del 2 maggio 2020 e del 26 settembre 2021)
13 maggio, Palacatania di Catania
(recupero dell’8 ottobre 2021, recupero del 6 marzo e del 2 ottobre 2020)
14 maggio, Palacatania di Catania
(recupero del 9 ottobre 2021, del 7 marzo e del 3 ottobre 2020)
17 maggio, Palasport di Reggio Calabria
(recupero del 12 ottobre 2021, del 17 marzo e del 6 ottobre 2020)
20 maggio, Palaflorio di Bari
(recupero del 15 ottobre 2021, del 13 marzo e del 9 ottobre 2020)
21 maggio, Palaflorio di Bari
(recupero del 16 ottobre 2021, del 14 marzo e del 10 ottobre 2020)
26 maggio, Palazzo dello Sport di Roma
(recupero 19 ottobre 2021, del 20 marzo e del 12 dicembre 2020)
28 maggio, Pala Sele di Eboli (SA)
(recupero del 5 ottobre 2021, del 10 marzo e del 13 ottobre 2020)

Adele: 30 buoni motivi per pensare all’arrivo del nuovo album

A partire da venerdì 1 ottobre, sono apparsi cartelloni con il numero “30” in diverse città del mondo, e i fan di Adele hanno ottimi motivi per pensare che l’album stia arrivando.

La star britannica non si è ancora lasciata sfuggire nessuna informazione sul nuovo disco, ma i cartelloni che svettano da Dubai a Tokyo lasciano ben sperare: infatti “30” è in linea con i titoli degli album precedenti, “19”, “21” e “25”.

Secondo alcuni fan, questo album è stato scritto quando l’artista aveva 30 anni (ora 33enne), poco prima della separazione dal marito, Simon Konecki, nel 2019 e poi archiviato in attesa di un momento migliore per poterlo rifinire. “Se l’album si chiamava 30 … e Adele e suo marito l’hanno chiuso quando lei aveva circa 31 anni… allora l’album potrebbe riguardare tutto ciò che è andato storto che ha portato al loro divorzio”, hanno scritto su Twitter.

Come riporta Billboard, i fan hanno monitorato l’attività di Adele sui social e hanno visto i suoi like nei post con i misteriosi cartelloni in giro per il mondo.

Forse l’attesa è davvero finita..

Carburanti: aumenta il prezzo del Gpl, metano arriva a toccare i 2 euro

Con i rincari di ottobre legati al riscaldamento, anche i carburanti hanno subito un forte aumento, soprattutto Gpl e Metano, che in alcuni impianti al centro-nord Italia sono arrivati a toccare i 2 euro.

Salgono anche benzina e diesel. Secondo i dati di Quotidiano Energia, diesel e benzina hanno subito una salita più contenuta. Ad esempio, un self service di benzina passa a un prezzo medio di 1,691 euro/litro, contro i 1,686 di venerdì, con alcuni marchi che arrivano a toccare l’1,705 euro/litro. Mentre il prezzo medio per il diesel, in modalità self, cresce a 1,544 euro/litro (venerdì 1,536) con le compagnie posizionate tra 1,534 e 1,558 euro/litro (no logo 1,526).

I prezzi medi del servito di benzina arrivano fino a 1,827 euro/litro, contro l’1,824 di venerdì, mentre quelli del diesel si assestano sull’1,688 euro/litro (venerdì 1,683).

Infine, il Gpl va da 0,724 a 0,745 euro/litro. Il prezzo medio praticato del metano auto si posiziona tra 1,157 a 1,631 euro/kg.

Annalisa annuncia l’uscita di “Eva + Eva”, il nuovo singolo feat. Rose Villain

A poco più di un anno dall’uscita di “Nuda”, l’album che nella sua duplice versione (“Nuda10”) ha raggiunto la certificazione oro, Annalisa si afferma come una delle cantautrici più importati del panorama musicale italiano

“Nuda è un album in cui ho cercato di raccontare e raccontarmi completamente, senza risparmiare nulla, dalla leggerezza alla riflessione più profonda, dalla forza all’assoluta fragilità, c’è dentro tutto” – così aveva descritto Annalisa il suo album ricco di successi, tra cui “Movimento Lento”, la hit di questa estate che raggiunge il doppio platino dopo essere stata ai vertici della classifica FIMI/GFK, oltre che Spotify, iTunes ed Apple Music.

