È uscito “16 marzo”, il nuovo singolo di Achille Lauro da oggi disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Il brano segna un nuovo corso dell’artista ed è il primo singolo che Lauro pubblica con Warner Music Italy nella veste di Chief Creative di Elektra Records. Un passo importante, raccontato ancora una volta in forma epistolare da Lauro, che ufficializza così l’inizio di questo nuovo capitolo della sua crescita artistica, sempre in un’ottica di irrefrenabile creatività:
“Cari amici, sono nuovamente qui a scrivervi, in un periodo in cui scrivere è uno dei pochi modi che abbiamo di tenere vivo il contatto umano. Oggi vi parlo di un sentimento comune a tutti. Qualcosa di così irreale da diventare affascinante. Così affascinante che me ne sono avvelenato. Nel mese dei nuovi amori, il mese in cui ognuno torna da chi non lo starà cercando più. È una tempesta dentro me. È ciclica. Perdere tutto per inseguire un’illusione. Oggi sono senza costume, senza trucco, innamorato di un ricordo. Vi presento il nuovo me. Ve lo affido.. Grazie A presto”
Achille Lauro ha trasformato l’attesa per il nuovo singolo in un racconto epico: “In studio non esistono né regole né orari e dopo qualche ora già percepiamo un’atmosfera di leggenda”. “È come se lo avessimo già fatto. Già sentito. Sempre esistito. A volte c’è qualcosa di mistico. Sembra che le canzoni si compongano da sole, che abbiano un’anima propria o che ce le stiano donando dal cielo” – così viene descritta la fase di creazione del singolo. Il racconto poi prosegue: “È un momento particolare. Intimo. Ultraterreno. Il vestito che dovrà avere questo brano è quello che eravamo. Nostalgico come il passato. È come ripensare a quando si aveva 9 anni. Qualcosa di talmente inesistente ormai, da diventare affascinante. Talmente affascinante da avvelenarmi. Era solo una lettera per lei”.
Con“16 marzo” l’artista raggiunge l’espressione di sé che aveva sempre cercato, attraverso un nuovo linguaggio, libero e liberato, e mai come questa volta sente così sua la propria musica.
Il nuovo romanzo di Simona Ventura racconta i mitici anni ’80: “Oggi i ragazzi sono più fragili, noi eravamo più ruspanti”. Domenica 5 aprile alle 17.30 la conduttrice è in diretta sulla pagina facebook “BPER Forum Monzani” e sul sito del Forum
Simona Ventura torna in libreria con Codice Ventura (Sperling e Kupfer), un libro personale, in cui si guarda allo specchio e cerca di ricordare com’è stato crescere e iniziare a lavorare nella tv degli anni ’80. Il suo è un viaggio nei ricordi di una generazione, che l’ha vista crescere, per poi diventare una delle protagoniste più famose del piccolo schermo.
“Un libro che ho voluto fortemente – ha detto – Trovo che quegli anni siano stati sottovalutati, hanno portato le nuove generazioni verso l’epoca moderna. Sono gli anni in cui mi buttavo in tutte le situazioni, non stavo a guardare il capello. Oggi è cambiato tutto, i ragazzi sono più fragili, noi eravamo più ruspanti“.
La conduttrice presenta il suo libro “a domicilio”, domenica 5 aprile alle 17.30, in diretta, sulla pagina facebook “BPER Forum Monzani” e sulla home page del sito www.forumguidomonzani.it con uno streming interattivo. Durante la dirette facebook gli spettatori possono interagire con Simona Ventura attraverso i commenti: gli spunti e le domande più interessanti vengono girate agli autori e riportate in sovraimpressione.
Il libro forse lascerà delusi quanti cercavano un po’ di gossip, aneddoti, segreti mai rivelati; saranno soddisfatti invece i fan della conduttrice che hanno voglia di conoscere più a fondo la donna e non il personaggio pubblico. Simona mette nero su bianco i suoi ricordi, fotografa i suoi primi 50 anni: il suo racconto diventa il racconto di un’epoca, un libro che cerca di riportare i ricordi di quei meravigliosi anni ai valori che dovrebbero essere senza tempo.
“Ho sperato nell’impossibile, ho creduto fino all’ultimo che fossi l’unico in grado di scampare a quella maledetta figura oscura con la falce in mano. Mi sbagliavo” così Fabio Rovazzi inizia il suo straziante post su Instagram.
