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Donna aggredita da un cinghiale finisce al Pronto Soccorso

Ancora una persona aggredita da un cinghiale a Genova: l’ultimo episodio, in ordine di tempo, si è verificato nel centro della città, in Piazza Palermo, alla Foce.

Secondo quanto comunicato dallo stesso ospedale, come riportato dalla stampa locale, una donna di 58 anni è stata ricoverata nel reparto di Osservazione Breve Intensiva (OBI) del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Martino, in attesa della visita da parte dell’infettivologo e del chirurgo plastico, dal momento che a seguito dell’aggressione dell’ungulato avrebbe riportato una profonda ferita alla gamba. I fatti si sono verificati nella notte tra ieri, domenica 4 giugno, e oggi, lunedì 5 giugno.

Nelle ultime settimane sarebbero stati diversi gli episodi di aggressioni a persone da parte dei cinghiali. (fotografia generica di cinghiale, di Danny Kroon su Unsplash)

Teramo: 63enne muore dopo l’esplosione di una bombola di Gpl

È stata fatale per Piero Marino, 63 anni, l’esplosione scaturita dalla bombola di Gpl che teneva nella cucina dello scantinato della sua abitazione in provincia di Teramo. Ferita invece la moglie della vittima.

Il drammatico incidente si è verificato nella serata di domenica nella frazione di Sardinara, provincia di Teramo. L’esplosione è avvenuta intorno alle 20 e l’onda d’urto non ha lasciato scampo al 63enne. Lo scoppio è stato fortissimo al punto da staccare completamente anche la copertura metallica del tetto della casa in cui vivevano i due coniugi.

All’origine dell’esplosione, ci sarebbe la fuga di gas da una bombola a Gpl che i due tenevano nel cucinino del loro scantinato. Subito dopo il boato, sono intervenuti i vigili del fuoco e il 118 che hanno recuperato il corpo del 63enne ancora vivo ma in gravissime condizioni. Piero Marino è poi deceduto poco dopo il suo ricovero. La moglie è attualmente ricoverata per le serie ferite riportate ma non sarebbe in pericolo di vita.

Grazie a una scarpa persa durante una rapina, viene riconosciuto e arrestato dai Carabinieri

Come nella fiaba di Cenerentola, ha perso la scarpa fuggendo e il particolare modello ha consentito ai Carabinieri, che lo hanno fermato mentre camminava con un piede scalzo, di arrestarlo. In caserma, infatti, è stato accertato che la scarpa persa dall’uomo, dopo aver rapinato a Luzzara, nel Reggiano, la collana in oro a un 57enne del paese, oltre a calzargli perfettamente, era identica per numero, marca, modello e colore a quella che calzava nell’altro piede.

L’unica differenza è che in questo caso non si tratta di una favola romantica, ma di un grave episodio di cronaca verificatosi nella tarda mattinata di sabato scorso nel Comune di Luzzara dove un 57enne del paese, nella frazione Codisotto, è stato aggredito da un rapinatore che è riuscito a strappargli la collana dal collo. Un cittadino, notato l’accaduto, è intervenuto, cercando di bloccare il malvivente che tuttavia è riuscito a divincolarsi e a fuggire, lasciando però sul posto il sandalo indossato in un piede. Con un piede scalzo è stato poi rintracciato dai Carabinieri di Gualtieri che lo hanno anche trovato in possesso della collana in oro rapinata poco prima. Per questi motivi, con l’accusa di rapina impropria e lesioni personali, i Militari hanno arrestato un 18enne senegalese domiciliato nel Parmense, ristretto a disposizione della Procura reggiana.

Il relativo procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine di consentire al Giudice di verificare l’eventuale piena responsabilità dell’indagato.
Il 57enne che ha subito la rapina è dovuto ricorrere alle cure mediche ed è stato dimesso con una prognosi di 5 giorni. (fotografia di repertorio)

Alessandro Impagnatiello nel reparto dei detenuti a rischio: potrebbe essere aggredito

Giulia Tramontano, 29 enne incinta di sette mesi, scomparsa da sabato dalla sua abitazione a Senago, n una immagine tratta dal profilo Facebook di sua sorella, 30 maggio 2023. ++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE CUI SI RINVIA +++ NPK +++

Alessandro Impagnatiello, il barman 30enne che ha confessato di avere ucciso la compagna Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi, e di averne occultato il cadavere, si trova nel carcere di San Vittore, dove è stato trasferito in una zona speciale, nel reparto per detenuti a rischio. Come riportato da diversi media, si teme possa essere aggredito dagli altri detenuti.

Intanto l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano è stata fissata per venerdì prossimo, 9 giugno: dai primi accertamenti sarebbe emerso che la 29enne sarebbe stata uccisa con due coltellate alla gola e una vicino al cuore nella loro casa di Senago, nel Milanese.
Poi il 30enne avrebbe cercato di bruciarne il corpo per due volte, senza però riuscirvi.

Una volta effettuata l’autopsia, saranno programmati i funerali della 29enne che si svolgeranno a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, dove vive la famiglia e dove Giulia è cresciuta. (fotografia: Instagram)

Dragare i fiumi è pericoloso e aumenta i rischi!

Puntuale, dopo ogni evento alluvionale, è nuovamente spuntata la polemica relativa alla mancata pulizia e rimozione di sedimenti degli alvei di fiumi e torrenti. Pratiche che, secondo certuni, avrebbero potuto diminuire – se non azzerare – i rischi connessi ai fenomeni alluvionali. Ma è davvero così?
Ne abbiamo parlato insieme al dottor Fabio Luino, geomorfologo, ricercatore presso il CNR IRPI di Torino nonché coordinatore nazionale dell’Area Tematica rischio Geo-Idrologico di SIGEA – Società Italiana di Geologia Ambientale, da oltre 30 anni segue tutti gli eventi di instabilità naturale della nostra penisola.

Puntuale, dopo ogni evento alluvionale, è nuovamente spuntata la polemica relativa alla mancata pulizia e rimozione di sedimenti degli alvei di fiumi e torrenti. Pratiche che, secondo certuni, avrebbero potuto diminuire – se non azzerare – i rischi connessi ai fenomeni alluvionali. Ma è davvero così? Ne abbiamo parlato insieme al dottor Fabio Luino, geomorfologo, ricercatore presso il CNR IRPI di Torino nonché coordinatore nazionale dell’Area Tematica rischio Geo-Idrologico di SIGEA – Società Italiana di Geologia Ambientale, da oltre 30 anni segue tutti gli eventi di instabilità naturale della nostra penisola.

Dottor Luino, molti sono convinti che asportare il materiale sabbioso-ghiaioso dai fiumi possa far aumentare la sezione di deflusso del corso d’acqua e dunque migliorare l’efficienza idraulica, è davvero così?

“Tutte le volte, dopo un evento alluvionale, parte la proposta della banda dei ruspisti che vorrebbe ripulire tutto negli alvei dei corsi d’acqua trasformandoli in piste da Bob! Occorre fare chiarezza e distinguere il materiale lapideo da quello vegetale. Nell’alveo ci sono massi di grandi dimensioni, talora spigolosi, ciottoli arrotondati, ghiaia, sabbia e limo che compongono quel che vene definito il materasso alluvionale. Ha un senso rimuovere i massi di grandi dimensioni soprattutto se sono posizionati presso i ponti: la corrente potrebbe muoverli e farli sbattere contro le pile dei ponti o depositarli proprio sotto l’infrastruttura riducendo la sezione di deflusso (cioè lo spazio per far transitare l’acqua). In questo caso vanno asportati. Ma il resto va lasciato lì. Parliamo invece della vegetazione in alveo: gli alberi cresciuti nel letto del fiume vanno tagliati e possibilmente estirpati perché potrebbero incastrarsi sotto i ponti e creare un pericoloso ostacolo. Gli arbusti no, poiché servono a rallentare la velocità della corrente apportando anche una serie di benefici ambientali come il disinquinamento delle acque e la riduzione della temperatura dell’acqua. Sulle sponde e sugli argini la vegetazione ripariale, come quella degli arbusti con radici fascicolari, va lasciata perché aiuta a mantenere la stabilità degli argini stessi. Insomma alla fine è necessario sempre operare con scienza e conoscenza, moderazione e rispetto”.