Annalisa annuncia ora il suo nuovo singolo e una nuova collaborazione: esce, infatti, venerdì 8 ottobre “EVA + Eva” con Rose Villain, artista, autrice, regista, ballerina e producer con all’attivo milioni di stream.
Due donne, diverse ma simili, entrambe indipendenti e proprio per questo forti della loro femminilità e del loro carattere. Spazi musicali diversi che creano collaborazioni uniche.
Un brano manifesto che afferma la capacità delle donne di fare “squadra”, e di istaurare un rapporto solido e speciale basato sulla complicità.

Rose Villain Nata a Milano e poi trasferitasi a New York, l’artista, autrice, regista, modella e producer conta già milioni di streams totali, ha un album di debutto pubblicato per Republic Records e un contratto in Italia per cui sono usciti a oggi quattro singoli. Dopo alcuni lavori in inglese, nel 2020 Rose inaugura il suo nuovo progetto – in lingua italiana – targato Machete. Dopo l’uscita di “Bundy” e “Il Diavolo Piange” pubblica “GOODBYE”. Collabora con Guè Pequeno nel singolo di successo “Chico”, brano certificato a oggi triplo platino e anche nel 2021 nel brano “ELVIS” (prod. Sixpm), nuovo singolo che ha al suo interno la preziosa presenza della voce originale del re del rock’n’roll Elvis Presley in “Heartbreak Hotel”.

 

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Allerta maltempo: torrenti esondati nel Savonese, allarme rosso in Piemonte

Il maltempo sta causando problemi in Nord Italia, soprattutto in Liguria e Piemonte. Questa mattina è stata sospesa la circolazione sulla tratta ferroviaria Savona-Torino, via Ferrania e via Altare, a causa di frane e i passeggeri sono stati dirottati sulla Genova-Torino. Trenitalia sta riorganizzando il servizio e l’assistenza dei passeggeri a Savona, ma purtroppo le condizioni stradali non permettono di attivare i bus sostitutivi.

Sono stati chiusi i tratti dell’Autofiori tra Ceva e il bivio A6/A10 Savona verso il bivio con l’A10 e chiusa al traffico la provinciale 29 di Cadibona per una frana. Per precauzione a Savona sono stati interdetti al traffico i ponti, vista l’esondazione dei torrenti Letimbro in località Santuario e l’Erro a Pontinvrea, dal pomeriggio scatterà l’allerta rossa per il maltempo.

Tre camperisti sono rimasti coinvolti dall’improvviso ingrossamento dell’Erro, a Melazzo (Alessandria), e tratti in salvo dai vigili del fuoco. Sul posto stanno operando Carabinieri e protezione civile, che ha disposto l’apertura dei Centri Operativi di Acqui Terme, Ovada, Cassine, oltre a quelli di Alessandria e Castellazzo.

Anche in Piemonte l’allerta meteo passa a rossa. Nell’ultimo aggiornamento di Arpa la criticità prevista diventa massima nelle zone dei bacini dei fiumi Belbo e Bormida, e, domani, anche nell’Alto Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola. Allerta arancione anche a Cuneo e Alessandria e nelle valli di Scrivia (Alessandria), Sesia (Vercelli), Cervo (Biella) e Chiusella (Torino). Le precipitazioni più intense sono previste per la notte e per la mattina di domani.

Ad Acqui Terme (Alessandria) le scuole sono state chiuse da questo pomeriggio a causa della piena del Bormida. Sgomberate le abitazioni nelle aree golenali, si sta valutando anche la chiusura di ponti.