Rovazzi ha perso il nonno a causa del Coronavirus, una delle persone più importanti della sua vita, dopo aver perso il padre a 16 anni aveva trovato un lui una delle figure portanti della sua formazione: “Questo maledetto virus ti è venuto a bussare alla porta. E fidati quando ti dico che non te lo meritavi. Con te ho passato gran parte della mia infanzia e credo che tutto quello che sono oggi per la stragrande maggioranza lo devo a te. Sei l’uomo che mi ha insegnato tutto”.
L’uomo era già malato da tempo, come si legge nel post: “Nei hai passate tante negli ultimi anni, ti ho visto sparire a poco a poco nella nebbia e nell’ultimo periodo sono venuto a trovare solo il tuo ricordo…”.
E ha poi terminato l’accorato messaggio: “Hai sempre filmato tutto, chissà da chi ho preso la passione per i video :) Sei sempre stato orgoglioso di me, ma non ti sei mai reso conto che quello che sono diventato è solo grazie a te. Grazie di cuore, Sei stato il miglior nonno che si possa desiderare. Fabio”.
Il Coronavirus non sta risparmiando i vip, da Piero Chiambretti, che dopo il ricovero ha perso la madre a causa della malattia, a Fiordaliso, che ha annunciato sui social che il virus si sarebbe portato via sua madre, mentre lei, suo padre e sua sorella sarebbero fortunatamente guariti.
Fai disegnare al Tuo bimbo/a come vede il CORONAVIRUS, manda la foto del disegno con oggetto “Coloravirus” con il tuo nome dell’artista, età, città di residenza e la foto del disegno.
Pubblicheremo sul nostro sito tutte le opere sul come i bimbi vedono e vivono questo momento.
#andràtuttobene
Tutti i disegni che arriveranno entro venerdì 10 aprile saranno pubblicati e diventeranno un libro che riceverete in regalo!
Siete pronti? Anche noi restiamo a casa e aspettiamo i vostri disegni “Coloravirus”!
Coronavirus, negli ospedali dell’Emilia Romagna 1.000 smartphone e 750 schede Sim contro l’isolamento dei pazienti
Contro la solitudine e l’isolamento da Coronavirus, corre in aiuto la tecnologia. Nei reparti ospedalieri dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, stanno arrivando infatti 1.000 smartphone e 750 schede Sim: consentiranno ai pazienti ricoverati di dialogare con i propri cari, con i caregiver, o anche con gli psicologi, superando così la barriera fisica, ma anche emotiva, cui sono sottoposti per poter essere curati. Un’idea nata dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute e resa possibile grazie alla collaborazione di Unieuro Spa e Lepida, società in house della Regione.
“Tutto – spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – è partito da una riflessione sul profondo senso di solitudine che nasce, inevitabilmente, dall’isolamento dei pazienti in ospedale. Si tratta, forse, di uno degli aspetti più drammatici dell’emergenza sanitaria in atto, perché rende ancora più difficile e pesante il percorso di cura di chi è malato e fragile. Grazie all’intervento di Unieuro e Lepida – prosegue l’assessore- è nato questo progetto; un progetto di umanità, che esprime la volontà e la capacità da parte del nostro sistema sanitario di occuparsi anche della parte emotiva dei pazienti Covid, riducendo il carico di sofferenza causato dalla distanza, dall’impossibilità di toccare i propri cari, di parlare con loro, di vederli. Pubblico e privato si sono uniti e hanno lavorato insieme con un obiettivo comune: restituire calore e vicinanza a relazioni che la malattia ha forzatamente interrotto. La sanità pubblica, per noi, è anche questo”.
Unieuro Spa si è attivata per donare 1.000 smartphone Motorola E6 play e per effettuare le consegne presso le Aziende ospedaliero-universitarie e le Aziende sanitarie locali dell’Emilia-Romagna; le prime sono avvenute proprio in questi giorni. Saranno poi le singole strutture a distribuire i dispositivi nei reparti.
Per ovviare al problema di un’eventuale scarsa copertura di campo (dove, in sostanza, il wifi funziona poco), Lepida ha acquistato 750 Sim di tipologia M2M, che potranno essere utilizzate qualora non siano disponibili collegamenti adeguati (segnale basso). Per quest’attività le Aziende possono fare riferimento a Lepida, che negli anni scorsi ha supportato, ad esempio, l’estensione della rete EmiliaRomagnaWiFi.