Quali sono i problemi in cui si può incorrere asportando sedimenti e vegetazione dai corsi d’acqua?

“Molti sanno che in Italia la pratica dell’estrazione di inerti dai corsi d’acqua è già stata ampiamente utilizzata dal dopoguerra agli Anni ’80 del secolo scorso. Nonostante in Italia l’estrazione di inerti in alveo sia formalmente vietata dagli Anni ’80, per le palesi e nefaste conseguenze che comporta, la richiesta è molto pressante e vengono ancora rilasciate concessioni, generalmente mascherate da motivazioni di tipo idraulico. Asportare il sedimento dai corsi d’acqua ha diversi vantaggi (per chi lo fa): è di facile estrazione; il materiale è di qualità pregevole, poiché risulta già pulito (cioè privo di sedimenti fini), disomogeneo e ben arrotondato; le zone di estrazione sono solitamente vicine ai punti di stoccaggio e di vendita, quindi con costi di trasporto minimi. I costi ambientali? Beh, non sono quasi mai presi in considerazione nelle valutazioni di progetti estrattivi e di conseguenza la risorsa corso d’acqua appare molto più conveniente rispetto ad altre fonti, come le cave. Ma asportare i sedimenti, come è stato ampiamente dimostrato dai fatti e da studi scientifici, altera l’equilibrio del corso d’acqua, che nel giro di qualche anno tenderà a definire un nuovo profilo di equilibrio aumentando la propria azione erosiva sulle sponde e se queste sono protette asportando materiale dal fondo, determinando la scomparsa del materasso alluvionale presente e il conseguente restringimento dell’alveo stesso. Questo comporta un rischio a valle perché accelera e concentra i deflussi (che non sono mai solamente liquidi), accentuando di conseguenza il picco di piena e la sua velocità di trasferimento verso valle. Inoltre, le costose opere di contenimento e di mitigazione dell’erosione realizzate lungo le sponde (scogliere, gabbionate, argini etc.) in molti punti risultano aver perso la propria funzionalità, essendo ormai sospese di diversi metri rispetto alle dinamiche fluviali. Oltre all’abbassamento diretto del livello del fondo nella zona di estrazione, l’escavazione modifica il profilo longitudinale, provocando un aumento locale di pendenza che tende a migrare verso monte, creando una pericolosa erosione regressiva. Chi ne paga le conseguenze sono i ponti. A causa dell’azione della asportazione di inerti dai fiumi, in passato sono crollati diversi ponti per sotto escavazione delle pile: il 29 dicembre 1961 presso Sant’Arcangelo di Romagna (RN) crollarono due arcate di un ponte sul Marecchia e vi furono tre vittime; nel 1973 a Venaria Reale (TO) vi furono 5 vittime per il crollo del ponte e ben 17 persone furono rinviate a giudizio per aver concesso troppi permessi ai cavatori; sempre il 29 maggio 1973 a Caraglio (CN) sul T. Grana crollò un ponte e vi fu un morto. Anche in questo caso il sindaco si scagliò contro il Genio Civile e l’ANAS che avevano consentito troppi interventi in alveo nelle zone prossime al ponte. Questi sono dati inconfutabili”.

Il rilevante danno subito durante le alluvioni è dovuto alla presenza di zone urbanizzate nelle zone prossime agli alvei?

“Purtroppo sì. È sufficiente aprire Google Earth per vedere in quale condizione disastrosa si trovi la penisola italiana. A partire dal dopoguerra, in nome del boom economico, con l’intento di “tirare su” un Paese disastrato, si è consentito tutto, senza regole. E questa anarchia è proseguita almeno fino alla fine degli Anni ’70. Poi ci si è accorti che i buoi erano scappati, ma era troppo tardi: sono state create leggi, decreti, divieti, ma il peggio era stato fatto. E operare a ritroso è sempre complicato. Poi ci si mette anche il Governo con gli assurdi condoni edilizi (3 in 18 anni), permettendo sanatorie inaudite. Ci aggiunga che continuiamo a consumare suolo come se fossimo un Paese con un tasso di natalità in aumento, e invece diminuiamo anno dopo anno. E allora perché continuiamo a consumare nuovo territorio? L’Emilia Romagna poi ha un triste primato: l’ISPRA ha pubblicato una tabella sul consumo di suolo annuale in ettari 2020-2021 in aree a pericolosità idraulica. L’Emilia Romagna è di gran lunga in testa: nelle zone ad elevata pericolosità ha valori che sono più del doppio del Piemonte, quasi il triplo della Toscana. Gli amministratori della vostra regione che ora chiedono lo stato di calamità naturale si pongano delle domande”.

Qual è il suo giudizio sul nodo idraulico modenese? Quali i punti di forza e di debolezza?

“Modena, come ad esempio Alessandria, è una cittadina sorta fra due fiumi: Secchia e Panaro. Il primo si sviluppa per 172 km, il secondo per 148 km. Stranamente hanno superfici simili pari a 2.292 km²: quindi stiamo parlando di una superficie idrografica totale a monte di Modena vasta quasi 4.600 km², come due volte l’intera superficie della provincia di Reggio Emilia! Il nodo idraulico di Modena è un problema che è aumentato nei decenni con l’espansione della città che convive con questa Spada di Damocle sulla testa. Sicuramente le ultime alluvioni hanno riproposto drammaticamente il problema, mettendo in evidenza la fragilità del sistema. So che molto è stato fatto negli ultimi anni, interventi che hanno comportato un investimento di oltre 50 milioni di euro, mentre il totale degli investimenti realizzati o programmati dal 2014 a oggi sfiora i 270 milioni. Hanno realizzato argini, casse di espansione intervenendo sull’intera asta fluviale di Secchia, Panaro, Naviglio e dei loro affluenti. Deve essere ben chiaro che questi interventi mitigheranno il rischio idraulico, ma non metteranno totalmente in sicurezza la città. Mettere in sicurezza è un termine usato da giornalisti e politici che non ha senso in quanto genera nella mente delle persone un senso di falsa sicurezza che può essere molto deleterio. Problemi ve ne saranno ancora”.

Quindi che cosa dovrebbero fare gli Amministratori?

“Bisognerebbe che operassero bene sui cittadini creando in loro, tramite incontri ad hoc con l’ausilio di esperti, innanzitutto una consapevolezza del rischio con cui convivono, poi una profonda conoscenza delle norme comportamentali da tenere durante un evento e infine una rete informatica funzionante di allerta/allarme che consenta di avvertire tutti dell’eventuale imminente pericolo. In due parole: gli edifici saranno sempre esposti al rischio di essere inondati anche alla luce dei mutamenti climatici che in futuro comporteranno piogge sempre più intense in tempi brevi. Almeno istruiamo per bene le persone al fine di salvaguardare le vite umane”.

Jessica Bianchi

(foto: fiume Secchia a Sozzigalli (MO) del 21 maggio 2023. Ph. Fabrizio Bizzarri)

Serie C, andata semifinali playoff: pari in Foggia-Pescara, Cesena corsaro

Si sono giocate le gare d’andata delle semifinali playoff di Serie C. Questi i risultati finali con i marcatori.