L’allerta arancione in Emilia Romagna è stata estesa anche alla giornata di domani, martedì 5 ottobre, per le forti piogge in Appennino. Secondo l’Arpae nella prima parte della giornata sono previste condizioni favorevoli allo sviluppo di temporali forti sulla zona appenninica centro-occidentale della regione e sulle pianure occidentali. Sono previsti anche forti venti di burrasca sugli Appennini, con possibile peggioramento.

(foto: pagina Facebook di Giovanni Toti)

Fedez: la Rai ritira la querela

La Rai ha ritirato la querela a Fedez per i fatti avvenuti al Concertone del Primo Maggio, per le accuse di censura rivolte all’azienda dal cantante. Da quanto riporta Adnkronos, la decisione, che era stata presa dai vertici, non ha avuto seguito per la mancanza di alcuni requisiti. E a riprova di questo Fedez è stato invitato a Che tempo che fa, su Rai3, con Achille Lauro e Orietta Berti per la prima puntata del programma, domenica 3 ottobre.

La Rai aveva querelato l’artista per diffamazione e illecita diffusione dell’audio della telefonata con i Rai3, oltre che per diffamazione aggravata “della società e di una sua dipendente”.

Le polemiche erano nate dopo le accuse di Fedez per il tentativo di censura da parte della Rai, per il discorso da presentare sul palco del Concertone, dove difendeva il ddl Zan contro l’omofobia. A quanto riportato dall’artista, l’azienda avrebbe tentato di fargli cambiare il testo per evitare polemiche. Accusa supportata anche dalla registrazione della telefonata, avvenuta a poche ore dall’evento, che il rapper ha diffuso sui suoi canali social.

Fedez si è sempre detto orgoglioso del suo gesto: “Sono orgogliosissimo a maggior ragione di quello che ho fatto, lo rifarei altre mille volte”, aveva ribadito. “Mi assumo le responsabilità di ciò che ho detto e ho fatto e quindi affronto le conseguenze”.

Covid, BioNTech: “L’anno prossimo sarà probabilmente necessario aggiornare il vaccino”

Il prossimo anno potrebbe essere necessaria una nuova formulazione del vaccino anti-Covid, per proteggere dalle mutazioni del virus: “Quest’anno è del tutto non necessario, ma entro la metà del prossimo anno, la situazione sarà molto diversa”. Lo ha dichiarato Ugur Sahin, amministratore delegato di BioNTech, in un’intervista al Financial Times.

Sahin ha spiegato che tutte le varianti in circolazione sono più contagiose, ma non così diverse tra loro da minare l’efficacia dei vaccini utilizzati finora, ma con il passare del tempo potrebbero emergere mutazioni in grado di sconfiggere la risposta immunitaria promossa dal vaccino, spingendo così alla necessità di versioni “su misura” del farmaco.

“Questo virus rimarrà e si adatterà ulteriormente, non abbiamo motivo di presumere che il virus di prossima generazione sarà più facile da gestire per il sistema immunitario rispetto alla generazione esistente. Questa è un’evoluzione continua, ed è appena iniziata”, ha sottolineato.

(foto: John Cameron su Unsplash)

INCIDENTI SUL LAVORO, 4a parte: “E’ necessaria una campagna di informazione istituzionale” a dirlo l’avvocato dell’AMNIL, Ezio Torrella

di Patrizia Santini

L’ultimo in ordine cronologico, a livello nazionale, ha visto come vittima Ioan Vlonga un operaio di 40 anni di origini romene che ha perso la vita precipitando dal tetto di un capannone, il 1° ottobre, ad Opera alle porte di Milano. Indagato per omicidio colposo il titolare della Serbelloni Costruzioni General Contract, la società edile per cui l’uomo lavorava

E’ una lunga serie di nomi listati a lutto quella che continuamente riporta di incidenti sul lavoro, con esito mortale o molto gravi in quanto a lesioni riportate.

Anche la Chiesa si è mobilitata e attraverso il CEI chiede ‘fatti concreti” per prevenire ed evitare questa ecatombe che continua a seminare sofferenza  e lutto in tutta Italia”.