Una bella iniziativa della Siae che ha stabilito che rinuncerà alle provvigioni per la canzone ‘Rinascerò, rinascerai’ che Roby Facchinetti ha scritto insieme a Stefano D’Orazio per la sua Bergamo, colpita pesantemente dal coronavirus. Quindi i proventi saranno devoluti all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Lo ha annunciato la stessa Società italiana degli autori ed editori in un comunicato. “Dal 27 marzo la canzone è in rotazione radiofonica ed è disponibile su tutte le piattaforme digitali. La canzone ‘Rinascerò, rinascerai’, è in testa alle classifiche”.
Ma non solo, anche il presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, ha chiamato Facchinetti per complimentarsi della canzone e comunicargli che verrà trasmessa dagli altoparlanti ogni volta che la squadra giocherà al Gewiss Stadium.
E’ stata posticipata la chiusura delle prenotazioni del soundcheck gratuito del concerto di Firenze di Vasco Rossi. Inizialmente prevista per il 31 marzo, ora è possibile prenotarsi fino al 30 aprile, per farlo si deve essere membri del fan club ufficiale del Komandante con tessera rinnovata. La possibilità di assistere alle prove è riservata alla giornata del 9 giugno, alla vigilia del concerto. La prenotazione non è vincolante: l’utente può infatti liberamente decidere di non partecipare all’evento, previa disdetta dell’iscrizione effettuata.
Per ora i concerti del rocker di Zocca sono tutti confermati, anche se da settimane si vocifera su eventuali rinvii, ma non ci sono ancora conferme ufficiali da parte dell’organizzazione che attende le direttive dell’esecutivo sulle restrizioni necessarie al contenimento del contagio.
“Bisognerebbe mettere al primo posto l’uomo è al secondo posto i soldi. Bisognerà inventarsi qualcosa per salvaguardare i posti di lavoro” Campani
Per sostenere l’emergenza Coronavirus sono scesi in campo anche molti imprenditori, chi con un progetto, chi con delle donazioni. Sul nostro territorio a farsi notare per la sua generosità, quella che ha caratterizzato tutti i 56 anni di attività, Claudio Campani, titolare dell’omonimo gruppo attivo in tutta l’Emilia Romagna. L’imprenditore reggiano ha messo a disposizione gratuitamente l’Hotel Europa, di sua proprietà e che ha sede a Reggio Emilia, per dare ospitalità e sollievo a medici, infermieri e Vigili del Fuoco arrivati in città per l’emergenza, ma anche a quelli locali costretti però, per precauzione, a separarsi dalle famiglie.
Nel corso del nostro colloquio telefonico ho percepito tutta l’emozione e la pacatezza di un professionista ricco di passione e rispetto. Passione per il suo lavoro e rispetto per gli altri. Una persona di grande equilibrio quella a cui ho rivolto qualche domande per conoscere meglio l’iniziativa e, magari, percepire il segreto del suo successo.
Dott. Campani, un’iniziativa di grande lode anche se di certo la sua realizzazione non è stata così semplice come si possa pensare
“E’ vero, è tutto un po’ complicato per le norme di sicurezza e per i dipendenti che inizialmente si sono spaventati, ma riconosco che anche in questo caso, subito dopo hanno dimostrato una gran volontà e disponibilità”
Non stupisce una risposta così di cuore da parte dei dipendenti dell’Hotel, perché chi conosce personalmente Claudio Campani, lo descrive come un imprenditore illuminato, attento certamente al suo patrimonio economico, alla sua attività, ma in altrettanta maniera a risorse umane e sociale.
Il progetto dell’Hotel Europa sta confermando tutto questo. Ed è lo stesso Campani che ci tiene a sottolineare
“..per me i dipendenti sono dei collaboratori, noi lavoriamo strettamente più come una grande famiglia che come in un rapporto titolare – dipendente”
Hotel Europa
Quanti ospiti ha ad ora l’Hotel Europa?
“Io ho dato una disponibilità di 60 camere, ma proprio per questioni di sicurezza ci fermeremo intorno alle 40-45 camere”
Le capita di scambiare qualche chiacchiera con qualcuno di loro?
“In effetti no, primo perché hanno tutti orari sfalsati, poi perché arrivano molto stanchi e non hanno voglia di chiacchiere, infine c’è sempre la questione della sicurezza a cui ovviamente stiamo molto molto attenti”
Cosa prova quando realizza progetti o idee come queste?