Foggia-Pescara 2-2

2′ Petermann (F), 24′ rig. Rafia (P), 49′ Lescano (P), 60′ Bjarkason (F)

Lecco-Cesena 1-2

9′ rig. Mercadante (C), 45’+1 Prestia (C), 67′ Giudici (L)

SERIE A | Alternanza di emozioni nell’ultima domenica di Serie A della stagione: sarà spareggio tra Spezia ed Hellas Verona per la permanenza nella massima divisione. Tutti i precedenti.

Mentre il Napoli festeggia il suo terzo scudetto della storia mandando in delirio milioni di sportivi di fede partenopea sparsi in tutto il Mondo, con Luciano Spalletti visibilmente commosso al passo d’addio, sui campi di Udine e soprattutto Roma e Milano ci si gioca la vita.

Pirotecniche le sfide tra Lecce e Bologna, con vittoria degli ospiti per 3-2, e il derby tra Atalanta e Monza che, sotto un vero e proprio diluvio termina 5-2 per gli orobici padroni di casa: tripletta di Koopmeiners.

Ma riavvolgiamo il nastro: su quattro campi Bergamo, Udine, Milano e Roma ci si gioca la stagione, con obiettivi Europa League e salvezza che si annodano sui risultati determinati dalle quattro partite in causa; al Gewiss Stadium l’Atalanta ospita come detto il Monza, al Dacia Arena l’Udinese ospita invece la Juventus in cerca di vittoria e speranzosa che almeno la Roma inciampi in casa contro lo Spezia, impegnata a sua volta nella corsa salvezza con un orecchio rivolto a San Siro dove il Milan ospita l’Hellas Verona a pari punti con i liguri. In caso di arrivo a pari punti si va allo spareggio.

L’ALTERNANZA DELLE EMOZIONI – Si parte con perfetta sincronia nei quattro campi con l’Atalanta e la Roma davanti alla Juventus e quindi qualificate in Europa League, e Spezia ed Hellas Verona a braccetto a quota 31 punti destinate quindi eventualmente allo spareggio.

Alle 21:06 Nikolaou buca la porta della Roma. I giallorossi sono sempre dentro l’Europa League, lo Spezia sale momentaneamente a quota 34, lasciando l’Hellas che sta impattando a Milano da sola a 32.

Alle 21:12 l’Atalanta passa sul Monza; finale di tempi con girandola di emozioni. Quasi in contemporanea cambiano i risultati su tre dei quattro campi in questione. Alle 21:43 pareggio della Roma con il gol di Zalewski, ora Spezia ed Hellas sono di nuovo appaiate in classifica ma due minuti dopo (21:45) un rigore per il Milan trasformato da Giroud porta in vantaggio il Milan e riporta l’Hellas Verona a quota 31, uno in meno dello Spezia.

Ancora un minuto e alle 21:46 arriva il raddoppio dell’Atalanta con i nerazzurri che si avvicinano così all’Europa League.

Al termine dei primi tempi dunque Atalanta e Roma dentro l’Europa League, Juventus in Confederation (0-0 ad Udine, ndr), Spezia salvo ed Hellas Verona retrocesso in Serie B.

Quasi venti minuti di intervallo per determinare la ripresa dei secondi tempi in contemporanea. Pronti via e il Monza accorcia a Bergamo (22:10).

Alle 22:28 arriva il gol della Juventus con Chiesa: è il gol che porterebbe i bianconeri in Europa League a discapito della Roma di Mourinho ancora bloccata sul pareggio con lo Spezia.

Alle 22:30 a Bergamo viene espulso Marlon del Monza, appena entrato in campo: è un episodio che pesa per il proseguo del match, prima però alle 22:32 arriva prepotente l’eco da Milano per il pareggio improvviso dell’Hellas Verona con Faraoni.

L’Atalanta nel frattempo prende il largo e nel giro di pochi minuti si porta sul 4-1; alle 22:34 arriva il 3-1 nerazzurro con Hoijlund, e alle 22:39 lo splendido 4-1 e tripletta di Koopmeiners con un tiro da centrocampo. Praticamente l’Atalanta si prende partita ed Europa League (segnerà anche il quinto gol dopo il momentaneo 2-4 del Monza, ndr).

Ci concentriamo quindi sugli altri tre campi dove è tutto ancora in bilico. L’Hellas Verona con il pareggio di Faraoni agguanta a quota 32 lo Spezia e quindi rimanderebbe tutto allo spareggio salvezza.

L’equilibrio si spezza nuovamente alle 22:49 con il gol di Leao che fa emozionare perfino Ibrahimovic spettatore a bordo campo e al passo d’addio con il calcio giocato: il Milan si prende San Siro, l’Hellas Verona vede lo spettro della B. Spettro che scompare di nuovo alle 22:53 quando Dybala trasforma il calcio di rigore con cui regala alla Roma il vantaggio sullo Spezia. E’ il rigore che condanna lo Spezia allo spareggio con l’Hellas Verona e la Juventus ad accontentarsi dell’accesso alla Confederations League. Alle 22:55 Leao cala il tris e gli scaligeri si incollano ai dispositivi multimediali per seguire gli ultimi minuti della sfida dell’Olimpico. Tensione fino alle 23:08 quando arriva, dopo ben 13 minuti di recupero, il triplice fischio da Roma.

IBRAHIMOVIC DA L’ADDIO AL CALCIO – Alle 23:28 si capisce che Zlatan Ibrahimovic da l’addio al calcio: eloquente una sua frase, “non mi vedrete più su un campo di calcio, ma incontrerete qui a Milano… se avrete fortuna”.

ATALANTA E ROMA IN EUROPA LEAGUE – I lombardi e i giallorossi giocheranno la prossima stagione in Europa League: da capire se con ancora Gasperini (oggi espulso, ndr) e Mourinho (oggi assente per squalifica, ndr) ai rispettivi timoni, entrambi acclamati con striscioni dalle rispettive tifoserie. La Juventus in Conference League, per sapere se avremo otto squadre in Europa dovremo attendere mercoledì quando la Fiorentina giocherà la sua finale: se vince, oltre ad aggiudicarsi il trofeo, si guadagnerebbe l’accesso all’Europa League.

SPEZIA ED HELLAS VERONA E’ SPAREGGIO SALVEZZA – Appaiate entrambe a trentuno punti, gli stessi che avevano anche prima di quest’ultima giornata, liguri e scaligeri si giocheranno la possibilità di giocare in Serie A anche la prossima stagione in uno spareggio salvezza che andrà in scena l’11 Giugno (stadio da decidere, ndr).

TUTTI I PRECEDENTI SPAREGGI IN SERIE A – E’ la prima volta per lo Spezia, ci sono due precedenti per l’Hellas Verona che nel lontano 1957/58 perse lo spareggio-promozione con il Bari: andata e ritorno e doppia sconfitta per 1-0 (a Bologna) e 2-0 (a Roma). Il Bari era in Serie A e gli scaligeri in B.

Più recente l’ultimo disputato al termine della stagione 2000/01 quando in un doppio confronto con la Reggina l’Hellas Verona vinse l’andata al Bentegodi per 1-0, perse il ritorno per 2-1 al Granillo ma il gol in trasferta valse la salvezza.