Quali possono essere i fatti concreti? A rispondere a questa e ad altre domande sul tema l’avvocato Ezio Torrella, legale dell’AMNIL, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro

“I fatti Concreti sono quelli che poi si dicono sempre, una maggiore sorveglianza sui cantieri soprattutto,  ma anche agricoli dove avvengono i maggiori incidenti mortali. Ovviamente bisogna educare alla sicurezza gli imprenditori piccoli e grandi perché i piccoli sono quelli che per esperienza vanno avanti ma non fanno mai dei corsi adeguati anche per se stessi. Non è raro che rimangano vittime loro stessi insieme ai propri operai. Mentre le aziende grandi invece non investono adeguatamente perché i costi effettivamente sono molto esagerati e quindi risparmiano sulla preparazione dei dipendenti, sui corsi di formazione e soprattutto anche sui sistemi anti infortunistici. Questo è un problema che si pone da sempre, nonostante che l’INAIL in qualche modo agevoli chi investe in sicurezza e nonostante tutti i richiami da presidente della Repubblica all’ultimo dei consiglieri comunali. Sulla carta sono tutti d’accordo, poi però, nel concreto… Ad esempio in una città come Bologna c’è solo qualche ispettore del lavoro e questo penalizza, ovviamente  e questo permette la vita di una giungla nel mondo del lavoro. Un mondo che adesso, soprattutto al voler recuperare ciò che si è perso in questi due anni, ci mette di fronte ad una vera ecatombe di infortuni sul lavoro. Voglio sottolineare che, è vero si parla solo dei morti, ma ci sono un sacco di infortuni gravi, di persone che perdono gambe e braccia,..  Per me è una questione  culturale, innanzitutto ma anche, come al solito, economica. Una questione che sarebbe possibile recuperare con della legislazione adeguata, magari più attuale e più concreta come già si prospetta di aumentare gli ispettori del lavoro e di dare incentivi alle aziende perché migliorino lo standard di sicurezza”

A me sembra che manchi proprio la cultura alla sicurezza sul lavoro, intesa come cura, interesse, conoscenza.  

Come già anticipato la cultura è proprio alla base di tutto, perché si può aiutare finché si vuole, ma se solo un piccolo imprenditore inizia a lavorare in situazioni di pericolo, perché lo ha sempre fatto, se non gli si incute l’idea che rischia sia la sua vita che quella dei suoi operai, non si va avanti e non solo da un punto di vista umano, ma anche personale ed economico. Quando succede un infortunio sul lavoro, la responsabilità al 99% è del datore di lavoro. E anche l’imprudenza del lavoratore poi viene sanzionata e condanna lo stesso il datore di lavoro che si trova a dover subire sia un processo penale sia, quasi sempre, un processo civile per il risarcimento danni e sono tanti soldi, spesso non assicurati. Così si rovinano due famiglie, quella dell’operaio e a volte anche quella del piccolo imprenditore che si trova a dover risarcire una montagna di soldi che non ha.. Quindi se noi, tutti, riuscissimo ad inculcare questa idea, anche tramite campagne di comunicazione istituzionali, che se è vero che l’acquisto oggi di un nuovo macchinario ad alta può essere una spesa impegnativa, è vero anche che nel tempo si possono risparmiare centinaia di migliaia di euro se non qualche milione ad incidente avvenuto. E’ necessario che la cultura della sicurezza i nuovi imprenditori la facciano propria, fin dall’inizio. I vecchi imprenditori, invece, secondo me, hanno purtroppo ormai quell’idea di andare avanti in un certo modo perché così hanno fatto sempre”

A volte ci si chiede, seguendo la dinamica dell’accaduto, se ci possa essere in qualche caso una corresponsabilità datore di lavoro/lavoratore