“Io lo faccio molto volentieri e mi sento molto appagato”
E dopo questo tsunami da Coronavirus che così tanto sta incidendo sulle vite di ognuno di noi, sia in termini affettivi che in quelli economici, conoscendosi, come uscirà? Umanamente intendo…
“Quello che dico sempre è che bisognerebbe mettere al primo posto l’uomo è al secondo i soldi. Invece purtroppo in questo mondo non è così. Speriamo che tutto questo, questa tragica emergenza, lo abbia fatto capire”
E comunque in tantissimi anni di attività, ben 56, ricordiamolo, di momenti difficili ne ha passati.
“Tantissimi, tantissimi”
Eppure hanno sempre detto che lei ha saputo reagito in maniera esemplare. Da dove trova tutta questa forza?
“Fare l’imprenditore è una questione di passione. La forza si trova quando si pensa prima e sempre al risultato del lavoro e non al fattore economico, seppure sia un aspetto importantissimo. Prima di tutto bisogna pensare al risultato del lavoro poi al fatto economico. Se uno si mette sempre a fare i conti, il due più due che fa sempre quattro, non va da nessuna parte. Tante volte si lavora per il domani non per l’oggi proprio come dovremmo fare, finita questa crisi. Dovremmo cominciare a parlare per quello che succederà il prossimo anno visto che quest’anno sarà un molto duro. Bisognerà inventarsi qualcosa per salvaguardare i posti di lavoro perché è evidente che quest’anno le vendite caleranno del 50% e per sostenere i posti di lavoro, per non licenziare nessuno, bisognerà provare ad inventarsi qualche attività nuova che possa allargare il raggio per poter utilizzare lo stesso numero di dipendenti. Vedremo come fare”
Proprio a proposito di momenti difficili, uno dei più recenti credo sia quello accaduto nel luglio dello scorso anno (2019) quando un camion prese fuoco su un tratto dell’A1 sul nodo bolognese e la deflagrazione provocò seri danni ad una sua attività posta proprio sotto il ponte dove è avvenuta la tragedia stradale che ha anche provocato alcune vittime
“Sì e siamo stati molto fortunati perché non abbiamo contato feriti tra i dipendenti. Fortunatamente tutto è accaduto in un orario in cui nella concessionaria non c’era alcuna persona. Una grande soddisfazione è arrivata per me dopo l’accaduto, quando per riparare ai danni e riprendere l’attività i nostri artigiani sono tornati dalle ferie. Siamo andati via velocissimi, in una settimana eravamo in pista come prima”
Infine, quali sono i valori della vita per lei
“Come ho già detto, prima l’uomo e poi i soldi”
Abbattere la noia da quarantena con l’arte si può? Certo e ve lo dimostra l’iniziativa lanciata dal Getty Museum di Los Angeles, che ha proposto ai suoi utenti una sfida: mettere in scena dipinti famosi con ciò che si ha in casa.
L’iniziativa ha avuto subito successo e i social sono stati inondati di arte casalinga, con le reinterpretazioni in arrivo da tutto il mondo. La risposta è stata talmente di successo, che è stata rilanciata anche da altri musei, come Pinchuk Art Center di Kiev, in Ucraina, o la pagina Instagram Tussen Kunst en Quarantaine.
Ma eccovi alcuni esempi esilaranti. Volete provare anche voi?
Grave lutto per Fiordaliso, che lancia il suo sfogo sui social. La cantante di Piacenza confessa di essersi ammalata e guarita, stessa sorte è capitata alla sorella e al padre, ma purtroppo la madre non ce l’ha fatta.
La cantante 64enne aveva partecipato in coppia con la madre a Bake Off Italia – celebrity edition, nel 2017.
La cantante in una intervista alla RAI ha dichiarato: “Mamma si è ammalata i primi di marzo, io l’ho accudita per 5 giorni, poi è stata ricoverata, e il 19 poi l’ho persa senza più vederla. La mamma aveva 85 anni e non aveva nessuna patologia, stava bene ma era molto debilitata. Io che ho avuto questa malattia vi posso garantire che è molto dura. Mi sono ammalata insieme a mia sorella, i miei fratelli per fortuna no, ma abbiamo tenuto le distanze e ci tengo a dirlo: non uscite di casa”.
In moltissimi hanno risposto ai post della cantante, facendole le condoglianze.