Ecco tutti gli spareggi in Serie A:

  • 1931/32 (a Bologna): Bari-Brescia 2-1
  • 1942/43 (a Roma): Bari-Venezia 1-1 | (a Firenze) Triestina-Venezia 2-0 | (a Modena) Triestina-Bari 3-2 | Spareggio finale: (a Bologna) Venezia-Bari 3-0
  • 1951/52 (a Milano): Triestina-Lucchese 3-3 – (a Bergamo) Triestina-Lucchese 1-0
  • 1953/54 (a Milano): Udinese-Spal 2-0 | (a Firenze) Udinese-Palermo 1-1 | (a Roma) Spal-Palermo 2-1
  • 1960/61 (a Bologna): Lecco-Bari 4-2 | (a Bologna) Udinese-Bari 0-0 | (a Bologna) LeccoUdinese 3-3
  • 1963/64 (a Milano): Sampdoria-Modena 2-0
  • 1992/93 (a Bologna): Udinese-Brescia 3-1
  • 1994/95 (a Firenze): Padova-Genoa 1-1 (5-4 dcr)
  • 1996/97 (a Napoli): Piacenza-Cagliari 3-1
  • 2000/01 (a Verona): Hellas Verona-Reggina 1-0 | (a Reggio Calabria) Reggina-Hellas Verona 2-1
  • 2002/03 (a Reggio Calabria): Reggina-Atalanta 0-0 | (a Bergamo): Atalanta-Reggina 1-2
  • 2004/05 (a Parma): Parma-Bologna 0-1 | (a Bologna) Bologna-Parma 0-2

NB: in neretto le squadre che si sono salvate.

 

Fonte: gabrieleguastella.it

Eccellenza: la Cuoiopelli perde ad Agazzano e dice addio al sogno promozione

Sfuma il sogno Serie D per la Cuoiopelli. I biancorossi di Santa Croce sull’Arno perdono 3-1 la semifinale di ritorno degli spareggi nazionali di Eccellenza in casa dell’Agazzanese ed escono di scena considerando il risultato di 0-0 maturato all’andata al “Masini”.

SERIE A – Giornata n°38 | La Lazio passa nel secondo tempo e l’ex Sarri fa i complimenti all’Empoli

EMPOLI (4-2-3-1) – 13 Vicario (dal 38′ st 22 Ujkani); 30 Stojanovic, 4 Walukiewicz, 33 Luperto, 3 Cacace; 5 Grassi (dal 11′ st 8 Henderson), 25 Bandinelli (dal 30′ st 32 Haas); 11 Akpa Akpro, 21 Fazzini (dal 38′ st 9 Satriano), 28 Cambiaghi; 91 Piccoli (dal 29′ st 23 Destro). A disp. 1 Perisan; 26 Tonelli, 27 Renzi, 34 Ismajli, 65 Parisi; 14 Pjaca, 55 Vignato. All. P. Zanetti

LAZIO (4-3-3) – 94 Provedel; 23 Hysaj, 4 Patric, 13 Romagnoli (dal 26′ st 15 Casale), 3 Pellegrini; 21 Milinkovic Savic (dal 49′ st 50 Bertini), 5 Vecino (dal 26′ st 32 Cataldi), 10 Luis Alberto; 7 Felipe Anderson, 17 Immobile, 9 Pedro (dal 18′ st 20 Zaccagni). A disp. 1 Maximiano, 31 Adamonis; 6 Marco Antonio, 11 Cancellieri, 22 Gonzalez, 26 Radu, 29 Lazzari, 34 Gila, 88 Basic. All. G. Martusciello (M. Sarri squalificato)

ARBITRO: Sig. L. Massimi di Termoli (Valeriani/Scarpa – IV Uff.le Miele | VAR Nasca-Dionisi)
MARCATORI: al 3′ st 13 Romagnoli (L), al 47′ st 10 Luis Alberto (L)
NOTE: Angoli Empoli 6 Lazio 7. Ammoniti: al 14′ 11 Akpa Akpro (E), al 37′ 28 Cambiaghi (E), al 40′ 21 Milinkovic Savic (L); al 17′ st 5 Vecino (L). Espulsi: al 44′ st 28 Cambiaghi (E) per doppia ammonizione. Recupero: 1′ pt – 4′ st. Spettatori: 11.500.  

Si chiude a cinque la serie di risultati utili consecutivi dell’Empoli che esce sconfitto nell’ultima giornata di campionato con la Lazio. Un risultato finale che non incide sulla grande stagione dell’Empoli, capace di conquistare la salvezza con 43 punti totali. Un risultato straordinario motivo di soddisfazione ed orgoglio per quanto fatto nel corso di tutto del campionato.
Azzurri in campo con il 4-2-3-1: tornano dall’inizio Walukiewicz, Bandinelli e Stojanovic, mister Zanetti conferma Cacace e Piccoli nell’undici di partenza. Lazio in versione 4-3-3 con Immobile al centro dell’attacco e Pedro e Felipe Anderson ai suoli lati. Parte aggressiva la Lazio, che si fa vedere in avanti con un rasoterra di Pedro sul quale si allunga Vicario. Con il correre dei minuti viene fuori l’Empoli che conquista campo e in un paio di circostanze calcia verso la porta trovando sempre il muro laziale. Ci prova di nuovo Pedro dalla distanza, Vicario in due tempi, mentre dall’altra parte Cambiaghi converge e calcia alto. Se ne va così la prima metà di tempo. Al 34’ azione insistita della Lazio da sinistra verso destra, cross di Hysaj per la testa di Immobile, Vicario la alza in corner. Dal successivo calcio d’angolo, Immobile impatta col destro trovando la deviazione di Cacace. Spinge adesso la Lazio: punizione corta di Luis Alberto per Patric che ci prova dal limite, Vicario ci mette il piede. Al 41’ di nuovo Lazio pericolosa: Pedro prova a superare Vicario con un lob, destro che esce di poco. Si chiude così il primo tempo: è 0-0.  

Un momento di Empoli-Lazio (Credit Ph EFC 1920)

Si riparte e dopo tre minuti la Lazio la sblocca: corner da destra di Luis Alberto per il colpo di testa di Romagnoli all’altezza del primo tempo che supera Vicario. Prova a scuotersi l’Empoli: Cambiaghi cambia gioco per Stojanovic, tocco per Grassi che non riesce a calciare da buona posizione. Al 56’ primo cambio per gli azzurri: dentro Henderson per Grassi. Al 61’ si riaffaccia in avanti la Lazio: Immobile per Milinkovic, destro sporcato in corner. Poco dopo dentro Zaccagni per Pedro. E proprio Zaccagni si vede negare la rete da una bella parata di Vicario. Spazio anche a Destro ed Haas per Piccoli e Bandinelli. Al minuto 82 Vicario si allunga sul destro di Luis Alberto e poco dopo, tra gli applausi di uno stadio che si alza in piede per lui, Guglielmo esce per Ujkani. Standing ovation sacrosanta per Vicario. Dentro anche Satriano per Fazzini. Al minuto 89 Provedel mette i pugni su un destro al volo di Cambiaghi che poco dopo viene espulso per doppia ammonizione. Al 92’ Luis Alberto fa 2-0 con un bel destro dal limite dell’area. Finisce così. Cala il sipario su una stagione degli fantastica degli azzurri.

Playoff Serie B, Parma-Cagliari 0-0: sardi in finale

E’ il Cagliari la seconda finalista dei playoff di Serie B. Al ‘Tardini’ i rossoblù hanno pareggiato per 0-0 contro il Parma, mantenendo quindi il vantaggio maturato all’andata (3-2) e passando il turno.

La finale per la Serie A sarà quindi fra Cagliari e Bari.

Donna aggredita da un cinghiale finisce al Pronto Soccorso

Ancora una persona aggredita da un cinghiale a Genova: l’ultimo episodio, in ordine di tempo, si è verificato nel centro della città, in Piazza Palermo, alla Foce.