No non sono d’accordo, non c’è mai la corresponsabilità del lavoratore. Sono casi rarissimi che il lavoratore, commetta un atto del tutto imprudente per sua iniziativa che poi è quello che in sede di giudizio penale e civile, ci troviamo noi avvocati a difendere appunto i lavoratori e la prima cosa che dicono “..è stato imprudente”. No, mai, perché in genere il lavoratore svolge una mansione nell’interesse del datore di lavoro, quindi vuol dire che se è andato sul tetto senza imbragature, senza alcun ausilio di sicurezza e cade, scivola per qualsiasi motivo, la responsabilità non è certo l’imprudenza del lavoratore.. Io sono il legale dell’AMNIL appunto e quando vengono da me, spesso, molti lavoratori che hanno subito infortuni gravi, ma anche lievi, si incolpano dicendo di essersi distratti e la macchina li ha feriti.

In effetti poi quando si va a sondare il terreno e raccontare bene che cosa è successo il lavoratore racconta di lavorare solo con il pedalino senza schiacciare i due pulsanti a destra e a sinistra in modo che la macchina non ossa schiacciare le dita. Questo è un classico esempio di chi è abituato a lavorare in quel modo ma se il datore di lavoro per esigenze di produzione toglie i contatti con i pulsanti e si lavora solo col pedale è ovvio che prima o poi il lavoratore, per la stanchezza o per distrazione, si ferisce. Ecco questo è emblematico sul come si lavori attualmente”

 Quali sono le cause principali su cui si trova a lavorare il qualità di legale dell’Associazione?

Ovviamente si va da vari ambienti, ma quelli che sono abbastanza diffusi sono gli investimenti da muletti all’interno dell’azienda. Vittime dipendenti o operai passano nell’area di lavoro venendo travolti da muletti. In genere a riportare lesioni serie, gli arti inferiori. La cause è che mancano le corsie delineate per i pedoni e quelle per le per le macchine. Poi ci sono le cadute dall’alto. In questo caso le vittime sono piccoli artigiani che riparano tetti o grondaie e vanno su senza ausili di alcun genere e accade che scivolino cadendo anche da svariati metri. In quel caso se non perdono la vita, riportano lesioni gravissime che provocano handicap tanto invalidanti da non permettere più all’operaio di fare quel lavoro. In quel caso entra in un percorso di reinserimento al lavoro. L’Amnil si sta organizzando anche su questo fronte, è un servizio ad hoc per cercare di recuperare tutte le energie e le qualità dell’infortunato, per riuscirlo ad inserire in un contesto lavorativo diverso.  Anche nel settore agricolo si registrano tantissimi incidenti che vedono protagonisti piccoli imprenditori, spesso tutti della stessa famiglia. In questi casi molte volte i medici sono costretti ad amputare mani o piedi perché gli attrezzi vanno troppo vicini agli operai che stanno lavorando, c’è la distrazione, non si sta mai attenti perché sono tutti presi dal lavoro…Ecco questi sono i casi più classici e pericolosi.  

Ecco una cosa importante è che molti degli infortunati anche di quelli che seguo io personalmente sono stranieri perché sono quelli che fanno i lavori più umili in questo momento e quindi sono quelli maggiormente a rischio”

Avvocato, cosa riscontra nella sua attività di più ostico, in cui la sua attività si incaglia?

La mia attività si incaglia su un problema ahimè molto tecnico che sono sempre le prove per avere un giusto risarcimento all’infortunato.  Io spesso mi trovo in una situazione davvero disarmante quando si chiama testimoniare un collega di lavoro per un signore che ha subito un grave infortunio e a cui ha prestato il primo soccorso. In sede di giudizio, ritratta e per salvarsi il posto di lavoro afferma che quel giorno era in un altro reparto. Ci sono colleghi di lavoro che anziché aiutare i propri colleghi dicendo ‘oggi succede a lui, domani potrebbe succedere a me’ pur di non rischiare il posto di lavoro, quando vengono chiamati a  testimoniare (la vittima ferita mi dice chi c’era vicino a lui quando è caduto, chi l’ha soccorso,…) spesso si trovano colleghi che palesemente mentono. Ho avuto un caso da poco di un signore che è sprofondato in una vecchia palazzina storica da ristrutturare quando il solaio è crollato. Lui è rimasto paraplegico. Il primo collega che l’ha soccorso ha riferito che non si ricordava del sinistro. E’ avvenuto 7 anni fa e ha detto che assolutamente non si ricordava nulla, si è trincerato dietro un ‘non ricordo’. La paura di perdere il posto di lavoro, anche questo è un altro di quegli elementi fondamentali perché con questa paura non si combatte per la sicurezza sul lavoro. Nessun lavoratore di rifiuterà di fare un lavoro che gli è stato dato perché pericoloso”