È uscito “16 marzo”, il nuovo singolo di Achille Lauro da oggi disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Il brano segna un nuovo corso dell’artista ed è il primo singolo che Lauro pubblica con Warner Music Italy nella veste di Chief Creative di Elektra Records. Un passo importante, raccontato ancora una volta in forma epistolare da Lauro, che ufficializza così l’inizio di questo nuovo capitolo della sua crescita artistica, sempre in un’ottica di irrefrenabile creatività:
“Cari amici, sono nuovamente qui a scrivervi, in un periodo in cui scrivere è uno dei pochi modi che abbiamo di tenere vivo il contatto umano. Oggi vi parlo di un sentimento comune a tutti. Qualcosa di così irreale da diventare affascinante. Così affascinante che me ne sono avvelenato. Nel mese dei nuovi amori, il mese in cui ognuno torna da chi non lo starà cercando più. È una tempesta dentro me. È ciclica. Perdere tutto per inseguire un’illusione. Oggi sono senza costume, senza trucco, innamorato di un ricordo. Vi presento il nuovo me. Ve lo affido.. Grazie A presto”
Achille Lauro ha trasformato l’attesa per il nuovo singolo in un racconto epico: “In studio non esistono né regole né orari e dopo qualche ora già percepiamo un’atmosfera di leggenda”. “È come se lo avessimo già fatto. Già sentito. Sempre esistito. A volte c’è qualcosa di mistico. Sembra che le canzoni si compongano da sole, che abbiano un’anima propria o che ce le stiano donando dal cielo” – così viene descritta la fase di creazione del singolo. Il racconto poi prosegue: “È un momento particolare. Intimo. Ultraterreno. Il vestito che dovrà avere questo brano è quello che eravamo. Nostalgico come il passato. È come ripensare a quando si aveva 9 anni. Qualcosa di talmente inesistente ormai, da diventare affascinante. Talmente affascinante da avvelenarmi. Era solo una lettera per lei”.
Con“16 marzo” l’artista raggiunge l’espressione di sé che aveva sempre cercato, attraverso un nuovo linguaggio, libero e liberato, e mai come questa volta sente così sua la propria musica.
Il nuovo romanzo di Simona Ventura racconta i mitici anni ’80: “Oggi i ragazzi sono più fragili, noi eravamo più ruspanti”. Domenica 5 aprile alle 17.30 la conduttrice è in diretta sulla pagina facebook “BPER Forum Monzani” e sul sito del Forum
Simona Ventura torna in libreria con Codice Ventura (Sperling e Kupfer), un libro personale, in cui si guarda allo specchio e cerca di ricordare com’è stato crescere e iniziare a lavorare nella tv degli anni ’80. Il suo è un viaggio nei ricordi di una generazione, che l’ha vista crescere, per poi diventare una delle protagoniste più famose del piccolo schermo.
“Un libro che ho voluto fortemente – ha detto – Trovo che quegli anni siano stati sottovalutati, hanno portato le nuove generazioni verso l’epoca moderna. Sono gli anni in cui mi buttavo in tutte le situazioni, non stavo a guardare il capello. Oggi è cambiato tutto, i ragazzi sono più fragili, noi eravamo più ruspanti“.
La conduttrice presenta il suo libro “a domicilio”, domenica 5 aprile alle 17.30, in diretta, sulla pagina facebook “BPER Forum Monzani” e sulla home page del sito www.forumguidomonzani.it con uno streming interattivo. Durante la dirette facebook gli spettatori possono interagire con Simona Ventura attraverso i commenti: gli spunti e le domande più interessanti vengono girate agli autori e riportate in sovraimpressione.
Il libro forse lascerà delusi quanti cercavano un po’ di gossip, aneddoti, segreti mai rivelati; saranno soddisfatti invece i fan della conduttrice che hanno voglia di conoscere più a fondo la donna e non il personaggio pubblico. Simona mette nero su bianco i suoi ricordi, fotografa i suoi primi 50 anni: il suo racconto diventa il racconto di un’epoca, un libro che cerca di riportare i ricordi di quei meravigliosi anni ai valori che dovrebbero essere senza tempo.
“Ho sperato nell’impossibile, ho creduto fino all’ultimo che fossi l’unico in grado di scampare a quella maledetta figura oscura con la falce in mano. Mi sbagliavo” così Fabio Rovazzi inizia il suo straziante post su Instagram.