Secondo quanto comunicato dallo stesso ospedale, come riportato dalla stampa locale, una donna di 58 anni è stata ricoverata nel reparto di Osservazione Breve Intensiva (OBI) del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Martino, in attesa della visita da parte dell’infettivologo e del chirurgo plastico, dal momento che a seguito dell’aggressione dell’ungulato avrebbe riportato una profonda ferita alla gamba. I fatti si sono verificati nella notte tra ieri, domenica 4 giugno, e oggi, lunedì 5 giugno.

Nelle ultime settimane sarebbero stati diversi gli episodi di aggressioni a persone da parte dei cinghiali. (fotografia generica di cinghiale, di Danny Kroon su Unsplash)

Teramo: 63enne muore dopo l’esplosione di una bombola di Gpl

È stata fatale per Piero Marino, 63 anni, l’esplosione scaturita dalla bombola di Gpl che teneva nella cucina dello scantinato della sua abitazione in provincia di Teramo. Ferita invece la moglie della vittima.

Il drammatico incidente si è verificato nella serata di domenica nella frazione di Sardinara, provincia di Teramo. L’esplosione è avvenuta intorno alle 20 e l’onda d’urto non ha lasciato scampo al 63enne. Lo scoppio è stato fortissimo al punto da staccare completamente anche la copertura metallica del tetto della casa in cui vivevano i due coniugi.

All’origine dell’esplosione, ci sarebbe la fuga di gas da una bombola a Gpl che i due tenevano nel cucinino del loro scantinato. Subito dopo il boato, sono intervenuti i vigili del fuoco e il 118 che hanno recuperato il corpo del 63enne ancora vivo ma in gravissime condizioni. Piero Marino è poi deceduto poco dopo il suo ricovero. La moglie è attualmente ricoverata per le serie ferite riportate ma non sarebbe in pericolo di vita.

Grazie a una scarpa persa durante una rapina, viene riconosciuto e arrestato dai Carabinieri

Come nella fiaba di Cenerentola, ha perso la scarpa fuggendo e il particolare modello ha consentito ai Carabinieri, che lo hanno fermato mentre camminava con un piede scalzo, di arrestarlo. In caserma, infatti, è stato accertato che la scarpa persa dall’uomo, dopo aver rapinato a Luzzara, nel Reggiano, la collana in oro a un 57enne del paese, oltre a calzargli perfettamente, era identica per numero, marca, modello e colore a quella che calzava nell’altro piede.

L’unica differenza è che in questo caso non si tratta di una favola romantica, ma di un grave episodio di cronaca verificatosi nella tarda mattinata di sabato scorso nel Comune di Luzzara dove un 57enne del paese, nella frazione Codisotto, è stato aggredito da un rapinatore che è riuscito a strappargli la collana dal collo. Un cittadino, notato l’accaduto, è intervenuto, cercando di bloccare il malvivente che tuttavia è riuscito a divincolarsi e a fuggire, lasciando però sul posto il sandalo indossato in un piede. Con un piede scalzo è stato poi rintracciato dai Carabinieri di Gualtieri che lo hanno anche trovato in possesso della collana in oro rapinata poco prima. Per questi motivi, con l’accusa di rapina impropria e lesioni personali, i Militari hanno arrestato un 18enne senegalese domiciliato nel Parmense, ristretto a disposizione della Procura reggiana.

Il relativo procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine di consentire al Giudice di verificare l’eventuale piena responsabilità dell’indagato.
Il 57enne che ha subito la rapina è dovuto ricorrere alle cure mediche ed è stato dimesso con una prognosi di 5 giorni. (fotografia di repertorio)

Alessandro Impagnatiello nel reparto dei detenuti a rischio: potrebbe essere aggredito

Giulia Tramontano, 29 enne incinta di sette mesi, scomparsa da sabato dalla sua abitazione a Senago, n una immagine tratta dal profilo Facebook di sua sorella, 30 maggio 2023. ++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE CUI SI RINVIA +++ NPK +++

Alessandro Impagnatiello, il barman 30enne che ha confessato di avere ucciso la compagna Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi, e di averne occultato il cadavere, si trova nel carcere di San Vittore, dove è stato trasferito in una zona speciale, nel reparto per detenuti a rischio. Come riportato da diversi media, si teme possa essere aggredito dagli altri detenuti.

Intanto l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano è stata fissata per venerdì prossimo, 9 giugno: dai primi accertamenti sarebbe emerso che la 29enne sarebbe stata uccisa con due coltellate alla gola e una vicino al cuore nella loro casa di Senago, nel Milanese.
Poi il 30enne avrebbe cercato di bruciarne il corpo per due volte, senza però riuscirvi.

Una volta effettuata l’autopsia, saranno programmati i funerali della 29enne che si svolgeranno a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, dove vive la famiglia e dove Giulia è cresciuta. (fotografia: Instagram)

Dragare i fiumi è pericoloso e aumenta i rischi!

Puntuale, dopo ogni evento alluvionale, è nuovamente spuntata la polemica relativa alla mancata pulizia e rimozione di sedimenti degli alvei di fiumi e torrenti. Pratiche che, secondo certuni, avrebbero potuto diminuire – se non azzerare – i rischi connessi ai fenomeni alluvionali. Ma è davvero così?
Ne abbiamo parlato insieme al dottor Fabio Luino, geomorfologo, ricercatore presso il CNR IRPI di Torino nonché coordinatore nazionale dell’Area Tematica rischio Geo-Idrologico di SIGEA – Società Italiana di Geologia Ambientale, da oltre 30 anni segue tutti gli eventi di instabilità naturale della nostra penisola.

Puntuale, dopo ogni evento alluvionale, è nuovamente spuntata la polemica relativa alla mancata pulizia e rimozione di sedimenti degli alvei di fiumi e torrenti. Pratiche che, secondo certuni, avrebbero potuto diminuire – se non azzerare – i rischi connessi ai fenomeni alluvionali. Ma è davvero così? Ne abbiamo parlato insieme al dottor Fabio Luino, geomorfologo, ricercatore presso il CNR IRPI di Torino nonché coordinatore nazionale dell’Area Tematica rischio Geo-Idrologico di SIGEA – Società Italiana di Geologia Ambientale, da oltre 30 anni segue tutti gli eventi di instabilità naturale della nostra penisola.

Dottor Luino, molti sono convinti che asportare il materiale sabbioso-ghiaioso dai fiumi possa far aumentare la sezione di deflusso del corso d’acqua e dunque migliorare l’efficienza idraulica, è davvero così?

“Tutte le volte, dopo un evento alluvionale, parte la proposta della banda dei ruspisti che vorrebbe ripulire tutto negli alvei dei corsi d’acqua trasformandoli in piste da Bob! Occorre fare chiarezza e distinguere il materiale lapideo da quello vegetale. Nell’alveo ci sono massi di grandi dimensioni, talora spigolosi, ciottoli arrotondati, ghiaia, sabbia e limo che compongono quel che vene definito il materasso alluvionale. Ha un senso rimuovere i massi di grandi dimensioni soprattutto se sono posizionati presso i ponti: la corrente potrebbe muoverli e farli sbattere contro le pile dei ponti o depositarli proprio sotto l’infrastruttura riducendo la sezione di deflusso (cioè lo spazio per far transitare l’acqua). In questo caso vanno asportati. Ma il resto va lasciato lì. Parliamo invece della vegetazione in alveo: gli alberi cresciuti nel letto del fiume vanno tagliati e possibilmente estirpati perché potrebbero incastrarsi sotto i ponti e creare un pericoloso ostacolo. Gli arbusti no, poiché servono a rallentare la velocità della corrente apportando anche una serie di benefici ambientali come il disinquinamento delle acque e la riduzione della temperatura dell’acqua. Sulle sponde e sugli argini la vegetazione ripariale, come quella degli arbusti con radici fascicolari, va lasciata perché aiuta a mantenere la stabilità degli argini stessi. Insomma alla fine è necessario sempre operare con scienza e conoscenza, moderazione e rispetto”.