Infine, in percentuale, quanti casi riesce a portare a termine positivamente?

Per quello che mi riguarda su 30 casi all’anno, 29 vengono risarciti, di cui la metà vengono risarciti stragiudizialmente. Soltanto qualcuno e devo dire fortunatamente sono casi rari, quando appunto i colleghi voltano le spalle al collega infortunato, allora là mi trovo in difficoltà. In genere anche la giurisprudenza per fortuna è molto evoluta in questo senso e quindi i principi di diritto sono che il lavoratore deve essere risarcito e il datore di lavoro deve provare di aver fatto tutto per evitare il danno. Questo vuol dire che per lui è una bella impresa che difficilmente riesce”  

Sono cause lunghe?

“Io sdoppio sempre il penale dal civile” perché il penale colpisce l’individuo in quanto tale, mentre a fianco si fa anche la causa civile proprio per ottenere anche il risarcimento danni, oltre la sanzione che lo Stato giustamente infligge. Però gli infortuni sul lavoro se non sono eclatanti (per esempio come quello che ha coinvolto la ThyssenKrupp o altri casi dove perdono la vita più operai) molte volte la giustizia penale è lenta. Non c’è velocità nel gestire e istruire un processo. A volte ci vuole un anno o un anno e mezzo solo per chiudere le indagini per poi essere rinviato a chissà quando. Invece col processo del Lavoro in genere si finisce molto prima. Dovrebbero comunque essere più veloci entrambi perché una persona che resta paraplegica ha diritto ad avere un risarcimento adeguato. Per fortuna in genere interviene l’INAIL. Quindi la prima sicurezza, una rendita che gli permetta di  vivere decorosamente. Ma tutto quello che riguarda  risarcimenti danni fisici e/o morali,… viene solo a seguito di un processo civile davanti al Giudice del Lavoro che generalmente è più veloce rispetto al giudizio penale”

 

 

Asti: 13enne muore intrappolato nel divano letto

Tragedia ad Asti, dove un 13enne è rimasto soffocato da un divano letto che si è richiuso su di lui. Il ragazzino, di origine senegalese, era stato affidato al cugino mentre i genitori si trovavano in Senegal e già in procinto di rientrare. Il cugino si era assentato per fare spesa e, al suo rientro, ha ritrovato il corpo del ragazzo senza vita.

Come riporta Tgcom24, la dinamica dell’incidente è ancora da chiarire, si pensa a una molla difettosa, o a un errore nel richiudere il divano, “quelli con le reti che si richiudono come tagliole” come hanno spiegato i Carabinieri, intervenuti sul posto con il 118 e i vigili del fuoco.

A dare l’allarme è stato il cugino che, appena rientrato, si è reso conto che qualcosa non andava, tutto troppo silenzioso. Appena ha ritrovato il cugino ha chiesto aiuto ai vicini, che hanno chiamato i soccorsi.

La famiglia viveva poco distante dal centro di Asti, vivevano e lavoravano in città da diversi anni e il 13enne, che frequentava una scuola media in città, era benvoluto da tutti.

Milo e Lea, feriti e con la coda tagliata: salvati dall’Oipa...

Due Bodeguero Espanol, ritrovati a Pontenure, nel Piacentino, in "condizioni terribili" e salvati dalle Guardie Zoofile dell’OIPA di Piacenza, come la stessa associazione animalista...