Rovazzi ha perso il nonno a causa del Coronavirus, una delle persone più importanti della sua vita, dopo aver perso il padre a 16 anni aveva trovato un lui una delle figure portanti della sua formazione: “Questo maledetto virus ti è venuto a bussare alla porta. E fidati quando ti dico che non te lo meritavi. Con te ho passato gran parte della mia infanzia e credo che tutto quello che sono oggi per la stragrande maggioranza lo devo a te. Sei l’uomo che mi ha insegnato tutto”.
L’uomo era già malato da tempo, come si legge nel post: “Nei hai passate tante negli ultimi anni, ti ho visto sparire a poco a poco nella nebbia e nell’ultimo periodo sono venuto a trovare solo il tuo ricordo…”.
E ha poi terminato l’accorato messaggio: “Hai sempre filmato tutto, chissà da chi ho preso la passione per i video :) Sei sempre stato orgoglioso di me, ma non ti sei mai reso conto che quello che sono diventato è solo grazie a te. Grazie di cuore, Sei stato il miglior nonno che si possa desiderare. Fabio”.
Il Coronavirus non sta risparmiando i vip, da Piero Chiambretti, che dopo il ricovero ha perso la madre a causa della malattia, a Fiordaliso, che ha annunciato sui social che il virus si sarebbe portato via sua madre, mentre lei, suo padre e sua sorella sarebbero fortunatamente guariti.
Fai disegnare al Tuo bimbo/a come vede il CORONAVIRUS, manda la foto del disegno con oggetto “Coloravirus” con il tuo nome dell’artista, età, città di residenza e la foto del disegno.
Pubblicheremo sul nostro sito tutte le opere sul come i bimbi vedono e vivono questo momento.
#andràtuttobene
Tutti i disegni che arriveranno entro venerdì 10 aprile saranno pubblicati e diventeranno un libro che riceverete in regalo!
Siete pronti? Anche noi restiamo a casa e aspettiamo i vostri disegni “Coloravirus”!
Coronavirus, negli ospedali dell’Emilia Romagna 1.000 smartphone e 750 schede Sim contro l’isolamento dei pazienti
Contro la solitudine e l’isolamento da Coronavirus, corre in aiuto la tecnologia. Nei reparti ospedalieri dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, stanno arrivando infatti 1.000 smartphone e 750 schede Sim: consentiranno ai pazienti ricoverati di dialogare con i propri cari, con i caregiver, o anche con gli psicologi, superando così la barriera fisica, ma anche emotiva, cui sono sottoposti per poter essere curati. Un’idea nata dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute e resa possibile grazie alla collaborazione di Unieuro Spa e Lepida, società in house della Regione.
“Tutto – spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – è partito da una riflessione sul profondo senso di solitudine che nasce, inevitabilmente, dall’isolamento dei pazienti in ospedale. Si tratta, forse, di uno degli aspetti più drammatici dell’emergenza sanitaria in atto, perché rende ancora più difficile e pesante il percorso di cura di chi è malato e fragile. Grazie all’intervento di Unieuro e Lepida – prosegue l’assessore- è nato questo progetto; un progetto di umanità, che esprime la volontà e la capacità da parte del nostro sistema sanitario di occuparsi anche della parte emotiva dei pazienti Covid, riducendo il carico di sofferenza causato dalla distanza, dall’impossibilità di toccare i propri cari, di parlare con loro, di vederli. Pubblico e privato si sono uniti e hanno lavorato insieme con un obiettivo comune: restituire calore e vicinanza a relazioni che la malattia ha forzatamente interrotto. La sanità pubblica, per noi, è anche questo”.
Unieuro Spa si è attivata per donare 1.000 smartphone Motorola E6 play e per effettuare le consegne presso le Aziende ospedaliero-universitarie e le Aziende sanitarie locali dell’Emilia-Romagna; le prime sono avvenute proprio in questi giorni. Saranno poi le singole strutture a distribuire i dispositivi nei reparti.
Per ovviare al problema di un’eventuale scarsa copertura di campo (dove, in sostanza, il wifi funziona poco), Lepida ha acquistato 750 Sim di tipologia M2M, che potranno essere utilizzate qualora non siano disponibili collegamenti adeguati (segnale basso). Per quest’attività le Aziende possono fare riferimento a Lepida, che negli anni scorsi ha supportato, ad esempio, l’estensione della rete EmiliaRomagnaWiFi.