Quali sono i problemi in cui si può incorrere asportando sedimenti e vegetazione dai corsi d’acqua?

“Molti sanno che in Italia la pratica dell’estrazione di inerti dai corsi d’acqua è già stata ampiamente utilizzata dal dopoguerra agli Anni ’80 del secolo scorso. Nonostante in Italia l’estrazione di inerti in alveo sia formalmente vietata dagli Anni ’80, per le palesi e nefaste conseguenze che comporta, la richiesta è molto pressante e vengono ancora rilasciate concessioni, generalmente mascherate da motivazioni di tipo idraulico. Asportare il sedimento dai corsi d’acqua ha diversi vantaggi (per chi lo fa): è di facile estrazione; il materiale è di qualità pregevole, poiché risulta già pulito (cioè privo di sedimenti fini), disomogeneo e ben arrotondato; le zone di estrazione sono solitamente vicine ai punti di stoccaggio e di vendita, quindi con costi di trasporto minimi. I costi ambientali? Beh, non sono quasi mai presi in considerazione nelle valutazioni di progetti estrattivi e di conseguenza la risorsa corso d’acqua appare molto più conveniente rispetto ad altre fonti, come le cave. Ma asportare i sedimenti, come è stato ampiamente dimostrato dai fatti e da studi scientifici, altera l’equilibrio del corso d’acqua, che nel giro di qualche anno tenderà a definire un nuovo profilo di equilibrio aumentando la propria azione erosiva sulle sponde e se queste sono protette asportando materiale dal fondo, determinando la scomparsa del materasso alluvionale presente e il conseguente restringimento dell’alveo stesso. Questo comporta un rischio a valle perché accelera e concentra i deflussi (che non sono mai solamente liquidi), accentuando di conseguenza il picco di piena e la sua velocità di trasferimento verso valle. Inoltre, le costose opere di contenimento e di mitigazione dell’erosione realizzate lungo le sponde (scogliere, gabbionate, argini etc.) in molti punti risultano aver perso la propria funzionalità, essendo ormai sospese di diversi metri rispetto alle dinamiche fluviali. Oltre all’abbassamento diretto del livello del fondo nella zona di estrazione, l’escavazione modifica il profilo longitudinale, provocando un aumento locale di pendenza che tende a migrare verso monte, creando una pericolosa erosione regressiva. Chi ne paga le conseguenze sono i ponti. A causa dell’azione della asportazione di inerti dai fiumi, in passato sono crollati diversi ponti per sotto escavazione delle pile: il 29 dicembre 1961 presso Sant’Arcangelo di Romagna (RN) crollarono due arcate di un ponte sul Marecchia e vi furono tre vittime; nel 1973 a Venaria Reale (TO) vi furono 5 vittime per il crollo del ponte e ben 17 persone furono rinviate a giudizio per aver concesso troppi permessi ai cavatori; sempre il 29 maggio 1973 a Caraglio (CN) sul T. Grana crollò un ponte e vi fu un morto. Anche in questo caso il sindaco si scagliò contro il Genio Civile e l’ANAS che avevano consentito troppi interventi in alveo nelle zone prossime al ponte. Questi sono dati inconfutabili”.

Il rilevante danno subito durante le alluvioni è dovuto alla presenza di zone urbanizzate nelle zone prossime agli alvei?

“Purtroppo sì. È sufficiente aprire Google Earth per vedere in quale condizione disastrosa si trovi la penisola italiana. A partire dal dopoguerra, in nome del boom economico, con l’intento di “tirare su” un Paese disastrato, si è consentito tutto, senza regole. E questa anarchia è proseguita almeno fino alla fine degli Anni ’70. Poi ci si è accorti che i buoi erano scappati, ma era troppo tardi: sono state create leggi, decreti, divieti, ma il peggio era stato fatto. E operare a ritroso è sempre complicato. Poi ci si mette anche il Governo con gli assurdi condoni edilizi (3 in 18 anni), permettendo sanatorie inaudite. Ci aggiunga che continuiamo a consumare suolo come se fossimo un Paese con un tasso di natalità in aumento, e invece diminuiamo anno dopo anno. E allora perché continuiamo a consumare nuovo territorio? L’Emilia Romagna poi ha un triste primato: l’ISPRA ha pubblicato una tabella sul consumo di suolo annuale in ettari 2020-2021 in aree a pericolosità idraulica. L’Emilia Romagna è di gran lunga in testa: nelle zone ad elevata pericolosità ha valori che sono più del doppio del Piemonte, quasi il triplo della Toscana. Gli amministratori della vostra regione che ora chiedono lo stato di calamità naturale si pongano delle domande”.

Qual è il suo giudizio sul nodo idraulico modenese? Quali i punti di forza e di debolezza?

“Modena, come ad esempio Alessandria, è una cittadina sorta fra due fiumi: Secchia e Panaro. Il primo si sviluppa per 172 km, il secondo per 148 km. Stranamente hanno superfici simili pari a 2.292 km²: quindi stiamo parlando di una superficie idrografica totale a monte di Modena vasta quasi 4.600 km², come due volte l’intera superficie della provincia di Reggio Emilia! Il nodo idraulico di Modena è un problema che è aumentato nei decenni con l’espansione della città che convive con questa Spada di Damocle sulla testa. Sicuramente le ultime alluvioni hanno riproposto drammaticamente il problema, mettendo in evidenza la fragilità del sistema. So che molto è stato fatto negli ultimi anni, interventi che hanno comportato un investimento di oltre 50 milioni di euro, mentre il totale degli investimenti realizzati o programmati dal 2014 a oggi sfiora i 270 milioni. Hanno realizzato argini, casse di espansione intervenendo sull’intera asta fluviale di Secchia, Panaro, Naviglio e dei loro affluenti. Deve essere ben chiaro che questi interventi mitigheranno il rischio idraulico, ma non metteranno totalmente in sicurezza la città. Mettere in sicurezza è un termine usato da giornalisti e politici che non ha senso in quanto genera nella mente delle persone un senso di falsa sicurezza che può essere molto deleterio. Problemi ve ne saranno ancora”.

Quindi che cosa dovrebbero fare gli Amministratori?

“Bisognerebbe che operassero bene sui cittadini creando in loro, tramite incontri ad hoc con l’ausilio di esperti, innanzitutto una consapevolezza del rischio con cui convivono, poi una profonda conoscenza delle norme comportamentali da tenere durante un evento e infine una rete informatica funzionante di allerta/allarme che consenta di avvertire tutti dell’eventuale imminente pericolo. In due parole: gli edifici saranno sempre esposti al rischio di essere inondati anche alla luce dei mutamenti climatici che in futuro comporteranno piogge sempre più intense in tempi brevi. Almeno istruiamo per bene le persone al fine di salvaguardare le vite umane”.

Jessica Bianchi

(foto: fiume Secchia a Sozzigalli (MO) del 21 maggio 2023. Ph. Fabrizio Bizzarri)

Serie C, andata semifinali playoff: pari in Foggia-Pescara, Cesena corsaro

Si sono giocate le gare d’andata delle semifinali playoff di Serie C. Questi i risultati finali con i marcatori.

Foggia-Pescara 2-2

2′ Petermann (F), 24′ rig. Rafia (P), 49′ Lescano (P), 60′ Bjarkason (F)

Lecco-Cesena 1-2

9′ rig. Mercadante (C), 45’+1 Prestia (C), 67′ Giudici (L)

SERIE A | Alternanza di emozioni nell’ultima domenica di Serie A della stagione: sarà spareggio tra Spezia ed Hellas Verona per la permanenza nella massima divisione. Tutti i precedenti.

Mentre il Napoli festeggia il suo terzo scudetto della storia mandando in delirio milioni di sportivi di fede partenopea sparsi in tutto il Mondo, con Luciano Spalletti visibilmente commosso al passo d’addio, sui campi di Udine e soprattutto Roma e Milano ci si gioca la vita.

Pirotecniche le sfide tra Lecce e Bologna, con vittoria degli ospiti per 3-2, e il derby tra Atalanta e Monza che, sotto un vero e proprio diluvio termina 5-2 per gli orobici padroni di casa: tripletta di Koopmeiners.

Ma riavvolgiamo il nastro: su quattro campi Bergamo, Udine, Milano e Roma ci si gioca la stagione, con obiettivi Europa League e salvezza che si annodano sui risultati determinati dalle quattro partite in causa; al Gewiss Stadium l’Atalanta ospita come detto il Monza, al Dacia Arena l’Udinese ospita invece la Juventus in cerca di vittoria e speranzosa che almeno la Roma inciampi in casa contro lo Spezia, impegnata a sua volta nella corsa salvezza con un orecchio rivolto a San Siro dove il Milan ospita l’Hellas Verona a pari punti con i liguri. In caso di arrivo a pari punti si va allo spareggio.

L’ALTERNANZA DELLE EMOZIONI – Si parte con perfetta sincronia nei quattro campi con l’Atalanta e la Roma davanti alla Juventus e quindi qualificate in Europa League, e Spezia ed Hellas Verona a braccetto a quota 31 punti destinate quindi eventualmente allo spareggio.

Alle 21:06 Nikolaou buca la porta della Roma. I giallorossi sono sempre dentro l’Europa League, lo Spezia sale momentaneamente a quota 34, lasciando l’Hellas che sta impattando a Milano da sola a 32.

Alle 21:12 l’Atalanta passa sul Monza; finale di tempi con girandola di emozioni. Quasi in contemporanea cambiano i risultati su tre dei quattro campi in questione. Alle 21:43 pareggio della Roma con il gol di Zalewski, ora Spezia ed Hellas sono di nuovo appaiate in classifica ma due minuti dopo (21:45) un rigore per il Milan trasformato da Giroud porta in vantaggio il Milan e riporta l’Hellas Verona a quota 31, uno in meno dello Spezia.

Ancora un minuto e alle 21:46 arriva il raddoppio dell’Atalanta con i nerazzurri che si avvicinano così all’Europa League.

Al termine dei primi tempi dunque Atalanta e Roma dentro l’Europa League, Juventus in Confederation (0-0 ad Udine, ndr), Spezia salvo ed Hellas Verona retrocesso in Serie B.

Quasi venti minuti di intervallo per determinare la ripresa dei secondi tempi in contemporanea. Pronti via e il Monza accorcia a Bergamo (22:10).

Alle 22:28 arriva il gol della Juventus con Chiesa: è il gol che porterebbe i bianconeri in Europa League a discapito della Roma di Mourinho ancora bloccata sul pareggio con lo Spezia.

Alle 22:30 a Bergamo viene espulso Marlon del Monza, appena entrato in campo: è un episodio che pesa per il proseguo del match, prima però alle 22:32 arriva prepotente l’eco da Milano per il pareggio improvviso dell’Hellas Verona con Faraoni.

L’Atalanta nel frattempo prende il largo e nel giro di pochi minuti si porta sul 4-1; alle 22:34 arriva il 3-1 nerazzurro con Hoijlund, e alle 22:39 lo splendido 4-1 e tripletta di Koopmeiners con un tiro da centrocampo. Praticamente l’Atalanta si prende partita ed Europa League (segnerà anche il quinto gol dopo il momentaneo 2-4 del Monza, ndr).

Ci concentriamo quindi sugli altri tre campi dove è tutto ancora in bilico. L’Hellas Verona con il pareggio di Faraoni agguanta a quota 32 lo Spezia e quindi rimanderebbe tutto allo spareggio salvezza.

L’equilibrio si spezza nuovamente alle 22:49 con il gol di Leao che fa emozionare perfino Ibrahimovic spettatore a bordo campo e al passo d’addio con il calcio giocato: il Milan si prende San Siro, l’Hellas Verona vede lo spettro della B. Spettro che scompare di nuovo alle 22:53 quando Dybala trasforma il calcio di rigore con cui regala alla Roma il vantaggio sullo Spezia. E’ il rigore che condanna lo Spezia allo spareggio con l’Hellas Verona e la Juventus ad accontentarsi dell’accesso alla Confederations League. Alle 22:55 Leao cala il tris e gli scaligeri si incollano ai dispositivi multimediali per seguire gli ultimi minuti della sfida dell’Olimpico. Tensione fino alle 23:08 quando arriva, dopo ben 13 minuti di recupero, il triplice fischio da Roma.

IBRAHIMOVIC DA L’ADDIO AL CALCIO – Alle 23:28 si capisce che Zlatan Ibrahimovic da l’addio al calcio: eloquente una sua frase, “non mi vedrete più su un campo di calcio, ma incontrerete qui a Milano… se avrete fortuna”.

ATALANTA E ROMA IN EUROPA LEAGUE – I lombardi e i giallorossi giocheranno la prossima stagione in Europa League: da capire se con ancora Gasperini (oggi espulso, ndr) e Mourinho (oggi assente per squalifica, ndr) ai rispettivi timoni, entrambi acclamati con striscioni dalle rispettive tifoserie. La Juventus in Conference League, per sapere se avremo otto squadre in Europa dovremo attendere mercoledì quando la Fiorentina giocherà la sua finale: se vince, oltre ad aggiudicarsi il trofeo, si guadagnerebbe l’accesso all’Europa League.

SPEZIA ED HELLAS VERONA E’ SPAREGGIO SALVEZZA – Appaiate entrambe a trentuno punti, gli stessi che avevano anche prima di quest’ultima giornata, liguri e scaligeri si giocheranno la possibilità di giocare in Serie A anche la prossima stagione in uno spareggio salvezza che andrà in scena l’11 Giugno (stadio da decidere, ndr).

TUTTI I PRECEDENTI SPAREGGI IN SERIE A – E’ la prima volta per lo Spezia, ci sono due precedenti per l’Hellas Verona che nel lontano 1957/58 perse lo spareggio-promozione con il Bari: andata e ritorno e doppia sconfitta per 1-0 (a Bologna) e 2-0 (a Roma). Il Bari era in Serie A e gli scaligeri in B.

Più recente l’ultimo disputato al termine della stagione 2000/01 quando in un doppio confronto con la Reggina l’Hellas Verona vinse l’andata al Bentegodi per 1-0, perse il ritorno per 2-1 al Granillo ma il gol in trasferta valse la salvezza.