Una bella iniziativa della Siae che ha stabilito che rinuncerà alle provvigioni per la canzone ‘Rinascerò, rinascerai’ che Roby Facchinetti ha scritto insieme a Stefano D’Orazio per la sua Bergamo, colpita pesantemente dal coronavirus. Quindi i proventi saranno devoluti all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Lo ha annunciato la stessa Società italiana degli autori ed editori in un comunicato. “Dal 27 marzo la canzone è in rotazione radiofonica ed è disponibile su tutte le piattaforme digitali. La canzone ‘Rinascerò, rinascerai’, è in testa alle classifiche”.
Ma non solo, anche il presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, ha chiamato Facchinetti per complimentarsi della canzone e comunicargli che verrà trasmessa dagli altoparlanti ogni volta che la squadra giocherà al Gewiss Stadium.
E’ stata posticipata la chiusura delle prenotazioni del soundcheck gratuito del concerto di Firenze di Vasco Rossi. Inizialmente prevista per il 31 marzo, ora è possibile prenotarsi fino al 30 aprile, per farlo si deve essere membri del fan club ufficiale del Komandante con tessera rinnovata. La possibilità di assistere alle prove è riservata alla giornata del 9 giugno, alla vigilia del concerto. La prenotazione non è vincolante: l’utente può infatti liberamente decidere di non partecipare all’evento, previa disdetta dell’iscrizione effettuata.
Per ora i concerti del rocker di Zocca sono tutti confermati, anche se da settimane si vocifera su eventuali rinvii, ma non ci sono ancora conferme ufficiali da parte dell’organizzazione che attende le direttive dell’esecutivo sulle restrizioni necessarie al contenimento del contagio.
“Bisognerebbe mettere al primo posto l’uomo è al secondo posto i soldi. Bisognerà inventarsi qualcosa per salvaguardare i posti di lavoro” Campani
Per sostenere l’emergenza Coronavirus sono scesi in campo anche molti imprenditori, chi con un progetto, chi con delle donazioni. Sul nostro territorio a farsi notare per la sua generosità, quella che ha caratterizzato tutti i 56 anni di attività, Claudio Campani, titolare dell’omonimo gruppo attivo in tutta l’Emilia Romagna. L’imprenditore reggiano ha messo a disposizione gratuitamente l’Hotel Europa, di sua proprietà e che ha sede a Reggio Emilia, per dare ospitalità e sollievo a medici, infermieri e Vigili del Fuoco arrivati in città per l’emergenza, ma anche a quelli locali costretti però, per precauzione, a separarsi dalle famiglie.
Nel corso del nostro colloquio telefonico ho percepito tutta l’emozione e la pacatezza di un professionista ricco di passione e rispetto. Passione per il suo lavoro e rispetto per gli altri. Una persona di grande equilibrio quella a cui ho rivolto qualche domande per conoscere meglio l’iniziativa e, magari, percepire il segreto del suo successo.
Dott. Campani, un’iniziativa di grande lode anche se di certo la sua realizzazione non è stata così semplice come si possa pensare
“E’ vero, è tutto un po’ complicato per le norme di sicurezza e per i dipendenti che inizialmente si sono spaventati, ma riconosco che anche in questo caso, subito dopo hanno dimostrato una gran volontà e disponibilità”
Non stupisce una risposta così di cuore da parte dei dipendenti dell’Hotel, perché chi conosce personalmente Claudio Campani, lo descrive come un imprenditore illuminato, attento certamente al suo patrimonio economico, alla sua attività, ma in altrettanta maniera a risorse umane e sociale.
Il progetto dell’Hotel Europa sta confermando tutto questo. Ed è lo stesso Campani che ci tiene a sottolineare
“..per me i dipendenti sono dei collaboratori, noi lavoriamo strettamente più come una grande famiglia che come in un rapporto titolare – dipendente”
Hotel Europa
Quanti ospiti ha ad ora l’Hotel Europa?
“Io ho dato una disponibilità di 60 camere, ma proprio per questioni di sicurezza ci fermeremo intorno alle 40-45 camere”
Le capita di scambiare qualche chiacchiera con qualcuno di loro?
“In effetti no, primo perché hanno tutti orari sfalsati, poi perché arrivano molto stanchi e non hanno voglia di chiacchiere, infine c’è sempre la questione della sicurezza a cui ovviamente stiamo molto molto attenti”
Cosa prova quando realizza progetti o idee come queste?