Ecco tutti gli spareggi in Serie A:

  • 1931/32 (a Bologna): Bari-Brescia 2-1
  • 1942/43 (a Roma): Bari-Venezia 1-1 | (a Firenze) Triestina-Venezia 2-0 | (a Modena) Triestina-Bari 3-2 | Spareggio finale: (a Bologna) Venezia-Bari 3-0
  • 1951/52 (a Milano): Triestina-Lucchese 3-3 – (a Bergamo) Triestina-Lucchese 1-0
  • 1953/54 (a Milano): Udinese-Spal 2-0 | (a Firenze) Udinese-Palermo 1-1 | (a Roma) Spal-Palermo 2-1
  • 1960/61 (a Bologna): Lecco-Bari 4-2 | (a Bologna) Udinese-Bari 0-0 | (a Bologna) LeccoUdinese 3-3
  • 1963/64 (a Milano): Sampdoria-Modena 2-0
  • 1992/93 (a Bologna): Udinese-Brescia 3-1
  • 1994/95 (a Firenze): Padova-Genoa 1-1 (5-4 dcr)
  • 1996/97 (a Napoli): Piacenza-Cagliari 3-1
  • 2000/01 (a Verona): Hellas Verona-Reggina 1-0 | (a Reggio Calabria) Reggina-Hellas Verona 2-1
  • 2002/03 (a Reggio Calabria): Reggina-Atalanta 0-0 | (a Bergamo): Atalanta-Reggina 1-2
  • 2004/05 (a Parma): Parma-Bologna 0-1 | (a Bologna) Bologna-Parma 0-2

NB: in neretto le squadre che si sono salvate.

 

Fonte: gabrieleguastella.it

Eccellenza: la Cuoiopelli perde ad Agazzano e dice addio al sogno promozione

Sfuma il sogno Serie D per la Cuoiopelli. I biancorossi di Santa Croce sull’Arno perdono 3-1 la semifinale di ritorno degli spareggi nazionali di Eccellenza in casa dell’Agazzanese ed escono di scena considerando il risultato di 0-0 maturato all’andata al “Masini”.

SERIE A – Giornata n°38 | La Lazio passa nel secondo tempo e l’ex Sarri fa i complimenti all’Empoli

EMPOLI (4-2-3-1) – 13 Vicario (dal 38′ st 22 Ujkani); 30 Stojanovic, 4 Walukiewicz, 33 Luperto, 3 Cacace; 5 Grassi (dal 11′ st 8 Henderson), 25 Bandinelli (dal 30′ st 32 Haas); 11 Akpa Akpro, 21 Fazzini (dal 38′ st 9 Satriano), 28 Cambiaghi; 91 Piccoli (dal 29′ st 23 Destro). A disp. 1 Perisan; 26 Tonelli, 27 Renzi, 34 Ismajli, 65 Parisi; 14 Pjaca, 55 Vignato. All. P. Zanetti

LAZIO (4-3-3) – 94 Provedel; 23 Hysaj, 4 Patric, 13 Romagnoli (dal 26′ st 15 Casale), 3 Pellegrini; 21 Milinkovic Savic (dal 49′ st 50 Bertini), 5 Vecino (dal 26′ st 32 Cataldi), 10 Luis Alberto; 7 Felipe Anderson, 17 Immobile, 9 Pedro (dal 18′ st 20 Zaccagni). A disp. 1 Maximiano, 31 Adamonis; 6 Marco Antonio, 11 Cancellieri, 22 Gonzalez, 26 Radu, 29 Lazzari, 34 Gila, 88 Basic. All. G. Martusciello (M. Sarri squalificato)

ARBITRO: Sig. L. Massimi di Termoli (Valeriani/Scarpa – IV Uff.le Miele | VAR Nasca-Dionisi)
MARCATORI: al 3′ st 13 Romagnoli (L), al 47′ st 10 Luis Alberto (L)
NOTE: Angoli Empoli 6 Lazio 7. Ammoniti: al 14′ 11 Akpa Akpro (E), al 37′ 28 Cambiaghi (E), al 40′ 21 Milinkovic Savic (L); al 17′ st 5 Vecino (L). Espulsi: al 44′ st 28 Cambiaghi (E) per doppia ammonizione. Recupero: 1′ pt – 4′ st. Spettatori: 11.500.  

Si chiude a cinque la serie di risultati utili consecutivi dell’Empoli che esce sconfitto nell’ultima giornata di campionato con la Lazio. Un risultato finale che non incide sulla grande stagione dell’Empoli, capace di conquistare la salvezza con 43 punti totali. Un risultato straordinario motivo di soddisfazione ed orgoglio per quanto fatto nel corso di tutto del campionato.
Azzurri in campo con il 4-2-3-1: tornano dall’inizio Walukiewicz, Bandinelli e Stojanovic, mister Zanetti conferma Cacace e Piccoli nell’undici di partenza. Lazio in versione 4-3-3 con Immobile al centro dell’attacco e Pedro e Felipe Anderson ai suoli lati. Parte aggressiva la Lazio, che si fa vedere in avanti con un rasoterra di Pedro sul quale si allunga Vicario. Con il correre dei minuti viene fuori l’Empoli che conquista campo e in un paio di circostanze calcia verso la porta trovando sempre il muro laziale. Ci prova di nuovo Pedro dalla distanza, Vicario in due tempi, mentre dall’altra parte Cambiaghi converge e calcia alto. Se ne va così la prima metà di tempo. Al 34’ azione insistita della Lazio da sinistra verso destra, cross di Hysaj per la testa di Immobile, Vicario la alza in corner. Dal successivo calcio d’angolo, Immobile impatta col destro trovando la deviazione di Cacace. Spinge adesso la Lazio: punizione corta di Luis Alberto per Patric che ci prova dal limite, Vicario ci mette il piede. Al 41’ di nuovo Lazio pericolosa: Pedro prova a superare Vicario con un lob, destro che esce di poco. Si chiude così il primo tempo: è 0-0.  

Un momento di Empoli-Lazio (Credit Ph EFC 1920)

Si riparte e dopo tre minuti la Lazio la sblocca: corner da destra di Luis Alberto per il colpo di testa di Romagnoli all’altezza del primo tempo che supera Vicario. Prova a scuotersi l’Empoli: Cambiaghi cambia gioco per Stojanovic, tocco per Grassi che non riesce a calciare da buona posizione. Al 56’ primo cambio per gli azzurri: dentro Henderson per Grassi. Al 61’ si riaffaccia in avanti la Lazio: Immobile per Milinkovic, destro sporcato in corner. Poco dopo dentro Zaccagni per Pedro. E proprio Zaccagni si vede negare la rete da una bella parata di Vicario. Spazio anche a Destro ed Haas per Piccoli e Bandinelli. Al minuto 82 Vicario si allunga sul destro di Luis Alberto e poco dopo, tra gli applausi di uno stadio che si alza in piede per lui, Guglielmo esce per Ujkani. Standing ovation sacrosanta per Vicario. Dentro anche Satriano per Fazzini. Al minuto 89 Provedel mette i pugni su un destro al volo di Cambiaghi che poco dopo viene espulso per doppia ammonizione. Al 92’ Luis Alberto fa 2-0 con un bel destro dal limite dell’area. Finisce così. Cala il sipario su una stagione degli fantastica degli azzurri.

Playoff Serie B, Parma-Cagliari 0-0: sardi in finale

E’ il Cagliari la seconda finalista dei playoff di Serie B. Al ‘Tardini’ i rossoblù hanno pareggiato per 0-0 contro il Parma, mantenendo quindi il vantaggio maturato all’andata (3-2) e passando il turno.

La finale per la Serie A sarà quindi fra Cagliari e Bari.

Convinto che la moglie sia a bordo, riparte lasciandola per strada

Una disavventura piuttosto strana, ma fortunatamente a lieto fine, quella accorsa nei giorni scorsi a due coniugi 70enni. Nella serata di venerdì 2 maggio,...