“Io lo faccio molto volentieri e mi sento molto appagato”
E dopo questo tsunami da Coronavirus che così tanto sta incidendo sulle vite di ognuno di noi, sia in termini affettivi che in quelli economici, conoscendosi, come uscirà? Umanamente intendo…
“Quello che dico sempre è che bisognerebbe mettere al primo posto l’uomo è al secondo i soldi. Invece purtroppo in questo mondo non è così. Speriamo che tutto questo, questa tragica emergenza, lo abbia fatto capire”
E comunque in tantissimi anni di attività, ben 56, ricordiamolo, di momenti difficili ne ha passati.
“Tantissimi, tantissimi”
Eppure hanno sempre detto che lei ha saputo reagito in maniera esemplare. Da dove trova tutta questa forza?
“Fare l’imprenditore è una questione di passione. La forza si trova quando si pensa prima e sempre al risultato del lavoro e non al fattore economico, seppure sia un aspetto importantissimo. Prima di tutto bisogna pensare al risultato del lavoro poi al fatto economico. Se uno si mette sempre a fare i conti, il due più due che fa sempre quattro, non va da nessuna parte. Tante volte si lavora per il domani non per l’oggi proprio come dovremmo fare, finita questa crisi. Dovremmo cominciare a parlare per quello che succederà il prossimo anno visto che quest’anno sarà un molto duro. Bisognerà inventarsi qualcosa per salvaguardare i posti di lavoro perché è evidente che quest’anno le vendite caleranno del 50% e per sostenere i posti di lavoro, per non licenziare nessuno, bisognerà provare ad inventarsi qualche attività nuova che possa allargare il raggio per poter utilizzare lo stesso numero di dipendenti. Vedremo come fare”
Proprio a proposito di momenti difficili, uno dei più recenti credo sia quello accaduto nel luglio dello scorso anno (2019) quando un camion prese fuoco su un tratto dell’A1 sul nodo bolognese e la deflagrazione provocò seri danni ad una sua attività posta proprio sotto il ponte dove è avvenuta la tragedia stradale che ha anche provocato alcune vittime
“Sì e siamo stati molto fortunati perché non abbiamo contato feriti tra i dipendenti. Fortunatamente tutto è accaduto in un orario in cui nella concessionaria non c’era alcuna persona. Una grande soddisfazione è arrivata per me dopo l’accaduto, quando per riparare ai danni e riprendere l’attività i nostri artigiani sono tornati dalle ferie. Siamo andati via velocissimi, in una settimana eravamo in pista come prima”
Infine, quali sono i valori della vita per lei
“Come ho già detto, prima l’uomo e poi i soldi”
Abbattere la noia da quarantena con l’arte si può? Certo e ve lo dimostra l’iniziativa lanciata dal Getty Museum di Los Angeles, che ha proposto ai suoi utenti una sfida: mettere in scena dipinti famosi con ciò che si ha in casa.
L’iniziativa ha avuto subito successo e i social sono stati inondati di arte casalinga, con le reinterpretazioni in arrivo da tutto il mondo. La risposta è stata talmente di successo, che è stata rilanciata anche da altri musei, come Pinchuk Art Center di Kiev, in Ucraina, o la pagina Instagram Tussen Kunst en Quarantaine.
Ma eccovi alcuni esempi esilaranti. Volete provare anche voi?
Grave lutto per Fiordaliso, che lancia il suo sfogo sui social. La cantante di Piacenza confessa di essersi ammalata e guarita, stessa sorte è capitata alla sorella e al padre, ma purtroppo la madre non ce l’ha fatta.
La cantante 64enne aveva partecipato in coppia con la madre a Bake Off Italia – celebrity edition, nel 2017.
La cantante in una intervista alla RAI ha dichiarato: “Mamma si è ammalata i primi di marzo, io l’ho accudita per 5 giorni, poi è stata ricoverata, e il 19 poi l’ho persa senza più vederla. La mamma aveva 85 anni e non aveva nessuna patologia, stava bene ma era molto debilitata. Io che ho avuto questa malattia vi posso garantire che è molto dura. Mi sono ammalata insieme a mia sorella, i miei fratelli per fortuna no, ma abbiamo tenuto le distanze e ci tengo a dirlo: non uscite di casa”.
In moltissimi hanno risposto ai post della cantante, facendole le condoglianze.